Boomer ang

Una mia anzianità. Oggi un piccolo battibecco su quella che lei considera una mia rigidità. I fatti: oggi pomeriggio l’ho pigliata per andare a prenderci un caffè; in casa di sua madre perché è gratis, non vedeva l’ora di uscire. Arriviamo in loco, arriva telefonata del suo attuale tipo, si premura di “non farsi sgamare”, poi lo fa e sta a giustificarsi con lui che “non ci vediamo tutti i giorni” (al quale non interessa, anche fosse) … lei che è per il femminismo. Indipendenza non ci siamo, né come autosufficienza, né dal maschio. Se la prima è ok per l’età, la seconda non è coerente per ciò su cui attualmente si infervora. Mette giù, prendiamo il caffè, mi racconta un video e poi me lo vuol far vedere. Mi rifiuto, di persona voglio te, poi il video l’ho capito, non è un film, me lo hai raccontato. Si offende credo, vedo, si trattiene, ce ne andiamo.

Verso sera le mando un video, premurandomi di specificarle che per i suoi standard è lungo: ogni volta che le mando qualcosa mi dice che è lungo, i messaggi erano lunghi, ogni cosa era lunga, gli scritti lunghi. Visto che il video riguardava un argomento che le sta a cuore e di cui parliamo, la avverto che è lungo, ma che il suo contenuto vale la pena.

Mi dice “ma è di Mercadini, non importa se è lungo, lui mi piace! E poi sei tu che non vuoi vedere un video di due minuti, che sei rigido!”.

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lavoro e bambini, una giornata contrastata

Passo nella ditta che mi affitta lo studio. Di fronte al parcheggio vedo scendere una donna che intendeva farmi da modella di nudo, con il suo bimbo appeso al collo con una imbragatura. Le chiedo come va, vedo che va bene, le chiedo se si stia rimettendo a posto (panza) e lei si, faccio palestra, mi sono presa molta cura di tutto oltre che sua (e indica la bimba). Tra l’altro, stupita (ahahah, io no, ormai… ) del fatto che – mi dice – stranamente suo marito abbia storto il naso riguardo alle foto di nudo: “non credevo sai?” mi dice. La accompagno dentro e iniziano le feste alla bimba, tutte si alzano, poi escono gli altri dagli uffici, ci si sposta in sala mensa-caffè, arriva qualcun altro … lei si becca tutte le coccole ed intanto fa per spostarsi verso altre aree e far vedere la bimba ai disabili che di solito segue (che bella cosa! pare che siano felicissimi di vedere i bimbi piccoli e coccolarli – non sapevo) … e nel frattempo arriva anche un’altra mamma in maternità… e si agg8iunge altra gente, tutti a fare le feste ai piccoli; guardo l’orologio, sono le 11. Entra persino la luce del sole di taglio dalla finestra: entrambi i piccoli sono biondi con gli occhi azzurri e il sole passa attraverso quei capellini finissimi in un modo incantevole. Si guardano attorno con gli occhioni, capiscono di essere al centro dell’attenzione. Continue reading →

educazione integra

Volevo intitolare il post come una cosa che mi è rimasta dentro: “L’educazione delle canaglie” (che non so quanto abbia a che fare con “l’educazione di una canaglia”, libro), un audio-qualcosa, audiodramma, spettacolo audio-fonico … non so definire ora. a era cinicamente meraviglioso. Trovate una via per ascoltarlo (eccezionale) cliccando (computer computer computer no cellulariiiiiiiii) QUI.

Ma non era di questo che volevo espellere inutili interazioni elettriche tra le mie cellule deputate alla formazione di pensieri.

Ieri mi chiama D. , un ragazzo… beh ormai ragazzo non lo è più tanto. Ha 25 anni e già lo scorso anno ha raggiunto quel genere di conclusioni alle quali io sono arrivato, credo… beh, a quarant’anni. E con lui si può tagliare l’età con l’accetta senza problemi. Era lui il ragazzino in motorino che rabbiosamente si lamentava che “quella cazzo di VECCHIA con il passeggino mi ha tagliato la strada!!!”

– Ma … D. … tagliato la strada… su delle strisce orizzontali bianche?
– Si… vabbè, ok, ma io ero in corsa e lei poteva aspettare
– E… D. … vecchia… secondo te quanto vecchia era?
– beh avrà avuto venti anni sicuramente!!!!

😀 Ok.

E’ stato un piacere vederlo crescere e ragionarci. E’ l’amico di M. , il figlio del Supremo Maestro. Era, dovrei dire, l’amico. Da quando M. si è messo con Kelly, ha peggiorato la sua condizione fino a vedersi privare anche della libertà delle amicizie. E siccome non risolve in modo intelligente, ora fa danno a sé e anche a lei. Ma D., invece, che ha la stessa età e faceva la stessa scuola, condivideva gli stessi interessi e anche l’umorismo, in buona parte, è venuto su in modo molto differente.

