automazione liberatorie stock: RISOLTO

libsFinalmente! Le mie fottute liberatorie di POND5 verranno caricate con un click. Tutti i precedenti caricamenti automatici, semiautomatici, o quanto-cazzo-riesco-automatici funzionano ancora, invariati, con i CSV dei metadati e se possibile dell’attachment delle fottute liberatorie, contemporaneo. Ma anche con POND5 del cazzo, che invece di risolvere il problema della chiave duplicata, se ne sbatteva. E allora me ne sbatto io e ad OGNI upload gli mando una liberatoria con nome diverso, automaticamente, generato ed associato automaticamente. Volete così? Molto bene. E il resto della mia automazione non subisce differenze.

Qui sopra l’immgine di quello di 123rf che funziona ancora a cannone. Godo.

Se 123rf non facesse così pietà in termini di vendite e guadagni, avrebbe il miglior sistema di automazione a parte quello di Envato (che mi ha cacato fuori nonostante guadagnassimo) , che era ancora più risolutivo: inviavi un pacchetto e fine.

Comunque ce l’ho fatta.

l’indispensabile

Spesso incontro, molto volentieri, alcuni colleghi del vecchio lavoro. Alcuni di questi colleghi non erano facili. Alcuni sono stati, lontano dal tempo terribile, ovvero nella normalità, delle vere rotture di coglioni. Erano quelli che quando ti chiamano alzi gli occhi al cielo, prendi un bel respiro, pensi che vorresti fare un’altra cosa, ma vai, ascolti, pazientemente e fai.

Nel mio ruolo, ma nel mio tipo di azienda, era difficile mandare – come sarebbe stato giusto fare – tutti affanculo. L’autorità e la responsabilità vengono dall’alto. Se tu conosci il tuo ruolo per come “dovrebbe essere” ma non è così … devi costruire il tuo mondo come meglio puoi.

La quantità di puttanate che vengono chieste al reparto IT sono innumerevoli. E di incommensurabile inutilità. Sono quasi sempre dettagli, dettagli del cazzo. Puttanate, roba inutile, sfumature, roba esteriore, “fiorellini” come li chiamava il mio collega principale, che condivideva con me questo onere che mai è stato onore. Quando “fai funzionare le cose” di mestiere, invece, di solito tu badi al fatto che, appunto, funzionino le cose. Non che siano fiche, comode, simpatiche. Devono principalmente svolgere un compito. Se poi lo fanno con stile è tutta un’altra faccenda. Tenendo conto che le tue risorse stanno solo nelle tue mani, che non puoi fare alcun tipo di formazione che non sia “auto”, che non c’è tempo, che il tuo ruolo non è rivestito della corretta autorità per fronteggiare gli ostacoli idioti, che tutto è sempre urgente, che chiunque può chiamarti per qualsiasi cosa … la vita di chi si occupa(va) di IT nelle PMI Italiane non è sempre facilissima. Continue reading →

Scooba 450 e pavimenti in laminato: NO.

Sono un fan dei robot che puliscono: ovverosia sono un fan dell’idea di questo tipo di robot. Ovviamente se non funzionano non sono un fanboy.

Possiedo un sempliciotto, per casa, che fa un po’ di polvere e raccatta qualche capello, il Virobi della Vileda; divertente aiuto se comunque fai già parecchio le pulizie per conto tuo: lavare, spazzare, scopare; tutto il programma. In più puoi usare ANCHE quello: ogni volta raccoglie comunque roba. Aiuta. Ma devi smazzarti in ogni caso e devi pulire anche lui.

Per lavoro, dove non posso perdere eccessivamente tempo e non ho budget per garantirmi spese continuative, ho pigliato un robot-aspirapolvere della Samsung che aspira e quando ha finito si fa aspirare lui 🙂 Quindi… io non devo fare un cazzo, tranne disincastrarlo raramente. Fa un gran bel lavoro: ovviamente tiene pulito, ma non pulisce lui. La polvere la fa egregiamente, non si inceppa, si svuota da solo, è programmabile, ha un telecomando. Però non “spazza”: non fa niente di “umido”. Se ci sono degli strisci non li toglie, non gratta. Non fa quello che potresti fare tu con un unghia (ok, quasi nulla lo fa) e con lo spazzolone. Continue reading →

Se quello che sai serve usalo

bassorilievo fa' di sapere e sarai libero

fa’ di sapere e sarai libero

Secondo una regola economica le strutture che funzionano, in tempi di magra, resistono, mentre il più debole (quello che non funziona) soccombe. L’esempio che viene fatto si riferisce ad una banca, persino ad una sede bancaria. Oppure ad una azienda che condivide un settore con molte altre che sono più efficienti o competitive. Dicono: quando iniziano le difficoltà l’abbondanza che consentiva al mediocre di accontentare richieste mediocri non esiste più e l’impresa chiude, surclassata da chi è migliore nell’offrire lo stesso tipo di servizio: migliore magari nel riuscire a farlo a condizioni alle quali gli altri non ce la farebbero mai. Condizioni magari dettate da una cattiva gestione interna, da economia di scala, da inefficienza mai curata, da atteggiamento con la clientela … mille cose. Comunque diciamo che il “virtuoso” sopravvive.

Ne sono conscio. Continue reading →