Brother disarms

Mio fratello ha rubato a casa dei miei. Ormai più volte. Non gli si possono dare contanti per fare cose o spariscono.

Questa sera ero in un comune diverso dal mio per ritirare una liberatoria, ero con MD, che poi si va a lavorare in notturna. Vedo in zona mio fratello. Cerco di non pensare che oggi con la scusa di farci un caffè poi come al solito era a secco di benza e non aveva i soldi per farla e gliel’ho fatta io, poi gli ho dato 50 euro perché cazzo, è mio fratello e ho deciso dai che ti dedico del tempo. Cerco di allontanare dalla mente che ha deciso di usare questo tempo per farsi scarrozzare a casa a fare un lavoro inutile e non richiesto quando a casa attendono lavori che non fa. Cerco di scordare che ha detto che i 50 li avrebbe usati x salcazzo andare a salcazzo del bla per guadagnarne altri 70.

Cerco di denticare che 30 minuti dopo era a schiena dritta come un pene al supermercato dove io facevo la spesa per cui gli erano stati dati 100 euro che sono scomparsi.

E avrei anche voluto non sentire che era andato lì,dove io bevevo un caffècon qualcuno che sa chi sono io e chi è lui, per dire alla barista che NON le stava portando i soldi che (cristodiddio) le doveva, avendo ordinato da bere senza aver di che pagare. Perché per farlo ha speso inutilmente soldi e non era in nessun posto a guadagnarli.

Ho preferito saldare io quel piccolo conto. Ma adesso ho il terrore che lasci in giro altri debiti e che questo possa ricadere in qualche modo su mio padre o mia madre.

wikipedia dice balle sulla direttiva copyright

ieri ed oggi wikipedia, dopo avermi chiesto soldi che gli ho già dato, per settimane, mi dice ora, offendendo il mio lavoro con queste falsità:

ed in particolare, per onore di memoria, per i posteri (in caso che il file grafico se ne vada) ricordiamo le precise parole:

Costringerà inoltre quasi tutti i siti ad analizzare preventivamente ogni contributo dei propri utenti per bloccarli automaticamente se non autorizzati dalle industrie del copyright (articolo 13). Entrambi questi articoli rischiano di colpire in modo rilevante la libertà di espressione, la partecipazione e la creatività online.

Queste sono puttanate. Falsità. Si parano il culo con “rischiano di”. Ma vi ricordo che quello che attualmente è facile fare è questo: prendere un video FATTO DA ALTRI e metterlo su youtube. Prendere una CANZONE di qualcun altro e metterla su youtube. Prendere foto, immagini, quadri, dipinti FATTI DA ALTRI e metterli su youtube o su qualsiasi altra piattaforma di crowdsourcing e di UGC che non attui un controllo preventivo o che si prenda la responsabilità di quello che fa. Non posso prendermi il tuo culo perché lo voglio, contro la tua volontà. Anche se mi voglio “sentire libero sessualmente”.

Quella non è libertà di espressione. Perché per esprimerti puoi dire il tuo. Lo dici tu, non devi rubare una poesia di qualcuno che non ti ha autorizzato ad utilizzarla. Non devi rubare un pezzo di un libro – visto che non si stai esercitando il diritto di citazione o critica – magari di un povero sfigato che ci avrebbe guadagnato altri 5 euro o che magari ci si paga la pensione. Non è libertà di espressione scrivere delle frasi melense SU UNO SLIDESHOW DI FOTO DEGLI ALTRI che tu non sai fare o non ti prendi la briga di fare e che quando le fai poi COL CAZZO che le dai gratis a qualcuno.

Ecco, ora, siamo tutti ladri, ok, d’accordo. Ma abbiamo, per favore, l’onestà intellettuale di dire almeno che stiamo rubando? Che non è scontato, non è giusto, non è che siccome la facciamo franca allora va bene ed è legale, ok? Perché youtube e tutte quelle piattaforme i soldi ce li fanno. Non li danno a voi ladri intermediari. Il ladro non è solo quello che ruba, mi diceva mia nonna, ma pure quello che tiene il sacco. Quindi non solo non ci guadagnate che qualche cent ogni milione di visualizzazioni, ma chi guadagna davvero si serve di voi mettendovela sulla libertà d’espressione quando sa benissimo che se gli asset protetti da copyright sono i loro, allora col cazzo che ve li lasciano prendere gratis. Devono monetizzare.

