trasferire denaro da paypal al proprio conto

quando sei ricco sei ricco

Come fare a trasferire denaro dal proprio account paypal al proprio conto corrente bancario tradizionale e usare i “soldi veri” invece di quelli virtuali?

Usate “collega conto corrente bancario” e NON accettate le condizioni relative a SEPA: vi viene proposto un mega tastone accetta continua si ok entusiasmo yeah: voi premete quello PICCOLINO con scritto “ignora”. In questo modo state dicendo che volete collegare un conto corrente bancario tradizionale per trasferire i soldi da paypal a quel conto ma che NON accettate di usare quel conto per alimentare paypal in caso di acquisti. Questo a meno che ovviamente non desideriate il contrario eh! Continue reading →

Videomaker: provate a lavorare per POND5

Nel settore microstock presso l’agenzia POND5 non è che si facciano i miliardi con la fotografia: ma per quanto riguarda il video HD ci sono dei microspezzoni che vendono a bomba. Io ve lo consiglio: sapete il fatto vostro? Ovvio che dovete poter fare dei movimenti di camera di qualità, sfocare come Dio comanda e insomma non avere la qualità del video di Telesalcazzo … vanno in pubblicità. Ma guardatevi attorno: ormai un decimo dei video low cost è prodotto con montaggi di video d’archivio. Tuffatevi: pond5 vende a bomba soprattutto quelli.

Have fun.

carta di identità valida per l’espatrio: rifatela e non fidatevi.

Se dovete passare il confine per andare, ad esempio, in Croazia e/o Slovenia forse pensate che vi basti la carta di Identità. Ed è così. Ma attenzione: se è stata RINNOVATA (che sia elettronica o cartacea, quella con il timbro di rinnovo, per intenderci) allora potreste avere problemi.
Ho chiamato due volte a distanza di 10 minuti il Valico Fernetti e mi hanno dato due risposte differenti: ma quella problematica* è quella da considerare, ovviamente (vi dico solo quella) : potrebbero non accettarla.

carta di identità con rinnovo timbrato

ad esempio

Dato che se ti fai millanta chilometri non ti interessa del bicchiere vuoto dell’ottimista, poiché non sono le opinioni a contare, ma i fatti (benza e autostrada costano) , CONVIENE correre a rifarsi la carta di identità. Inoltre sappiate che non vi possono dire che non ci sono i motivi per rifarla invece che rinnovarla: ecco la circolareContinue reading →

OperaBrowser … e mi leggo il giornale senza pubblicità

D’accordo: i giornali guadagnano e vivono grazie alla pubblicità. Eppure c’è modo e modo. Spessissimi fa schifo al cazzo. Spesso non fai a tempo a leggere UNA riga che parte un reindirizzamento assolutamente non voluto, spessissimo con la pubblicità parte DA SOLA la musichina… e non sempre è opportuno! (vedi “NSFW“).

Molto spesso sono semplicemente diventati talmente spaccaminchia che DAVANTI a quello che ti interessava appare un popup sempre più difficile da combattere.

E allora, come sempre, si tratta di una quesitone di misura: passata quella, scatta l’estremismo contrario.

Ed eccomi qui: con il blocco dei contenuti di Opera Browser (consigliatissimo!) non avete idea di quanto diventi strafico reiniziare a leggere il vostro magazine online preferito come davvero è stato progettato in redazione, senza quella quantità di merda che appare automaticamente attraverso i servizi di advertising pseudocazuali.

E’ ultrasemplice: tasto destro, blocco dei contenuti, si clicca qua e la dove ci infastidisce la schifezza, si clicca su “fatto”, quindi reload: fine. E se siete un po’ più esperti e avete capito da dove arrivano le schifezze più rompine, potete usare delle opzioni per scrivere direttamente a mano gli indirizzi anche parziali (caratteri jolly consentiti).

Provate: andate presso un sito che vi piaceva ma che ormai ha troppa pubblicità e usate questa funzione di Opera Browser: se gli articoli buoni ci sono ancora, vederli sarà di nuovo un piacere.

l’iscrizione è gratuita, ma i servizi no: bella fregatura! #temporarymailaddress

Se entri un negozio e non ti danno la roba gratis, la cosa non ti turba poi tanto: è normale, ma non ci sono inganni, nessuno tenta di farti credere che ci sia qualcosa di gratuito… se non entri nel negozio non compri di sicuro: farti entrare a pagamento sarebbe una stronzata che non verrebbe in mente al peggior commerciante del mondo (quella di farti uscire si, naturalmente, come ben sanno i banchieri … ma si tratta del conto, non della banca: sarebbe sequestro di persona con riscatto).

