Panchina

Rieccoci dunque. La sensazione familiare, sgradevole ostile, che ti ricorda questo viaggio in solitudine non voluta. Era davvero troppo tempo che mi sembrava di essere tornato in quell’istupidito intorpidimento della normalità del sopravvivente. Non-amato, non-desiderato, non-attraente. Buono, se va bene, per sé.

Di tanto in tanto anche B, la mia calma, gentile, amabile e paziente convivente è semplicemente umana, stanca, infastidita… non in grado di nascondere che starebbe meglio se io non ci fossi, molte volte.

Siamo sempre stati due individui, ben separati, persino quando ci mettemmo assieme. Ma c’era altro e c’era tenerezza, quantomeno, quando l’attrazione forte fu – da parte mia – persa.

Quando vedo lo status da sposati, non da conviventi nemmeno amici o studenti, allora questo mi mette tristezza. Mi sento sopportato, ho voglia di cambiare stanza. Per fortuna ce l’ho. Per fortuna ne ho almeno un paio. Non è il coronavirus, non è assolutamente questo. Lei lavora, io non ho cambiato modalità lavorative o ritmi strampalati negli ultimi 7 anni. Questo è.

Ogni tanto però mi sento un bambino capriccioso in ADHD malsopportato da un genitore, non una persona con un legittimo desiderio di comunicare con altri. Non è il momento, per gli altri. Hanno altro da fare gli altri. E certo, quello che la mia mente o il mio cuore hanno partorito ormai è partorito. Ho forse bisogno di farmi fare dei complimenti o di esporre ad un pubblico plaudente quello che ormai è stato pensato?

Ma nel dialogo ci sono le opinioni altrui. Sono già uno che si deve giocare la sua partita mentale muovendo sia i bianchi che i neri in questo. Ma a me va di averlo, il dialogo, il riscontro, la seconda mente pensante.

Il ragionare di cose, come si diceva cento anni fa.

Persino manifestare lasciare che sia percepibile il mio malessere, in questa situazione, non mi va. Per fortuna ho una stanza in cui non mi si vede. Sono sceso li, mi sono messo sul provvidenziale divano, ho spento tutto, mi sono coperto, ho dormito un paio di ore. Da quanti anni lo faccio questo? Da 30 anni. Lo facevo quando tornavo da casa e certo, non volevo sentirmi chiedere cose dai miei, né avere scontri. Tornavo dal viaggio di ritorno da scuola e mi buttavo sul letto, braccia sotto, mani unite fra le cosce, occhi chiusi, un po’ di legno, finché non mi ammorbidivo, saliva un po’ di caldo, arrivava il dormiveglia. Ho fatto passare molto del mio tempo a non-esistere, in totale solitudine, non visto. A dimenticare senza bere, ma con lo stesso meccanismo.

Oggi un’amica mi ha mandato una possibile partecipazione a “nude magazine”, che sicuramente non paga un cazzo. Ma del resto non ho mai pubblicato da nessuna parte, e a questo punto mi sono anche chiesto… ma chi cazzo ti credi di essere? Quello che fai ti piace, e sicuramente la figa piace a tutti, ma per essere considerato un prodotto artistico deve ricevere consenso e riscontro, cosa che tu non hai mai cercato… e anzi, a questo punto… ti troveresti proprio in quel paragone che non sai mai sopportare, la classifica di chi è meglio e peggio, chi merita di sopravvivere e chi no, di chi viene chiamato nella squadra per giocare.

Io non sono in panchina. Io sono la panchina.

Un po’ di questo scoglionamento me lo ha anche passato il buon R.T., coordinatore dell’ass.naz.fotografi che in un video, con ragione, cercava di riportare alla ratio della legge che ha lasciato fuori dal lockdown i codici ateco relativi alla fotografia tutta, quando probabilmente intendeva i fotoreporter , utili a fornire informazione alla nazione. Tutto il resto non è utile. Ma certo chi farà il reportage eroico se ne fotterà. Più sarà esteso, ben fatto, spettacolare e meglio sarà. Si ricorderà qualcuno del contesto in cui altri si sono attenuti alle regole? Chissenefrega. Quello che mi è restato ha il sapore solito del “ma vai a fare un lavoro vero che questo non è utile”. Naturalmente si tratta solo di essere permalosi. Chiunque sia in una fabbrica fa un lavoro “vero”, ma è utile? Supponiamo stiate producendo diamantini finti che finiscono nella bigiotteria. Non potete dirmi che sia utile alla nazione. E così via. Quanti lavori sono utili, oggi?

