fratello degenere

Natale non si smentisce mai; quello classico, il natale “in famiglia” per me è sempre una merda. Il grosso problema è quello di averne un preambolo descrittivo, un’idealizzazione e quindi un’aspettativa che non hai mai, mai corrisposto alla sua effettiva realizzazione. È sempre stato spiacevole nel suo bilancio totale: ci sono momenti, ma l’atmosfera generale è quella che costringe persone con comportamenti disfunzionali a stare a stretto contatto in un ambiente ed in una situazione che richiede invece un comportamento adeguato, per fare quello che deve: dare felicità e serenità. Se uno ti frusta e ti dice “SORRIDI!” che cazzo ti aspetti?

Non mi aspettavo che fosse il COVID-19 ad essere un problema e non lo è in effetti stato.

Guarda come distruggo bene i miei rapporti interpersonali e miei agganci col mondo!

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non ero io (50ma puntata)

Un po’ di chiarezza con lei. Le richiedo “com’è possibile che tu abbia avuto quello che hai chiesto e adesso tu sia risentita del fatto che quello che era il tuo ragazzo ora cerchi di essere felice invece che andare dritto verso la morte, cosa che sai non essere uno scherzo?”.

Dal punto di vista irrazionale dice, un po’ di fastidio me lo da. E lo so che non ha senso. Quindi non ci pensiamo.

Bene, lo capisco. E’ come essere geloso di tutte le tue ex. DENTRO di te, esiste quella bestia che vuole essere il capobranco e dominare le femmine in mezzo alla savana. Che si batte il petto e insemina ogni cosa. E quando accade ti sfotti da solo in testa. Quindi non vedi perché, se lo capisce, non può pensare lo stesso. Tutte le tue ex per lei sono stronze troie grasse brutte eccetera e quelle future peggio. Ok. Lo dice sapendo che è irrazionale? A posto.

Ma il resto, dice, l’ho capito. Era per F. (il suo Acquaman). Che si sta scopando delle altre. Come se lei non lo avesse fatto. Ma era così, ha pensato che “tutti sono felici tranne me” e sotto sotto forse pensava che io non avrei cercato di esserlo. Ma se c’è una cosa che mi ha cambiato proprio lei è stata questa: farmi capire che mi mentivo. Quindi ora non può lamentarsi. E lo sa. Sapere di me le ha fatto ricordare che quello che per lei è strafigo e del quale si sta innamorando, però non è solo per lei. E questo le ha fatto pensare per un po’ “ecco uomini di merda tutti poligami tutti con l’harem” … e ovviamente dimenticando che lei si è scopata il suo migliore amico (di lui) andando a sentire “cosa pensa”. Denigrandolo poi per la sua scarsa prestanza fisica. Con me, non con lui. Almeno questa delicatezza l’ha avuta. Avere a che fare con i 20 anni è difficile. Sono sanguigni, spontanei, stronzi, sinceri nel pensiero immediato e poco etici e sinceri con sé stessi. E’ un casino in quelle teste.

Io non ero troppo turbato. Ma mi sembrava davvero il colmo: volere tutti per te al tuo servizio. E invece no. Siamo persino usciti a mangiare e chiacchierare. E si sente di nuovo bella, quindi potrà posare. E come mai si sente di nuovo bella? Perché lui che di solito dice merda di tutto si è lasciato sfuggire qualcosa di positivo. Certo che Ferradini mi viene ancora sempre in mente eh. Però … però a ripensarci, credo che tutto , anche quella volta, quella della mia epifania riguardasse comunque lui. Era lui che non le aveva dato l’idea di essere abbastanza bella?

Beh questa volta me ne fotto. Senza cattiveria: sono fatti loro. E in tutto questo c’è stata la mia epifania artistica. Quindi grazie e buon proseguimento nel tuo romanzo di formazione.

forse vuole un prete? (49ma puntata)

Per tutte le feste non l’ho sentita. Nella mia e tua follia, lei non c’era. Anche auguri era “si si, auguri” (nel tono, nella fretta), ho detto beh, ok, siete amici, è ventenne, tu hai altri pensieri, lei ha altri pensieri, ora che ti ha archiviato come “ok ho un amico a disposizione, a posto, altra tacca sul mio legnetto”. Può darsi, me ne fotto, gli amici sono amici, non fanno troppi conti.

