rincoglionii telefonicamente

non è il mio

Ieri, ad un certo punto, sono tornato nel 1990. Senza cellulare. Facciamo nel 1997. Senza cellulare ma con le chat. Sono ormai mesi che lo schermo dello smartphone si è scalfito. Il mio acquisto, circa un anno fa, è stato, per l’estetica, totalmente voluttuario, per la prima volta nella mia storia, non ho acquistato un telefono guardando le caratteristiche. Lo sapete, forse.

Ad ogni modo ieri ha deciso, nel bel mezzo del tutto, di fottersi. Ma come è “il bello”. Lo schermo “tutto touch” ha iniziato a diventare al 95% verde o bianco lampeggiante lasciando intravedere solo un po’ la riga di stato superiore, quella con l’ora, la batteria e poco altro. Il suono funzionava, ma nel senso che tuto quello che mi era dato sentire era “click” dello sblocco, perché non vedendo che cazzo premevo, non c’era verso. Ha dato segni di riaversi due volte, in momenti in cui non ero pronto, uno dei quali con la forma di presa-per-il-culo-totale, cioè mentre ero in negozio a prendere un altro telefono.

Avevo però la botta de culo d’aver connesso prima WhatsApp-web … quindi ecco, ho almeno potuto avvertire le persone più importanti della mia vita in generale, oltre a quelle importanti questa settimana perché ho degli shooting. Fatto questo mi sono dedicato a risolvere il problema, ma abbastanza in modalità “panico”. Continue reading →

dei backup #192387129387

Non fosse bastato il richiamo alla sfiga dell’altro giorno, ecco che nella mia “catena dei backup” è accaduto qualcosa. Per fortuna le mie abitudini ultra-paranoiche (recitiamo insieme: PARAONIA IS A VIRTUE) mi hanno salvato.  Continue reading →

fotografate le vostre opere (backup)

Su Netflix potete vedere un documentario su Szukalski. Non ho ancora visto tutto, lo vedrò a pezzi come al solito, ma sono totalmente d’accordo su una cosa che ho visto dire al vecchio in un tape degli anni in cui lo intervistarono: l’arte deve essere sempre eccessiva, mai moderata! E cazzo come mi sento d’accordo con lui in certe cose. Ovviamente è un pazzo 🙂 Ma non importa, per quello che riguarda l’opinabile, mi va bene.

Detto questo: se avete occasione di leggere un attimo la sua biografia noterete che molto del suo lavoro sia stato distrutto in guerra. Allora se siete scultori vi prego, fotografate decentemente, oppure fate fotografare professionalmente, le vostre opere. Per bene! Pensando che potrebbero essere distrutte presto. Fatelo! O rubate!

Lo so, lo so, non si deve pensare che.

E invece se poi accade? Paranoia is a virtue: se accade a avete delle copie che pensavate ridondanti… e invece ora sono diventate gli unici esemplari esistenti, faceva tanto schifo pensarci prima?

Backup, gente, backup.

UPDATE: e guarda chi scopro che ha amato le sculture di questo tizio? I TOOL!!!!!! MA QUESTI SI CHE SONO SEGNI!!!!!!!!!!!!

reflex sempre ottima per lavorare!

Non ho lavorato con una mirrorless, di nessun tipo. Ho dovuto fare i miei acquisti basandomi su

  • cosa ti serve per raggiungere il tuo risultato
  • budget
  • ROI su materiali precedentemente acquistato (parco obiettivi)

Ma ho amici che navigano in acque migliori e quindi da buoni ex-fotoamatori non hanno mai perso la passione per il gear. Quindi se capita si pigliano una Fuji X-qualcosa, se capita si prendono una Leica usata … ecc ecc. Invidia pazzesca, impulsivamente, e tanto valium mentale basato sul ragionamento. Ma in ogni caso, se avessi soldi mi comprerei OGNI COSA ESISTENTE per provarla.

