Novax e nazismo: non diciamo cagate.

Per la giornata della memoria-dell’olocausto (che sia chiaro che è questo che ricordiamo, lo ricordiamo NOI, noi NON-ebrei, perché loro hanno già di che ricordarselo, siamo noi che abbiamo bisogno di promemoria) vedo un poster relativo a qualche iniziativa per la suddetta giornata imbrattato con del sarcastico “ingresso vietato a chi non è vaccinato”.

Come voi posteri forse avrete dimenticato, dovete sapere che c’era gente, in questo strano periodo, che non si fidava dei vaccini, che durante la pandemia di covid-19 questa posizione è diventata fazione, opposta all’impostazione del governo italiano di far guidare le scelte politiche principalmente alle evoluzioni delle evidenze scientifiche. In quel tempo, dunque, cari posteri, accadde un sacco di roba e vi consiglio di verificarla, se esiste ancora, in una delle fonti buone, come wikipedia INGLESE, cercando ad esempio “green pass” o “green certificate” o roba di questo tipo, la troverete.

Accadde, questo ve lo racconto io che ci vivo, che molte persone, che si sentivano oppresse dal governo come in una congiura ai loro danni, paragonarono la propria situazione con quella subita da varie categorie, come ad esempio gli Ebrei, durante il Nazifascismo nella seconda guerra mondiale.

La questione è ideologicamente, semanticamente, politicamente, logicamente e filosoficamente articolata, per non dire complessa, perché tanto complessa non mi pare affatto.

Prendiamo un aspetto: le discriminazioni poste in atto dal Nazifascismo sicuramente saranno state ANCHE in diretta relazione ai semplici “oppositori”, sicuramente. A nessun novax è stato impedito, dal governo, di esprimersi, di dire dettagliatamente ogni genere di corbelleria, di sostenerla in ogni dove, di permettersi di confrontarsi con persone che sanno di quel che parlano e sono in grado di sostenere ciò che dicono esattamente come farebbero con i loro pari, nella comunità scientifica, che è già scettica per impostazione metodologica. Ma le discriminazioni principali poste in atto dal Nazifascismo erano relative ad aspetti nativi di quegli esseri umani: gli Ebrei non potevano disebrearsi, erano nati o erano figli di genitori, avevano cognomi, non era frutto di una scelta. Non era frutto di una scelta essere nato zingaro, omosessuale, disabile fisico o cognitivo, malato, debole. Eri qualcosa, lo eri, non avevi scelto. Non intendo seguire la giustissima obiezione che ci porterebbe altrove, cioé che anche essere perseguitati per una scelta è un problema. Come ho detto gli aspetti sono molti. Il problema è che stai offendendo tantissimo la memoria di persone assassinate, torturate, rapite, stuprate, ammassate come bestiame, disumanizzate per il solo fatto di esistere, senza alcun processo democratico.

Soprattutto ti stai dimenticando delle basi della democrazia quando la invochi in un paragone simile.

C’erano, cari posteri, molte persone che si sentivano come gli Ebrei della seconda guerra mondiale che non potevano entrare nei negozi in quanto ebrei. Ma essere Ebreo era come “Essere Giovanni, essere Luisa, essere nero di pelle”. Ora, se non vi è chiaro il paragone, sbagliato, facciamo che sia “finire in galera” la questione, a puro titolo di esempio. Finisco in galera perché ho violato la legge. Non perché sono. E’ perchè opero una scelta, faccio qualcosa che la legge dice non si possa fare, oppure NON FACCIO qualcosa che la legge dice sia OBBLIGATORIO fare. Ove non ci sia obbligo o divieto, si vedrà tutti insieme, ma sono passati parecchi secoli perché qualcosa di basilare non sia previsto dall’esperienza delle generazioni passate. Io NON finisco in galera se SONO disabile, nero di pelle, donna, gay. Finisco in galera se estraggo il cazzo in piazza e lo spingo in bocca ad un passante. Io FACCIO qualcosa. E non faccio una cosa vietata in sé: non è considerata una pratica vietata quella del sesso orale, in Italia. Ma ho forzato qualcuno a sottostare alla mia volontà, ho operato una scelta libera, laddove questa libertà non mi era concessa, perché doveva confrontarsi con quella altrui.