Ricordo la volta in cui se la prese molto, perché gli feci uno scherzo imbarazzante. Era sinceramente contrariato, davvero molto, vedevo il limite dato solo dal fatto che io ero un adulto. Ma questo adulto coglione ha scherzato con lui come un coetaneo, esattamente nello stesso modo. Era a telefono con una potenziale conquista femminile, una che gli interessava. E io ho fatto il mio tipico scherzo. Ho detto qualcosa di imbarazzante ad altissima voce in modo che si sentisse dall’altra. La tipa dall’altra non so se abbia reagito male o cosa. Lui però si, si arrabbiò, temeva di perderla, temeva di avere rovinato l’incontro. Aveva messo tutto il carico su sé stesso e tutto il potere giudicante su di lei.

Fu la prima volta che parlammo sul serio: gli dissi ok, io non mi sento di avere fatto una cosa che tu possa giudicare davvero 100% male, ma ti senti male e per questo ti chiedo scusa. Ma non mi fermo qui: ti chiedo invece: tu sei sicuro di voler stare con una stupida? Cioè, la tua testa capisce questo scherzo e ne ride di gusto. Tu davvero vuoi frequentare una ragazza che non riderebbe di gusto con te per la stessa stronzata? Oggi è questo. Domani cosa sarà? Un’altra cosa che non puoi dire o non puoi fare? Una cosa che a lei non manca di rispetto e non le toglie nulla ma che non è conforme ad un comportamento di plastica? Sicuro? Sicuro che vuoi che io non ti faccia più questi scherzi? Che mi astenga? Io sono sempre io, ma ecco, la prossima volta invece di avvicinarmi mi terrò a distanza, per rispetto a questo. E a te verrà sottratto qualcosa. Qualcosa che ti piaceva, ti faceva ridere, un po’ di sale della vita. Oggi sono io, domani un tuo amico, dopodomani tua madre o un gatto. Roba tua. Pezzi di te che tu hai scelto essere nella tua vita.

Troppa roba per un ragazzo?

Non per quel ragazzo.

Ci ha pensato e alla fine se n’è fottuto, ha pensato parola per parola a quello che gli ho detto. E non è uno plagiabile. Da quella volta mi chiama come chiama altri adulti che sente come parti di una famiglia, gente che lo ha accolto, che gli ha parlato sinceramente, non formalmente e da adulti che guardano i bambini in cortile che giocano. Io preferisco “fratello grande”. Oggi potrebbe dare molti consigli lui a me. Ha fatto un percorso scolastico sbagliato. Si è smazzato. Ha detto “non è per me”, ha ragionato sempre, ha cambiato, ha trovato la via, si è smazzato ancora, è un ricercatore, ha vinto borse di studio, ha mangiato unpo’ di merda in Italia e in un tempo ultracompresso ha capito quello che noi capiamo in 20 anni di lavoro. Mi ha chiamato finalmente per dire quante belle cose, che ci si aspettava fossero normali, finalmente ci sono nella sua vita. Tre anni di borsa di studio in Inghilterra e poi già pensa agli USA eccetera, anche se dopo aver visto la civiltà pura in Danimarca, vorrebbe andare li. Pare che in UK – lavoro a parte – l’inciviltà sia diffusa come qui, invece.

Differenze? D. è stato voluto e cresciuto con concordia, no è no, si è si, i soldi sono questo, provengono da questo, se non si può non si può, cerca di fare questo e questo, noi ci siamo, eccetera. M non è stato voluto davvero e sua madre lo ha sempre cresciuto viziandolo in un modo che ho sempre trovato assurdo: lei ha rispettato le regole e la cosa le rodeva il culo. Allora adesso io permetto a mio figlio di violarle tutte. Quindi non hai capito quali erano giuste. Non sei cresciuta. E ad ogni richiesta ripetuta più di 5 volte il no diventava si. E ad ogni culo sporco una mano puliva. E ad ogni voglio in qualche modo diventava si. E madre e padre avevano e manifestavano pareri discordanti e volontà opposte di fronte a lui. Suo padre lo ha “lasciato nascere” per paura della pressione sociale (che non c’era) su di sé. E si odia per questo e coscientemente ribalta questo odio sul figlio. La rovina della propria vita, del suo tempo, dei suoi soldi, del tempo di sua moglie sottratto a sé. Un egoista scemo, che ha fatto un solo fottuto errore. Peccato che comprenda la nascita di un essere umano. Che non ha amato e che lo ha sentito in modo chiaro, perché una cosa che non manca al maestro è la capacità di espressione, chiara, ragionevole, lucida, cinicamente glaciale.