E’ una cosa che qualsiasi commesso di negozi di un certo tipo sa: il musicista amatoriale che lavora in un negozio di strumenti musicali può provare TUTTE le chitarre, con TUTTE le corde, con TUTTE le meccaniche, con OGNI GENERE di pickup e persino di plettri se questo dovesse interessare. Qualsiasi puttanata nuova esca lui la prova. E così se è un bassista, se interessa l’amplificazione, l’effettistica, l’impianto voce, l’elettronica e le app, strumenti nuovi strani … ogni-fottuta-cosa. Tempo fa gli unici che sapevano cosa cazzo fosse un Synclavier erano Frank Zappa, Pat Metheny e … chi lavorava in un negozio di strumenti musicali. Loro avevano provato cosa diavolo fosse, sul serio. Potevano stare li, leggere, provare, sbagliare, fottersene. Tanto non avevano pagato.

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2016 e nessun backup (.micro)

Passo per bere un caffé e vedo la segretaria del posto in quasi-lacrime ed un “è colpa mia, ho fatto un disastro” che parte a ripetizione. Si sono beccati una delle varie versioni di un virus che “prende in ostaggio” i files. Ripulire un computer non è un grosso problema. Nemmeno reinstallare un gestionale è un grosso problema. Perdere i dati non-backuppati fino a duesecondifa del gestionale è un grosso problema.

La cosa che mi lascia davvero esterrefatto è che nel 2016 esista ancora questo fatto di non sapere cosa vada salvato, in che modo e perché. E che questo non venga fatto in modo paranoico, ossessivo-compulsivo. Il backup deve essere fatto. Non riesco a capacitarmene.  Continue reading →

Salvare l’area di lavoro in photoshop

Qualcuno dice che l’area di lavoro (workspace) in Photoshop CC 2015 si salvi nel cloud. Nel senso che se getti il pc dalla finestra e ripristini tutto nel nuovo PC, in virtù del fatto che non hai comprato un software ma che hai un account adobe (adobe ID) e paghi il noleggio mensile del software, le tue impostazioni sono nel cloud.

Ora, un mio amico ha appena verificato che no, non è vero. Lui ha pagato tutto regolarmente, non è un craccarolo, sia chiaro. Ed è anche molto legato alle personalizzazioni di menù, scorciatoie da tastiera, azioni e compagnia bella. Quindi quando deve ripristinare tutto e deve rifarlo mattoncino su mattoncino si incazza.

Ad ogni modo, dove stanno ‘ste benedette impostazioni? Possiamo dire in modo non precisissimo che (in Windows) stanno qui:

C:Users<username>AppDataRoamingAdobeAdobe Photoshop CC 2015Adobe Photoshop CC 2015 SettingsWorkSpaces

Oppure %USERPROFILE%AppDataRoamingAdobeAdobe Photoshop CC 2015Adobe Photoshop CC 2015 SettingsWorkSpaces

O meglio, salvatevi tutto “%USERPROFILE%AppDataRoamingAdobeAdobe Photoshop CC 2015Adobe Photoshop CC 2015 Settings” da qualche parte (tipo nel vostro cloud, dove sapete che cazzo succede) e lo ripristinerete quando volete.

android e il regalo di Pasquetta

Se avete un telefono Android e non sapete ‘sta cosa, ve la regalo così avete l’ovetto con sorpresa che non sia un gioiello del cazzo (assai diverso invece dagli splendidi gioielli da culo – i buttplug – che sono tutta un’altra cosa).

Se siete ancora qui e non siete stati infastiditi dalle due righette di intro, ecco il dono:

Android = google. :-O Ecco il perché, anche se non sapete una ceppa di niente, più o meno costretti, vi siete creati un account google (quasi di sicuro non avrete resistito al g+) o come minimo un indirizzo gmail. Questo è un bene per la vostra rubrica dello smartpone: quando ve lo aruBBano o quando lo perdete nel water di quella bettola e ne comprate un altro recuperando il numero, la rubrica è sempre nei server di google.

Ma solo se sapete quello che fate (o se avete culo). Continue reading →

Caduto il cellulare nel cesso anche a me: FINALMENTE!

porcapalettaAh, che soddisfazione! Si! Finalmente anche a me è caduto il cellulare nel cesso! A quanto vedo è una piacevole esperienza che condivido con molti altri fortunati. Naturalmente dopo aver pisciato. Il piccolo problema è che con i cellulari di oggi, tutti touch, contattini, piattine megadelicate … non è come ieri con i Nokia super robusti che li mettevi al sole e il giorno dopo (anzi, mentre stavano sott’acqua) erano belli e pimpanti.  Continue reading →