Come si cambia tutta questa roba lo sappiamo? Si cambia con LA LEGGE, con il processo democratico, con la tanto invocata Costituzione, che la devi pure saper leggere però, perché tutti continuano a dimenticare “CHE LA ESERCITA NELLE FORME E NEI LIMITI DELLA COSTITUZIONE”, la benedetta sovranità dello stracazzo di popolo. Questa minchia di popolo (salve! sono anche io il popolo!) continua a rivendicare basandosi su un grammo di conoscenza, quando se avesse almeno metà della conoscenza necessaria relativamente alle rivendicazioni che esprime a gran voce, impiegherebbe il tempo a colmare questa lacuna dell’altra metà. E alla fine si porrebbe, probabilmente, questioni diverse, in altri termini, di un tenore diverso, di levatura diversa, su dettagli e forme.

Resta il fatto, caro lettore del futuro, se mai esisterai, che il governo stesso non ha il potere di mettere in atto controllo e repressione. In ogni dove, in campagna, in periferia, nei luoghi dove si è sempre fatto qualcosa lontani dagli occhi, ora si fa anche questo, si viola sfacciatamente ogni genere di restrizione alla libertà ordinata perché siamo in questa situazione pandemica e non per altri motivi. Anche a me rompe il cazzo ogni genere di restrizione, le mascherine e dover pensare a chi fa, sempre a cazzo, il paragone tra il green pass e la tessera del pane sotto il fascismo sentito in ogni posto dove basta tirar fuori il cazzo di cellulare e fare bip e fare il cazzo che vuoi. A nessuno, mai, in tutta la pandemia, in Italia, è mancato il cibo: già sotto Conte, in piena emergenza scoppiata, è stato chiarito a tutti che i negozi di alimentari sarebbero sempre stati raggiungibili da tutti e rifornibili… ma solo doverlo chiarire mi fa incazzare. Ma lo dico a te, lettore del futuro. Sappilo. Qui la soluzione è leggibile nei numeri: vaccino, seconda dose, terza dose e poi vedremo le evoluzioni sia del Covid, sia della medicina che cerca di bastonarlo. Eppure per strada la gente ancora non capisce, vaccinata o meno, che “ci si ammala lo stesso” significa non capire che ci si ammala molto meno, ci si contagia molto meno, si contagiano gli altri molto meno, si finisce meno in ospedale, si muore di meno. Perché ci si ammala anche di altro, ma non la chiamiamo pandemia per nulla.

Ma mentre si protesta, io me ne vado in giro seguendo quanto più possibile (ho una memoria di merda) le regole su mascherine, distanze, disinfettanti, presentazione del green pass… e mi sento un coglione perché lo sforzo di chi fa questo è bilanciato – nel male – da una marea di gente che se ne fotte il cazzo: altro che nazismo. Vai in giro e la maggior parte della gente è assembrata, senza mascherina, sono ragazzini quindi non è detto siano vaccinati, nei negozi i negozianti stessi si mettono la mascherina se entra uno con la mascherina, ma prima non la avevano, la avevano ma abbassata con il naso fuori (che serve come le mutande se tieni fuori il cazzo) ed erano con clienti senza a fare come se non succedesse niente. Che per carità, speriamo tutti in bene, ma di certo non contribuiscono a fermare la pandemia, questi, e nessuno fa nulla, non è che siano inseguiti a manganellate. E quasi di sicuro sono vaccinati. Figurati chi per scelta non è vaccinato: quindi NON sono protetti e incitano i propri cari a fare lo stesso, mantenendo un bel gruppetto di gente così, non usano le mascherine, se ne sbattono di assembramenti eccetera, poi magari gli serve andare al supermercato, si mettono la mascherina (chirurgica, mai FFP2) usata da un anno e mezzo, ci vanno e pascolano in mezzo a tutti quelli che cercano di dare il proprio contributo.

