rigurgiti

Strategia, la chiamano. La scelta di non avvicinarsi più ad argomenti che ti hanno fatto andare fuori di testa.

Ah pardon. Ci saranno sicuramente dei modi più carini per dirlo.

Comunque eccomi in un ricordo, strano, di tempi che non ci sono più, luoghi che sono sempre li, ma che sono appunto come quando mi hanno fatto andare fuori di testa: abbandonati. Oggi sono abituato a vedere luoghi abbandonati e pensare a cosa potrebbero diventare. Ma se dovessi rivedere quello che è stato il mio vecchio posto di lavoro… sento ancora quel freddo, quella nausea, tutto quel casino che mi ha fatto dire “ok, sto scoppiando, valium a me”. E per fortuna ho incontrato quella dottoressa – che non era il mio medico curante – che mi ha indirizzato correttamente.

Ad ogni modo ogni tanto torna il ricordo. Molte cose devono essere necessariamente confrontate con l’esperienza. Quando attingo a quel ricordo, spesso, molti meccanismi tornano. Non riesco più a dormire, riposare. Ripenso a quel disfacimento, a quel mondo di morte, di perdita, di abbandono, di miseria dei luoghi. Che poi, se li guardi bene, col cavolo che sono miserrimi … solo che serve quasi un milione di euro per rifare il tetto e bonificare dall’amianto (e io ci ho vissuto 10 anni) … ma il pavimento è eccellente e le mura esterne anche. Fa certamente freddo.  Continue reading →

una cosa che le aziende fanno per non fallire del tutto: concordato preventivo

Se, come me, non sapete tutto di ogni cosa, lavorate e vi interessate a faccende magari anche pragmatiche ma non possiedete un’azienda, magari non sapete cosa può succedere ad una ditta in cui lavorate … ad esempio invece di fallire, l’azienda può proporre a tutti coloro con cui ha dei debiti, di pagarglieli un po’. E voi direte “eggraziealcazzo, quale fesso accetterebbe?” … eh… secondo voi perché esiste questa possibilità, allora?

Succede che la ditta Salkaziani Rondelle ha un credito con la Scroccamerli Corp, diciamo, di un milione di euro. La Scroccamerli dice a lei, e a tutti gli altri con cui è in debito, “sentibbellooooo… io quei soldi non ce li ho e peggio va e meno ne ho… che dici… ne accetti di meno e la facciamo finita qui?” … se un certo numero di questi creditori dice “ehvabbbé, piuttosto di non ricevere nulla, becchiamoci di meno” … allora la cosa si fa.

Vi interesserà sapere che di questi tempi i creditori accettano concordati preventivi anche per il 20-10% del debito. La cosa non risulta interessante nemmeno per gli avvocati che debbono gestire queste pratiche, perché quasi non gli vien fuori l’onorario.

E l’Italia, di queste cose, si sta riempiendo: altri elementi di desertificazione. Naturalmente i dipendenti (se vi interessa questo punto di vista) sono in posizione privilegiata come in svariati altri casi… ma attenzione, ora che sapete che questa pratica esiste, informatevi in quali modi potrebbe toccarvi. Ora… chiedetevi se in questi ultimi 15 anni i Cinesi sono stati stronzi o furbi a farsi pagare sempre in anticipo da noi.

Vi ricordate quando Tremonti e altri del PDL nel pre-monti, magari cacando in testa al povero Prodi (che comunque aveva preso la strada giusta per non finire come invece siamo finiti, dato che era brutto e cattivo perché voleva far pagare le tasse) , dicevano che c’era il problema del non venire pagati… lo dicevano da “gente del mercato”, non da comunisti o da pueblo-proletari … non da comunisti … però dicevano che ovviamente le leggi c’erano, ma che farle rispettare non avrebbe giovato al mercato perché … come potevi esigere il debito? Poi il debitore si sarebbe offeso e con lui non avresti più lavorato, no? eh. Si offendono, non son cose belle, son prorio bruttine deh.

Ma se domani il bastardo invece di saldarti dopo un anno ti fa uno scherzetto come questo qui che vi ho descritto sopra e vi da il 10% di quello che vi doveva… chi se ne strasbatteicoglioni se si offende? Che ti frega di un cliente così? E ai dipendenti, che lavorano per te, non verrebbe da stringerti i coglioni una morsa dato che poi per la tua dabbenaggine nel non farti pagare dal cliente, lui e tutti gli altri perdono il lavoro?

Sarà anche vero che tu non sei un commerciale e non sai di cosa parli, si è sempre fatto così – ma in effetti guarda un po’ … i Cinesi che hanno gli schiavi che ti piacciono tanto, si fanno dare tutti i soldi prima e se non gli consegni i soldini non ti danno la merce con la quale tu DOPO farai i soldini. E in UK? Secondo voi “pagamento a 120 giorni” che poi diventa un anno… è possibile? E’ possibile di essere cattivi pagatori? Oh… quelli hanno le blacklist per chi paga male. Da noi finisci in black list “dei fessi” se paghi regolarmente.

Bla!

#Internet proibito nelle grandi aziende: stronzata

Stalle con tanti impiegati alla scrivania. Questo sono le grandi aziende con i famigerati e disumani open space. Chi ha inventato questo modo di mettere la gente in batteria in stile Panopticon? Di certo non la natura. Gli animali sono riservati e comunque non svolgono le loro funzioni in file ordinate.

Ma noi siamo peggio di così. Noi facciamo in modo di far sentire alle persone che sono osservate da qualcuno e dagli altri. Così un mio conoscente mi dice che per guardare due cose su internet nella corporation per la quale fa il disegnatore CAD, si guarda intorno con circospezione e fare sospetto e tiene lo schermino piccino piccino “di internet” in basso da qualche parte e che non ti puoi nemmeno grattare una chiappa in scioltezza perché sei in un open space del cavolo con 100 persone … persino in ospedale avevano smesso di usare i casermoni… chissà come mai? Forse perché era disumano e poco dignitoso?  Continue reading →

Le certezze le vogliamo anche noi altri, Marchionne.

Sergio MarchionneLeggo che Marchionne dice delle belle cose, ma dice anche che “abbiamo bisogno di certezze perché gli investimenti che facciamo oggi vanno avanti per molti anni e questo livello di incertezza non aiuta”.

E questo mi pare un buon punto di partenza per ricordare che noi, persone, individui, esseri umani singoli, abbiamo bisogno di certezze, non di promesse di eterna incertezza, non di arroganti spinte a cosiddette “flessibilità”: quando lo dite a noi si chiama flessibilità, quando succede a voi si chiama “incertezza”. Continue reading →