Ricordi… Le polemiche sugli mp3 e sul diritto d’autore, Urbani

Alcune delle cose di cui molto si discusse sul già citato Punto Informatico, che però ti teneva sul pezzo, su cose “nerd” c’erano milioni di persone interessate. Quanta crescita portava tutto questo? Si trollava, sicuramente, si faceva sicuramente destra-sinistra. Ma tutto partiva da tecnologie e dalla loro penetrazione nella nostra vita.

Quando mio fratello, come vi ho già detto, mi parlò degli mp3 tutto gasato, io non ne compresi affatto la portata. E nemmeno quella di internet tutto sommato (1995). Col tempo, col masterizzatore, con Napster, allora tutto divenne più chiaro. Sulle pagine di Punto Informatico si discusse profondamente, ci si interrogò (perlomeno io lo feci) sul diritto d’autore, sulla sua nascita, convenzione di berna, brevetti, proprietà intellettuale, free software foundation, copyleft, creative commons, GNU, infinita riproducibilità… il fine per cui varie regole nascevano, per difendere chi, per diffondere cosa. Se c’è un posto in cui si parlò allo sfinimento di SIAE, FIMI, del Decreto Urbani, del diritto di copia, della “legittima copia”, della tassa sui dispositivi e sui supporti, fu sicuramente lì.

Tanto si parlò direttamente dei software per il peer to peer filesharing in recensioni che li trattavano come prodotti e del loro funzionamento, tanto di legalità, leggi internazionali, controlli, tecnologie, crittografia, legge italiana, differenze, implicazioni sul commercio.

Se controllo i dati di vendita del mercato musicale dal 2003 ad oggi… beh 17 anni per tornare agli stessi livelli. Hanno dovuto sudare parecchio per cambiare modello di business. E non sono affatto certo che gli autori e gli artisti ne abbiano davvero beneficiato. Ma certamente ne si parlò, in dettaglio.

Mi è venuto in mente oggi che sto cercando di digitalizzare definitivamente con EAC/CUE/LOG il mio ORIGINALE di “X&Y” dei Coldplay, che invece fu uno dei nefasti CD copyprotected, anche col simboletto cerchiotriangolato demmerda. Era talmente ben protetto che non funzionava. Io non potevo ascoltarlo nella mia autoradio. Alla fine mi risolsi di farne (del MIO CD!!) un ripping che fu difficilissimo per poi farmi un CD ascoltabile: avevo il MIO CD masterizzato di un prodotto che avevo acquistato e risultava impossibile da utilizzare. Oggi però sono i lettori CD a diventare rari. Così volevo fare il ripping “diretto” dall’originale. E ancora oggi quel fottuto bastardo rompe i coglioni: EAC mi dice che ci starà 3 ore, fa partire sync error ed errori di lettura come non ci fosse un domani. Andrà a finire che dovrò scaricarlo invece di farmelo io dal mio originale. Ma si può? Credo non esista un CD di “X&Y” dei Coldplay non copyprotected, oggi (in effetti si, dice il link che ho appena messo qui sopra, TOCP-66523). Quindi o illegalità, o musica liquida, oppure cazzi tuoi, in generale. Splendore. Ma ai tempi ricordo che su it.comp.musica.mp3 (un gruppo usenet) si discusse e si spiegò che il futuro delle proprie personali collezioni di CD sarebbe stato il ripping ad alta qualità e la compressione lossless. Oggi servizi come Qobuz e soci del resto sono li per proseguire questa storia. Certo, ci sarà anche chi fa uscire “personalmente” dai propri archivi roba a 24/96 … visto che avendo l’originale può dichiarare in modo veritiero di aver prodotto questo da un originale che ha davvero quelle caratteristiche. Ma il fatto di aver imparato, col tempo, a verificare… aiuta anche a chiedersi se io e te scarichiamo lo stesso pezzo dallo stesso provider, c’è un watermarking, un fingerprint dentro che dice che il pezzo l’ho scaricato io? Oppure mi posso chiedere ma sarà vero che il pezzo è di qualità oppure è un upsample, un transcoding di merda per cui non è giusto pagare così tanto? Non è che siccome-ho-comprato-allora. Cultura rara. Frequentare Hydrogenaudio in quegli anni (attorno al 2003) servì. Oggi è difficile trovare quel livello di discussione in giro. Tutti superficiali e molto “facebook style”