Ma quale fascismo? Quale nazismo? Devi andare per strada, nei vari posti, guardarti in giro e vedere che ci sono MASSE che se ti vedono mentre rispetti le regole fanno la faccia di chi da bullo indica come “sfigati” gli altri. Altro che fascio, altro che nazismo. La realtà è che chi vuol fare il cazzo che vuole si riunisce in gruppetto e nessuno ha la forza di far rispettare una legge che la maggioranza del famoso minchia di POPOLO approva. Sono popolo anche io. Siamo 59.000.000 di persone. Se 2.000.000 sono novax, voglio ricordare che per quanto tanti, sono una esigua minoranza e che la LEGGE è approvata (non osteggiata) dalla restante maggior-parte-del-popolo. Che non vede l’ora di togliersi una pandemia dal cazzo, non di essere la razza superiore.

Censura da marketplace 2020-2021

Piccolo drogato. Di? PC. Di accesso ad internet, di uso di questo mezzo informatico. Di scrittura, maneggiamento immagini, accesso alle informazioni. Ben prima di qualsiasi millennial la mia vita è stata connessa, come nei romanzi cyberpunk degli anni ’80. Il pc che uso per lavorare è sotto i ferri. Non posso fare lavori fotografici o video, né lavorare sui nudi. Per fortuna Prime Video mi ha sparato fuori la quarta stagione di Mr.Robot. Paranoica come sempre, ma me gusta.

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godere della sfiga altrui

Ieri ho assistito ad una comune scena di violenza familiare. Un litigio sul lavoro tra moglie e marito. Beh, partner, non sono ufficializzati in nessun tipo di carta. Hanno 2 figli. Lui, in un lavoro, è il capo di lei. Male, male come scelta, mi dico sempre io: mai lavorare coi parenti (partner compresi/e).

Chiedo oggi – come va? visto che devo fotografare uno dei figli con lo zio. Mi dice che va tutto bene e che la mini di lui lo ha lasciato a piedi e quindi lei se la ride.

Ecco.

Il segno è più che passato, credo.

Certo le coppie funzionano in mille modi.

Certo alla fine io capisco che lui non ha tutti i torti, ma il grande torto di trattare gli argomenti in modo irrispettoso. Umiliare una persona invece di discuterci, di far capire come mai non puoi fare solo quello che ti piace ma che devi fare quello che sei pagato per fare. Ma non con l’umiliazione. Non con atteggiamenti, entrambi, di contrapposizione che sfida, che offende. Non sono immune, affatto, da tutto questo.

Ma il giorno dopo ecco. Ecco che lei sente una rivalsa nella sfiga universale che arriva a lui. Che significa godere della sofferenza del tuo partner.

Mi rattrista tutto molto. Moltissimo.

Certo, devi avere rispetto di chi ti sta a fianco tutti i giorni – dice lei. Verissimo. Dove sta il rispetto nel godere della sfiga, una cosa che non hai meritato, te la manda il caso, la stessa sfiga potevi averla tu con la tua macchina, in quale modo la meriti? Al massimo non facendo manutenzione.

Triste.

Molto.

Mi ricorda i miei. Quando finirà questa merda?

Quando le donne saranno educate, come gli uomini, ad essere totalmente autosufficienti e non dovere mai un cazzo a nessuno. Io non ti devo un cazzo, tu non mi devi un cazzo. Allora finalmente ci guardiamo come esseri umani.

Possibile? Mi sbaglio?

Se la tua sopravvivenza, i tuoi mezzi, la tua economia, non dipendono da un uomo, non è meglio?

Ai maschietti degli ultimi 2000 anni è stato messo questo peso sulle spalle come un dovere. Mantenere la famiglia. Una merda. Ma allo stesso tempo un potere. Spostiamola questa cosa: la parità viene dal dovere, più che dal diritto? Me lo chiedo.

Ma se vuoi i figli e te li ciucci tu. Se vuoi andare in ferie nel posto figo e te lo ciucci tu. Se vuoi comprarti roba e te la ciucci tu.

