Ignoranti

Su cosa sia l’intelligenza e cosa la cultura (o l’ignoranza) di solito si discute attorno alle medie o comunque presto, per l’abuso della parola “stupido”.

Arrivato ai 50 (quasi) però mi dico che anche “ignoranti” può essere discutibile. E che discusso sia, dunque.

In primo luogo trovo che gran parte del problema sia la condivisione di un terreno culturale comune al quale fare riferimento: venendo a mancare ci si sente separati, distanti, ci si deve spiegare invece che fare le cit, non si può parlare di storie, avvenimenti, esperienze vissute da entrambe le parti. Lasciamo perdere che questo coinvolge anche il linguaggio e la moda.

Se tu sei nato negli anni ’30 del 1900, forse per te leggere è stata la principale fonte di nozioni, nonché un certo impianto scolastico. E anche se si condividesse il medium, comunque i contenuti potrebbero cambiare. Hai letto 2000 libri. Magari un trentenne ne ha letti altrettanti (perché è nato in un periodo e contesto che glielo consentiva? Ok, non è questo l’argomento, ma la presunta ignoranza) ma non sono gli stessi. Entrambi pensate l’uno dell’altro “che ignorante, sono proprio le basi queste!”. E invece no. Non è raro che determinati concetti siano trattati sia in secoli che in zone geografiche differenti. Quindi visto che in fin dei conti si tratta dell’umana esperienza, nei libri, e dell’universale umano in tutte le sue sfaccettature, spesso i concetti potrebbero essere stati trattati almeno nel 50% delle letture di entrambi. Ma che succede? Che non si parla dei contenuti, ma solo “conosci questo, conosci quello? hai letto quell’altro?”. Solo alcune persone si fermano e dicono “dimmi cosa dice, riassumimi il contesto necessario a parlarmi di quello che il tal libro ha da dirci ora”. Molte dicono solo “mmh.” e pensano “che ignorante, non ha letto / non sa un cazzo”. E invece sono solo differenti letture. Ora mescoliamolo alle innumerevoli serie TV viste con una pletora di mezzi differenti e fruibili anche in modo seriale, sempre più, senza aspettare “venerdì alle 20 e 30”: chi si è infilato più cultura in testa? E i video su youtube? I podcast? Internet tutta, con testi, siti, paper, documenti e altrettanti libri ma da leggere su schermo.

Puoi fermarti a dire “eh ma su schermo bla” ma il punto è: quei contenuti sono stati fruiti.

Ora, quello che interessa me è: quei contenuti ti hanno insegnato ? ti hanno fatto pensare? Li hai messi uno contro l’altro? Uno a fianco all’altro? Mescolati? Ti hanno generato domande? Hai risposto? Uno di questi ha risposto all’altro? I libri si parlano, sono esseri umani con idee che passano attraverso i lettori. E così ogni altro contenuto.

Dunque : cosa te ne sei fatto di quel libro? Elencare di aver letto roba ma poi dimenticare il profondo contenuto che un alto essere umano con un cruccio o un sentimento, un dubbio, una rabbia, solitudine, qualsiasi altra cosa, ha deciso di condividere esprimendolo come meglio ha saputo – ed era un gran bel meglio, in passato, se è sopravvissuto – per “parlare” con i nostri cuori e le nostre menti?

Mi sa che l’ho già scritto, ma mi ha molto infastidito accorgermi che in un momento, con mia madre, importante per la vita, in cui la tua vita e la tua famiglia sono coinvolti, un messaggio chiarissimo di un poeta che reciti a memoria non ha minimamente sfiorato la tua mente. Ti parla, ti fornisce tutta la trattazione del problema e lo fa in versi che ora, dopo mezzo secolo, sai recitare a memoria, bella prova da saltinbanco del cazzo. E tu cosa te ne fai? NIENTE. Non sai niente. Non ti dice niente, non ti fornisce strumento, argomento, mattoncino per confrontare, ragionare, rispondere o domandare.

So che il non condividere belle opere isola, separa. Ma non è automatico: possiamo raccontarcele. Abbiamo voglia di ascoltare? Abbiamo voglia di ascoltare e lasciarci insegnare qualcosa da quello che ascoltiamo?

