Salve, sono mister incoerenza. Sto assaggiando “googlemybusiness” che serve, sostanzialmente, a gestire la vostra presenza su google. Ma apparentemente, da smartphone, gestisce la vostra presenza su WEB. Su qualsiasi telefono android “google” sembra una funzione del telefono che accede banalmente alla ricerca su internet, al solito motore di ricerca SU internet.
Ma la prima cosa che succede cercando un’attività è che ti appare qualcosa che era PLACES, ora anche local places, e via dicendo. Ci sono delle schede sulla tua attività, recensioni, posizione, orari eccetera, anche se tu non hai affatto un sito web. Eppure ecco, agli occhi dei clienti LO HAI: è quello. Se alcune info sono errate i clienti non distinguono e ti dicono “sul sito non hai messo gli orari giusti”. E tu non hai il sito (!).
Storia vecchia di qualsiasi tecnico stare a spiegare che quello non è – e la frase può continuare con una cosa qualsiasi di cui il tecnico conosce la definizione e l’utente standard no. Gli smartphone, come ho già pontificato altre volte, hanno aumentato esponenzialmente questa sensazione di saper fare le cose tecnologiche, mentre invece la capacità acquisita è quella di comprare della roba che ha l’aspetto di un telefono portatile.
Quindi tu con l’attività di qualcuno, oppure il tuo cliente con te, finirete per dire “il tuo sito” di qualcosa che non lo è. Sono le schede di google places, che dal lato tuo sono gestibili con googlemybusiness. Corrisponde a prendere la proprietà della tua attività con foursquare (ora swarm, lato utente) oppure con Trip Advisor. Se vuoi rispondere alle recensioni, ringraziare, cambiare gli orari, mettere il VERO sito web, aggiungere foto giuste, logo, intestazione e sottoporti volontariamente ad un ALTRO canale di comunicazione diretta (da gestire! e subito! quindi occhio a farlo) con il cliente, allora installi la app sul cellulare e/o usi questa cosa da browser desktop.
Bene. Detto questo, già cerchiamo le cose su google. Cercavamo INFORMAZIONI che erano contenute nei siti. Quindi cercavamo siti web. Ma ora cerchiamo anche cose che non ci sono nei siti web. Cose che sono nel mondo reale: le cerchiamo su google. E google ce le mostra. Ha delle schede delle attività e te le mostra, ben organizzate, come un sito.
Il risultato per l’utente finale medio è indistinguibile. Per cui google in questo modo rischia di fornire informazioni PRIMA del tuo vero sito internet, se ne hai uno.
Eccezion fatta dunque per questa mia visione paranoica della cosa, il consiglio è di seguire google nella sua mossa di recupero del fallimento di google plus, che è appunto questo: googlemybusiness. Google plus doveva essere il social di google ed è stato ritirato. Ma i social, dal punto di vista delle aziende servono al business. E il mondo è già utente di google. Quello a cui mirano deve solo auto-incatenarsi. Fatelo al più presto, perché nei social la regola è sempre e solo la stessa: se non partecipi alla conversazione la gente parlerà comunque di te.
Alla fine quindi mi sono aggiunto pure io. La mia posizione è alquanto ambigua. Non ho partita iva, non fornisco servizi su commissione eppure miro ad avere recensioni e fornire la posizione fisica dello studio, per comodità di chi ci viene. Perché? Perché ti cercano su google. E così gli dico io cosa trovare.