Controllate le vostre password

Controllate usando questi due strumenti:

Se vi hanno inculato la password dei vostri indirizzi e-mail.

Tutti.

Ne hanno recuperati DUE MILIARDI, quindi un controllino costa poco.

E casomai, cambiatela. No abcdfg, no asdfg, no qwerty, no 123456 e no data di nascita di qualcosa, qualcuno, anniversari, nomi dei cane, dei figli, morosi e cazzate familiari di questo tipo. La cosa migliore che mi sento di consigliarvi, ovviamente tenendo conto della formula “maiuscole, minuscole, lettere, numeri e simboli” è di usare il vostro DIALETTO. E di scriverlo come viene a voi. Una parola strana, dialettale. Oppure oarole inventate.

rufuffolabi$aglia12 <—- ottimo

thestadetaloc45! <—yeah

$faccimmimmoccammamm&t4 <—- wow

12694 <— la merda.

Se dovesse servire discutere sul perché questo sia importante… diciamo che è la base su cui si fonda ogni altro tipo di sicurezza oggi, in sostanza. Per arrivare a dati, soldi, informazioni.

no no no l’e-mail non te la do

E dateme sta emairellaaaaa

l’emairella gnornò gnornòò

So che ne ho già parlato. Ma nuovamente rimango stupito da questo fatto. Le persone non capiscono bene il funzionamento dei mezzi di comunicazione elettronica che si trovano in mano.

Vedo la foto di una che conosco e sua figlia. La figlia è molto carina. Le scrivo (a lei, non alla figlia) e le dico “tua figlia è davvero molto graziosa! Chiedile se vuole posare, se ha almeno 16 anni” “ma come, in che modo?” “lasciami la sua e-mail e vi mando lo spiegone!” “col cavolo che ti lascio la sua e-mail!”.

Non avevo grande voglia di separare i piezzi piccoli da quelli grandi di coglioni che mi tira questa storia, quindi ho solo lasciato un vocale per dirle “siccome la storia è lunga io ho un testo preparato che le persone se vogliono ricevono e leggono e quindi decidono che vogliono fare: del resto non saprei che danno i possa mai farti inviandoti una e-mail, ma tranquilla, se non vuoi lasciarmela non ci sono problemi! Se vuoi lasciami la tua! Ciao e buon anno!”.

Ma i gironi mi cogliano comunque. Visualizzate, specie se siete mamme: quale che sia la vostra preoccupazione, di cosa, davvero, vi siete preoccupate? Per favore, sul serio, no pancia, ragioniamo: perché non si da l’indirizzo e-mail alle persone? Come funziona l’e-mail? Pensiamoci assieme per favore. Non ho chiesto IL TELEFONO (cosa che qualsiasi ragazzino ti da, invece, più facilmente dell’indirizzo e-mail, porcattttroia della sicurezza) ma l’indirizzo e-mail. La cosa più gestibile, sicura, asettica, distaccata, meno invadente del mondo, tra persone.

Il motivo per cui nello scorso decennio abbiamo imparato a diffidare dal dare l’indirizzo e-mail è lo spam. E per qualcuno: i virus. Cioé stiamo parlando di problemi seri, tecnici, settoriali, ben definiti e circoscritti, specificamente correlati con attività negative che non partono quasi mai da individui, bensì da entità, che potrebbero essere aziende nel più normale dei casi di spam, o vari tipi di associazioni a delinquere o sistemi automatizzati sia nel caso dello spam, sia dei virus. Ma quanto spam c’è oggi? E ti difendi non fornendo il tuo indirizzo a delle persone? La raccolta e la generazione di indirizzi sono automatizzati. E lo spam è correlato ormai moltissimo alle abitudini di navigazione targettizzate, profilate, correlate all’uso dei cookies e dei social per chi non si protegge. E si proteggono solo quelli come me, nerd, paranoici, smanettoni per capirci.

QUINDI: cosa cazzo può succedere se mi dai il tuo indirizzo e-mail? Che …? Ti mandooooooo ….