Io lavoro per la pubblicità. E quando faccio ciò che mi piace, per la produzione di un materiale che celebra la bellezza (un certo tipo) in sé. Utile?

Certo, in questo momento è inutile fare il capriccetto perché non ti riconoscono esistente. In tempo di guerra, di carestia, di mancanze … si va verso altri gradini della piramide dei bisogni. Io però non sono fatto per un mondo che sopravvive, ma per quello che vive.

Nel mondo che non vuol più spendere per ciò per cui desidera vivere di solito è lo stupore a vendere, il mirabolante, il virtuoso, il “di difficile esecuzione”.

Di nuovo: la mia ancora di salvezza è la morte. Devo fottutamente ricordarmi di riuscire a procurare la bombola di monossido. Con quella a portata mi sentirò libero di autoliberarmi, come dice quello.

non gioco più con te

Da quando è in grado di esprimere qualcosa, osservo mia nipote, di solito in momenti di “crisi” e quasi sempre mi viene da dire “siamo così, noi tutti siamo così – io di certo”.

Fa i capricci. Vuole che lo zio e la zia restino a giocare. E non vuole mangiare. Vuole finire presto di mangiare per… tornare a giocare con lo zio e la zia. Ma lo zio e la zia devono andare via, anche loro a mangiare, a casa loro. “Chi resterà con me?” – piange. “Chi giocherà con me?”, singhiozza.

E io singhiozzo allo stesso modo, 41 anni più di lei, scricciola, che ha tre anni e mezzo e sua madre se ne sbatte se piange, ne ha pieni i coglioni e non vuole essere manipolata dai ricattini del piagnisteo, dice. Fa la dura, fa quello che si deve fare, quello che io non so fare con i bambini, altro motivo per cui sarei un padre di merda, che come il medico pietoso fa la piaga verminosa. Ecco, mi dico, non sono cresciuto non solamente dai 17 anni. No. Non sono cresciuto dai 3. La sindrome dell’abbandono. Piango sul serio, in macchina, da solo. Ormai da settimane. Non devo convincere nessuno per smettere di mangiare la pappa.

( La mamma è l’universo, mangiare la pappa è sopravvivere, se vi serve l’allegoria, la metafora, il parallelo artistico. ) Continue reading →

se non ti ami tu, chi ti può amare? [cazzata]

Un noto psicologo, sulla solita scia – comedaoggetto – del “se tu non ami te stesso, come puoi aspettarti che lo faccia qualcun altro?”, ci propone la variante “se non rispetti tu la tua natura chi può rispettarla?”.

CHIUNQUE VOGLIA.

Questa è UNA delle migliaia di risposte che questa cosa illogica ha. Naturalmente se fosse posta in modo più articolato, ovverosia qualcosa come “se con gli altri non metti in luce i tuoi lati migliori, perché sei concentrato a lamentarti pubblicamente dei tuoi difetti, sarà difficile che notino le tue caratteristiche positive”. E qui ci potrei anche stare.

Ma il tartufo puzza, ce la mette tutta. Eppure è buono. E aggiungerò: il tartufo non piace a sé stesso. Eppure piace agli altri. E via dicendo con milioni di cose e persone che non si piacciono, ma piacciono AGLI ALTRI.

Ora, dopo aver detto questo, se siete dei veri pessimisticosmici-autodistruttivi-selfshitting Trademark(C) , allora, io lo so, perché sono qui anche io con voi, il ostro ragionamento sarà “e quindi se non piaccio comunque a nessuno, nonostante questo, allora faccio straschifo al cazzo per davvero”.

