il senso inverso del tempo

Tutti attraversiamo questa strana percezione del tempo, nel corso della vita.

Mi sono accorto di quanto fosse bello che il tempo non fosse lunghissimo ed invece accelerasse, invecchiando, quando si trattava di pagamenti rateali. La rata arrivava presto, il tempo tra una rata e l’altra volava via, inghiottito nel vomito fecaloide dell’insignificanza nella vita dei manicomi aziendali, nel mio grigiore, nell’impotenza di così tanti tipi. Attendere non era snervante. Snervante era vivere. Snervante è vivere con meno, vivere senza, vivere male. Ma se passa presto, improvvisamente, non ti dispiace più.

L’assurdo del pensare che la giornata non ti basta mai, che ti serve più tempo e contemporaneamente ecco, passa un’altra settimana, forse hai un weekend, chissà cosa ci farai, a parte un pelo meno schifo. Ed ecco passa un mese, una rata in meno da pagare della macchina, un’altra paga arriva e puoi pagare l’affitto, in seguito magari sarà rata del mutuo della casa.

Penso a chi quel mutuo, con queste sensazioni, lo vedrà estinto. Una casa e ANCHE i soldi.

Un effetto che subito diventa negativo con le cose che invecchiano. La tecnologia in particolare. Il pc con cui sto scrivendo è una cazzo di bomba, l’ho preso nel 2015. Doveva gestire i RAW da 53 mpx. Per un sacco di cose è e resta una bomba. Ma per qualche motivo è vecchio, ad esempio non può passare a windows 11. Il che da un lato mi fa dire “bene, non sono pronto a farlo con UN solo computer”. Dall’altro ho ben visto cosa significa dire “ma a me basta, cosa vuoi che sia”, in altre persone. Io ho abbracciato la via del vaffanculesimo con Windows Vista: mi faceva straschifo ma il pc che presi in quel momento lo presi con doppia versione Vista/XP-downgrade… avrei potuto optare per qualsiasi dei due, ma dovevo essere pronto a rispondere a gente che mi chiedeva cose di “Vista”. E così ho proeguito.

Invece mio padre ed altre persone rimangono invischiati con vecchi hardware e vecchi software, si accumulano casini decennali, aggiornamenti, transizioni, roba introvabile, informazioni che nessuno ha, disponibilità che non esistono più nell’atteggiamento generale…

Così ecco, ho questo hardware che spacca, ma mi serve un hardware che spacca ancora di più per il video. E tuttavia quello che ho qui tra le mie mani non mi sembra affatto vecchio. Ma la data l’ho appiccicata io con l’adesivo: lo so. Garanzie scadute, roba vecchiotta e, appunto, win11 non va su.

Quando arriverà l’altro immagino che chiederò a qualche smanettone giovane di trovare la gabola per far andare su win11 – e farmi capire come cazzo – anche su questo. Solo per non restare indietro.

Un mondo che ti lascia indietro. Bellissimo. Capisco che la parola che sento dire a tutti i ragazzi sia “che ansia!”.

Bien.

Comunque ogni giorno metto via automagicamente con satispay il soldino, e quindi quando passa tempo senza che accada un cazzo, comunque metto via il soldino. Tecnica che usavo con simcity. Ah si, non simcity buildit. Nah. Con QUESTO simcity.

Assistente fotograf* a Milano eh!