Non devi mai niente di tutto questo ad un uomo: se ti accorgi che volevi beni e servizi, meglio, no? Non ti serve un uomo. E se ti serve… ecco che è definito che ti serve un uomo e non un fornitore. Non gli devi niente se non che quello che ti ha dato: se è sesso, altro sesso, se è amore, altro amore, se è bene, altro bene. Umanità, non commercio.

40 anni e incassare male

Anche se ho più di 40 anni non ho imparato ad incassare senza soffrire molto. Molte persone sono sempre più stronze, non imparano nemmeno dalla sofferenza propria a non comportarsi come non vorrebbero che gli altri si comportassero con loro.

Molte persone con cui ho a che fare, per quanto nella fase principale della nostra “vita in comune” (poche ore) siano straordinariamente positive e mi diano molto, poi spesso sono troppo impegnate (a fare un cazzo), hanno troppo da fare (ad aspettare occasioni di fare qualcosa di fico e poi non fanno un cazzo), hanno un periodo pieno di problemi (al bar, seduti, a fare swipe su facebook) … La cosa purtroppo mi tocca in questo modo:

spesso ho a che fare con persone, per lavoro, in modo splendido, che fotografo e che poi ho bisogno che firmino dei documenti: ma siccome questa parte non è divertente, allora rischio di buttare nel cesso tutto il tempo e l’impegno perché questi pensano solo al proprio cazzeggio. Quando osservo il procedere della loro vita vedo che in effetti non porta da nessuna parte e che di tempo da perdere ne avrebbero a bizzeffe: quindi è solo una loro scelta quella di trattarmi come l’ultimo dei loro fastidi.

Liberissimi. Continue reading →

Lavoro duro. Duro Lavoro. Kung Fu? Panda!**

Anni fa, all’ennesimo “eh, tu si che te la passi bene!”*, detto senza pensarci, ho risposto con la frase di rito “ci possiamo scambiare quando vuoi”.

L’ambiente industriale di qualche anno fa, parecchio pre-crisi, in cui i dipendenti si auto-suddividevano stupidamente in operai ed impiegati presentava spesso questa forzatura, quasi caricaturale, di “conflitto di classe alla macchinetta del caffè”. Quel signore burbero non aveva molti modi per manifestare quella che, in fondo, era una specie di pacca sulla spalla di un vecchio ad un giovane, fatta da chi non ha molti argomenti, non condivide molto con te per età ed ambiente… non ha molto da dirti ma ha delle frasi fatte, che di solito funzionano bene al posto del silenzio imbarazzato. Magari qualche giorno lo vuoi capire, altre volte ascolti il significato vero della frase. Metti mai che ti salti la mosca al naso, capita no?

Beh quel giorno non girava bene, così ho risposto, sempre rispettosamente, che se trovava facile il mio lavoro potevamo scambiarci quando voleva: anche in quello stesso momento. Sapevo quale posto occupasse e da quanti anni: non avrei saputo fare il suo lavoro subito, ma in mattinata avrei imparato e lo avrei lasciato a prendere il mio posto. Continue reading →

Il #rispetto è innato, la #vecchiaia non ha diritto a maggior rispetto

Interessante intervento di Sgarbi (che però, sappiamo, è in grado – si vantò di questo – di dire tutto e il suo esatto contrario) da Santoro per dire che se uno è di valore chissenefrega se è vecchio, che si dia da fare, che si metta in gioco.

Voglio però ricordare che lo stesso vale se il vecchio in questione è una testadicazzo: ricordatevelo sempre tutti (specie se trentenni): la vecchia testa di cazzo è la giovane testa di cazzo di ieri. Il rispetto per l’età l’ha perso quand’era giovane, ma l’ha perso per demeriti, perché tutti partiamo con il diritto ad essere rispettati. Se poi siamo e ci comportiamo da teste di cazzo non è che funzioni come per la patente a punti: eri e resti testa di cazzo, con l’aggravante dell’incontinenza! E non mi riferisco di certo all’incapacità di urinare a comando, ma a quella di tenere a freno la propria barbarie: se di barbarie, maleducazione, boria o malagrazia siamo pieni, da vecchi non ci interessa o non siamo più capaci di trattenerci, pare, no? Dicono che i vecchi perdono le inibizioni e quindi se sono tristi piangono di più, se sono fatalisti sospireranno di più verso l’inevitabile senza badare al fatto che parlino di corde a casa dell’impiccato … se sono villani e maschilisti daranno ordini alle donne come se fossero serve e se sono stati abituati a trattenere la voglia di comandare, ecco che rispunterà fuori anche quando non sono più in grado di fare le cose che ti hanno chiesto di fare.