Allora ok, noi proviamo a rubare e chi produce prova a non farsi rubare. Ma rendere legittimofacile rubare non è giusto. La legge che tratta il copyright chiede ad ogni utente di prendersi la responsabilità dei contenuti che immette. Cazzo, siete adulti, maggiorenni, maturi, no? Vi prendete la responsabilità delle vostre azioni allora. E se rubate, siete denunciabili. Semplice.

Ah non volete? Beh, deve esservi chiaro cosa non volete.

Come ho scritto pochi minuti prima di questo articolo, io sono consapevole di quello che facciamo, tutti. Ma non possiamo pretendere che sia istituzionalizzato l’ingiusto.

microstock, copyright e alcuni dati

Come personcine del FEISBUC e come personcine che si guardano la robaGGRatise dello YUTUBB sicuramente sarete stati presi dal sacro furore del citolgonolalibertàdellinternet.

MA

Se, invece, siete produttori di contenuti, ovvero detentori di diritto d’autore, ovvero vivete di proventi della proprietà intellettuale, vi trovate dall’altra parte della barricata e sapete che quando voi rubate la roba la rubate a qualcuno. Quando vi inculate gli mp3 di musica, quando vi scaricate quello che non si può scaricare, quando lo sapete, dai, lo sapete tutti, non è gratis “perché riesco a prenderlo”. Se sei molto abile, riesci a prendere molte cose. Ma in tribunale non avresti ragione: come mai? Perché compi un atto illegale.

Ora, se sei un fotografo di stock e soprattutto microstock sai perfettamente che tutte le piattaforme di sharing inteso non come il vecchio p2pfilesharing, ma tutte le communities, Facebook, i social, YouTube eccetera fanno largo uso di materiale utilizzato senza licenza: RUBATO. Se siete da questa parte della barricata, dunque, visto che chi ci guadagna sono le piattaforme di crowdsourcing, sapete che ciò di cui si lamentano è quello che noi facciamo ogni giorno, per ogni atomo che muoviamo: DOBBIAMO CHIEDERE IL PERMESSO. E se non ce lo accordano, non possiamo. Perché loro potrebbero? Non possono. Ma TENTANO di fare passare la cosa dietro la libertà di espressione ed altre cose simili dicendo “ahhh censuraaaaaaaaaa!!!!” Ma censura un cazzo.

Censura è quando non puoi esprimerti. Non è censura quando ti esprimi dicendo “GUARDATE QUESTO FILM!” e il film non è tuo e lo schiaffi gratis da qualche parte e tutti quelli che lo hanno prodotto non guadagnano dal proprio lavoro. Ecco, non si tratta di censura venire a strapparti la mandibola dalla bocca mentre dici “LIBERTA’!!!!” perché la libertà finisce dove inizia quella degli altri: tu quelle cose del film dille tu, col tuo film, il tuo staff, il tuo girato, il tuo copione, i tuoi autori, le tue spese.

Giralo col cellulare. YouTube ti offre gratis la possibilità di metterlo online. Ma tu vuoi farlo fico.Tu vuoi del girato che non hai girato tu. Tu vuoi usare un font fico per il titolo, un font che non è gratis. E lo vuoi mettere su con un software che non hai. E siccome non hai foto fiche giuste, allora le prendi dove vuoi tu, senza pagarle. Anche se c’è scritto chiaro COPYRIGHT. Non te ne frega, erano su internet.

Ecco, agire OGGI, per voi che lavorate nel microstock, significa andare QUI e col vostro programma di posta elettronica mandare questa cinquantina di e-mail incollando magari il link al VOSTRO portfolio o usando (se lavorate anche per iStock, accedete PRIMA alla piattaforma ESP per usare questo) il TOOLBOX che vi mette a disposizione Getty. Che vi spiega anche la posizione su questo argomento.

MUOVETE LE CHIAPPE: ORA. Ci vogliono 15 minuti a farla grande.


Detto questo, guardandlo le statistiche su Deep Merda ho notato alcune cosette: il “return per download” dice: fai roba fica, interessante, varia. Guardando i top 25 seller per numero di download e per quantità di soldi invece sembra che ti dicano “batti il tuo chiodo amico: sai fare QUESTO, insisti e fallo”.

