Boomer ang

Una mia anzianità. Oggi un piccolo battibecco su quella che lei considera una mia rigidità. I fatti: oggi pomeriggio l’ho pigliata per andare a prenderci un caffè; in casa di sua madre perché è gratis, non vedeva l’ora di uscire. Arriviamo in loco, arriva telefonata del suo attuale tipo, si premura di “non farsi sgamare”, poi lo fa e sta a giustificarsi con lui che “non ci vediamo tutti i giorni” (al quale non interessa, anche fosse) … lei che è per il femminismo. Indipendenza non ci siamo, né come autosufficienza, né dal maschio. Se la prima è ok per l’età, la seconda non è coerente per ciò su cui attualmente si infervora. Mette giù, prendiamo il caffè, mi racconta un video e poi me lo vuol far vedere. Mi rifiuto, di persona voglio te, poi il video l’ho capito, non è un film, me lo hai raccontato. Si offende credo, vedo, si trattiene, ce ne andiamo.

Verso sera le mando un video, premurandomi di specificarle che per i suoi standard è lungo: ogni volta che le mando qualcosa mi dice che è lungo, i messaggi erano lunghi, ogni cosa era lunga, gli scritti lunghi. Visto che il video riguardava un argomento che le sta a cuore e di cui parliamo, la avverto che è lungo, ma che il suo contenuto vale la pena.

Mi dice “ma è di Mercadini, non importa se è lungo, lui mi piace! E poi sei tu che non vuoi vedere un video di due minuti, che sei rigido!”.

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Anche lei qui

Ora anche lei è qui. La simpatica vita è sempre una stronzetta. Si chiede sempre perché non la sblocco da FB, visto che ormai siamo amici. Perché crede che io la blocchi perché lei non deve vedere me. E invece sono io che non posso vedere lei. Costantemente qualcosa che non è più me. No, non ce la faccio. Forse non seguo più nemmeno il suo profilo instagram.

Cerco di andare avanti verso il mio baratro senza crearmi altri legami col dolore. Mi dice che sua madre ha letto delle cose che scrive su Facebook e le ha detto “ma potresti fare la giornalista!”. Sorrido, ricordo il dialogo che ho avuto con una collaboratrice del Fatto… Anche no. Ma tu fai, prova, non devo tirarti giù. Vuoi fare la scrittrice, niente meno?

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liberatorie difficili

Kiki me la fa pagare di brutto, me la fa sudare tutta, con le liberatorie. Quasi mai 6 foto in sequenza hanno la stessa scelta. Le devo spulciare una per una. Esattamente come ha dovuto fare lei, mi dico. Ha usato ogni tipo di opzione che metto a disposizione per i diffidenti. Ha riletto il testo dopo che le ho detto che è cambiato dall’ultima volta e in cosa consiste il cambiamento, ne ha voluta copia anche se poi non lo legge, ha usato sia la parte in carta che quella sul tablet e poi ha spulciato foto per foto sul tablet. Ha aggiunto una opzione che sta per “no, ma rifacciamola”, che significa che la foto le piace ma non le piace qualcosa di sé (come tutte quante, del resto: se stanno posando nude non è che stiano tanto a sindacare sulla mia foto, sulla luce o su quanto si veda la patata: se hanno una ruga sbagliata però adieu) , ha opzionato TUTTE quelle per le quali fornisce consenso per pubblicazione illimitata per una precisa correzione estetica del viso (rughe, brufoli, occhiaie). Del resto ha tutto il corpo disseminato di macchioline di mancata pigmentazione dovute – dice – alla pillola: di quelle se ne fotte, e pressoché di ogni altra cosa. Quindi se per caso siete femminette che “eh, vedi che c’è il fotoritocco”, poi magari ha una botta, una forma, una tetta, i piedi sporchi o un’unghia che non va, che molte altre non tollererebbero mai su sé stesse.

Quindi calma.

Ma come a suo tempo fece lei, così ha fatto anche kiki: ha aggiunto dei cuoricini su alcune foto. Cosa che ci ha costretto ad aggiungere una voce in legenda.

Se guardo però la percentuale di foto accettate pienamente e anche quelle che non possono essere messe nei social (quindi ok sito, ok mostre) siamo tra il 30 e il 40%, che non è tantissimo. Ma se guardo come sono fatte… molte persone si suiciderebbero per una sola di queste foto publicata, nella propria vita. Quindi ok, va bene così.

Eppure tutto questo mi dice molto. Kiki sostiene che il suo forte è il culo. E posare “da troia”. Però ci sono tante cose in cui si sente insicura e piccolina, alla continua ricerca di essere una roccia. Continuamente, sul lavoro.

Siamo tutti così, in fondo?