E se gli dici di non rompere i coglioni si lamentano e magari fan le vittime dicendo “eh, l’ho sempre fatto, stai a vedere che non lo so più fare, adesso!”. Ma lo so fare anche io. Proprio come te alla mia età, proprio come te, senza che nessuno mi stesse sul collo, come te alla mia età senza che nessuno mi triturasse i coglioni, lo so fare come te alla mia età perché si tratta solo di una questione pratica che non hai più la forza di trattare, ma come sarebbe successo a te alla mia età, si fa più agevolmente se un vecchio non ti sta in mezzo alle palle facendo domande, criticando quando tutto sta andando bene e già è endato bene tutte le altre volte quando il tal vecchio non era a dirigere i lavori (banali), dando consigli e mettendosi fisicamente in mezzo, mancando agli altri del rispetto che pretenderebbe per sé, per primo.

Quindi si: i vecchi valgono sempre: e i vecchi se rompono i coglioni, non sono più degni di rispetto degli altri: sono solo persone, come voi.

Le regole del rispetto secondo me:

  • nasci degno di rispetto: in quanto persona.  Chi ti manca di rispetto in tale condizione compie un abuso, non devi guadagnartelo, non devi “meritare” più rispetto di quanto tu non abbia nascendo.
  • Poi, però, agisci, tieni un certo comportamento, assumi un determinato contegno, prendi decisioni, realizzi, interagisci, fai. Quello che fai ti qualifica. Oppure ti squalifica. Nel qual caso quel rispetto “innato” lo perdi. Ed è a quel punto che potresti dover riguadagnare (e non è detto che sia possibile) il rispetto, la considerazione.
  • Ma se invecchi comportandoti da stronzo, stronzo rimani, stronzo sei anche da vecchio, non più degno di rispetto di quel coglione che sei sempre stato, se lo sei stato. Se invece eri, sei stato e rimani degno di rispetto, quando invecchi potresti aver guadagnato autorevolezza, quindi ulteriore rispetto per le tue conquiste e gratitudine per ciò che ha arricchito tutti quelli che ti circondano… ma l’età – se non hai perso il rispetto trattando male le persone – ti concede l’attenzione e la considerazione derivanti dalla decadenza e dalla debolezza: non maggiore rispetto: sempre lo stesso, ma con una visione gentile verso il nostro comune destino.

Una cosa che dovete sempre cercare, quando un vecchio vi sembra uno stronzo, sono gli altri vecchi: chiedete, parlatene. Dite apertamente che vi dispiace mancare di rispetto al tizio, ma si comporta con tale mancanza di rispetto che sembra impossibile ne possa pretendere per sé: scoprirete spesso dai suoi coetanei che per tutti loro è uno stronzo. Loro sono quindicenni con lui/lei, hanno sei anni con lui, hanno ottant’anni o hanno vent’anni con lui. Sono vecchi che ieri erano uomini e l’altro ieri ragazzini suoi coetanei, non di più, non di meno: vi diranno se la vostra visione riguarda l’età o meno. E quanto il “rispetto dovuto” vada tenuto in considerazione.

Spesso i vecchi rompicoglioni li rompono anche ai propri coetanei più pacifici.

consulenze informatiche via sms che passione

Se vi occupate o vi interessate di informatica con una percepita competenza e non avete mai sfanculato in modo definitivo gli amici, sicuramente ne avete anche voi che vi chiedono dei lavori gratis.

mobile phone brokenE vabbé, fin lì, ci siamo.

La cosa che fa girare i sonaglini è tutto ciò che significa un “come faccio a” mandato via sms. Continue reading →