Video Volant

Attorno al 2003 ho notato uno dei primi cali di qualità di informazione di gruppo, dialogo. Usenet veniva pian pianino svuotata dalle persone che sapevano le cose, che si stavano rompendo i coglioni per la scarsa o poca moderazione contemporanea all’invasione di tante persone che avrebbero avuto bisogno e voglia di sapere, ma che contemporaneamente non erano abituate ad un certo modo di esistere in comunità.

I forum inoltre prendevano piede alla grandissima.

I social hanno ulteriormente svuotato moltissimi spazi di discussione e scambio di informazioni: gruppi facebook, video su youtube e probabilmente molto telegram e simili hanno preso il posto di tanta informazione scritta. Scritta però significa ricercabile. Oggi quindi è paradossalmente più difficile trovare informazioni tecniche che ieri trovavano ampio spazio ad ogni microscopica variazione. Centinaia di persone lavoravano e provavano, si confrontavano, progredivano e tutto trovava un unico spazio mentre ora le cose sono disperse non solo in vari luoghi, ma in vari cosiddetti “canali” e medium.

Se non ascolti tutto un podcast non saprai quella cosa.

Se non guardi tutto il video non saprai quella cosa.

Se non sai che esiste quel gruppo su facebook non troverai niente con google: è un recinto chiuso, non è il world wide web, ma una parte con accesso ed autenticazione.

Quando riprendi in grande, TUTTO è più grande

Il titolo riporta una semplice verità di un collega, non ricordo se riferita al video o alla foto. Ma credo al video. Quando aumenti la grandezza della scena, ogni cosa che ti serve deve essere calcolata più in grande. Non stiamo parlando di qualcuno che lavora nel cinema o in TV, ma di freelance che iniziano in piccolo, gente che non ha studiato in una scuola specializzata né ha imparato andando “a bottega”; del resto oggi sembra assurdo non fare un corso. Comunque: hai ragionato con una certa luce, un certo angolo, una quantità di fondo, una grandezza di stativo, una quantità di peso fisico.

Ecco, tutto diventa più grande, tutto, appena vuoi fare “qualcosa” più in grande. Ne devi tenere conto: hai quello che hai. Vale la pena pensare di comprare roba? O vale la pena spremere ogni possibilità da quello che hai già?

Ad ogni modo cari ragazzi figliuolici di una volta, ossia quasi-boomer della generazione X, io la vedo così ANCHE nel passare da foto a video. Magari solo perché fatico di più a mettere in ordine mentale le cose e ci sono meno facilitazioni. Ad ogni modo formati video e codec, editing che diventa montaggio/color (correction/grading), tutti i dispositivi di ripresa “tangibili da umani” (cioé vi dico solo di andare a leggere qualche prezzo di una roba ARRI per dire cosa NON è umano) , software diversi, hardware pc tutto con specifiche triple rispetto a quello che credi tu, i movimenti di camera fluidi, ogni genere di strumentazione meccanica, ma soprattutto le basi: la videocamera, i supporti, tutta la parte di strutture portanti (non ho ancora un nome per quella roba, ma fate conto ogni cosa che fa la – sempre sia lodata – smallrig, ah ecco, si, forse tutto il rigging) , le basi, i cavi e come proteggerli, audio si/no, come, la quantità di personale coinvolto, si, no, evitabile, merda si, merda no, dipende da.

Formati video RAW, i LOG, le LUT, la gamma dinamica, l’HDR, la risoluzione, i frame per secondo, tutto da pensare MOLTO BENE perché appunto “poi tutto è più grande”. Puoi usare il formato più fico del mondo, ma poi lo gestirai? Ma se è fico, è fatto per essere gestibile anche se ha tanta roba? E studiarestudiarestudiare. E poi guardi qualche canale su instagram con gente che FA COSE. Fighissime. E che distrugge attrezzature da 7000 euro a bullone. Certo, le mettono apposta. Però.

E la messa a fuoco, cazzo. CAZ ZO.

Quanto posso fare da solo?

Ad ogni modo al mio arsenale inutile aggiunsi una Black Magic Pocket Cinema Camera 6K pro. Forse sono pronto a mettere il piede nella fredda acqua del nonsouncazzo sia lì che in DaVinci Resolve Studio / Fusion Studio che è compreso nel prezzo. Certo il test del raw dice che il mio pc ce la fa fin lì. E sembrava un dragomostro.