Poi mi dice che col suo nuovo toy boy sta benone, ma è preoccupata : “con lui non riesco a squirtare”. Io le faccio la faccia da “eh son proprio dei problemi” e ridiamo parecchio forte.

La storia delle liberatorie con scritte informali mi ricorda anche la mia prof del liceo, ormai 25 anni fa, che mi mise un 7 menomenomenomeno con trentaquattro meno sempre più piccoli, un cerchietto sull’ultimo che poi divenne una margheritina. Sempre più sorridente man mano che procedeva, e alla fine mi diete il foglio dicendo “vai”.

Sul registro scrisse un solo meno.

Credo.

uguale a ieri (non va bene)

Di tanto in tanto mi capita che qualcosa di normale inaspettatamente, improvvisamente e senza alcuna variante sul solito diventi sgradito, fastidioso, motivo di lamentela.

Mi è stato detto che l’origine del senso di terrore nasce dalla percezione dall’inversione dei tratti del viso dei genitori da parte del bambino: ciò che normalmente è un dolce sorriso amorevole e rassicurante, per qualche motivo, inspiegabile da parte del bambino, si contorce in qualcosa di mostruoso, talvolta associato ad un suono, parole, toni e sensazioni che chiaramente non sono i soliti, non sono dolci e gentili, è successo qualcosa. Questo volto distorto è il seme del senso del mostruoso, dell’orrore percepibile, dell’improvvisa sorprendente mostruosità. Il repentino “bu” dei film, il normale, sorprendentemente ed improvvisamente viene torto, contorto, ritorto, sfigurato. Ti aspetti una cosa, ne esce di botto un’altra. Inquietudine, spavento. Continue reading →

sai solo insultarmi

È passato un sufficiente numero di giorni, potrebbe essere sbollita. SMS : “non fare la scema, sbloccami”. risposta “perché dovrei sbloccare uno che vuole solo insultarmi e ancora peggio educarmi? Comunque non voglio discuterne per cell, vediamoci”.

Brava bambina. Ha imparato finalmente: mai litigare per messaggio. Ero in studio per foto pallose di oggetti per conto della coperativa, quindi mi raggiunge. Ha la faccetta altezzosetta. Le ricordo che se fossi stato “solo” quello che dice quando è impulsiva non mi avrebbe triturato l’anima e i maroni perché le fossi amico e che io non voglio, affatto, educarla: è impossibile, non ci sono riusciti i suoi ed ormai è troppo tardi. Solo che quando tratta con maleducazione me, io reagisco. E che e riavvolgiamo il nastro l’insulto l’ho ricevuto io. Ti porgo una mano, che fai? Vedi un po’ tu. Continue reading →

capricciosa quattrostagioni

Appuntamento con lei post lavoro dai tu caffè io qualcosa. Ooook. Arriva con la sua (deo gratia, finalmente!). Salgo lato passeggero e fa “non esiste”. Poi inizia a dirmi quanto facesse cagare questa giornata all’asilo con questo e quel problema e che per una cosa brutta che le è successa e bla. Le rispondo che la vita lavorativa è così e che per quello specifico tipo di problema è bene che si abitui: ogni volta che non ti arrangi e chiedi aiuto, anche se te lo danno, qualcuno comincerà o in faccia o alle spalle a dire “allora a cosa mi servi facevo prima a farmelo da me e non assumerti” e simili versioni.

“non ti racconterò più niente allora!” (questo lo dice sempre) perché lei voleva (ma non siamo più assieme, amour, e quindi non sono propenso a rendere felice una che non mi ama. Sono predisposto ad una civile, normale, non aggressiva, ragionevole, conversazione. Dialogo.)  “svuotamento di roba e gente che mi da ragione e mi commisera a prescindere e non che dice la sua”. E ok. Poi fatico un po’ ad ottenere un “per favore” invece di un “guida tu”. Ci riusciamo. Salgo, inizia a dirmi “non so cos’abbia non è stabile, è sbilanciata … come se avesse un bla e ribla e salcazzo bla, PUOI VEDERE TU?” e quindi prendo e ovviamente se si tratta di gomme, sterzo, stabilità, provi ciò che coinvolge forza centrifuga, accelerazione, frenata e una leggera spinta improvvisa in curva: quel genere di situazione che se ti capita inaspettato ti mette in pericolo. Se lo fai di proposito per prova è Ok. Comincia  subito ad urlare “ahhh! non fare il coglione con la mia auto!!!!” e io non sono paziente se mi si tratta di merda: io di più! Ma dico “se devo prov…” “queste cose le fai con la tua, non con la mia!!!” “mi hai detto che ha casino e…” “se te lo dico io! questa è la mia macch” “non rompere i coglioni, mi hai detto TU , mi hai CHIESTO di provare e io sto provando, si prova così!” “ma che ne posso sapere io? Se il 99% del tempo con la macchina sei un coglione io zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz ”

Non ho sentito cosa ha detto dopo. Inchiodato, fatto manovra, fatto retro, riportato auto in parcheggio, spento auto, detto ciao, chiusa portriera, rientrato a casa, ricominciato a fare licazzimia, guardato orario per andare a prendere il frittino.

