la forma dell’acqua MI ARRENDO

Ho provato non a leggere, bensì ad ascoltare, letto da un bravo lettore con pronuncia impeccabile, con piena conoscenza del dialetto, che dava lo spazio giusto, l’evidenza e l’accento “La forma dell’acqua” di Camilleri. Non ce l’ho fatta. Mi sembra uno di quegli esercizi di dizione che fanno gli attori per mostrare che possono pronunciare correttamente in dizione qualsiasi cosa, qualsiasi parola inesistente, inventata al volo, magari col solo scopo di essere di difficile pronuncia.

Abbandono. E ringrazio sempre Pennac per questo.

Passo a “il Giardino dei Finzi Contini” letto da Marco Balliani. E intanto faccio editing a bomba.

lettere alla Signora delle Nevi

(una) Signora delle Nevi

Quelli che oggi sarebbero più proni all’abbandono della vita in quanto amanti solamente di cose che non sono essenziali per la sopravvivenza , dediti alla loro produzione diretta non industrializzata o alla loro fruizione, quindi inadatti ad una società che ti valuta e ti prezza in base al tuo grado di produrre utile, alla tua utilità pratica di svolgere un compito monetizzabile, sarebbero forse gli unici adatti alla Vita. Cioè non alla sopravvivenza.

Amanti dell’arte, della filosofia, della conoscenza dell’altro, dell’amore e del sesso per il piacere. Del godimento dei sensi.

Molti, alla lunga, anche nel solo godimento dei sensi finirebbero per essere delle specie di drogati, io credo. Quelli che comunque non sanno stare “con le mani in mano”. Che devono risolvere un problema, svolgere un compito, spaccarsi la schiena e lamentarsi vantandosi che se la sono spaccata. Che loro fanno qualcosa, che sono utili. Ecco, divenuti inutili ma liberi, credo non farebbero nulla. Ma gli altri forse non avrebbero ancora abbastanza tempo per cantare, suonare, ballare, viaggiare, guardare, fotografare, dipingere, scolpire, godere, correre, arrampicarsi, scopare, bere e mangiare, produrre meraviglie, leggere, discutere, filosofare, ricercare per il gusto di ricercare, dare fondo alla curiosità. Continue reading →

EDGE è un modesto EPUB reader

Microsoft EDGE, il browser successore di Internet Explorer, di serie e “indisinstallabile” (salvo danni collaterali) che io snobbo parecchio, mi vuole compiacere mostrandomi che a fianco di “frieda”, epub reader schifoso che ho installato tanto-per, ecco che lui, di serie, funziona benone. Due click e puoi leggere.

Quindi ecco: Microsoft EDGE può fare da epub reader, compris?

Magari ce ne sono di migliori, io ad esempio gradirei che Foxit lo facesse.

un granello di polvere in terra

Sono circondato, letteralmente, da libri. Certo, per la maggior parte non sono miei. Certo alcune sono vecchisime enciclopedie. Certo, alcuni sono manuali di cucina.Certo un sacco sono vecchissime riviste. Molte opere sono puramente grafiche ed alcune, poche per dire il vero e per quel che vorrei, sono fotografiche. Tantissima illustrazione per l’infanzia. Quintali di dvd. E una quantità di narrativa fantastica, di un certo tipo, con un filone noir, con ambientazione ottocentesca, oppure libresca. Favole. Comunque molto crime. E poi fantascienza, fantascienza. Quella che non ho dato via. Che non è poi tanta. E la roba che devo ancora leggere. Che è troppo, anche se non è tantissima.

Attorno alla mia postazione, sopra, a lato, libri. In entrata libri. Narrativa per ragazzi. Cataloghi della Elekta, della Letraset persino! Letraset!!!! Volevo leggerti qualcosa, un altro incipit. Ma niente è alla tua altezza. Sarebbe solo un esercizio per far risuonare una voce di un testo a caso. Non rispondere, non qui. Il post va bene qui, ma non noi, noi siamo noi. non rispondermi qui. Mi sento così, una piccola cosa vergognosa. So leggere, ecco. Questo mi sento di dire. Salve, ho imparato a leggere decentemente alle elementari. Rispetto a quanto puoi aver mangiato con gli occhi la testa ed il cuore, questo mi sento di poter dire. Posso prendere in mano un testo e riconoscere i caratteri, le parole, la punteggiatura, metterla assieme, comprendere almeno il livello di significato primario. Ansia da prestazione letteraria? Che sia solo il giorno sbagliato? Penso quasi di tirare su un Murakami sbagliato, tanto per stare un po’ sopra la mia media di letture. Che nemmeno lo sono più. Un libiro di cui mi sono segnato il titolo qualcosa come 12 anni fa, credo. Che ho comprato e non letto. E’ qui a fianco a me, da tanto. Ma è più falso del Pinocchio, che era un vero gesto spontaneo, una cosa mia, che fa davvero parte della mia vita.