Ad un inutile corso (full novax!) di cui vi parlerò ho però imparato una serie di cose che probabilmente trovo su youtube o su dei manuali, pure vecchi. Quella più simpatica che ho trovato è la relazione tra la corretta sequenza:
– silenzio
– motore [attesa dei feedback]
– ciack
– azione
– stop
e il fatto che i software di montaggio di oggi sincronizzano automagicamente. Ma godo!!!!!!!

Cioè, godrei se dell’audio mi fregasse qualcosa.

Ma adesso qualcosa mi frega, tipo monetizzare.

E la cosa fa un po’ ridere perché non ho davvero prospettive, e nel mio progetto “VIVI/MUORI”, la parte muori non è ben completata, devo ancora 9/10 a M. Non va bene. Devo trovare il modo di monetizzare, porcaputt.

Ragazzi fate porno 3D, estremo?

Ho fatto due conti su subscribestar.adult su un profilo c’è un tizio che becca circa 46000 USD lordi AL MESE. Facciamo che se li prenda in tasse il governo… metà? Voi guadagnate VENTISEIMILA dollari al mese? Ma facciamo che sia un terzo. Li guadagnate?

Un tizio che ha un tier di ingresso di 6 USD con una base utenti di 7500 persone che non vedono l’ora di attendere un “all the way through” fatto come lo desiderano, come lo sognano, come nessun essere umano può fare per soddisfare il loro desiderio, l’animazione 3D, anche approssimativa, decente, fatta da una sola persona con mezzi modesti, può essere una via praticabile. Magari vi fa schifo, in fondo è “servicing” puro; magari invece non ci avevate pensato. Io non faccio porno, non faccio nemmeno 3D. Ma questa nicchia esiste. E il tizio che ho osservato non ha tier complicati: 6$ e quando ha fatto la sua roba meno eccessiva, ma che lascia perfettamente comprendere dove si va a parare, la trovi persino su pornhub gratis. E se sai cercare trovi anche quella estrema, sempre gratis, altrove. Naturalmente funziona tutto sulla foga del momento, sulla qualità finale disponibile del video intero, sul suono, altre piccole puttanate: quando entri ti da una password e ti scarichi tutto quello che ha fatto senza cercare. Se ne vuoi altra lo sostieni. Ma il mondo è grande. Kink.com – nel “classico” (umano) – e altra roba di quel tipo hanno fasce di prezzo nettamente superiori a quelle degli altri siti porno a pagamento. E sono certo che per alcune cose davvero fuori di mela c’è gente disposta a pagare molto. O comunque un po’, ma per molto tempo. Se mixate quelle due formule (un po’ per molto tempo, molte persone) riuscireste a vivere in modo eccellente, facendo un lavoro interessante, sempre che l’argomento in sé non sia una cosa che vi fa cagare. Ma: non ha a che fare co le vostre capacità sociali, qualsiasi cosa riguardi il parlare con gli altri, ll corpo vostro (vecchi, giovani, uomini, donne, brutti, belli, puzzosi, profumati, capelloni … è 3D!!!) e vedo alcuni sprazzi ANCHE nei siti classici a pagamento in mezzo alle pubblicità: gli studi su un settore vanno fatti andando bene a vedere cosa fa chi esiste e chi – di solito – tenta qualsiasi cosa nuova: il porno fa SEMPRE scuola su internet. Per primi sono stati region free, hanno avuto a che fare con i problemi “umani” dell’alta definizione, con la sicurezza, con i pagamenti, con il mondo del mobile, con il mondo del free e della gig economy.

Se non è un universo che vi fa schifo e state tentando di fare dei 3D che sapete perfettamente in cuor vostro che non sono all’altezza nemmeno di 20 anni fa, beh, ricordatevi di fare un giro sui siti porno e controllare cosa vuol veder fare ad Anna ed Elsa la gente. Con i cavalli, con i mostri, con checcazzoneso! I tentacoli, i minotauri, i robot, con qualsiasi personaggia dei videogiochi o film, o simile. E di certo non gli interessa la qualità della texture o la fisica dei fluidi. Si deve vedere BENE quello che interessa, come in tutto il porno, e il resto chissene. Aumentate la qualità? Aumenterete i seguaci. Ma se anche non siete sto granché, potete farcela: è la perversione la cosa che interessa, una cosa che solo le arti che permettono il non-ralismo… realistico, possono consentire.