Una e-mail! 🙂

CaZZOoooooooo! 😀 Terribile. Cosa posso farti con una e-mail, soprattutto dopo che ti ho avvertito esplicitamente? Che ti scrivo. Porcaminchia! Pericolosissimo! Certo, sono un vecchioporcochefotografaledonnenude e miafiglianonlavrai. Ma non mi hai detto beh, parliamone, io voglio sapere se vuoi fotografarla nuda. No: mi hai detto: col cazzo che ti do la sua e-mail! Questo mi fa girare i frascatelli! Ma sei scema? Ma si! Sei stupida. E ignorante. Tutte e due. E lo so, ti conosco, bella. E hai il sangue alla testa in due secondi, quindi pazienza, meglio perderti che trovarti, a te e alla tua discendenza. Ma resta il fatto – diffuso – che invece di usare l’e-mail come uno scudo, uno spazio-tampone che assorba il pericolo di un contatto diretto, di un telefono che è molto più invasivo, di un contatto facebook dove scrivi i fatti tuoi … no, hai PAURA dell’e-mail.

Se dovessi mandarti spam in due secondi mi denunci e mi aprono in due. E se tua figlia è minorenne, a parte che in tutta la mail c’è scritto: DEVI DIRLO AI TUOI, SE NON LO DICI AI TUOI NON FACCIAMO NIENTE, FAI LEGGERE QUESTA E-MAIL AI TUOI (ma ovviamente questa stupida – non per questo motivo – non può saperlo perché non ha ricevuto l’e-mail in cui questo è contenuto) – comunque non ha diritto di firmare un documento, la liberatoria, che mi da diritto ad usare le foto.

E ok, ok, mentre lo scrivo lo capisco da solo: non sanno delle cose, hanno paura giustificata per i figli. Ma ok. Ma siamo nel 2018. L’e-mail è nata prima 15 anni prima di me, ok? Abbiamo usato il telefono, le lettere, le cartoline, gli sms, e un sacco di altra roba con più consapevolezza del mezzo. L’e-mail è meno pericolosa di altri mezzi. Se tua figlia l’avessi trovata per strada le avrei parlato. Non è più pericoloso forse? Se l’avessi trovata su instagram (cosa che adesso è il 70% del mio contatto, e non sono io ad avvicinarmi per primo: sono loro) cosa credete che sarebbe successo? Che la comunicazione sarebbe stata mediata da un genitore? Assolutamente no. Se fossi un predatore sessuale senza scrupoli avrei gioco facile. Ciao come stai, vediamoci. 15 minuti e io vedo in faccia tua figlia. Ma io NON lo faccio. Io le dico: lasciami qui il tuo indirizzo e-mail e ti manderò informazioni scritte.

Io lascio VOLUTAMENTE una traccia scritta, dettagliata, repricabile, documentabile legalmente, a tua disposizione. Potrei usare i messaggi autodistruttivi in istagram, telegram e snapchat. I ragazzini lo usano, le mamme non sanno manco se premo qui oppure qua? cheioconquestecosetecnologiche. Ok, d’accordo. Ma allora l’e-mail, cara mamma? L’e-mail è del tempo tuo, non di tua figlia. Per tua figlia l’e-mail è “quello che ho usato per iscrivermi a facebook” (sic).

Seguo volutamente questo iter preciso. Innanzitutto ti lascio il mio indirizzo, io, se sei per strada. Non tu a me. Se TU vuoi mi scrivi. Io non so chi sei, come ti chiami, il tuo telefono, niente. TU sai chi sono io. Se mi scrivi (e quindi mi darai il tuo indirizzo) , io ti risponderò, mandandoti informazioni. A questo punto cosa avrò io di tuo? Il tuo indirizzo e-mail. E basta. E un po’ della tua attenzione.

Tu cosa avrai di mio? Nome, cognome, telefono, indirizzo e-mail, zona di casa mia, zona dello studio, e se scendessimo nei dettagli tecnici, una miriade di informazioni contenute nei metadati. Ma lasciamo perdere. Non solo: nella mail ti spiego ogni cosa. Ti fornisco esempi, ti do il collegamento per vedere il lavoro, ti dico che faccio anche foto di nudo ma che se sei minorenne non esiste. Che se sei minorenne DEVI far leggere tutto ai tuoi quantomeno perché loro firmano documenti.

