numb wokeness

Una delle manifestazioni più evidenti e facili da sentire sulla propria pelle riguardo agli effetti della wokeness, della deriva estremista del politicamente corretto è l’umorismo. Non si tratta di qualcosa di nuovo. Oggi 2022 posso dire che sono almeno 23 anni che questo meccanismo di autocensura preventiva, quantomeno di ricognizione, mi si è sviluppato, quindi da oltre metà della mia vita. Ridere, scherzare, permeare di ironia anche le cose più serie ha sempre fatto parte di me. Accorgermi che qualcuno se la stava prendendo male pensando che fossi qualcosa che non sono, solo perché mi servivo di stereotipi per costruirci sopra le battute, mi ha segnato tanto da rendere la convivenza con “altri” meno facile, quello stesso tipo di non-facilità che si rileva tra adulti che si incontrano confrontati invece a due bambini. Ciao, come ti chiami, giochiamo. Mentre invece convenevoli, e invece chiacchiere, e invece tocco piano l’argomento, circospezione, fino a che alla fine dopo aver buttato il tempo a girarci attorno finalmente chiedi, affronti. Magari fai altre premesse, ma le potevi fare subito. E dopo che hai fatto le premesse poi darai spiegazioni, chiarimenti. Ma tutto sommato se uno ti conosce.

Ecco, forse è questo: se uno ti conosce. Allora se uno ti conosce lo sa, sa che non sei razzista, sa che non credi nella religione ma non è il tuo sport nazionale deridere la persona del fedele andando lì a smerdarlo in faccia, cercandolo e sbeffeggiandolo, sa che non sei maschilista ma che osservi la realtà che ti circonda e tutto sommato certe cose accadono, ma non hai mai pensato che “la natura della donna” o che “la natura dell’uomo” qualcosa, anzi, odi la cultura del machismo da quando sei piccolo, da molto prima che molti di questi che fanno casino fossero nati. Ne hai la sensazione, ne scruti la tendenza. Ma non lo consideri un dato di fatto, e chi ti conosce lo sa. E sa che quando scherzi è perché la vita tendenzialmente fa poco ridere, quindi l’ingrediente cerchi di mettercelo tu. Continue reading →

Non puoi dire/fare così!

Con quale facilità ci sentiamo liberi di togliere la libertà, di dire cosa siano o non siano gli altri, liberi di fare. Di dire cosa possano dire non dire. Cosa possano fare o non fare, gli altri. Cosa sia giusto. Cosa non sia giusto. Così, in assoluto. Senza confronto, ipse dixit. Ipse chi?

Ah no. Io.

Ah ma lo dico anche io, di fronte a te, ma opposto. Basta così perché sia giusto?

Quindi se io lo dico e tu lo dici, chi decide che cosa vince?

Dai sguaniamo le spade.

Quello che muore aveva torto.

Mi pare giusto.

A me no.

Se avrò ragione di te, non lo dirai più.

Censura da marketplace 2020-2021

Piccolo drogato. Di? PC. Di accesso ad internet, di uso di questo mezzo informatico. Di scrittura, maneggiamento immagini, accesso alle informazioni. Ben prima di qualsiasi millennial la mia vita è stata connessa, come nei romanzi cyberpunk degli anni ’80. Il pc che uso per lavorare è sotto i ferri. Non posso fare lavori fotografici o video, né lavorare sui nudi. Per fortuna Prime Video mi ha sparato fuori la quarta stagione di Mr.Robot. Paranoica come sempre, ma me gusta.

app stores level censorship
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iDiocracy (la mia opinione di oggi su iPad)

La mia opinione odierna su iPad (1,2,3) è questa:

  • senza un computer non va (compralo e accendilo e parliamone), perché…
  • senza iTunes non va
  • con un proxy aziendale non va liscio
  • non puoi settare la gestione del proxy da dentro iTunes e non sembra onorare nemmeno le eccezioni verso apple.com (niente store, niente registrazione… ecc)
  • senza iCloud non fa il backup della mail e anche così … te lo raccomando (provate, costa poco!)
  • non va flash su internet. Si ma tanto cosa vuoi che sia, flash.
  • se non hai un dito di uno gnomo te la raccomando la navigazione di una qualsiasi combobox, e giù di pinch pinch pinch e strapinch
  • se hai esigenze complesse (che riflettono la realtà delle cose) non ti viene incontro, né iTunes, né iPad, ma soprattutto iTunes.
  • quasi nulla (windows) sembra tenere conto dei diritti utente (e quindi qualcosa che funzioni in ambiente gestito, entreprise, serio)
  • il “tutto facile” con chi usa imap genera questo genere di roba: https://discussions.apple.com/thread/2445861?start=0&tstart=0 (da cui peraltro anche thunderbird e blackberry non mi sembrano essere completamente esenti…)
  • senza appleid ti attacchi al tram
  • Io personalmente (mia opinione) vedo praticamente iTunes e iPad sono delle specie di trojan per smontare la serietà e la solidità della gestione informatica. Continue reading →