Naturalmente anche il non-3D ha il suo spazio. Fumetti, disegni su commissione. In fondo Patreon era pieno e poi i hanno cacciati… dove? Li ce ne sono. Non so se poi ci sia roba illegale ma credo ci stiano attenti. Non ho avuto questo sentore, ma di certo non pago per andare a guardarmi tutta la faccenda. Ho dato uno sguardo per due soldi e quello che ho visto è che se sei uno che fa modellazione 3D e animazione appena DECENTE puoi fare molto. L’animazione sarà sempre la più gettonata. Nulla poi ti impedisce di fare progetti da vendere sotto Affect3D o simili. Magari voi vi vedete a lavorare per Guerre Stellari prossima puntata: ve lo auguro. Ma se non avevate pensato a questa cosa… la gente ha sempre speso per andare a puttane e adesso anche per farsi le seghe “fatte bene / che non si sa mai” (cit)

Adesivi e cotillon, 2021

Interessante come qualsiasi forma merdosa di “contenuto divertente” poi in mano alla gente davvero creativa diventi – effettivamente – divertente. Un sacco di adesivi di merda, oppure modi orrendi di appiccicare in modo kitsch assieme stili completamente differenti di arti visive sono diventati interi universi “stilistici” o comunicativi di una generazione che si comprende, si esprime e si trasferisce informazioni e sensazioni, emozioni. Creazioni originali divertenti, significative, coinvolgenti e a supporto di contenuti sensati, storie che hanno una trama e uno svolgimento niente affatto banale, sono supportati da stili che forse, a volte, o anche in tanti casi, sono frutto di errore, incapacità di usare, imparare… e si sono trasformate in altro. Altro che funziona, che è un nuovo stile, che addirittura inizia a darsi una struttura e dire “si fa così”: è diventato regola in un suo piccolo recinto. Soprattutto si sono trasformate attraverso l’intervento combinato di migliaia di persone in tempi brevissimi. La generazione Z forse fa questo in un modo che toglie loro qualcosa ma sicuramente crea qualcos’altro.

Non dobbiamo per forza abbracciare tutto. Nemmeno siamo obbligati a comprendere tutto.

Però questo momento storico, nel cosiddetto occidente civilizzato, è caratterizzato da manifestazioni che riguardano l’espressione e la comunicazione che hanno tratti legatissimi alle contrapposizioni, che potrebbero essere mescolanze, all’accettare e rifiutare, al comprendere e voler essere compresi.

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3 piacevoli sorprese

Giornata strana questa. Il finale quantomeno.

Affianco al mio lavoro di fotografo anche quello del Social Media Marketing, ma solo per selezionati clienti, ovverosia gente che non devo stare a convincere che gli serve: lo sanno già. Non ho intenzione né voglia di vendergli una cosa che serve a loro. Se vieni da me sai che ti serve e che non te lo fai da solo: o non sai come fare, o non sei in grado, oppure hai altro da fare, tipo il tuo lavoro.

Mensilmente questo mi dà una mano. Compreso nel prezzo c’è il recarsi fisicamente presso la sede del cliente DUE volte al mese, al massimo.

Vado, arrivo e c’è una dipendente che era incaricata di fare video meno personali e più informativi. Mi accoglie con “mio dio che ansia!”. Facciamo.

In previsione c’era che arrivasse la persona (moglie titolare) principale della faccenda e una cliente che le avrebbe dato una mano in qualità di personaggio “cliente” in modo anche da fare promo della attività di quest’ultima (scambio favori).

Facciamo, finiamo.

Arriva il titolare, mi dice privatamente che di quello che fa sua moglie non gli frega, non apprezza il contenuto ma il risultato, che a lei mente e le dice che guarda tutto, ma non è vero, si annoia, non gli piacciono i video. A me, da comunicargli, interessa solo che a mio avviso il segnale che lui si rompe è un indicatore che il target “maschi” non lo raggiungiamo bene. E che a parte la figa, che è bella ma lui vende altro, come argomento servirebbe qualcosa che attira gente come lui, anche.

Comunque sorpresa sorpresa, esce un attimo, rientra e mi smolla dei soldi. Non sono tanti, ma è un quarto del pagamento mensile. Penso sia un anticipo: no, è la “tredicesima”. Uh? Dice che ha dato a dipendenti e collaboratori un riconoscimento in una cena che avevano fatto. Ma io avevo troppo sonno e non c’ero andato. Allora me li ha dati così.