Ho staccato i dati. Preso il frittino. Telefonato sulla luna (che tanto io ho minuti illimitati verso tutti, quindi le extraplanetarie sono comprese) per diverse ore anche. Ho riattaccato i dati, aspettandomi una valanga di insulti, di tumitraddidimerda, di qualsiasi cosa. Non c’era nulla. E mi ha bloccato 🙂 E io sono più leggero. Il passato, le gioie, mi davano di che dolermi. E me ne danno ancora: sono cose belle che non sono più. Non ci sputo sopra, non le cancello in nome della merda che accade comunque, con lo stesso involucro di chi mi amava. Ha sempre fatto le bizze. Ma diceva anche di amarmi. Ora è chiaro che è solo un’amica che si dimentica che gli amici non hanno il benefit. Gli amici hanno la caratteristica fondamentale di trattarsi con un certo rispetto di base. Di trovarsi bene. Di dialogare volentieri. Di ragionare, in senso moderno e in quello antico.

Posso dire di essere guarito. Molto prima dei sette anni. Di sbattermene i coglioni. Certo mi dispiace. Certo penso che da qualche parte abbiamo perso qualcosa entrambi, a parte le staffe. Ma io sono cresciuto in un mondo in cui l’educazione conta. Sono sboccato, maleducato, volgare. Ma non tratto mai gli altri esseri umani dando ordini od offendendoli a buon mercato con questa leggerezza. E soprattutto di solito do per scontato che del mio svuotamento di merda agli altri non gliene frega un cazzo perché ne hanno abbastanza della loro: quindi ho l’abitudine di interessarmi molto al fatto che ciò che dico sia di loro interesse. Non lo do per scontato. La seconda cosa fondamentale in questo campo è : non sono una radio e i miei interlocutori sono appunto, interlocutori. Interloquiscono. E lo fanno con una loro propria volontà, nel modo e con gli argomenti che provengono da sé, non dal mio libro di ciò che è consentito. Non sono monsignor Della Casa. Ma ci sono modi, di base. Un minimo.

So che ha bisogno. So che le serve compagnia. So che le serve anche poter svuotare il suo malumore. Ma lo abbiamo tutti. E non possiamo mai, in nessun caso, pensare di poter essere giustificati nel maltrattare gli altri solo perchè abbiamo una giornata no. Perché non è colpa loro. Forse non è nostra, ma più probabilmetne si. Di certo non loro.

E quindi dormirò. Tranquillo. un po’ mi dispiace, ma non abbastanza da cambiare questa tranquillità. Anche se forse ho perso una modella; persino un’amica, anche se troppo fumina per me. Vedremo. Ma come diceva “quel birba di Lucignolo”: Lasciala gridare. Quando avrà gridato ben bene, si cheterà.

catene di donne (52ma puntata)

Mamma, donna, ragazza nei casini. Ha sentito il grido di un’altra giovane donna. Mi chiede “sei sicuro che ignorare gli altri non faccia male a te ?”. Vero. Verissimo. E poi i dubbi non sono sciolti, ma accantonati, no?

Il danno è ragionare da ex. Bisogna ragionare da essere umano. Da uomo. Pure da padre e da zio, quel ruolo che in parte lei mi ha assegnato. E nei modi che la sua età le concede.

Le seghe mentali sono seghe: si fanno da soli.

I ragionamenti, le discussioni, includono altre menti, altri cervelli, altri dubbi. Grazie. Così attraverso un maschio (non voglio dire un uomo, sono un uomo? sono un fantoccio, un manichino che tenta ti stare dritto contro la bufera) una ragazza ne aiuta un’altra. Tende una mano, fa una carezza sulla testa di una figlia che altri non riescono a curare bene.

Se non si spezza, questo anello debole che sono io, è comunque un anello: una mano di una donna è stata tesa ad un’altra. Un piccolo pensiero. Una gocciolina. E’ servito. Grazie.

Non sono io che sarà più felice, ma almeno sarò meno infelice per un’altra ragazza persa. E non sono un prete. Non è la quantità di cazzo che una si infila a renderla persa. Ma il modo, il motivo, quello che le resta dopo.