Punto informatico, i suoi forum, web 2.0

Come sicuramente potete leggere su wikipedia, uno dei primissimi magazine online fu Punto Informatico. Paolo ed Andrea de Andreis assieme a Luca Schiavoni furono davvero tra i pionieri… gente che di BBS e di informatica, di internet e di quello che c’era prima ne avevano bazzicato, che di cose ne sapevano e che comunque con lo spirito pionieristico e da “sognatori” avevano visto le potenzialità della rete. Alcuni di loro anche lettori del cyberpunk, tanto per ricordare a tutti (io, ora, lo ricordo a voi) che tutto questo del cyberpunk era nato molto, molto prima nella mente dei visionari e degli scrittori di fantascienza di quanto non sia poi accaduto nella realtà.

Finché PuntoInformatico era della DeAndreis Editore dunque le cose furono fatte in un determinato modo di cui su wikipedia si dà poco conto o comunque difficilmente si percepisce il suo “spirito”. Ricordo che su quelle pagine ebbero spazio personcine che oggi hanno un certo rilievo, come ad esempio “un ragazzo che ha fatto una segnalazione di sicurezza” un certo Salvatore Aranzulla, pensa un po’. Era da quel tempo che stava sui coglioni ai nerd. Ed ora vedete bene chi è. Bravo Aranzulla, fanculo a noialtri cagacazzi. Paolo Attivissimo era tra le persone che fecero la loro comparsa. Massimo Mantellini, che tuttora fa qualcosa. Ma se non erro è un radiologo, questa è la sua specializzazione. Erano tempi in cui Bruzzi esisteva, in cui Wittgenstein nasceva, in cui c’erano tante cosette che oggi o hanno un’aria istituzionale ma sono stanche e vuote, poco vitali, oppure non ci sono proprio più. Un po’ come nella canzone di Daniele Silvestri.

Punto Informatico dei tempi (forse Maruccia può testimoniare, ma di sicuro potrebbe farlo Gaia Bottà) era fondamentalmente un magazine UMANISTICO. Questa era la sua formazione. Parlare di libertà, di privacy, di controllo, di diritti, di diritto d’autore, di nuove tecnologie sia hardware che software, di ciò che la tecnologia era o diventava, ma sempre in relazione a ciò che succede ad un essere umano: questo era il suo spirito. Nasceva una nuova arma tecnologica, lo sapevi. Un sistema di tecnocontrollo, un suicidio annunciato via blog (nato mentre PI era vivo da anni). Il Punto Informatico di oggi non sembra avere la stesso spirito. Ma recentemente sembra si sia risvegliato.

Una delle cose che esisteva, molto prima che esistesse il WEB 2.0 e che si capisse esattamente cosa sarebbe stato, erano i commenti ad ogni singolo articolo. Univa in sostanza la pratica di usenet (con tutti i thread, la netiquette, gli OT, il trollying, il flame, eccetera) ad un sito che era sicuramente database driven, in cui il punto principale era l’articolo e poi giù a commentare e discutere. Era talmente tanto il lavorio che ad un certo punto sono nate delle vere e proprie pratiche comunicative e di “vita virtuale” che uno abituato ad una sana netiquette ed alla moderazione di usenet non avrebbe mai tollerato (oggi sono la norma, ahimé, e si vede dal livello di quello che riesci a raggiungere). Tale era la libertà (il commento anonimo era irrinunciabile sia lì che nel suo “concorrente in spirito” Zeus News (tutt’ora vivo e molto simile al vecchio spirito di Punto Informatico, anche se molto diverso nella pratica), da far nascere una sezione separata, il cosiddetto “forum dei troll”, che a chiunque conoscesse il cosiddetto “follow up” di usenet, forse lo ha ricordato e lo ha addirittura fatto nascere. Tipo: se vuoi rompere fai pure, vai a giocare, ma fallo lì e moderatevi da soli e da soli gestitevi.

Voglio ricordare che ogni cosa sia oggi “social” Punto Informatico l’ha vista nascere, prima.