Bello. Vado. Felice per i soldi ma triste per tutta una serie di atteggiamenti che lui ha con la moglie, con cui io lavoro sempre. Penso che i soldi li fa lui, non io. Si spacca la schiena, sa fare i conti, è di poche parole e detesta chi invece ne usa molte.

Mentre torno a casa mi arriva una richiesta di contatto su FB: è la cliente-cliente. Mi chiede info sulle mie foto, le spiego dei nudi e del lavoro commerciale. Mi dice che adesso non ha soldi ma le piace come lavoro e che ci sentiremo.

Sorpresa #2! Chiedo maggiori dettagli: si, non avevo capito male, le piace come lavoro nell’ambito SMM (mi ha visto ed ha partecipato alla preparazione di un video il cui livello di contenuto era quello delle scuole medie, e per il resto… un cellulare stabilizzato e una regia “pastorale”, cioè fare il cane pastore “tu! Qui, fai questo! TU! Torna, no!!!! Non andare! Resta qui e fai questo! Ora dì questo, sorridi, fai quella faccia lì!”).

Basisco. In pratica è una potenziale cliente. E mi sembra una decisa.

Arrivo a casa, rifletto su un video di un tizio che ci ricorda che la cultura non deve essere gratis, che fornire lavoro culturale è sempre valore e nel frattempo …

Sopresa #3, mi arriva un messaggio della dipendente-ansia con “mi sono divertita! Grazie!”.

Sono stranito.

Cioè… mi sento strano proprio. Io non sono pagato per intrattenere le persone. Ed il lavoro è stato fatto ma… questa gente mi dice “grazie mi sono divertito/a”. E anche quando faccio il mio lavoro fotografico capita.

Ne parlo con B. … e cavolo… ma quando mai nel vecchio lavoro ci capitava di dire “hey, caro collega, grazie, mi sono divertito oggi, ci vediamo domani al lavoro!”; lo avresti guardato pensando “è andato del tutto”.

E quindi anche se volevo morire come sempre, beh non importa, sono grato, grato a tutte queste persone di avermi dato il feedback che con loro non sono stato la merda che so essere. Qualcosa di buono, se tocco solo superficialmente le persone, lo posso dare.

Shitterfuck abbassa ancora i pagamenti della massa.

Shutterfuck ha di nuovo cambiato il modello di cagamento. Fino a prima raggiungendo una certa soglia di guadagno ottenevi uno “status” che ti dava un guadagno minimo più alto. Questo probabilmente ha creato una user-base di contributors “quantomeno decenti” spingendoli a lavorare. La soglia finale erano 10000 USD: a quel “livello” il tuo guadagno era comunque basso, ma almeno era il “massimo” livello di guadagno. Ora Shutter$ux ha deciso che “per riflettere il nuovo bla di mercato” chi più guadagna più guadagna, chi guadagna poco guadagna meno. Eh? Ti verrà assegnato un “livello” che credo sia poi simile a quello di Dreamstime, ma con il modello di ricalcolo che è invece quello di iStock, ovverosia annuale. Non sei mai “arrivato”. Ti viene dunque assegnato un livello direttamente proporzionale a vari range di download dei tuoi contenuti. Li scaricano poco? Guadagni anche poco per singolo download. Li scaricano spesso? Guadagni pure tanto per-singolo download. Questo ovviamente premierà i grandi player, tipo Pressmaster, Yuri, Olly e compagnia bella e penalizzerà di brutto la grande massa. Chiaramente i prezzi finali non sono variati: hanno solo alzato il loro guadagno abbassando il nostro: rispondere agli azionisti “creando valore”.

La grande massa è ovviamente quello da cui guadagna Fuckterstox. Ecco un OTTIMO motivo per il quale avere miliardi di immagini comprese quelle di merda, mediocri. Se tu guadagni di più da quelli che guadagnano di meno… ti conviene avere una mega accozzaglia di brodaglia da cui TU guadagni di più in un certo modo, mentre guadagni il giusto da quelli che producono il contenuto più fico.

I livelli sono differenziati per immagini e video. Credo, ma non so, anche per illustrazioni … ma forse sono parificati alle immagini in generale. I livelli si resettano ad inizio anno e sono basati sul numero totale di licenze per-anno che vendi: quindi l’agenzia avrà una impennata di guadagni ad inizio anno per passare ad una normalizzazione della spartizione gradualmente fino ad arrivare alla giustizia a fine anno… per resettarsi un secondo dopo. Apparentemente c’è anche un “livellamento” di tutti noi contributor… e poi “che vinca il migliore” e il banco vince sempre.