Se le cose funzionano allora si, mi lasci i tuoi dati. Ma comunque lo fai perché hai deciso di posare, di venire personalmente da me: il lupo. E se sei minorenne deve venire chi firma i documenti! TU, IL GENITORE.

Ma se sei stupida come una capra, allora hai paura di lasciare il tuo indirizzo e-mail ad uno sconosciuto. Pensateci, per favore. Cos’è un’e-mail tra due individui? Non aziende. Non banche. Quell’indirizzo lo hanno dato almeno a 6 social diversi. Cosa posso fare io, di differente, senza che voi possiate intervenire in modo ragionevole, civile, responsabile?

Daaaaaaaaaah

la ricerca di email.it funziona ogni tanto?

Lo chiedo a chi usa email.it per la posta elettronica. Lo uso da diversi anni. Ai tempi offriva pop/smtp/imap/ssl … tutte cosette che ben pochi altri (poste.it, tra gli altri, ottimamente, ma con meno spazio) fornivano in servizio gratuito basic. Poi è arrivato gmail, e quindi non era più straordinario.

Ad ogni modo, non li ho mai mollati, da anni. Raramente uso il servizio di ricerca, ma io non l’ho mai visto funzionare. Sempre “spiacenti, tra un po’ torna” e via dicendo. Ditemi voi: l’avete mai visto funzionare?

l’iscrizione è gratuita, ma i servizi no: bella fregatura! #temporarymailaddress

Se entri un negozio e non ti danno la roba gratis, la cosa non ti turba poi tanto: è normale, ma non ci sono inganni, nessuno tenta di farti credere che ci sia qualcosa di gratuito… se non entri nel negozio non compri di sicuro: farti entrare a pagamento sarebbe una stronzata che non verrebbe in mente al peggior commerciante del mondo (quella di farti uscire si, naturalmente, come ben sanno i banchieri … ma si tratta del conto, non della banca: sarebbe sequestro di persona con riscatto).

La differenza, su internet, è che la “fidelizzazione” inizia con la registrazione: non esiste l’ingresso gratuito in molti posti; come se per leggere le mie quattro idiozie servissero utente e password. C’è la “registrazione” gratuita. Ma non è affatto gratuita: paghi con i tuoi dati di registrazione, con la possibilità di farti rompere le scatole all’infinito se, dopo esserti fatto un giretto per il loro negozio, visto due vetrine e considerato che non te ne frega asolutamente nulla, esci e ti dimentichi di loro per sempre: una cosa normale, questa si.

Non entri al supermercato e ti chiedono la carta d’identità e il numero di cellulare. Certo, ci provano (tesssere, card varie) … ma in primis la legge sulla privacy impone che separino le due crocette dell’assenso al trattamento dei dati per finalità normali e quelle per il marketing … e secondariamente puoi farne a meno: la porta è aperta, gli scaffali non chiedono la password e le credenziali sufficienti alla cassa sono i soldi. Se mi voglio comprare una mozzarella e due merendine posso farlo anonimamente.

A molti molti detrattori dell’anonimato che sostengono il fascista “se non hai niente da nascondere” eccetera, vorrei chiedere: io non ho da nascondere nulla quando compro la mozzarella e le merendine, ma sono cazzi miei. Prendo, pago. E rimango il signor nessuno. Lo stesso vale per qualsiasi attività della mia vita, come principio base: o te ne parlo io, oppure per entrare si bussa, si aspetta e se nessuno dice “avanti” non si entra.