Io ne tengo un po’ conto. Un po’ me ne sbatto 🙂

UPDATE: wikipedia fa la seguente disinformazione: “[…] Costringerà inoltre quasi tutti i siti ad analizzare preventivamente ogni contributo dei propri utenti per bloccarli automaticamente se non autorizzati dalle industrie del copyright (articolo 13). Entrambi questi articoli rischiano di colpire in modo rilevante la libertà di espressione, la partecipazione e la creatività online. […]” 

… che è una grande puttanata. Ma grande. Io non sono una “industria del copyright”. Io sono un detentore di copyright. E graziealcazzo, le piattaforme di cui parliamo sono cose come YouTube, che vive di user generated content e crowdsourcing, certo, che è magnifico. Ma se il content l’ho generato io, porcoddue, quel fottuto content ricade automaticamente sotto il mio diritto. Senza far nulla. E’ così, da subito. Non è di altri. Quindi è a me che devi chiedere il permesso, preventivamente, proprio perché si chiama COPY right. Non è un caso. Nessuno, lo ripeto, ti impedisce di dire la tua, di esprimerti, di generare e diffondere il tuo verbo in modo ORIGINALE con le tue parole e la tua capacità di espressione, i tuoi video, le tue foto, le tue immagini. Non con quelle altrui: quella è merce. E non è tua. La tua libertà finisce dove inizia quella degli altri. Io quella autorizzazione preventiva la richiedo per ogni fottuto tatuaggio, marchio di fabbrica o persino design riconoscibile. Per iscritto. OGNI VOLTA. E naturalmente per il diritto all’immagine di ogni persona.

FOTOGRAFI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI

Finalmente qualcuno sta cercando, con una certa forza, di essere efficace contro la politica del furto da tasto destro di Google: esserci alle tue condizioni o non esserci non è “don’t be evil”. E’ molto evil.

Per chi non lo sapesse, in generale il sistema di google ricerca immagini facilita enormemente la possibilità di RUBARE le immagini ed usarle per scopi per i quali è richiesta una licenza commerciale.

Non è “mi serve la mela, non ho la mela, rubo la mela, la mangio”. Non funziona così.

Se lo capisci, meglio ancora se sei un fotografo/a od un illustratore/illustratrice, leggi e firma le DUE lettere da inviare. NON SERVE ESSERE CITTADINO USA.

cicciput e un sacco di altri rubati?? :-(

Questo è uno dei più beGLI album di EELST (tra i, non IL) ed è qui completamente CIULATO, come direbbero gli elii ironicamente, dall”internett! E così tutti gli altri.

E allora contemporaneamente vi invito ad ascoltarlo perché tra questo e “studentessi” (oltre ai primi 3) ci sono dei capolavori… ma anche a COMPRARLI perché cazzo dai, non è possibile incularsi tutto così a man bassa. Dai.
Che poi è impossibile che gli ELII non facciano un cazzo a riguardo… evidentemente sanno che “le fave” (i fan) si comprano comunque tutto… poi ci sono i concerti… e per il resto si vede che i soldi li fanno in altro modo. Ma che la qualità è un po’ scesa (scazzo) si sente sia in Gattini, sia nell’albm Biango. IMHO, ovviamente.

#iStockphoto, esclusivi, conviene? E ai clienti, conviene?

Solo un ragionamento e delle opinioni. Di questi giorni quindi, un atto eroico. Ma eccoci qui a farlo.

Uno dei maggiori siti del settore microstock del mondo, iStockphoto, fa pressing sui suoi contributors perché diventino esclusivi. Ora, non prendetela come la verità assoluta e andate pure a leggervi le regole e le faq precise, ma sostanzialmente l’artista (illustratore, fotografo, ecc ecc) “esclusivo” non può lavorare per nessun altro che per loro – nell’ambito del settore microstock: solo per loro. Se poi tu vendi quadri e nel macrostock o nel Royalty Managed sei non-esclusivo, è un’altra faccenda, ma restiamo nel microstock: lavori solo con loro.