Ma siccome quando si tratta degli altri non funziona mai così, vi dico: forse solamente non avete trovato la persona a cui fa schifo la vostra puzzadimmerda perché anche se siete delle merde dovete andare fuori nella fogna del mondo e MESCOLARVI con il resto della merda. Esiste un’altra merda anche per voi, molto, molto probabilmente. Potreste essere stufi di aspettare. Ma se state aspettando a casa vostra, chiusi, senza avere nessun contatto di nessun genere con nessun altro essere umano… beh, siete un po’ come quelli che cercano lavoro guardando la TV x 24 ore sul divano e aspettando che il lavoro arrivi loro in faccia. Non succederà, ma non è colpa degli altri perché “fate schifo” o non avete caratteristiche interessanti. E non è che esponiate quelle brutte. No, non ne esponete nessuna. State nascosti. Nessuno sa che esistete. Questo rende divertente il lavoro del dio sadico che dall’alto vi vede nelle vostre scatolette a rigirarvi nel dolore fino alla morte. Ma è lui l’unico che vi vede. Gli altri… dovete aiutarli, uscendo.

E ripeto: io sono uno che sta cercando la bombola di monossido puro, eppure ho visto casi di gente che si lamenta di non piacere a nessuno, ma restando chiusa in casa. Li conosco solo perché dall’infanzia qualcosa mi ha dischiuso la loro casa. Fine, tutto qui.

Io attualmente sono sempre alla ricerca del modo di morire rapido-e-indolore.

MA

Mentre sono qui, ogni giorno, la fatica principale è alzarsi, ingranare, cercare di fare. Ecco, FARE è quello che bisogna … fare. Il non-fare, non porta un po’ da nessuna parte. Inazione totale. Restare a non fare nulla, non interessarsi a nulla, non leggere, non appassionarsi, non provare niente da fare… questo porta a poco a poco al peggio. Non si resta statici.

Ma per tornare a bomba: se non ti piaci, non è affatto detto che tu non piaccia a qualcun altro. Magari non gli piacerai tanto da succhiarti il cazzo, leccarti la fica, baciarti, avere il tuo corpo o desiderare di procreare con te. Forse nemmeno di venire al cinema con te. Ma magari di chiacchierare con te persino 30 minuti, ogni tanto, potrebbe darsi. E vi assicuro che ad alcuni livelli di solitudine questo non è affatto male. E non parlo dei poveracci ad un angolo di strada. Ma di persone vere, interessanti. Carine.

gestione energetica win10: grazie (al cazzo) Microsoft!

Lascio il pc ad effettuare una operazione lunga e ripetitiva. Torno dopo 4 ore, muovo il mouse per disattivare lo screensaver e … e … il pc si riaccende.

Ma chi aveva chiesto di spegnerlo?

io?

no.

Sono forse incapace – se voglio – di impostare la gestione energetica in autonomia? Vi ho chiesto qualcosa? No, non vi ho chiesto niente!

Dopo l’ultimo aggiornamento di una WORKSTATION mi devo forse mettere a controllare quante cose sono state cambiate a mia insaputa e contro la mia volontà? Ma che razza di schifo!

Fanculo!

Shutterstock abbassa la percentuale delle licenze estese

In questo preciso momento sento che Arcurs sta ridendo, il fetecchione. Shutterstock ha deciso (ovviamente unilateralmente) di abbassare la percentuale di guadagno sulle licenze estese (enhanced) per chi non sta già guadagnando un botto. Sembra che questa merda dei ricchi che devono sempre guadagnare di più, perché sono già ricchi, senza neanche lasciare che la botta di culo del pagamento grosso il poveraccio se la possa godere in allegria … che questa insomma sia la moda mondiale. Un po’ come al ristorante quando paghi il servizio o il coperto in percentuale sul conto … cioé più mi inculi e più te sengrossa? Aoh!!

La vendita di una licenza estesa era una bella cosa: la cosa più vicina al Rights Managed, per chi fa stock photography. Se ti capita una licenza estesa non dico che fai giornata, ma insomma becchi dei bei soldi rispetto alla norma: ed è cosa buona e giusta visto l’uso che l’utente finale ha il permesso di farne e rispetto a quanto costerebbe nel mercato rights-managed (RM). Continue reading →

Deep Meta fa perdere tanto tempo

deep merdaQualsiasi contributor di Getty iStock sa che per i caricamenti che superano l’unità è pressoché obligatorio usare il programma Deep Meta. Se si trattasse solo di un sistema alternativo al caricamento FTP, per quanto un fastidioso fuori-standard, sarebbe anche accettabile.
Dici “ok, si gestisce gli upload … farà sicuramente il meglio possibile…”.
Ma in primo luogo si perde le liberatorie e poi sono cazzi tuoi.
Secondariamente, tutto il sistema di keywording di iStock è a sé stante: se tu hai impostato le tue keyword prima, lui comunque entra in contatto con il sistema a dizionario che usano loro e sei tu a dover perdere tempo a vedere se quello che TU intendi è possibile per caso esprimerlo con le loro keywords. Perché mica sempre è possibile, anzi.
E quindi molti sostanzialmente tendono a fottersene.