Sono qui che rendo le fighe più luminose (questo è letterale)* quando mi arriva un messaggio “vieni in studio?”. Non avevo intenzione o necessità. Ma la domanda è ambigua. Chiedo chiarimenti. Dice che vuole “supporto morale”. E allora ok, ci sono. Ho deciso di esserle amico, e a dispetto di quel che disse lasciandomi, io sono affidabile cazzo, cazzo si, se sono affidabile. Nei limiti delle possibilità umane non do parole che non posso mantenere. Certo, certo che lo faccio, ma in modo non intenzionale. Quindi finisco un po’ di lavoro e vado, dice che non è al freddo perché sta con il gruppo che suona davanti al mio studio.

Arrivo, sembra che siano tutti li in tranquillità. Mi fanno tutti “si esce a bere qualcosa?!” e io la guardo e lei faccetta felice tipo “siiii!” e iniziano a fare quelli che ti convincono ma io li stoppo e chiedo a lei “dunque?”. Perché non sono uscito la sera prima di un servizio che inizia mattina presto per andare a bere. Non io. Io non bevo, cazzo. Per fortuna mi conoscono tutti, sono il solito stronzo che non ama bere in gruppo, lupo solitario (non è vero: ci sono anche andato: ma come regola generale è vero). La guardo bene, le chiedo con gli occhi “mi volevi qui per un problema, adesso vuoi andare a bere con la ciurma? io sono qua per te“. Ma niente, facciamo il capriccetto, ha fame. Se sono il babbo-zio, bisogna nutrirli ‘sti cuccioli. Per fortuna mi ero dato il tempo di usare la struttura per stampare delle liberatorie, almeno il viaggio non è andato in culandia. Saliamo in macchina e scopro in pochi secondi che il supporto morale necessario era per un vaffanculo momentaneo de sticazzi del porcoddue. Proprio il tempo di andare al pub. Le faccio “cioè, mi hai detto che avevi bisogno di supporto morale perché non ti fanno il trasporto, principessa, nella tua tonalità e siccome la Regina Oscura del Male è abituata che i sudditi che studiano al conservatorio non fanno fatica a farlo allora se lo aspetta da una band rock-ska? Sul serio? Supporto morale?” “si perché mi dicono che se non si possono fidare che io ci sia davvero poi devono ritrasportarsela in un’altra tonalità e bla”. Toh, mi viene da ridere. Qualcuno, che non sono io, le fa notare che non ci si può fidare che lei resti. Nemmeno in una cazzo di band. Che poi. “Nemmeno”. Il motivo per cui le band esistono è che non si separano. Per la maggior parte. Non è che sono fighi. No, vanno d’accordo, si fidano, ci sono, non se ne vanno, non mollano, restano uniti e cercano accordi. E la base è che si possono fidare.

Comunque questo richiede circa 4 minuti. Al pub le faccio presente un dettaglio di una cosa che le fa dire “e tu che ne sai?”. E capisce che non sono stato asessuato. Che mi vedo con qualcuno.

Vedo che le crollano le spalle e le si spegne la vista, di colpo. Continue reading →

l’acchiappafantasma (xx?)

Plin. Messaggio da lei. Vuole radersi di nuovo a zero. Lo dice a me perché non ha coraggio, perché è in un periodo di merda, voglio drogarmi, sono alcolizzata, bla. Un po’ la conosco. Le dico dai, ti sbatterai qualcuno, riprenderai fiducia, farai quello che devi fare, coraggio e tanti saluti: e che stai bene rasata a zero lo sai già, ne hai testimonianza fotografica e non ricevo che complimenti che non so mai se attribuire a me o a te. Quindi và e radi. Pure sotto, che sai che liscia è adorabile.

Niente, non ce la fa, ha bisogno di me, che la rada io, che le dia coraggio, come l’altra volta. La voce mi dice: tu la ami, lo sappiamo. Ma sai che lei non ti ama. Ci prova di nuovo: amico. Gli serve un amico. Gli “serve” capito? Ha questa necessità, ti è chiaro che ho usato il verbo giusto e non a caso vero? vero? hey! cosa stai fac… Continue reading →

aiutami, in questa eutanasia

La differenza tra chi si è sposato è dentro al testo, ma io la sento, sempre, comunque mia, da tanto tempo. Ho smesso di trovare Baglioni melenso tanto tempo fa; forse da quando lo sono diventato io?

sono anaffettiva (44ma puntata)

Dopo avermi lasciato lei è stata subito con uno, innamorata, dopo avere detto a me di essere innamorata e tante belle cose. Poi non era giusto. Per cazzate, devo dire, ma chissenefrega, che si fotta lui e la sua sfiga, pazienza. Poi se ne è fatti altri due. Mentre io lo sapete bene cosa provavo, lo sapete. Comunque non lo sapevo, quando mi ha ricontattato, quando ho fatto il mio “rito mensile”.