Io ad esempio vendo pochissimi video e ne ho anche fatti pochissimi.

Another kick in the balls. Ovviamente modifica unilaterale al contratto, noi cambiamo e voi accettate e silenzio. Conseguenze? Un sacco di gente se lo piglia nel culo, sta zitta perché SPERA. Mentre la maggioranza di non-guadagnatori dovrebbe, per far loro molto male, eliminare il proprio portfolio.

È chiaro che finalmente il mondo ha capito come fare a sfruttare la proprietà intellettuale in modo volontario, svalutandola, strizzando fuori il guadagno, monetizzando la massa, la quantità di persone che comunque hanno idee e creatività ma che, in un mondo giusto, non la renderebbero disponibile ad un prezzo tanto basso… ma il miraggio di un guadagno basato sulla quantità li fa tirare fuori dal cassetto il loro gruzzolo di note, di immagini, di disegni… di qualcosa. Non ci sono vere violazioni di diritti. Non ci sono assunzioni di responsabilità nel collaborare a proteggere diritti da furto… ci sono richieste ed esigenze, ci sono pagamenti esigui e ben stabiliti contrattualmente… e una crescente svalutazione e deprezzamento della globalità di produzioni di contenuti multimediali disponibili in massa. Alzando la qualità generale tecnicamente disponibile e persino incrementando la “freschezza” del contenuto, che sia alla moda e rispondente al momento. Probabilmente sarà persino interessante tentare in paesi molto molto poveri.

Non so cosa farò in futuro. Ma quando uno dei tre player maggiori si comporta in questo modo… non ti viene tanta voglia di andare avanti.

Quando sarà ora io credo che ritirerò tutto il portfolio.

Ah si, non sono chiaro. Quando sarà ora di morire? No, in quel caso il portfolio lo lascio in eredità a chi lo sa far fruttare meglio, avendo numeri molto alti già con il proprio. Ma nel caso decidessi di andare affanculo per sempre dal punto di vista del microstock, credo che lasciare il portfolio a chi me lo fa fruttare poco non sia il caso.

Purtroppo il calcolo loro lo hanno sicuramente già fatto, tanto quanto lo avranno fatto le banche di tutto il mondo riguardo ai nostri risparmi. Solo gli investitori decidono di esercitare il potere del loro asset con forza. Noi altri, con i nostri piccoli conti correnti raramente lo facciamo. E di solito per farlo, coperti da molto fumo, esercitiamo a nostra volta del potere verso qualcuno che soffre, banca Etica esclusa.

Dove vengono registrati i filmati della canon 5D mark IV

I filmati vengono registrati presso la scheda indicata per la riproduzione. A prescindere da qualsiasi altra impostazione di registrazione.

Se abbiamo impostato la riproduzione dalla SD: il filmati saranno sulla SD;

se abbiamo impostato la riproduzione dalla CF: i filmati saranno sulla CF.

So simple?

Beh si, se non fosse che devi scavare nel manuale per esserne certo.

Io ad esempio pensavo “finiscono dove metti i raw”, non so per quale motivo. La mia abitudine è di avere una CF da 64 e una SD da 128. Tutto va più che bene se non fosse che mi dimentico questa informazione.

Quindi registrazione separata: RAW sulla CF, JPG “L” sulla SD … e? E riproduzione sulla SD.

Nella maggior parte dei casi non registrerò dei filmati… ma se dovessi farlo: sempre sulla scheda più capiente a parità di velocità, oppure su quella più veloce, IMHO.

automazione liberatorie stock: RISOLTO

libsFinalmente! Le mie fottute liberatorie di POND5 verranno caricate con un click. Tutti i precedenti caricamenti automatici, semiautomatici, o quanto-cazzo-riesco-automatici funzionano ancora, invariati, con i CSV dei metadati e se possibile dell’attachment delle fottute liberatorie, contemporaneo. Ma anche con POND5 del cazzo, che invece di risolvere il problema della chiave duplicata, se ne sbatteva. E allora me ne sbatto io e ad OGNI upload gli mando una liberatoria con nome diverso, automaticamente, generato ed associato automaticamente. Volete così? Molto bene. E il resto della mia automazione non subisce differenze.

Qui sopra l’immgine di quello di 123rf che funziona ancora a cannone. Godo.