Ma la cosa non è priva di conseguenze. Solo le keywords che sono “in verde” dentro a deep meta finiscono veramente in iStock. Le altre restano in un limbo e non sono utili ai fini dell’indicizzazione.

Deep Meta fa perdere un sacco di tempo.

FTP è cosa buona e giusta. iStock: DACCI IL FOTTUTO FTP.

Se poi il keywording di iStock dia migliori risultati di quello di tutti gli altri, questo è tutto da dimostrare.

voglio essere la pizza

La pizza piace a tutti, il foie gras solo a persone raffinate: ecco, per me tu sei il foie gras – dice mia cuGGina.

Brava cuggì, grazie, mi vuoi bene, ok. Solo che io a te non ti posso sbattere come una bambola de pezza. Certo si, potevamo farlo a 15 anni. Ma oggi no. E quindi io dico chiccazzoseloincula il foie gras? Soprattutto gras, dico io.

Io voglio essere la pizza: fate la fila, sbattetemi, porca troia, fatevi prendere dalla voglia di pizza: la voglia di pizza è irresistibile!

Il foie gras se ne andrà a male perché, per qualche tipo di economia, che sia mentale o salcazzo, non ce lo si può permettere. Invece anche in tempo di crisi le pizzerie sono piene, ogni fine settimana

E allora porcaputtana io voglio essere una margherita, una marinara, una romana.

I ragazzini oggi mi fanno un’invidia che non se po’ dì: si trombano come ratti ammucchiati! E si danno pure i consigli: “devi essere ninja! Se sei troia e te ne fai tre al giorno divertiti e stai zitta, mica lo devi dire ai quattro venti!” 🙂 Splendidi: comunque hanno quel moralismo, ma almeno si ribellano con le azioni. Ma noi col cazzo che avevamo tutto ‘sto troiame! Bastardi tempi di merda!!!!

Ok. Fine.

No! Fine un cazzo: la pizza fa pure male, no? E infatti se la magnano tutti. E con chi vanno di solito tutte? Col bastardo! 😀 La pizza fa ingrassare? E io me la magno lo stesso! Il bastardo me fa chiagne? e io me lo strasbatto lo stesso!

Ecco, adesso fine.

dello Stato e della Polizia Fiscale: MAMMAGARI!!

Salve: per l’angolo del populismo del popolinismo: eccomi qui: non siete stati al bar perché vi hanno gambizzato? Eccovi qui un ottimo discorso da bar! O anche da sala d’aspetto del dottore.

Negli ultimi 5 anni ho sentito tanta gente affermare con decisione e pretendere con forza cose che non potrei che definire “socialiste”. Embé? – dirà qualcuno. Ecciairaggione direi io. Ma le persone che affermano o reclamano queste cosucce, di solito, dichiarano di avere avversione per la sinistra, “non si riconoscono nel pensiero di sinistra”, comunistiquaelà, maostalinmangiabambiniurss, non credo nei sindacati, non credo nella politica, io non vado a votare, èsempreilsolitoschifotantononcambianientechedifferenzavuoichefacciaio, e via cazzando.

Naturalmente se fosse vero che non fa la differenza, il tuo avversario non si muoverebbe. Un po’ come dire che il tuo avversario è nel giusto e qualche divinità gli assegna la vittoria su di te quando entrambi state seduti e non fate nulla. E invece no, naturalmente. Il lupo ogni giorno agisce: egue l’agnello, apre le fauci, non ha scrupoli, azzanna l’agnello, avanti un altro. L’agnello invece “tanto non cambia niente” e guarda la tv. Magari quattro agnelli con la mazzaferrata, metti mail il caso… Continue reading →