Le cose sono andate verso la crisi, anche nello spirito, forse. Ad un certo punto vendettero e poi non so, le cose erano sensibilmente cambiate, e poi c’era la crisi del 2008-2012. Molto di quanto oggi tutti noi facciamo normalmente, molti cambiamenti, erano passati di là e se ne discuteva. E molti comportamenti “da facebook” che vediamo oggi, erano già stati anche lì. Non fu un caso se i suoi visitatori furono giornalmente MILIONI.

e il naufragar m’è amaro in questa merda

I rumori che vengono dalle case quando cammini per strada a quest’ora mi piacciono molto. Mi rassicurano, mi tranquillizzano e mi danno un senso di normalità, di tregua. Quella vecchia idea dei rumori del pasto del condominio, delle palazzine affacciate sulla strada… e anche se solo tu non sei li, a tavola coi tuoi, a mangiare, li immagini. Ci accomuna. Ci accomunava, più che altro. A noi Italiani il cibo fa abbastanza bene. Il tintinnio delle posate sui piatti di ceramica, o dei piatti che vengono messi nell’acquaio per essere lavati.

Mentre torno e il cielo si fa – grazie – scuro e promette un po’ di refrigerio che spero non sia solo umidità, sento questo rumore, per fortuna.

Mentre tornavo pensavo che forse non è vero che non posso essere amato. Qualcuno, di tanto in tanto, si innamora. Ma non dura, non mi ama, non resta. Questo significa fare la verifica, persino metterci il cuore. Non ha importanza se è infatuazione, amore, attrazione, colpo di fulmine, se le amo o non le amo. Non sono fatto per essere amato, sembra la conclusione. Continue reading →

un tuffo nel dolore passato

Le foto possono rendere immortale parecchio. Il motivo per cui mi piace ritrarre splendidi nudi di donna è questo: una cosa passeggera e bellissima, diventa eterna.

Ma per quello che  poteva essere e non è stato, questo tipo di ricordo rende eterno il dolore. Certo, ragionando tu sai che quello è il passato. Ma è lì, perenne memento. Tutto scorre, no?

Un infernale meccanismo del mio cellulare di tanto in tanto mi ripropone la costruzione di album tematici, probabilmente relativi all’anno scorso in questo stesso periodo. Cioè poco prima che  lei mi lasciasse. Oggi non sto poi così male per questo, mi dico, e mi credo, e credo sia vero. Ma quando vedo quelle foto mi ricordo che tipo di persona mi attragga in maniera viscerale, mi ricordi la vitalità e la voglia di vivere…

Un tuffo al cuore, terribile, che di nuovo mi ricorda la rarità, in senso assoluto, di questo tipo di persona a vista del mio occhio. E la pressoché impossibile probabilità, per un vecchio, di essere attraente e men che meno riamato da un tipo di persona così.

Perché in tutto questo l’aspetto fisico c’entra. Mente e corpo, cuore e carattere. Io sono un individuo, non voglio tutta una persona, non voglio tutto il suo tempo e ne voglio anche per me, del mio. Tuttavia quando sei mia e sono tuo tutto questo miscuglio di bellezza…

… oh fuck.

vado

Paturnium – the paturnial man

Attenzione, questo post è scritto da un uomo di 44 anni con la mente di un 17enne (o di un seienne, a seconda della vostra acidità) e non da una donna in menopausa, preciclo o ragazza di 16 anni. E contiene un finale che non c’entrassega.

Quindi dopo essere stato quella/e volta/e dalla nutrizionista e aver iniziato a seguire in modo poco diligente le indicazioni, ogni tanto sono stato più diligente. Ma insomma da 80 sono passato a 77. Fissi. Quindi ho smesso di pesarmi ma sono andato comunque in palestra, non ci vado da tanto, diciamo 2 mesi? Mi hanno dato fino a marzo per perdere il peso in eccesso sulla BIG-PANZ. Non ci credo neanche … Ma comunque ci vado: gli esperti sono loro. E faccio. E cazzo sputo sangue: sono 25 anni che non facevo “ginnastica”. Si sente. Da 77 sono passato a 74-73. Continue reading →

il suo odore nella mia sciarpa

sniff? GNAM!

Metto la mia sciarpa. Ok, il “collare”. L’ho lavato l’altro giorno perché lo avevo messo dopo la palestra: sono sicuro che sia pulito.

Ma sa di lei. Cioé io proprio l’ho messo su, ho inspirato e mi è venuto duro, in 0.0005 secondi mi è venuta in mente spalancata, inarcata, collo da sotto e mento in alto mentre “mi viene in bocca”, vorrei dire così. Adoravo sentirmela venire così, era bellissima… ma il suo odore, proprio quello del suo sesso… ora mi viene il dubbio. Forse era l’odore della mia saliva con la sua pelle e qualche profumo.

