un’altra agenzia che chiude: OnePixel

OnePixel funzionava. Nata da alcuni fuoriusciti da Fotolia (ora assorbita da Adobe Stock) si presentava, lato contributor, come comoda ma poco remunerativa (per i miei numeri). Era molto comoda perché una volta fornita la dichiarazione “OK ho le liberatorie” non te le chiedeva. Caricavi e basta. Dopo un check iniziale eri dentro e via.

I guadagni sono arrivati da subito, piccoli, ma costanti. Ho fatto un grosso upload iniziale e poi avanti in automatico assieme agli altri.

All’improvviso il 28 feb 2019 hanno comunicato questo: Continue reading →

toh, un altro TAD

TELAVEVODETTO.

Da quando (2008-oggi) è iniziata la crisi ho sviluppato una certa attenzione verso la scomparsa degli Italiani in depressione et similia.

Dal 2011 in poi, invece ho proprio osservato la scomparsa dalla vita civile di persone che conosco. Uno è mio fratello. Uno sono stato io. Ma attraverso quella osservazione mi sono accorto di molti altri. Dov’è finito? Ha trovato lavoro? No, non l’ha mai più recuperato. Non so dove sia. Forse è a casa, non lo vediamo più, non viene nemmeno al bar, una volta l’ho visto al super, eh magari ha un altro lavoro, non so.

Ne ho giò parlato diffusamente. Scompaiono. Uomini, per la maggior parte, over 40, ma soprattutto over 50 che perdono il lavoro e spariscono, sepolti vivi in casa, svuotati di ciò che erano “per diritto di lavoro”. E i neet, in condizioni non troppo differenti, a parte l’età. Disperazione.

Ho tentato di dare risposta non a “dove sono finiti?” ma a “chi può aiutarli?” personalmente, attraverso una cooperativa sociale che conosco. La cosa è caduta velocemente di fronte alla semplice necessità – che era primaria – di trovare i soldi e non di impegnarsi ad organizzare il cosa fare o chi lo fa. Difficile, può essere. Ma non tanto quanto il trovare i soldi, che era basilare. Puttanate? Non sono scemo: ma se per il resto li trovano, l’impegno che si richiedeva era questo. Sopperire alla mancanza del SSN, dello Stato, in un settore sottovalutato: una marea di walking deads.

Ed ecco che qualcuno se ne accorge, all’alba del 2018: qui sul CORRIERE.

Oggi nasco come artista (Part II)

Seconda parte.

Tra ieri ed oggi è successo qualcosa. E’ in qualche modo un momento straordinario, di cui devo ringraziare questa crisi. Quel “crisi” di cui si parla ogni tanto in modo etimologico, no? Voi che la sapete lunga avete capito. Gli altri leggeranno sicuramente sul dizionario etimologico.

prossima volta così

Devo ringraziare di questa crisi non mia, lei. Lei che si è sentita uno schifo. Brutta. Un cesso. Una donna che non vuole essere. Che più si guardava nelle mie foto e più si faceva cagare. Ha ragionato lei, ho ragionato io. Si è calmata, io invece come sempre ho dovuto scavare. Ma per fortuna ho trovato chi mi ha fatto scavare per conto mio, la cosa migliore. Le mie “seghe mentali” come molti le chiamerebbero, poi di solito portano frutto, portano chiarezza, magari in un male di parole che sembrano tante ma in cui alcuni, alcune, trovano qualche volta conforto, come K che due settimane fa mi ha detto “parlare con te mi distende la mente, me la rivolta e me la distende, mi fai chiarezza”. Wow. Sapessi quante milioni di seghe mentali mi devo fare per poter sviscerare il dritto e il rovescio che poi arriva a te, cara. Ma di solito è utile, naturalmente, agli altri.