Ancora una volta sono strumento, osservatore di vite.

non ero io (50ma puntata)

Un po’ di chiarezza con lei. Le richiedo “com’è possibile che tu abbia avuto quello che hai chiesto e adesso tu sia risentita del fatto che quello che era il tuo ragazzo ora cerchi di essere felice invece che andare dritto verso la morte, cosa che sai non essere uno scherzo?”.

Dal punto di vista irrazionale dice, un po’ di fastidio me lo da. E lo so che non ha senso. Quindi non ci pensiamo.

Bene, lo capisco. E’ come essere geloso di tutte le tue ex. DENTRO di te, esiste quella bestia che vuole essere il capobranco e dominare le femmine in mezzo alla savana. Che si batte il petto e insemina ogni cosa. E quando accade ti sfotti da solo in testa. Quindi non vedi perché, se lo capisce, non può pensare lo stesso. Tutte le tue ex per lei sono stronze troie grasse brutte eccetera e quelle future peggio. Ok. Lo dice sapendo che è irrazionale? A posto.

Ma il resto, dice, l’ho capito. Era per F. (il suo Acquaman). Che si sta scopando delle altre. Come se lei non lo avesse fatto. Ma era così, ha pensato che “tutti sono felici tranne me” e sotto sotto forse pensava che io non avrei cercato di esserlo. Ma se c’è una cosa che mi ha cambiato proprio lei è stata questa: farmi capire che mi mentivo. Quindi ora non può lamentarsi. E lo sa. Sapere di me le ha fatto ricordare che quello che per lei è strafigo e del quale si sta innamorando, però non è solo per lei. E questo le ha fatto pensare per un po’ “ecco uomini di merda tutti poligami tutti con l’harem” … e ovviamente dimenticando che lei si è scopata il suo migliore amico (di lui) andando a sentire “cosa pensa”. Denigrandolo poi per la sua scarsa prestanza fisica. Con me, non con lui. Almeno questa delicatezza l’ha avuta. Avere a che fare con i 20 anni è difficile. Sono sanguigni, spontanei, stronzi, sinceri nel pensiero immediato e poco etici e sinceri con sé stessi. E’ un casino in quelle teste.

Io non ero troppo turbato. Ma mi sembrava davvero il colmo: volere tutti per te al tuo servizio. E invece no. Siamo persino usciti a mangiare e chiacchierare. E si sente di nuovo bella, quindi potrà posare. E come mai si sente di nuovo bella? Perché lui che di solito dice merda di tutto si è lasciato sfuggire qualcosa di positivo. Certo che Ferradini mi viene ancora sempre in mente eh. Però … però a ripensarci, credo che tutto , anche quella volta, quella della mia epifania riguardasse comunque lui. Era lui che non le aveva dato l’idea di essere abbastanza bella?

Beh questa volta me ne fotto. Senza cattiveria: sono fatti loro. E in tutto questo c’è stata la mia epifania artistica. Quindi grazie e buon proseguimento nel tuo romanzo di formazione.

Oggi nasco come artista (Part I)

Questo articolo, alcune ore fa, era intitolato “DEPRESSIONE DI MERDA”, quando era solo la Prima parte.

Prima parte.

Aspettavo da tempo di fare questo servizio di nudo con lei. Sarebbe stato il decimo: il decimo di nudo, in genere è “una tappa”. Faccio 10 servizi di nudo “come as you are” (con depilazione totale ma no trucchi parrucchiere robe aggiunte correzioni) e da quella dopo, o dalla decima stessa allora chiamo la truccatrice. Oppure trucco e parrucco. Questo con tutte. Non sono ricco, ma soprattutto ritraggo ragazze splendide. Non professioniste. So che il trucco porta tutto ad un livello superiore, ma io preferisco che il livello lo raggiungiamo io-e-te e basta. Tu e quello che sei, o quello che ti faccio diventare o quello che diventi. Ma senza che il photoshop della pelle sia da dare per scontato. Il trucco è un po’ un “regalino”. Costa un botto se non hai un ritorno, un committente.

Lei, nonostante fosse la mia ragazza, non è arrivata a posare nuda 10 volte. Fino ad oggi. Oggi finalmente era la decima. Ha già rimandato due volte a cazzo, perché aveva le prove o perché era stressata per qualcosa. Ok, non voglio modelle sovrappensierio o stressate. Si sta li per giocare, essere fighe, essere “la belezza che diventa immortale”. Quindi ok, si rimanda finché non è ora. A meno che io non mi rompa il cazzo ovviamente. Comunque lei mi ha fatto una dichiarazione “poserò sempre per te” e quindi io aspetto pure. Sempre è anche domani. Ad ogni modo oggi arriva, decido che posso fare uno smokey eyes. Lei è perfetta, magrina, rapata a zero (la testa) e dovrebbe depilarsi a sufficienza. Continue reading →