Per un paio di anni sono stato convinto (mio dio che stupido, mi sono sentito come un vero esponente del popolo di Mens’health, roba da seppellirsi vivi) di percepire l’odore della fica. Non sempre. Ma di sicuro in alcuni specifici casi. Sbagliati, sia chiaro. Anni fa era la figlia del boss dove lavoravo. Lei arrivava, era chiaramente in età e in calore, e secondo me si sentiva. Ovviamente no, puttanate.

Ma nella mia mente restava quel ricordo (sbagliato, memento homo). Continue reading →

che si baciano in pubblico

Questa storia forse l’ho già scritta. E’ vera, ne parlo ogni tanto, di solito a chi è molto più giovane. Oppure quando racconto di me, del fatto che quando io ti bacio per me il mondo sparisce, che baciarsi in pubblico per me è ok, e sei perfetta se te ne freghi anche tu, perché non ti importa più di niente altro.

E questo sarei io. Ma.

un Doisneau d’annata (fake, lo sapete)

Da bambino, figlio di madre ultracattolica (del ’37), andavo come tutti a lezioni di Catechismo (“a Dottrina” dicevamo noi). Ero piuttosto disinteressato al messaggio vero, al nocciolo della questione. Avevo già i miei dubbi. Sentivo già le incoerenze e le puttanate grosse. Ho solo due ricordi importanti e indelebili: uno non me lo spiego… da piccolo mi faceva un po’ sorridere, ma alla fine si vede che la mia sensibilità non era proprio una merda: questa signora prese un fiore e con visibile ma non teatrale sospiro per ciò che stava per fare, lo lasciò cadere a terra e lo calpestò. Molti di noi – e anche io – rimanemmo abbastanza con la faccia “ma è scema? embé? comunque io non pulisco eh”. Serviva a spiegare un atto di violenza verso qualcosa di delicato e debole… forse, non so. Ma in effetti, a dispetto di quanto forse credevamo di essere duri e insensibili, questo atto non si è cancellato mai più.

La seconda cosa Continue reading →

i giorni felici sono ancore nel cuore

Bah, non faccio che

ripetermi.

Ho il cellulare talmente pieno delle foto che le ho fatto in modo spontaneo, non posate (o pochissimo in rari casi) … persino con me dentro (io non voglio mai). Le ho fatto un milione di foto sul cesso mentre fa pipì, oppure cacca: era adorabile. Faceva una faccetta 🙂 Che poi alla fine io adoro le bimbe che amano i discorsi scatologici. Se poi nella stessa bimba abbiamo sia scatologico che escatologico allora io posso saltellare dalla gioia. Ad ogni modo io di solito mi trovo bene con ragazze/donne/bimbe che finiscono per parlare di “fare la cacca” 🙂 Si, lo so, uh che schifo, non sarai mica un pervertito che. Ma scherziamo? La cacca fa schifo. Adoro il sesso anale, proprio fino in fondo, fino alle palle: lo adoro. Ma questo in nessun modo ha a che fare con “amare la merda”, o “amare cose che puzzano” , come ho sentito dire a tante gente schifiltosa.

Semplicemente mi rendo conto che il carattere delle ragazze/donne che mi piacciono le porta ad essere un po’ come le bambine per certe cose e a parlare molto esplicitamente di cose intime, personali, che però condividono con te senza eccessivo ed inutile pudore, forse appunto dandoti un po’ di questa intimità già familiare.

Ho foto di lei che dorme, tante. Era la mia bambina, quindi capita. Ed era comunque sempre sexy, un angelo, non era mai un tradimento farle una foto mentre dormiva. Magari ok, qualche volta potrà essere stata buffa, ma non ridicola. Come le mie gatte: sono adorabili quando dormono. Anche se sono a pancia all’aria o tutte rivoltate.

Ho foto di lei che usa le app con i coniglietti, di momenti felici, di quando lasciavo il cellulare incustodito e me lo riempiva di boccacce. Un po’ teppistella. Ho anche foto di lei che si fotografa la figa con la sborra che cola giù eh, per carità, mica era una bambina davvero. Era una porca terribile e ringrazio il cielo che esistano ragazze così. E ci teneva, era un trofeo per lei… era felice che le venissi dentro. Immagino per il difficile rapporto con la possibilità di procreare che aveva. O con la rarità di farlo con libertà tra profilattici e salti della quaglia. Tra i suoi porno preferiti c’erano anche le cosiddette creampie (che pronunciava sempre “CREMPI”).