Svantaggio sentito. Vantaggio: guadagni 4 volte di più e le tue vendite aumentano perché i risultati nelle ricerche del cliente sono resi automaticamente più rilevanti dal sistema.

Fico eh?

Domanda 1: fico per me, fico per iStock, ma è fico per il cliente? Cioé, di fico per lui c’è che di sicuro avrà una immagine che hanno meno cani e porci: non sarà anche su tutti gli altri siti di microstock. Ma mica è un’esclusiva per lui a meno che non spenda un tot. E quindi … quanto conviene a lui economicamente che io sia un esclusivo? Lui paga di più? Ed inoltre, dove sta la meritocrazia, ovvero la maggior qualità dell’esclusivo rispetto a quello non-esclusivo? Non mi risulta, non mi quadra, non mi convince.

Domanda 2: quanto durerà questo beneficio? Perché se domani iStock decide che si è fatta il suo bel portfolio di contributurs esclusivi, e deciderà (unilateralmente, come sempre succede) di variare le condizioni e dargli di meno e di non spingerli, questi piomberanno assieme a tutti gli altri ed in pià con un bel guinzaglione … quadagneraebbero quindi di meno degli altri.

Domanda 3: la somma di guadagni di 12 siti di microstock in un mese per un contributor non-eslcusivo, davvero è garantito sia superiore per lo stesso periodo per un contributor esclusivo? Non è garantito e nessuno lo dice, lo so, ma ragioniamoci: molti dicono “io sono eslcusivo e non torno indietro, si sta benissimo” ma invito a ragionarci su.

Domanda 4: in quale modo un esclusivo viene protetto dal furto del suo lavoro da parte di altri contributors che sono non-esclusivi e rivendono su altri siti di microstock? E dai semplifi furti su web da parte di chi – senza averla acquistata – copia una foto regolarmente acquistata e la usa su web? Un esclusivo ha servizio di controllo online, vigilanza e alert, e magari copertura legale? Come esclusivo dovrebbe avere qualcosa in più, dato che tutto il suo impegno è verso un unico partner… quel partner come protegge questo valore reciproco?

Free for noncommercial!

Software – Quando la licenza dice “free per uso non commerciale” , “gratuito solo per uso PRIVATO” oppure “shareware” , “trial 30 giorni”, ecc … ci sono tanti simpatici manager, direttori, proprietari di aziende, che considerano il software “gratuito”.

Ad esempio gli antivirus, pressoché indispensabili per Windows, ma nessuno li vuole pagare. Ma “quanto è illegale” installare (e tenere dopo il periodo di prova) un software free-fornoncommercial in ambiente commerciale, rispetto ad esempio all’underlicensing di un software dichiaratamente commerciale-e-basta? (acquistare UNA copia e installarne 25). Spesso a questi generi di pratica sono suggeriti con molta convinzione da parte di chi sta sopra nella catena di comando a chi poi se ne occupa… e se questi non lo fanno sono considerati negligenti (non hai obbedito, non fai quello che ti dico di fare).

Ma la BSA si gratta? Per dire: se la BSA – ammesso e non concesso – si occupa solo dei suoi associati, allora sbaglia, perché se quest’altra pratica la si lascia passare, agisce come la concorrenza sleale!

Se – sempre ammesso e non concesso – Avira free (esempio!) viene installato su 13 postazioni in un’azienda e mantenuto sempre, quanto è illegale, rispetto ad un Kaspersky acquistato in una copia e installato su 13 postazioni? Perché se “è uguale” e soprattutto chi controlla se ne frega di Avira, oppure Avast, oppure AVG … a mio avviso commettono un grave errore, perché in questo modo sembrache sia vero che il software gratuito-per-uso-privato sia gratuito anche in una PMI, da un Freelance o addirittura in una enterprise.

A me non pare che sia mai stato chiarito. Qualcuno lo fa?

No Copyright: Dal dentista si ascolta musica gratis

Interessante querelle (se seguite il forum un po’ tempestoso) sull’argomento “il dentista non deve pagare per la musica diffusa in sala d’attesa“. Per veder confermare questa sentenza ed essere sicuro che il principio sia stato davvero affermato, vorrei che i dentisti mettessero anche la TV accesa, un bel maxischermo perché la gente non si tedii. Se comunque quella non è la loro attività principale, perché no?