tempus fugit #293847

Vado da T per fare i consueti video per Facebook, ora più che mai con la “situazione epidemia” serve un po’ di promemoria e di simpatia nei confronti di chi – davvero – resta a casa. Lo facciamo. Trovo lì una vecchia signora, che si rammarica per il più grande errore della sua vita: essersi sposata. Credo sia il suo copione, quello che dice sempre a tutti. E credo sia anche “frequentare persone interessanti”, cosa che devo essere improvvisamente diventato agli occhi di questa pensionata in cerca della libertà perduta, che non tornerà mai cara la mia Signora: essere una bella tedesca scarrozzata per 30 anni in mezza Italia sembra non averti dato fastidio per un bel po’. In cerca di orgoglio, di rivalsa, di riconoscimento di valore, desiderava immagino un’invito ad una chiacchierata da qualche parte. Ma io già ero li per comprovati motivi lavorativi, anche unpo’ tirati. Però sarebbe stato interessante. Non mi dispiace mai parlare con vecchie signore. Parlare e basta, ascoltare e parlare. Chiacchierare. Sono così rare poi, quelle con cui puoi davvero avere un dialogo. Pensare che poco prima nello stesso posto c’era una relativamentegiovane signora vuota, stupida, che rideva molto di quelle che credeva fossero ottime battute. L’altra signora era tutta un io faccio, io ho fatto, riempio la mia vita, sto bene da sola, non voglio situazioni definitive (casa) … interessante davvero. Peccato anche non aver saputo l’età, che credo si portasse molto molto bene.

Peccato anche aver avuto da fare. La signora me la sarei portata volentieri al bar. O mi ci sarei fatto portare: credo lei avrebbe preferito vederla così.

una splendida giornanal

Mi sveglio senza fretta, ascoltando quasi solo il sonno. C’è il sole. Dai neanche male. Mi contatta lei, ha finito scuola vuole bere un caffè. Dico ok, dai, vieni a XYZ (mio paese) ma non prima delle due, andremo a prenderlo.

Quando arriva deve fare la cacca, la vuole fare a casa mia. Ma sono sceso, le dico di no, lei vuole spiegazioni, le dico che non gliele do le spiegazioni, andiamo in un bar e la farà li. Ma lei è a disagio in altri posti e quindi parte il blaaaaa, in cui io rispondo ad ogni accusa di essere uno stronzo perché non la faccio andare nel mio cesso e non le dico il perché eccetera, che come sempre finisce sul fatto che lei ha pretese e che anche in cose che io faccio per lei comunque ha qualcosa da dire. Capricciosa, viziata. Lei, io non lo dico, si sente dare anche dell’opportunista. Ci sta. Ma dico: se mi attacchi, io ti rispondo. Se non lo fai, io sono qui a bere un caffè con te. Ma se tu non hai quello che vuoi tu come lo vuoi tu quando lo vuoi tu da chi vuoi tu alle condizioni che vuoi tu allora rompi il cazzo. Comprese le spiegazioni e il perché: non ti sono dovuti, non dovuti a nessuno. Io non rispondo a queste cose ai miei genitori, figurati a te. Alla fine litighiamo male ed è di nuovo addio, blocco, non ci vedremo mai più eccetera. E questa volta non so, forse ci sto, fanculo.

Ma questo mi pone di fronte alla mia inadeguatezza di persona. Essere umano che non sa frenare l’impulsività di un prevedibile rapporto. E di essere stronzo, di avere un carattere di merda, il solito carattere di merda, egoista eccetera. Restando con questo amaro, penso che siccome chi mi ama lo sente, lo racconto, che è bene. Continue reading →

le donne che mi ascoltano e si costruiscono

L’ultima volta che ci siamo visti con lei, mi voleva dare la sua versione di alivelloumano per darmi qualcosa di buono, per dire che ero un mattoncino di lei; da lei non mi interessava: io la volevo li, sempre, ogni giorno. Mentre invece dopo, via messaggio, mi comunicava che la fiamma non si riaccende.