Penso a Gassman, ti leggerei l’elenco del telefono. Una ricetta. Ma non sono Gassman, nemmeno l’esercizio di stile mi posso permettere. Mi sento vuoto. Un nulla. Se fossi forma, potrei venire a prendere il contenuto, la sostanza, da te. Ma non sono forma. E la forma non ti interessa. Sono solo una persona. Mediocre. Ti posso dare questo. Ma volevo farti un piccolo regalo di mezzo pomeriggio. Solo che ogni cosa che vedo attorno a me e dentro di me, mi sembra il nulla. Certo io sono un po’ scemo. A quello posso attingere. E anzi, mi viene in mente il fondamentale libercolo. Solo che non so dove sia. Uff non lo trovo. line non c’è. Cercando ho trovato altro, per altre persone, Un tipo che mi aveva chiesto di imparare tutto dei fotografi nel mondo. Ricordavo il volmetto… ma poi mi sono perso. Era Taschen? Era Phaidon? Uno dei due… costava poco… c’era molto… ma dov’è? Eccolo, per cercare per te, ho trovato per lui.

E ora vorrei mandarti una cosa piccola. E non so quale sia. Ma forse ho una idea scema. Mi piace ma… non so se si faccia. Si fa? No, forse questo non si deve fare. Una cosa tua, leggerti una cosa tua. No. Non si fa. Mh… cercacercacerca.

Mh. Beh questo non fa schifo. Ma non è all’altezza. Beh ma è solo merenda, dai. Facciamolo. Arrivo. Qualcosa voglio fare. Qualcosa. Da me a te.

della tecnica e del contenuto

Nel ’79 i Pink Floyd, precorrendo gli attuali tempi di Sky, Netflix, YouTube, digitale terrestre con 999 canali cantavano “I got thirteen channels of shit on the T.V. to choose from“. E non è certamente finita: perché HD? Perché FULL HD? Perché 4K che oggi già va verso 6 e poi 8K ? Tecnica al servizio della merda. Tanta tecnica, perfezione. Una chiarezza di visione possibile che non rispecchia nemmeno il contenuto prodotto. Io stesso produco clip video in 4K solo perché serviranno. E già mi preoccupo di doverle produrre in 8K solo per questo. Perché serviranno. La fotocamera che uso in studio è una full frame 35-mm equivalente, ma produce immagini ad una quantità di megapixel che poco tempo fa usavano solo le medio formato. Che ovviamente si sono messe e raddoppiarli. Per? Dovreste tutti sapere a che cazzo servono i megapixel una buona volta per tutte (riassumo: a stampare in grande), ma non voglio parlare di questo.  Continue reading →

Ignobile presente, addio D

“Quanto più il presente intorno a noi diventa ignobile, tanto più dobbiamo guardare le stelle” – Joan Mirò

Questa citazione era inserita prima di entrambi i libri che D aveva scritto. Non ho terminato nemmeno uno dei suoi libri, quello che avevo comprato. Autoprodotto, auto-stampato. Non mi pigliava tantissimo, anche se era ben scritto e mi sembrava che avesse qualcosa. Ma è tanto tempo che difficile per me leggere. Molto difficile. Quindi quello che leggo spesso è “facile da leggere”. Il che non significa necessariamente che sia una cazzata o sia leggero. Deve pigliarmi di brutto, perché presto mi viene un senso strano di “dovrei fare qualcos’altro”. Assurdo, ansioso.

Quando scoprii che D aveva scritto dei libri gli chiesi dove potessi acquistarne uno e lui mi disse che avrebbe seguito volentieri l’acquisto perché non sapeva se fidarsi del sistema di intermediari che se ne occupava. Quando arrivò, comunque, mi colpì fortemente la citazione che aveva scelto. Lui era molto positivo mentre tutto attorno a noi crollava, si disgregava, si distruggeva. Forse perché lui riusciva ad evitare il tipo di casini che capitavano a noi altri che rimanevamo: lui si occupava comunque di vendita, di clienti grossi, faceva girare soldi grossi. E forse si occupava di quello che sarebbe dovuto essere il futuro. O forse no, semplicemente la prendeva meglio. Se ne sbatteva, non si lasciava toccare. Da qui la citazione che ricordo qui. Continue reading →