Incontro un tipo che una volta faceva, e forse talvolta sporadicamente per conto terzi fa, il fotografo. Ora fa il rappresentante/venditore di macchine da taglio; seghe per legno, ed altri materiali, non so. Mi chiede “queste foto, si vendono?”; gli accenno della crisi mondiale. Mi dice della figlia di MDM che “lavora a milano”, “fa l’assistente” – mi dice. Si lavora molto, a Milano. Fa riferimento a lavoro attorno al settore della moda, intuisco. Collezioni continue, “non come una volta con il lavoro tutto concentrato in un momento”. Beh buono, penso, se stai li. Poi scende nel dettaglio un po’: fai il setting delle luci (e fin qui mi pare che sia una buona abilità tecnica ancora “da fotografo”, ci sta, pollice in su) e poi sostanzialmente stai a bordo-campo in tethering a ricevere il tutto con Capture One (butta lì con schifo “oggi NESSUNO USA PIU ADOBE” … vabbé, se lo dici tu) fare selezione al volissimo e. E niente non finisce. Finisco io, dai, sarà quality check al volo, osservazione del dettaglio e poi si sbatteranno il ritocco del selezionato.
Dice che in pratica gli assistenti sanno usare il computer e i titolari no. Beh ma per quanto? Ed è “fare il fotografo” questo? – mi chiedo io. Per me non tanto. L’assistente fornisce assistenza, oppure siete una squadra, al massimo. Ma così: tu sei un venditore e un figurante. Non c’è giudizio morale in questo, sia chiaro, constato solo “chi fa cosa”. A me fare il fotografo non dispiace mica. Trasportare oggetti necessari non mi piace, lo può fare chiunque sia in grado di trasportare un peso, che si tratti di attrezzatura fotografica oppure per la depilazione di pecore, di stesura fibre ottiche, di asfaltatura alla crema pasticcera agliata. Fa lo stesso. La parte di QC / selezione / ritocco è certamente importante, tecnica, specialistica, perfettamente attinente alla professione fotografica di questo momento. Ma non tieni in mano la fotocamera. Non ti approcci al soggetto, non stai facendo la foto, non mi pare di notarne tantissimo nemmeno l’art-direction.

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democratizzazione #293847

“Democratizzazione della tecnologia”: permettere a gente che non sa fare le cose di farle comunque, grazie alla tecnologia. Dal mio traduttore automatico in modernese. Persino in ambito tecnologico, questo accade a più livelli: cioè tu, che sai fare una cosa complessa, complicata o difficile, grazie ad una tecnologia, verrai comunque presto affiancato da qualcuno che non la sa fare, ma grazie ad una tecnologia che rende più semplice quello che tu sapevi fare grazie alla tua conoscenza. È un processo ricorsivo, è la sua natura e come sempre abbassa la qualità alta, ma alza la qualità media di ciò che viene prodotto. Rendendo però, spesso, uno sforzo poco sensato, per moltissime persone, quello di essere esperto, di saper fare, di saperlo fare nel dettaglio. Sarà poi probabilmente interessante, oltre che per desiderio personale, anche per chi desideri padroneggiare la tecnica per produrre qualcosa di molto originale… “contento te”, dirà la massa democratizzata.

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Punto informatico, i suoi forum, web 2.0

Come sicuramente potete leggere su wikipedia, uno dei primissimi magazine online fu Punto Informatico. Paolo ed Andrea de Andreis assieme a Luca Schiavoni furono davvero tra i pionieri… gente che di BBS e di informatica, di internet e di quello che c’era prima ne avevano bazzicato, che di cose ne sapevano e che comunque con lo spirito pionieristico e da “sognatori” avevano visto le potenzialità della rete. Alcuni di loro anche lettori del cyberpunk, tanto per ricordare a tutti (io, ora, lo ricordo a voi) che tutto questo del cyberpunk era nato molto, molto prima nella mente dei visionari e degli scrittori di fantascienza di quanto non sia poi accaduto nella realtà.

Finché PuntoInformatico era della DeAndreis Editore dunque le cose furono fatte in un determinato modo di cui su wikipedia si dà poco conto o comunque difficilmente si percepisce il suo “spirito”. Ricordo che su quelle pagine ebbero spazio personcine che oggi hanno un certo rilievo, come ad esempio “un ragazzo che ha fatto una segnalazione di sicurezza” un certo Salvatore Aranzulla, pensa un po’. Era da quel tempo che stava sui coglioni ai nerd. Ed ora vedete bene chi è. Bravo Aranzulla, fanculo a noialtri cagacazzi. Paolo Attivissimo era tra le persone che fecero la loro comparsa. Massimo Mantellini, che tuttora fa qualcosa. Ma se non erro è un radiologo, questa è la sua specializzazione. Erano tempi in cui Bruzzi esisteva, in cui Wittgenstein nasceva, in cui c’erano tante cosette che oggi o hanno un’aria istituzionale ma sono stanche e vuote, poco vitali, oppure non ci sono proprio più. Un po’ come nella canzone di Daniele Silvestri.