E ha perpetuato il danno: M ha cercato come obiettivo “la morosa” , lei ha visto un fesso ma con DUE famiglie alle spalle che gli avrebbero sempre salvato il culo. Ha figliato. Ha rifigliato. Lei gli impedisce di vedere i propri amici, di frequentare gente, gli impone ogni puttanata (veg, no vax, homeschooling, qualsiasi cazzata in cui essere scettico ma mai verso chi lo è in modo corretto: la scienza) e alla fine, sotto sotto, c’è solo e sempre la paura dell’abbandono, della solitudine? Chi lo sa. Un disastro.

D. è tranquillo, proiettato verso il futuro, schiavo di nessuno, nemmeno di sé. Sono felice per lui, orgoglioso avrei detto… ma non è mio figlio, non siamo parenti. Sono molto contento per lui, contento che esistano posti giusti in cui le cose funzionano a dovere. In cui rispetti il tuo capo perché lo senti giusto, perché non è solo gerarchia pesante, ma valore, guida.

sei sempre lo stesso – QUINDI ADEGUATI

Più invecchi più alcune frasi hanno un carico di significato più pesante. Una di queste è “sei sempre lo stesso” detta come critica al tuo comportamento. Ma tu che hai a che fare con me, da quanto hai a che fare con me? E se dici che sono sempre lo stesso, perché non ne tieni conto? Cioé, in qualche modo vieni ad avere a che fare, tu, ti protendi verso, quel qualcosa di me che sai esistere e che ti sta sul cazzo, ma lo fai lo stesso, vieni qui, da me, proprio li, tocchi QUEL tasto, in QUEL modo e poi ti lamenti se rispondo, guarda persino in maniera prevedibile, tu lo dici, sempre nello stesso modo in cui ho sempre fatto ogniqualvolta tu hai fatto quella cosa in quel modo.

Quindi perseverare diabolicum sono io che sono permaloso o tu che inizi l’azione che darà come risultato il mio scazzo?

Sono io polemico o tu che sai che cosa penso di determinate cose e vieni a fare affermazioni contrarie da te date per vere e poi ti lamenti se io dico la mia?

E io, visto che si tratta di mia madre, come posso ancora cascarci? Come posso non sentire da lontano che arriva ‘sta merda e invece di rispondere come una molla non le rifolo una comoda balla, un’accondiscendente stronzata, una risposta qualsiasi gradevole, piacevole, che non urta, che tanto non succede nulla?

Certo so che questo modo di pensare e di agire lo trovo in altre persone. E un po’ mi urta questo.

Penso anche, con amarezza, che mia madre non è una persona che frequenterei, se non fosse mia madre. Del resto credo che nemmeno lei mi frequenterebbe, se non fossi suo figlio. E credo che si aspetti che la manifestazione di affetto sia la non-contraddizione. L’assentire al suo punto di vista. Ignorare il mio e il suo cervello.

Che grande tristezza. Lo farò.

migliorano per dispetto

brazilian shavingIn una qualche commedia uomo-donna con Jennifer Aniston della quale ho visto solo il trailer, lei per “riconquistare la sua attenzione” ricorre alla depilazione totale ovverosia la “Telly Salvalas”.

Questa cosa, in quell’istante, mi ha fatto esclamare “ma perché devi farlo DOPO? perché non lo hai fatto SUBITO e PRIMA? Così è finto, è solo una lotta per fare goal all’ultimo minuto e poi sedersi di nuovo a fare un cazzo! Se sei così, SII SEMPRE così!”.

Questo esempio estremo e vaginocentrico serve ad allontanare le femminette isteriche. Dovrebbero essere già andate verso la terza riga, assieme a coloro che non amano leggere. Continue reading →

Big freeze dei #muse mi ricorda tanto gli #U2, possibile?

immagine raffigurante due ragazzini gemelli

uguale a chi?

Avete sentito la canzone “Big Freeze” dell’ultimo CD “the 2nd law” dei Muse? Non vi ricorda suoni e passaggi degli U2 ? Cori, suoni, riff, tipi di sonorità … Sembra più che una strizzata d’occhio, una ispirazione, una frequentazione abituale… ovviamente mescolata a elettronica da videogame anni ’80 ma… provate 😉  A me comunque ormai i Muse piacciono un botto, anche se temo che Bellamy abbia preso troppo il sopravvento, trasformandoli da una BAND a “tizio-e-gli-altri”, cosa che non è mai una bella cosa.