Ho foto di lei tutta arcuata che si muoveva come gollum quando aveva un po’ freddo per muoversi dal cesso al divano dello studio e ficcarsi sotto i piumini. Ho linguacce di ogni tipo.

Ed ognuna di queste cose mi taglia, mi perfora. Ci sono anche dei video. Devo togliere tutto dal cellulare e allora le ho chiesto se ne vuole una copia: so che ha tanti trofei tra le sue foto sul pc, di tutti i suoi ex. Ma io le foto le ho di lei, non di me (quelle non credo di volerle far girare… ne ha già altre che sono letteralmente porno fatte con la reflex, quindi è a posto direi) … e dice di si, che le ricordano giorni felici.

Anche a me. Ma a me fa male. Mi verrebbe da dire che le donne hanno questa splendida libertà di liberarsi del vecchio amore, toglierselo via come una pelle. Farsi uno scopamico (amico speciale, dicono alcune, ne conosco almeno 4) e andare avanti, senza spezzarsi, o piegarsi dal dolore. Ma immagino che sia una visione parziale. Eppure è ripetuta: l’ho visto accadere spesso: vanno avanti. Noi mica tanto. Impressione?

Ho foto di ogni sorta di momento felice con lei. Ho foto, ho ricordi. Tutte cose che non esistono: esistevano.

Il signor Dirk Gently diceva una cosa interessante: mi sono accorto che se guardo indietro, contemporaneamente non riesco a guardare avanti?

Ma dove cazzo la trovo una così? E invecchio.

eravamo

Accarezzo la mia gattina. L’avevo da prima di incontrarla. Non riesco a non pensare, però, a lei. Che era così avvezza agli animali, all’animalità, a quando l’accompagnai a prendere il suo gattino perchè aveva voglia di cuccioli. E anche se so benissimo che le ho visto trascurare e abbandonare alle cure prima di un genitore e poi dell’altro qualsiasi animale di cui si sarebbe dovuta curare lei, ecco che il mio gatto o qualsiasi gatto ora non è solo un aspetto della vita che mi piace. Quello che noi eravamo e non siamo più. Continue reading →

lo spirito dello stronzo passato, che sia ancora presente?

Stavo lavando i piatti. Non so nemmeno cosa le ho chiesto. Ah si. Ora ricordo, stavo riflettendo sulle spese condominiali. E quindi con B siamo tornati a confrontare com’era prima che comprassimo casa. Fino al 2010, dal 2000 circa abbiamo normalmente convissuto: diviso tutto a metà. Ma prima io non vivevo con lei. Ero un ospite. E questo lo ricordo. Ricordo molte cose.

Ma quello che non ricordavo dei due anni precedenti, che pure sono stati la base per stare assieme per tantissimi anni, è quanto io sia una persona di merda. Questo figlio di puttana qui, mi dice lei, B, non era solo ospite nel senso che non pagava l’affitto la corrente l’acqua. Non eravamo assieme, non sapevo se stare con lei o con un’altra, vivevo principalmente ancora a casa, stavo cercando di finire di pagare un’auto che dava mille problemi, avevamo appena iniziato ad essere assieme. Lei era stufa di vivere coi suoi e aveva deciso di andarsene. E il suo ragazzo di allora le aveva rotto le palle. Confrontato con lui io le davo – sembrava – ciò che voleva. E mi interessava, soprattutto. Ma il qui presente pezzo di merda sbafava, mangiava gratis. Io non mi capacito di poter essere stato così un pezzo di merda. E sapete perché? Perché – mi fa schifo solo sentirlo, ma dice che lo dicevo io – ho detto che “dove mangia uno mangiano due”. Cioé… io, che ero ospite, dicevo questo. Che schifo vomitoso di essere dimmerda. Perché fa schifo? Non riesco a capacitarmene proprio, di poter avere pronunciato, e convintamente, queste parole… perché in tutto quello che io sono in rapporto ad un partner io NON VOGLIO che ci siano di mezzo debiti, soldi, beni-e-servizi. Ma questo da molto, molto prima di conoscerla. E quindi da dove cazzo viene fuori questo ragionamento totalmente incoerente? Ma non basta, non basta, venite a cagarmi addosso ragazzi, sentite quanto me lo merito, che il fenomeno da baraccone vi fornisce subito delle nuove ed utili argomentazioni. Continue reading →