Punto Informatico dei tempi (forse Maruccia può testimoniare, ma di sicuro potrebbe farlo Gaia Bottà) era fondamentalmente un magazine UMANISTICO. Questa era la sua formazione. Parlare di libertà, di privacy, di controllo, di diritti, di diritto d’autore, di nuove tecnologie sia hardware che software, di ciò che la tecnologia era o diventava, ma sempre in relazione a ciò che succede ad un essere umano: questo era il suo spirito. Nasceva una nuova arma tecnologica, lo sapevi. Un sistema di tecnocontrollo, un suicidio annunciato via blog (nato mentre PI era vivo da anni). Il Punto Informatico di oggi non sembra avere la stesso spirito. Ma recentemente sembra si sia risvegliato.

Una delle cose che esisteva, molto prima che esistesse il WEB 2.0 e che si capisse esattamente cosa sarebbe stato, erano i commenti ad ogni singolo articolo. Univa in sostanza la pratica di usenet (con tutti i thread, la netiquette, gli OT, il trollying, il flame, eccetera) ad un sito che era sicuramente database driven, in cui il punto principale era l’articolo e poi giù a commentare e discutere. Era talmente tanto il lavorio che ad un certo punto sono nate delle vere e proprie pratiche comunicative e di “vita virtuale” che uno abituato ad una sana netiquette ed alla moderazione di usenet non avrebbe mai tollerato (oggi sono la norma, ahimé, e si vede dal livello di quello che riesci a raggiungere). Tale era la libertà (il commento anonimo era irrinunciabile sia lì che nel suo “concorrente in spirito” Zeus News (tutt’ora vivo e molto simile al vecchio spirito di Punto Informatico, anche se molto diverso nella pratica), da far nascere una sezione separata, il cosiddetto “forum dei troll”, che a chiunque conoscesse il cosiddetto “follow up” di usenet, forse lo ha ricordato e lo ha addirittura fatto nascere. Tipo: se vuoi rompere fai pure, vai a giocare, ma fallo lì e moderatevi da soli e da soli gestitevi.

Voglio ricordare che ogni cosa sia oggi “social” Punto Informatico l’ha vista nascere, prima.

Le cose sono andate verso la crisi, anche nello spirito, forse. Ad un certo punto vendettero e poi non so, le cose erano sensibilmente cambiate, e poi c’era la crisi del 2008-2012. Molto di quanto oggi tutti noi facciamo normalmente, molti cambiamenti, erano passati di là e se ne discuteva. E molti comportamenti “da facebook” che vediamo oggi, erano già stati anche lì. Non fu un caso se i suoi visitatori furono giornalmente MILIONI.

rendere fica una foto

A volte sembra di tirarsela ma ci sono due specifiche discipline, recentemente massificate, che richiedono competenze, per essere padroneggiate, in aspetti tecnici.

E la tecnica è tecnica: è quello che è, a volte pallosa. Tipo: per dimagrire devi modificare l’alimentazione e fare movimento, ed entrambe queste cose vanno fatte in un certo modo. La risposta “cheppalle” oppure “eh non farla tanto difficile” richiede un dito medio, come risposta corretta. Ma poi sembra di tirarsela. Eppure chi dimagrisce e si tonifica FA esattamente quelle due cose e le fa con attenzione, dedizione, senza sgarrare che secondo – ancora – una regola, persino per sgarrare.

La fotografia è prima di tutto fisica.

L’informatica è prima di tutto scienza.

La gente ti manda una richiesta via SMS, oppure oggi su WhatsApp, che richiedono esperienza lunga, studio, e un mondo di “dipende”.

Tizia mi manda una foto del basso di quella che mi pare una porta d’entrata. Bianca. Uno zerbino grigio. Un’erbaccia che spunta fuori tra il tappeto e la porta. Mi scrive “come faccio a renderla fica con Instagram?”.

“Non puoi” è la mia prima risposta mentale. La seconda è l’adagio: non puoi rendere cioccolata la merda. Non che la foto sia una merda, ma non può diventare “fica”.