Come mi elencava lei, ormai lei aveva un certo tipo di porta monete sullo stampo di quello che uso io per proteggere le varie card dal mio culone schiacciatore, che quando passeggiava e vedeva una ormai faceva come me, mentalmente “modella!”, che aveva acquisito e inserito nell’arsenale il mio “ho udito e compreso le tue parole e ne prendo atto”, che adorava perché (cit) fa incazzare tantissimo le persone anche se non possono dirlo. Diceva che le avevo dato sicurezza perché sapeva che da rapata a zero stava bene, grazie a me, e quindi i suoi timori di avere i capelli radi possono essere sempre risolti con un rasoio, senza paura. E ok, ok, tante altre cose. Ma se vai a scuola, se vivi, se incontri gente, questo succede se proprio non sei una rapa e fai esperienze superficiali e basta. Io poi non posso proprio stare in quel modo: sono sempre stato da esperienze uno-a-uno cavando fuori tutto quello che posso e cercando di essere li a disposizione allo stesso modo. Anche per un caffé. Continue reading →

fotografo, figa e depressione

Come sapete ho un umore altalenante: ed è una conquista, visto come sono stato prima.

non è lei, ma tipo

non è lei, ma tipo

Bene. Mi contatta una modella veramente figa , Brasiliana, che ho fotografato in atteggiamento ed abiti sexy al limite. Voleva avere le foto. Pensavo di avergliele date, anzi, ricordo che l’ho raggiunta dove va a buttare i suoi soldi in gioco d’azzardo (400 euro in 15 minuti sotto i miei occhi) per darle una stampa A1 che ero riuscito a scroccare allo stampatore mentre faceva i test di calibratura.

Ma le altre foto non le aveva viste: ci siamo persi tutti di vista il DVD che consegno di solito.

Comunque gliele mando via whatsapp (che due balle) come voleva. Reazione: “sono orrende! non mi piacciono!” e silenzio stampa per 10 minuti.

Rimango di merda.

Memore dell’esperienza fatta in questi anni le chiedo spiegazioni: cosa intende, cosa non le piace, se davvero su 100 foto le fa tutto schifo; intanto preparo l’arma per spararmi e salgo al 9° piano per assicurarmi che se non escono le mie cervella almeno mi spappolo al suolo, e intanto stappo la boccetta di stricnina da ingurgitare sul tetto un attimo prima, visto che non sono nemmeno in grado di fotografare una ragazza meravigliosa già di suo. Sono piuttosto sensibile alla cosa.  Continue reading →

le donne puzzano

smelly coworkerSul titolo ero indeciso : poteva essere “donne che puzzano”, “modelle che puzzano”, “ragazze che puzzano”, “le femmine puzzano” (qui un disastro perché maschi non è dispregiativo ma femmine si … mah) … ma ovviamente è un po’ catchy. In realtà è ANCHE le donne/ragazze puzzano.

Eccome se puzzano! Anzi, recentemente si lavano assai di meno, nella mia esperienza. Questa è aumentata e non diminuita, con gli anni. Non sono un tombeur de femmes , semplicemente ne incontro intimamente molte di più e con intimamente intendo che sono vicino da sentire l’odore di ogni cosa. Faccio il fotografo e lavoro solo con persone normali, non professioniste.

Puzza di sudore: non differiscono dagli uomini, ahimé, quando la puzza diventa real stench: il sudore sa più o meno di cipollazza quando si arriva a quel livello. E ce ne sono, eccome, se ce ne sono. Mi arrivano in studio di quelle cipolle che poi mi conviene pensare che avessero il deodorante alla cipolla, piuttosto che pensare che fossero sporche. Perché carissimi, ci vuole una certa quantità di tempo perché i batteri puzzino così tanto. Hai parecchio tempo per passare dal sudore al lavare. Tanto come per passare dal sudore alla cipolla sottoascellare. Giovani, comunque, di solito. Le donne e le signore non puzzano quasi mai di sudore. Continue reading →

donne su donne #1 “mi trovo molto meglio con gli uomini”

Ultimamente vedo e chiacchiero più o meno approfonditamente con una quantità di donne e ragazze. Ne vengono fuori cose molto interessanti sul come sono tra di loro: molte sono totalmente distrutte giorno per giorno dalle altre donne: trovano insopportabile lavorare con le donne e spesso “ho sempre lavorato con gli uomini e lo preferisco di gran lunga: le donne sono insopportabili vipere” è la frase base. Quello che ne viene fuori se chiedo conferma l’ho sempre detto: le donne hanno la particolare capacità di tirartele fuori dalle mani (cosa che io non faccio perché non meno nessuno: figurarsi le donne) … ma siccome anche tra loro questo è considerato tabù, allora subentra la tortura psicologica.

