La pace dell’ascolto (Fear Inoculum, 30 agosto 2019)

Pensavo di mettermi in una stanzetta, divano, silenzio, cuffie, buio, ascolto. È finalmente uscito Fear Inoculum, dei TOOL.

Nel 1994 , quando è uscito The Division Bell dei Pink Floyd, io possedevo solo – ma come ci tenevo! – un lettore CD portatile della technics, con delle cuffie della JVC. Tutto di ottima qualità, tutto frutto dei consigli di un cugino audiofilo. A quell’epoca chiusi a chiave la porta in un momento in cui comunque sarebbe stato abbastanza improbabile per mia madre venire a rompere i coglioni, con la sola fastidiosa prepotenza del “io devo entrare a controllare”, senza minimamente contare che il tuo tempio è la tua casa, e l’intromissione è violenza. Mai sentita questa esigenza. E mio padre, che pure oggi spesso ripete che ha sempre voluto che ognuno di noi avesse uno spazio proprio, personale, non credo abbia mai dato seguito alla completa verità di questo, con il fatto che si bussa e se non c’è assenso, non si entra.

Mi misi, a suo tempo, visto che il cavo era lungo ma non abbastanza, per terra, su due coperte morbide. Chiusi le saracinesche, mi accertai di aver fatto ogni cosa. Come oggi farei per morire. Continue reading →

sconforto #201922060819

Ho un fottuto caldo di merda.

Ho un Ronin-SC combo bla da provare. Ma ho caldo. Mi sento anche un po’ intimorito perché con la mia fotocamera non è di ovvia applicazione la bilanciatura, che è essenziale. Domani vado da kiki a fotografarla nuda per due giorni. Tutta pacchia e ferie. E invece mi sento mezzo ansioso. Da lontano lei mi chiede consigli sui maschi e sulla figa, cosa che, visto che mi ha lasciato lei, dovrebbe farmi comunque pensare “beh si vede che su questo mi considera attendibile, si può apprezzare”. Invece no, mi sento solo vecchio. E infatti, come sempre, passato il momento del bisogno, faccio battute da vecchi, anche se poi in altri momenti sono l’unico con cui ride e ci si capisce. E’ un periodo che se mi ci guardo bene, vecchio non mi sento. Stanco, per il caldo, ma questo negli ultimi 30 anni non è cambiato. Ho sempre sofferto a merda il caldo. E le cose che mi annoiano mi hanno sempre annoiato, non le ho mai condivise con i miei coetanei del tempo.

Guardo i guadagni: poca roba. Bisogna darsi da fare.

Questo caldo di merda mi tira giù invece di farmi stare bene. E la gente che avrebbe dovuto farmi un preventivo per il sistema di condizionamento non si è vista. Frega un cazzo di niente a nessuno: si vede che di lavoro pagato a sufficienza ne hanno, mi dico. Nel mondo del lavoro su commissione, con dipendenti, con una sede, questo discorso si può fare.

Mancano 11 giorni all’uscita di Fear Inoculum. Ho appena sentito la cover di “Stand by me” dei bootstraps, gran bella. L’inizio è molto simile a “Where The Streets Have No Name“, comunque. La sto ascoltando a ripetizione.

Penso continuamente alla morte, come salvezza, via d’uscita, di fuga, di respiro e liberazione. E mi aiuta anche a dire “prima finisci questo”. E un po’ di peso se ne va.

Nessuno attualmente prova alcunché per me. Nessuno mi ama, ok? Nessuno considera neanche di farmi una telefonata e bere un caffè. Ok, a parte la stalker. Ma la stalker, come dice sempre lei, “sta facendo un percorso”. Un difficile percorso in cui alla fine (cosa che interessa a lei, non a me, attualmente) si farà fotografare e si auto-metterà su una maglietta. Questa “fine” immagino sia il rimettersi in forma senza faticare fisicamente, ma con una dieta sfiancante e un sacco di autoaccettazione.

Mio padre invecchia tanto. L’ho visto male.

Mia sorella non la sento neanche di striscio ma immagino mi distruggerebbe sentirla: disperata, negativa, nononono. Proprio quello che mi serve. E mio fratello uguale ma più dispe-rassegnato.

Mia madre che attende, Cattolicamente, di morire “quando Dio vorrà”.

Un bel momento eh?

Eppure vi giuro che domani e dopodomani il mio impegno è fotografare la figa, nuda. E chiacchierare.

Credo che chiunque possa capire, alla lunga, che la felicità conta davvero, che stare bene sul serio conta davvero. Chiunque non stia a pensare che sono un ingrato, che ho tutto eccetera. Chiunque capisca.

il ritorno al cocuzzolo

aloneIeri stavo una merda; per fortuna ho già i miei pensieri fissi stabiliti nella mia prigione di merda, quando arriva. ho l’elenco delle cose da fare prima di morire e prepararmi a morire; così oltre a raggomitolarmi in posizione fetale (grazie micia di avermi fatto compagnia) e piangere, verso sera ho scansionato e gettato della vecchia burocrazia, con successo. Ho iniziato ad eliminare fisicamente. Ad un certo punto toccherò i libri, poi i CD. Ad un certo punto resterà solo il quotidiano, ed il debito residuo. Poi tenterò il pentobarbital online (nembutal), oppure sarò vivo e non mi servirà. Chi lo sa.

Quando va non-merda, ho le cose da fare per vivere meglio, per continuare a sopravvivere allo scopo, poi, si spera, di vivere. Continue reading →

Tool: così belli da deludere

Hey, questo post non è una recensione. Questo blog è comunque sempre autobiografico. Parla di me. Non vorrei illudervi.

Aspettative, delusioni: legati inscindibilmente. Quando sono arrivato all’ippodromo del Visarno (le Cascine) e poi nel prato, mancavano si e no 10 minuti all’inizio. L’esperienza dell’anziano e arrivi così, a vedere quello che aspetti da mesi e mesi in assoluta tranquillità, senza ansia, senza correre, senza fare file, senza morire sotto il sole dal giorno prima, senza fretta e magari pure avendo dormito e con la panza piena. Continue reading →

Soen – Tellurian : CONSIGLIATO.

Come da titolo: consigliatissimo l’album TELLURIAN dei SOEN. Non saranno i Tool, ma non sono niente male. A tratti un po’ Dredg, poco; a tratti un po’ Karnivool, ma pochissimo. E sempre meno Tool, sempre più sé stessi e comunque di chiara ispirazione Tool.

Tellurian è comunque godibile a ripetizione in loop, anche 20 volte senza problemi.