Ma non me ne frega un cazzo, guardate un po’ . Perché quando l’ho conosciuta era chiaro quanto le fosse semplice scopare in giro. Me lo diceva proprio “potrei persino fare la prostituta: ho una grande facilità a fare sesso”. A suo tempo poi decise che non voleva la storia leggera, che voleva quello che volevo io, e voleva me. La Storia D’Amore, la Storia Vera, l’impegno. Certo aveva 20 anni, ora 21, tra un po’ 22.

Per cui non so… quando vedo che fa la sua mossa, quella “io pratico il distacco” … come fa con me, così fa con questi. Si distacca, non ci sono più. Mi illudo forse.

Comunque questa nuova versione è “amareggiata dai maschi”* e non vuole lasciarsi andare perché ha paura di affezionarsi. A chi, a me? Cioé tre mesi fa eravamo assieme… Comunque ora ci frequentiamo e basta, niente fisicità, anche se sa che la voglio. Forse nella sua testa si è fatta l’idea che l’astensione poi fa sentire tutto migliore, cose del genere. Ad ogni modo io sono stato chiaro: io non voglio un’amica. E non mi interessa una storia che non sia intrisa di tutto, a partire dalla passione fisica, che non vuol dire fare le orge se non ti viene, ma sentirsi vicini, anche abbracciarsi, toccarsi piano, accarezzare, baciare, sentire la tua pelle. Anche sentire il tuo culetto nelle mie mani mentre ti abbraccio solo per abbracciarti, senza fare chissà che se non è quello il momento. Amo baciare. Continue reading →

non gioco più con te

Da quando è in grado di esprimere qualcosa, osservo mia nipote, di solito in momenti di “crisi” e quasi sempre mi viene da dire “siamo così, noi tutti siamo così – io di certo”.

Fa i capricci. Vuole che lo zio e la zia restino a giocare. E non vuole mangiare. Vuole finire presto di mangiare per… tornare a giocare con lo zio e la zia. Ma lo zio e la zia devono andare via, anche loro a mangiare, a casa loro. “Chi resterà con me?” – piange. “Chi giocherà con me?”, singhiozza.

E io singhiozzo allo stesso modo, 41 anni più di lei, scricciola, che ha tre anni e mezzo e sua madre se ne sbatte se piange, ne ha pieni i coglioni e non vuole essere manipolata dai ricattini del piagnisteo, dice. Fa la dura, fa quello che si deve fare, quello che io non so fare con i bambini, altro motivo per cui sarei un padre di merda, che come il medico pietoso fa la piaga verminosa. Ecco, mi dico, non sono cresciuto non solamente dai 17 anni. No. Non sono cresciuto dai 3. La sindrome dell’abbandono. Piango sul serio, in macchina, da solo. Ormai da settimane. Non devo convincere nessuno per smettere di mangiare la pappa.

( La mamma è l’universo, mangiare la pappa è sopravvivere, se vi serve l’allegoria, la metafora, il parallelo artistico. ) Continue reading →

razzolo male

Il detto recita “predica bene, razzola male” (il calzolaio ha le scarpe rotte, medico cura te stesso … ecc) … riguardo al fatto di chiudere-ogni-contatto io sono il consigliere n.1 di questa pratica: “cerca di evitare i posti che frequento e conosci anche tu / nasce l’esigenza di evitarsi per non ferirsi di più” ci diceva il buon Battisti … Beh, concordo. Non vorresti chiudere? O vuoi? Ma comunque vi amate. O comunque soffri. O comunque sai che sarai in astinenza da amore.

Come fare?

DISTACCO NETTO: ban su tutti i social: Facebook E messenger soprattutto, BAN! BLOCCA! – Whatsapp BLOCCA, BLOCCA sulla rubrica del telefono sia SMS sia CHIAMATE, BLOCCA instagram, blocca G+ , youtube e qualsiasi cosa su Google; blocca HANGOUTS, blocca telegram, blocca snapchat e qualsiasi altro sistema. Avverti, su ogni sistema, come mai lo fai, un secondo prima di farlo. E fallo, e non sbloccare, resisti, resisti TRE MESI. Se sei in grado, fallo in modo EDUCATO anche con l’e-mail (metti un autoresponder dedicato e con autocancellazione, se riesci).

In quei tre mesi sarai a grattare le pareti tirandoti via le unghie fino al sangue, piangerai, penserai a chi non puoi sentire o vedere. Non cercare, non annusare l’aria, non andare casualmente in certi posti. Smettila, non farlo, non farlo mai.