Due uomini si affronterebbero prima o poi a muso duro. Potrebbero eventualmente anche picchiarsi o urlarsi violentemente addosso senza per questo beccarsi una denuncia per violenze o molestie: a prescindere dalla ragione reale e dal vincente la questione sarebbe chiusa per sempre. PER SEMPRE.

Le donne no.

Le donne sono come gli assassini della mafia russa attraverso i sedili imbottiti di materiale radioattivo. Il veleno si insinua, il piccolo acido scorre, goccia dopo goccia, un po’ si rimargina ma inizi a rovinarti, a marcire, a stare male anche quando ti allontani… le donne sono logoranti, si logorano tra loro tanto quanto logorano gli uomini che non sanno scrollarsi via le stronze. Si distruggono psicologicamente, fanno comunella del maleficio, si tagliuzzano col gossip, si infettano con la malalingua, le occhiatine e gli sguardi schifati, fanno a chi ce l’ha più lungo con la moda, lo stile, il fisico … dire che non sono competitive come gli uomini è un grave errore di valutazione. Tra loro sono terribilmente competitive. Per le ragioni e nei modi sbagliati, penso, ma tant’è.

Ho una sorella, molto più vecchia, e so che quando io ero un ragazzino e lei trentenne, mi sono reso conto dell’ingiustizia delle situazioni in cui mi trovavo: lei era semplicemente prepotente, e diventava isterica, irragionevole e violenta ma senza usare la violenza delle mani: era offensiva, urlava oltre il tollerabile. L’ho presa ad urloni io e l’ho chiusa semplicemente FUORI dalla stanza in cui volevo cercare di vivere 30 minuti. Si è buttata lei verso di me! E si è fatta male perché è goffa. E alla fine chi era il violento? Se mi conosceste sapreste che le mie mani non si alzano mai.

Beh per tutti i suoi urli non è successo un cazzo, per i miei 3 hanno chiamato la polizia. E’ stato divertente perché la vicina ha aspettato talmente tanto che se io fossi stato un violento mia sorella ormai sarebbe stata ormai putrida. E invece finito di fare quello che dovevo fare in cucina, ho riaperto e me ne sono andato mentre lei mi urlava ancora attorno: a testimonianza del fatto che il violento non sono io, FUORI dalla porta della cucina c’è ancora un buco sulla porta, fatto dal suo piede. Uno diverso da me le avrebbe dato quattro schiaffoni e tutto sarebbe finito, senza grandi shock e fermando un’ondata di isteria ingiustificata. Beh, questo accade ogni giorno da donna a donna: nessuno può agire oltre le regole: nessuno più dare uno schiaffone e porre fine alla lenta tortura. E quindi si corrodono le vite, che tornano a casa e sono spente, fastidiose, intrattabili… ma il tempo per ripensarci è troppo poco: ricomincia il giorno dopo.

E molte delle donne che dicono “io sto meglio coi maschi” non si sognerebbero mai di considerare aggressioni sessuali o molestie le classiche battute a base di sesso, anche molto pesanti, che normalmente si fanno in ambienti maschili.

Una donna che ho conosciuto ha combattuto con le unghie e con i denti per avere un lavoro che al tempo era tipicamente maschile: ha dato merda a tutti con la sua competenza e giorno per giorno è stata tra i maschi: tutti a dire (solo dire) che la dava a tutti e tutti a sapere che non la dava a nessuno. Lei ha scherzato, loro la rispettano. La rispettano sul serio, non di quel rispetto che dice che non ti devo guardare il culo se il tuo culo è a portata dei miei occhi. Ma di quel rispetto che hai per una collega capace, brava, disponibile, seria e non bacchettona. E che continua ad essere così anche se è mamma e moglie. Che continua anche quando divorzia, quando diventa mamma single.

Lei stessa mi dice: il problema sono le donne. Hanno creato una tensione che prima non c’era: si cammina sulle uova dove ieri si saltellava a piè pari con gli stivali: bisogna stare attenti a come si parla: pfui – donne! – E lo dice una donna.