Chiarito sommariamente questo, voglio ricordare a tutti e 2 i cari lettori che la mia sensazione, se mi DEVO registrare per vedere semplicemente quello che c’è nel tal sito, forum, servizio, socialkaz …  ci mancherebbe altro che NON fosse gratis. Ma è seccante. E se quando entri di gratis non c’è niente di interessante, non c’è niente di utile PER TE, gratuitamente, allora è una fregatura, è fumo senza arrosto, è utile a loro, anche se non è una truffa. E, quindi, se per te non c’è niente… consiglio  di non dare niente di vostro , utile a nessuno. Una tecnica base, che molti internauti della seconda o terza generazione, e soprattutto molti nativi digitali , stranamente, non sempre conoscono: per curiosare in giro usate delle e-mail farlocche, dei raccoglitori di spam, delle mail create ad hoc che usate solo per la gente o le ditte che non conoscete, di cui non vi fidate, e registratevi sempre con nomi di personaggi storici possibilmente morti da tempo e che non siano noti ad uno studente delle elementari.

8 volte su 10 avrete agito molto saggiamente. Due volte invece vi toccherà rifare la registrazione perché avrete beccato un’attività commerciale interessante, un servizio utile e qualcosa di offerto gratuitamente a voi quantomeno a compenso dei vostri veri dati. Continue reading →

#poste.it privatizzazione e il porco 2

emailTanti anni fa qualcuno mi disse che “l’e-mail è un diritto inalienabile di ogni persona fisica e lo stato italiano ti garantisce un indirizzo e-mail sicuro ed affidabile attraverso le poste” … ed al di là del similproclama e della libertà wannabe denoantri … poste.it faceva un lavoro egregio: garantiva il servizio POP, SMTP, IMAP (pochissimi lo facevano!) e garantivano tutto questo via SSL (ancora meno facevano questo!) …

E’ spuntato email.it che faceva qualcosa (ma oggi ti fa penare davvero tanto e non so se durerà … mia sensazione personale) … e poi è spuntato google che faceva tutto, meglio, deppiù. A parte ovviamente farsi i fatti tuoi in maniera internazioanale. Ma in modo discreto. Ma tecnicamente il servizio è risultato pressoché ineccepibile. Continue reading →

i tempi cambiano solo dove dico io

Tranquilli, non è una mia opinione… o almeno io penso di non essre così…( eh, credevi e invece… )

Ad ogni modo: leggevo un libro – che in ogni caso vi consiglio, ovverosia “i rimedi della nonna” – ed il titolo di una certa sezione relativa alla cura dei bambini (figli, nipoti) dice che “i tempi cambiano” e quindi bisogna adeguarsi (si riferisce al fatto che in materia di privacy e di “leggerezza” nell’andare a prendere i figli dei propri figli, oppure di quelli di amici – immagino nei paesi anglosassoni, da noi ti possono rapire tranquillamente – e premunirsi di credenziali ben visibili oppure annunciare ed organizzare la cosa con la scuola preventivamente.

Ottimo, e qui – dice – ci si adegua. Occhéi. Continue reading →

onlain

foto di donna anni 50

potrebbe essere stata mia madre, ai suoi bei tempi

Mamma: Sentiii – mi chiede guardandosi attorno in modo circospetto – posso chiederti una cosa che sicuramente tu la sai?
cg: certo, se so: dico. Spara!
mm: che cos’è l’onlain ?
io sorrido un po’ e inizio a pensare… intanto lei
mm: … perché tutti dicono onlain. E vai onlain, e fallo onlain, e adesso anche l’Elisabetta mi ha detto che faceva quella carta del dottore onlain. Ma che cosa vuol dire? Perché non parlano normale?
cg: “su internet”, “via internet” …
mm: ah! Ma perché non dicono così? Era più facile!
cg: eh… si, vero. Ma se l’Elisabetta ti diceva che aveva fatto la carta del dottore via internet, tu capivi come aveva fatto? Era normale?
mm: noo. eh. Però capivo che era su internet. Vai col computer… su internet. Ecco.
cg: e ti fai la carta.
mm: si.
io: e quindi adesso te la fai anche tu?
mm: eh no, che ne so io, non so neanche cos’è internet. So che ci sono le cose dentro e che ci sono tante brutte cose e anche tante belle cose e l’imeil.

La mia mamma non è giovanissima, ma se questo vi ha fatto sorridere, sappiate che tempo prima era successo questo: Continue reading →