La fotografia è innanzitutto foto-grafia. E lì la luce è piatta, spenta. I colori sono mosci, ma cosa puoi fare con Instagram? Mettere tre filtri? Usare luminosità e contrasto? Ma soprattutto..,. quella che per me è un’erbaccia magari era il soggetto della foto, era una piantina e non un’erbaccia. Ma soprattutto non capisco cosa voglia ottenere. E siccome tutte queste cose sono … tutte queste cose, sono tante, vanno considerate, bisogna fare delle scelte… allora mi trovo incasinato.

Si studia grafica. Si studia storia dell’Arte. Si osserva il bello. Si fa molta, moltissima pratica. E poi si fa “la foto fica”, non si “rende fica”. Si evidenzia ciò che di fico c’è già nella foto, aumentando o diminuendo l’influenza di quel determinato elemento già presente nella foto. Altrimenti si fa fotoritocco cosmetico: si dipinge nella foto, si trasforma: non è più fotografia, ma pittura.

Si fanno esperimenti, si riscatta la foto. Si aspetta la luce giusta, si cambia punto di vista oppure di ripresa, ci si avvicina od allontana, ci si alza o abbassa, si capisce che il cellulare fa schifo al cazzo?

Si possono fare tagli, reinquadrare una foto larga. Ma… “rendere una foto fica” … è una cazzata. Come posso io stare a spiegare che “rendere una foto fica” è una cazzata, senza essere stronzo?

Ecco, il corso lo devo seguire io: come non essere stronzo.

 

EDGE è un modesto EPUB reader

Microsoft EDGE, il browser successore di Internet Explorer, di serie e “indisinstallabile” (salvo danni collaterali) che io snobbo parecchio, mi vuole compiacere mostrandomi che a fianco di “frieda”, epub reader schifoso che ho installato tanto-per, ecco che lui, di serie, funziona benone. Due click e puoi leggere.

Quindi ecco: Microsoft EDGE può fare da epub reader, compris?

Magari ce ne sono di migliori, io ad esempio gradirei che Foxit lo facesse.

Controllate le vostre password

Controllate usando questi due strumenti:

Se vi hanno inculato la password dei vostri indirizzi e-mail.

Tutti.

Ne hanno recuperati DUE MILIARDI, quindi un controllino costa poco.

E casomai, cambiatela. No abcdfg, no asdfg, no qwerty, no 123456 e no data di nascita di qualcosa, qualcuno, anniversari, nomi dei cane, dei figli, morosi e cazzate familiari di questo tipo. La cosa migliore che mi sento di consigliarvi, ovviamente tenendo conto della formula “maiuscole, minuscole, lettere, numeri e simboli” è di usare il vostro DIALETTO. E di scriverlo come viene a voi. Una parola strana, dialettale. Oppure oarole inventate.

rufuffolabi$aglia12 <—- ottimo

thestadetaloc45! <—yeah

$faccimmimmoccammamm&t4 <—- wow

12694 <— la merda.

Se dovesse servire discutere sul perché questo sia importante… diciamo che è la base su cui si fonda ogni altro tipo di sicurezza oggi, in sostanza. Per arrivare a dati, soldi, informazioni.

powershell 6 a gennaio 2019 non serve

POST NERD! ATTENZIONE!!!!

Un promemoria per i non direttamente-addetti ma interessati. Powershell 5.1 è attualmente la versione con le ultime funzionalità. La versione 6-core aggiunge solo il fatto che è diventato open e cross-platform. Cosa di cui, se siete SysAdmin Windows vi frega fin là.

Bene. Mi fa da promemoria. Andiamo oltre orsù.

ti hanno ACHERATO? contolla QUA

vediamo se qualcuno mi redarguirà.

Attendo. Ad ogni modo:

Forse avete sentito dire che c’è stata la pubblicazione di un mega archivio di mail+password e che possono essere alla mercé di malintenzionati, o alla vostra, per controllare se siete o non siete vulnerabili.

Cliccando QUI potete leggere la notizia.

Cliccando QUI invece potete andare direttamente su un sito di un HACKER che vi dice se a lui risulta che la vostra mail sia stata violata o meno. Ovviamente dovete inserire l’indirizzo.