leggere e scrivere insieme

Quando mi misi assieme a B – o mentre ci mettevamo assieme? non ricordo – leggevamo assieme. Ne ho, ne abbiamo, il ricordo netto: stavamo sul lettone a leggere Harry Potter. Non mi interessa affatto la vostra opinione su Harry Potter. A me non è mai piaciuto particolarmente il Fantasy: sono per la fantascienza. Ma lei si. E’ dislessica e ha sempre fatto fatica con la parola scritta, anche letta. Quindi non so perché decidemmo di farlo. Forse proprio per questo? Lo comprò quando non era un libro tanto famoso. Poi comprammo assieme il secondo e terzo volume. Stavamo sul lettone a leggerlo, un capitolo a testa, credo. E lei migliorò tantissimo la lettura. Andava sempre molto piano all’inizio. Ma tutto sommato poi mi sono reso conto che leggere molto velocemente a voce è fastidioso, ti da un senso di ansia. E’ stata una cosa che abbiamo condiviso splendidamente. Su quel letto facevamo tre cose: leggere Harry Potter (non ci abbiamo letto altro) ad alta voce a turno, addormentarsi per questo motivo, scopare. Perché noi ci scopavamo per benino ai tempi. Per questo sono stato sempre confuso dopo: non capivo perché. Mi aspettavo di essere migliore di una bestia, forse. Che stupido. Ma (19238a volta) siamo prima animali, poi persone. Continue reading →

Paturnium – the paturnial man

Attenzione, questo post è scritto da un uomo di 44 anni con la mente di un 17enne (o di un seienne, a seconda della vostra acidità) e non da una donna in menopausa, preciclo o ragazza di 16 anni. E contiene un finale che non c’entrassega.

Quindi dopo essere stato quella/e volta/e dalla nutrizionista e aver iniziato a seguire in modo poco diligente le indicazioni, ogni tanto sono stato più diligente. Ma insomma da 80 sono passato a 77. Fissi. Quindi ho smesso di pesarmi ma sono andato comunque in palestra, non ci vado da tanto, diciamo 2 mesi? Mi hanno dato fino a marzo per perdere il peso in eccesso sulla BIG-PANZ. Non ci credo neanche … Ma comunque ci vado: gli esperti sono loro. E faccio. E cazzo sputo sangue: sono 25 anni che non facevo “ginnastica”. Si sente. Da 77 sono passato a 74-73. Continue reading →

mi esprimo fastidiosamenPERMALOSO

Nel meraviglioso articolo di Tiasmo riguardante ” Cinque frasi motivazionali che mi hanno rotto le palle. ” avevo immediatamente provato senso di empatia, immediato, viscerale: che vadano affanculo, ahahah rido.

LOL.

Ieri ho visto per una giornata persone che, senza andare dai motivatori, di quelle motivazioni vivono. Una per una. Persone semplici, non pompate, non esaltate. E mentre parlavo con questa donna che alza la testa da una vita durissima, di ogni passo, ogni faticoso abbandonare la comfort zone, ripensavo a quanto facilmente ho crassamente riso. Ma ancora una volta, è ridere del prof che ti dice cosa fare, senza ricordare che a lui non gliene frega un cazzo se lo fai. Sono tutti fatti tuoi: non vuoi motivarti? Non vuoi uscire dalla comfort zone? Non vuoi splendere? Non vuoi godere delle piccole cose? Trovi mille modi per rendere ridicolo quello che potrebbe essere il tuo appiglio? Accomodati, a me che te lo dico non cambia di una virgola: nella comfort zone ci sei già, non devi fare nulla per cambiare. Ma ci si domanda: che sia sarcasmo o non usi questa modalità, la critica che muovi è valida, sensata?

Ecco, quando passo dal “sono d’accordo con te” al “ma quello che dici ha anche questo aspetto non-condivisibile e ti dico come mai” … ecco che la gente mi manda affanculo mentalmente, fisicamente, direttamente, indirettamente. Si indispettisce, si chiede “ma cosa vuoi?”. O “ma perché mi dici questo?” senza pensare che il primo atto comunicativo sul “ma perché dici questo?” lo hanno prodotto loro: tutti noi potremmo chiedere subito “ma perché dici questo?” a ciò che hanno detto. Ma di solito o tacciamo o manifestiamo assenso. Io di solito, se c’è da ridere, rido. E poi ci ragiono. E di solito non sto muto. Cosa che dovrei fare. Dovrei ragionarmela per i cazzi miei senza comunicarlo, perché da fastidio, suona sempre da bastiancontrario e me ne rendo conto. Eppure io non lo faccio per dare contro, ma semplicemente per ragionare sui molteplici aspetti dello stesso concetto. Continue reading →