Questa volta G, la mia migliore amica, che era più preoccupata di “che cazzo stai facendo?” con lei, è stata brava e si è concentrata, dura, lei che è una dura, sulla foto. Le ho mandato una foto di questa sessione, in cui lei si vedeva schifo, merda. E hop, ricordate sicuramente miei piccoli lettori, voi miei assidui adoranti lettori, migliaia di lettori, che poco prima ebbro di bellezza, sensualità, sex appeal e forme muliebri le davo per assolute. Io, che sono sempre pronto a dire “si, secondo te, ma mica è La Verità”. E si, io sono quello che scatta, ma G è una che guarda. Sapete quando vi dicono pomposi “eh ma io sono quello che scrive, caro lei, mica è lei che fa lo scrittore eh… ehm ehm…”. Ma caro lei io sono un lettore. Sono io il destinatario della tua opera. Tu saprai anche scrivere ma io so leggere. E la mia cara amica G sta solo imparando i rudimenti della fotografia, nell’atto pratico. Ma come fruitrice ne sa più di me: si appassiona, va alle mostre, possiede libri, legge dell’autore, dell’opera. Io preferisco indagare su me stesso, facendo, forse sono pigro, forse sono narcisista, forse nonsocheccazzo. Ma visto che mi aveva portato un virgolettato di H.Newton, lei che lo conosce bene lo osserva in altro modo e osserva le sue bellezze ritratte: statuarie, assolute, canoniche. Cosa che le mie potrebbero non essere. Nota bene: avrei detto già qualche ora fa, mentre nascevo, che non sono. Ma non è detto: non sono refrattario alla bellezza canonica. Ma mi attira meno, credo. Sono attirato magneticamente dalla bellezza spigolosa e forse anche androgina. Io la trovo estremamente femminile. Non è una ambiguità sessuale, non ci vedo il maschio vero e proprio e non lo dico solo per ribadire che non sono omosessuale per qualche sorta di amor proprio: si tratta di un preciso tipo di sensazione data da quel tipo di persona. Difficile da trovare forse, inizio a sospettare. Continue reading →

Oggi nasco come artista (Part I)

Questo articolo, alcune ore fa, era intitolato “DEPRESSIONE DI MERDA”, quando era solo la Prima parte.

Prima parte.

Aspettavo da tempo di fare questo servizio di nudo con lei. Sarebbe stato il decimo: il decimo di nudo, in genere è “una tappa”. Faccio 10 servizi di nudo “come as you are” (con depilazione totale ma no trucchi parrucchiere robe aggiunte correzioni) e da quella dopo, o dalla decima stessa allora chiamo la truccatrice. Oppure trucco e parrucco. Questo con tutte. Non sono ricco, ma soprattutto ritraggo ragazze splendide. Non professioniste. So che il trucco porta tutto ad un livello superiore, ma io preferisco che il livello lo raggiungiamo io-e-te e basta. Tu e quello che sei, o quello che ti faccio diventare o quello che diventi. Ma senza che il photoshop della pelle sia da dare per scontato. Il trucco è un po’ un “regalino”. Costa un botto se non hai un ritorno, un committente.

Lei, nonostante fosse la mia ragazza, non è arrivata a posare nuda 10 volte. Fino ad oggi. Oggi finalmente era la decima. Ha già rimandato due volte a cazzo, perché aveva le prove o perché era stressata per qualcosa. Ok, non voglio modelle sovrappensierio o stressate. Si sta li per giocare, essere fighe, essere “la belezza che diventa immortale”. Quindi ok, si rimanda finché non è ora. A meno che io non mi rompa il cazzo ovviamente. Comunque lei mi ha fatto una dichiarazione “poserò sempre per te” e quindi io aspetto pure. Sempre è anche domani. Ad ogni modo oggi arriva, decido che posso fare uno smokey eyes. Lei è perfetta, magrina, rapata a zero (la testa) e dovrebbe depilarsi a sufficienza. Continue reading →

BIGSTOCK sta crollando?

Quando le infrastrutture scricchiolano io mi preoccupo. Che sia un edificio, un’ente, un’azienda, che si tratti di un servizio telematico, di un tetto … se nessuno ci mette mano per sistemare, io mi preoccupo. Il segnale è negativo in tutti i casi: se c’è negligenza anche in periodo non-di-crisi, abbiamo comunque di fronte una situazione di sciatteria dalla quale tenersi a distanza; se c’è in periodo di crisi, a me ha sempre indicato i prodromi del fallimento, crollo, chiusura.