Se 123rf non facesse così pietà in termini di vendite e guadagni, avrebbe il miglior sistema di automazione a parte quello di Envato (che mi ha cacato fuori nonostante guadagnassimo) , che era ancora più risolutivo: inviavi un pacchetto e fine.

Comunque ce l’ho fatta.

cinesi

Pregiudizio: un pre-giudizio è qualcosa che dici prima, basandoti non su fatti ma su idee preconcette. Giudizio invece non è “pre”.

Per quasi vent’anni ho lavorato nell’industria di produzione-manifattura, che si stava cinesizzando sempre più, ovviamente per volontà della proprietà, non certo nostra.

Io ero in una posizione privilegiata per sentire. Ascoltare, ragionare. Di molte cose, molte pratiche. Ho avuto modo di leggere svariati carteggi (e-mail) tra Italia e Cina, di molti direttori di produzione, commerciali, marketer, progettisti, uffici di prototipazione, amministrazione, contabili, fatturazione, pubblicitari e informatici.

Questo tipo di esperienza, credo, è quello che fa nascere e crescere stereotipi e futuri pregiudizi. B, ad esempio, è in produzione: lei vive in un ambiente realmente multietnico, ogni giorno. Ma in Italia. Quando hai a che fare con i Cinesi della Cina da qui, con contatti elettronici, mi sembra, vista la mia recente esperienza, che sia sempre la solita merda. Sembra di avere a che fare con dei bambini testardi, con persone che non vogliono capire, che hanno una etica del lavoro “muscolare” ma non “risolutiva”.

Questa ultima parte, per me che sono del meravigliosonordest è quella cosa che ci caratterizza in parte come Italiani, in parte come gente “che ha una etica del lavoro”. Che è quasi una religione. Che è un “ci si comporta così”. Cioè che ti vergogni di fronte ai tuoi simili se non fai il tuo dovere, se non fai bene il lavoro, se non svolgi il compito, se non sei all’altezza, se insomma stai prendendo soldi per qualcosa che non li vale. Quindi non basta che ti fai il culo: ti devi fare il culo mentre fai bene, veloce, tanto, subito, per ieri e risolvi problemi.

Non è che io voglia fare questo. Ma quando devi fare questo, devi farlo. Altrimenti che cazzo stai lavorando? Togliti e fai lavorare qualcuno che sa.

Bene: in ambito aziendale la cosa era talmente frustrante che c’erano in ballo milioni di euro e quindi a furia di “quindi così va bene?” su roba che non va bene ma ormai sei in scadenza, alla fine gliela facevi andare bene. Ed è il motivo per cui averlo nel culo con i cinesi – che devi pagare anticipato – non è una bella mossa. Nel giro di due anni abbiamo chiuso per questo. Anche se eravamo dei cazzari in mille cose, comunque vendevamo, ce la facevamo. Ma abbiamo sbagliato, mi dicono, il giro della cassa… siamo rimasti senza soldi, con troppa gente che ci usava per muovere i soldi quando voleva, non quando doveva.

Ma oggi sono un semplice cliente di aziende cinesi e … cazzo, via mail sono sempre gli stessi.

Gli dici “mi manca questo cavo, non c’era nella confezione, mandatemelo” e dopo SETTE e-mail in un inglese simil-corretto (ma taccio, pure io non sono fico) ancora non ci siamo. Gli spiego quanto poco si capisca nel sito, pure fico, ma senza elenchi puntuali, immagini GRANDI con dettagli GRANDI… che poi mi chiedono loro stessi!!! I dettagli sono talmente piccoli che io con gli occhiali devo comunque usare il cell in ingrandimento e fare delle foto per leggere quei fottuti codici di merda. E questo DOPO che gli ho mandato le foto del pacco, di tutti i componenti che ho, uno per uno, dei codici seriali, di ogni cosa.

Io ormai sono un paio di anni che bestemmio, da solo, in casa e in auto. I cinesi mi hanno aiutato a fare molto esercizio questa settimana.

Ma voglio spezzare UN’ARANCIA in loro favore: credo che abbiano una flow-chart fatto di altrettante check-list per fare in modo che qualsiasi tizio mi risponda possa controllare “se ha questo ma non questo allora domanda questo e passa al successivo passaggio”. Tipo un programma.

Se è così, alla fine, fanno bene. Anzi, mi hanno fatto venire in mente che forse manca altro.