Ecco, chiunque abbia seguito alla lettera il mio consiglio, ha avuto successo. Non ha sofferto più, si è ripreso, si è rialzato. Mi ha ringraziato, mi ha detto quante ne so, cazzo avevi ragione, cazzo si è successo così ma tu mi avevi già detto come fare… e grazie perché quando stavo per non farcela ti ho chiamato e tu.

E io non l’ho fatto. E io sono a terra come il più schifoso cocainomane a cercare la dose, ad annusare come un cane che forse sente puzza di lei se si è sfregata su un muro, su internet, in qualsiasi posto. E che cerco di non farglielo sapere (status di whatsapp a parte) e di non contattarla, di non fare lo stalker, di tenermi il dolore per me anche se mi manca come se mi avessero tirato via le ossa.

Perché io i consigli li do a voi, cari e care, perché so che siete forti: VOI potete seguire i miei consigli perché siete solo caduti un attimo e vi rialzerete. Io sono sempre stato un debole, fragile, codardo, pauroso pisciasotto e frignone viziato. E del resto non mi interessa di dimostrare al mondo che sono un duro che spacca. Che me ne frega? So quello che voglio come condizione per trovare gustosa la vita.

per me sei morta – ovvero “elaborare il lutto”

Perdita. Prima avevamo qualcuno, poi non lo abbiamo più: questo qualcuno potrebbe essere una “versione” di qualcuno, oppure il “nostro” qualcuno. Quando avviene questa perdita, per chi prova sentimenti così profondi (o se volete è ossessionato?) , è come quando una persona, letteralmente, muore.

Non esiste più: i suoi ricordi meravigliosi ci sono solo per farti pesare ancora di più la sua mancanza, il solco che lacera nel tuo cuore, e incide ricordi per sempre: immagini, parole, situazioni, suoni, concetti, discorsi, ragionamenti, scambi … si sono ormai riversati dentro di te con te attentissimo ad ogni cosa: era il tuo amore, era una persona importante, era un parente, era un amico.

Ma non c’è più. Vi siete lasciati? Non c’è più: per te è lo stesso, è come una persona morta. Puoi ricordarla, ma non tornerà indietro. Fa male, ma cavolo… tu non hai colpa: questo può aiutare a non pensare se avessi detto o fatto, se io fossi in un altro modo. Se io fossi in un altro modo mio zio non tornerebbe: è morto, mi manca, mi ricordo i suoi insegnamenti, alcuni suoi discorsi e ragionamenti sempre validi e salaci. A volte un secondo dopo aver sorriso per il ricordo mi aggredisce l’amarezza per il non averlo più con me, per non potergli chiedere “zio, ma tu che ne pensi?” e sentire un ragionamento niente affatto scontato, frutto sia di cultura che di esperienza, e sempre calato in due centimetri di umiltà e di condivisione umana. E invece no. Invece sono solo e lui non c’è.

E così le decine di ragazze che oggi non sono più ragazze che sono state mie. E quelle che sono ancora ragazze. Devo fare finta che siano morte, morte per me, finché non posso accettare queste nuove persone che sono diventate, fino a riuscire a parlarci tranquillamente, lasciando che il mio amore verso quello che erano per me prosegua all’infinito dentro di me, perché io non smetto mai di amare quella persona. Semplicemente quella persona smette di esistere in quella versione, spesso, oppure smette di darmi disponibilità di quella esistenza per meAffrontare il lutto per la loro perdita, allora, diventa salutare.

“now you’re just somebody that I used to know”, dice il poeta, no? Ecco, arrivare a questo che sembra triste, in realtà è un sollievo.

Fine. (29ma puntata)

Quando ancora eravamo assieme alla radio è passata questa canzone e giuro che ci ho pensato, ci ho pensato tanto. Si, certo, ho paura. Si, certo, rischio calcolato. Ho 43 anni e non ho fatto l’esperienza in 20. Ma ci ho pensato, ho pianto forte, perché mi sento una merda come lui vuole che tu ti ci senta.

Io non rischio quasi mai. Il mio rischio è vero, è calcolato. Molte delle cose che faccio sono dettate dalla paura. E dalla paura ero? Sono? uscito con fatica in un po’ di anni. E ho recuperato la pace, o almeno l’avevo fatto, un po’, senza abbandonare molto la disperazione. E che ho paura l’ho sempre detto. Vincerla non è così facile per me come lo è, evidentemente, per altri.

Ma mi sto giustificando. Continue reading →