Io vedo file inviati a Bigstock danneggiarsi, ed altri amici mi hanno segnalato che file inviati correttamente in fase di indicizzazione (quindi non di upload) risultano POI corrotti, e non tutti e non con un criterio di mpegapixel o altro. Non si capisce. Ho chiesto di controllare alcune cosette, vedremo.

Ma eventualmente: ritirate i vostri crediti.

cum plicazioni, 10ma puntata

Chiunque segua questo blog sa che ci sono state evoluzioni inaspettate nella mia vita. Forse però non è chiaro che io convivo con la mia ex: siamo come fratelli. Io avevo problemi di erezione da anni, lei ad un certo punto si è sentita con qualcosa in meno, rifiutata, che non c’era passione, che non si facevano le cose “con gusto”, fino a dire che non avevamo poi tante cose in comune. Ma che ce n’erano e che comunque ci volevamo bene … oltre alla difficoltà di mandare avanti da soli una casa ed un mutuo. Quindi conviviamo. Abbiamo libertà di letto e relazioni, purché mai in casa e cercando di non farci vedere, per non farci soffrire.

Sostanzialmente però ci sentiamo entrambi soli. Io ho sempre cercato, in tutto questo tempo di dire “hey, io ci sono, sei tu che mi hai messo da parte, non il contrario”. Ma so che quando tutto questo è scoppiato, durante il trasloco, nel 2010, quando si è sentita sola non ha chiamato me. E questo è stato ciò che mi ha dato il segnale della gravità della cosa, ancora più che i problemi di letto, totalmente dovuti a me.

Se ti senti disperata e non chiami quella che dovrebbe essere la persona più importante per te a starti vicino… allora chi cazzo è per te? Mi ha dilaniato, quasi peggio che scoprire quanto l’ho illusa, per lei, che sarei migliorato (sesso, controllo) , senza avere la possibilità di promettere una cosa che non è sotto il mio controllo.

Ora il tempo passa, passa, la vita cambia, io sono impazzito e rinsavito ma non del tutto. Ho sperimentato di andare totalmente fuori di testa. Lei era sempre qui, viveva qui. E’ stata delicata nel non mandarmi affanculo, a non essere indiscreta e sputtanarmi. Ma a parte questo, che è comunque una sua caratteristica a prescindere dal nostro rapporto, e che ho sempre apprezzato, non posso dire che mi sia stata vicina. Non mi ha nemmeno dato la minima speranza quando ho ventilato l’ipotesi di finire nella merda finanziariamente: il messaggio era “paga la tua parte come convenuto, io ho i miei problemi”. Quindi come dire… non è che mi sia sentito WOW SIAMO INSIEME. E’ una persona corretta, cortese, abbiamo passato tantissimo tempo della nostra vita ad essere coinquilini. Ma a convivere non saprei. Vivere-con. Continue reading →

Linkedin VS Glassdoor prima pre-impressione.

Shutterstock è stata fondata da un nerd. Quindi spesso tutti gli aspetti tecnologici (ed anche umanamente tecnologici) che spuntano qui e là come “dettagli” io li clicco con gioia e vado a vedere. Provano le cose e se le cose funzionano le usano. Spesso se è più conveniente che farsele, o anche semplicemente perché funziona ed è una buona idea.

Ad ogni modo Shutterstock si è esposta su GLASSDOOR. Ed è corretto dirlo: dovremmo sempre ricordarci che qualcuno “è su internet” e qualcuno “si espone”. E non nel senso che fa esposizione, ma che espone anche le parti morbide, non solo la corazzata del marketing coi buchi aspiraclienti per metter fuori le vendite. Quando uno si espone – soprattutto oggi che la comunicazione “social” è bidirezionale – si espone soprattutto alle critiche, alle domande, ai commenti. A non essere li per “dire”, ma per dialogare.

Quante volte avete pensato che voi, come dipendenti, siete sempre valutati e che voi non riuscite a trovare un posto dove si valuta l’azienda? Le recensioni. Ecco, mi da l’idea che Glassdoor sia appunto questo, anche se per ora ho dato uno sguardo veloce: ho poca fretta perché se prende piede tanto quanto LinkedIN in Italia, non serve affannarsi, visto che l’italiano non è nemmeno previsto e che la stessa Luxottica non si è mossa. Però presto andrò ad approfondire: lo vedo come un tripadvisor, per ora e mi aspetto che vengano fuori cause se chi si espone non ha già il culo così bello pulito che i dipendenti lo possano leccare senza troppa difficoltà pubblicamente. Quasi tutte aziende della new economy, 2.0, 3.0, tutti i puntozero che volete.

Però mi piace (cit).

Quindi vedremo, vi saprò dire che ne penso.

Amicus certus in re incerta cernitur

(c) Andrezj Dragan

La crisi, per me, è iniziata nel 2012, circa. Nel 2013 ero in piena crisi. Il sentore, però, dei cambiamenti nel mondo del lavoro dipendente ce l’avevo dal 2008. Quello che supponevo sta succedendo, passo per passo.

Quello che però scopro giorno per giorno ora, che siamo tutti nella merda, sono le persone che aiutano veramente. Quelle che forse lo hanno sempre fatto ma tanto non ne avevo bisogno, vero? Beh, si, alcuni non li vedevo da 10 anni, regolarmente. E ora, di punto in bianco, fermati fuori dal supermercato con una certa faccia tosta e dicendo loro “hey, sai che ora ho questo problema? Conosci qualcuno che?” … beh, invece di scappare via… si fermano e dicono “… fammi pensare… in effetti si, sentiamoci domani” … e qualcosa parte.

L’Italia delle amicizie non è solo il clientelismo. E’ pur vero che ci sono persone che ti danno una mano solo perché “è amico mio” e ok, è vero, ma … si tratta di vera amicizia e in quel caso la meritocrazia non c’entra nulla: posso fare o non posso fare: scelgo di fare per te, che sei mio amico. Perché ti conosco, perché so che non sei uno stronzo, che non butto via la mia buona volontà, le mie risorse che ti cedo per poco o nulla, la mia fatica, il mio interesse, il mio tempo. Lo faccio perché sei tu. Continue reading →

la solitudine è per gli immortali

Leggo, prestato, “le stelle del cane”. Un post-catastrofe in cui (questo ho letto per ora) un uomo sensibile ed uno gretto sopravvivono proteggendo il loro territorio, l’uno con l’abilità del volo, l’altro con la facilità (ed il gusto) nell’uccidere. Il grosso del “bello” credo, per ora, stia nella narrazione della purezza della solitudine, del protagonista nel pescare e volare … del suo compagno forzato che uccide tutto ciò che non è lui stesso.

Io prevalentemente sono un solitario; lo sono sempre stato. Eppure amo la compagnia… e sono ciarliero. Per una certa quantità d’anni sono stato molto silenzioso, ricordo che me lo dicevano. Ma da un certo punto in poi … sono assolutamente convinto di avere una personalità borderline. Giusto un tantino.

Comunque. Continue reading →

Se quello che sai serve usalo

bassorilievo fa' di sapere e sarai libero

fa’ di sapere e sarai libero

Secondo una regola economica le strutture che funzionano, in tempi di magra, resistono, mentre il più debole (quello che non funziona) soccombe. L’esempio che viene fatto si riferisce ad una banca, persino ad una sede bancaria. Oppure ad una azienda che condivide un settore con molte altre che sono più efficienti o competitive. Dicono: quando iniziano le difficoltà l’abbondanza che consentiva al mediocre di accontentare richieste mediocri non esiste più e l’impresa chiude, surclassata da chi è migliore nell’offrire lo stesso tipo di servizio: migliore magari nel riuscire a farlo a condizioni alle quali gli altri non ce la farebbero mai. Condizioni magari dettate da una cattiva gestione interna, da economia di scala, da inefficienza mai curata, da atteggiamento con la clientela … mille cose. Comunque diciamo che il “virtuoso” sopravvive.

Ne sono conscio. Continue reading →