La differenza, su internet, è che la “fidelizzazione” inizia con la registrazione: non esiste l’ingresso gratuito in molti posti; come se per leggere le mie quattro idiozie servissero utente e password. C’è la “registrazione” gratuita. Ma non è affatto gratuita: paghi con i tuoi dati di registrazione, con la possibilità di farti rompere le scatole all’infinito se, dopo esserti fatto un giretto per il loro negozio, visto due vetrine e considerato che non te ne frega asolutamente nulla, esci e ti dimentichi di loro per sempre: una cosa normale, questa si.

Non entri al supermercato e ti chiedono la carta d’identità e il numero di cellulare. Certo, ci provano (tesssere, card varie) … ma in primis la legge sulla privacy impone che separino le due crocette dell’assenso al trattamento dei dati per finalità normali e quelle per il marketing … e secondariamente puoi farne a meno: la porta è aperta, gli scaffali non chiedono la password e le credenziali sufficienti alla cassa sono i soldi. Se mi voglio comprare una mozzarella e due merendine posso farlo anonimamente.

A molti molti detrattori dell’anonimato che sostengono il fascista “se non hai niente da nascondere” eccetera, vorrei chiedere: io non ho da nascondere nulla quando compro la mozzarella e le merendine, ma sono cazzi miei. Prendo, pago. E rimango il signor nessuno. Lo stesso vale per qualsiasi attività della mia vita, come principio base: o te ne parlo io, oppure per entrare si bussa, si aspetta e se nessuno dice “avanti” non si entra.

Chiarito sommariamente questo, voglio ricordare a tutti e 2 i cari lettori che la mia sensazione, se mi DEVO registrare per vedere semplicemente quello che c’è nel tal sito, forum, servizio, socialkaz …  ci mancherebbe altro che NON fosse gratis. Ma è seccante. E se quando entri di gratis non c’è niente di interessante, non c’è niente di utile PER TE, gratuitamente, allora è una fregatura, è fumo senza arrosto, è utile a loro, anche se non è una truffa. E, quindi, se per te non c’è niente… consiglio  di non dare niente di vostro , utile a nessuno. Una tecnica base, che molti internauti della seconda o terza generazione, e soprattutto molti nativi digitali , stranamente, non sempre conoscono: per curiosare in giro usate delle e-mail farlocche, dei raccoglitori di spam, delle mail create ad hoc che usate solo per la gente o le ditte che non conoscete, di cui non vi fidate, e registratevi sempre con nomi di personaggi storici possibilmente morti da tempo e che non siano noti ad uno studente delle elementari.

8 volte su 10 avrete agito molto saggiamente. Due volte invece vi toccherà rifare la registrazione perché avrete beccato un’attività commerciale interessante, un servizio utile e qualcosa di offerto gratuitamente a voi quantomeno a compenso dei vostri veri dati. Continue reading →

consiglio a mamme sole (e papà): assegnate dei compiti precisi

Un consiglio (non richiesto) ai genitori, specialmente ai genitori separati o single: assegnate dei compiti precisi ai vostri figli che rimangono soli: operazioni essenziali, azioni necessarie alla gestione della casa, attività che abbiate precedentemente insegnato loro a svolgere in modo chiaro. Meglio iniziare da piccoli e meglio far capire che sono loro che devono svolgere quella funzione, che serve, che è necessaria, che se la mamma arriva e quella cosa non è fatta farà tanta fatica perché la dovevi fare tu prima … e soprattutto quando (sempre) viene fatta bene, diligentemente o anche normalmente, bisogna far vedere che è stato apprezzato.

immagine raffigurante bambini lavoratori immigrati in america nei primi del 1900

mica così eh!

Non pensate che sia un trattamento da bestiole, retrogrado e reazionario. I ragazzi che quand’erano bambini si sono sentiti parte della “squadra-famiglia” (mi sento schifamericano da solo a dirlo) di solito non crescono a furia di “nonmenefregauncazzo”, “voglio”, “fattelo tu” e di infiniti perché … non intendo certo spingere alla creazione di una massa di minioperai decerebrati acritici: io stesso pensavo e rispondevo nella maniera succitata, ma nei pochi casi in cui fui coinvolto in compiti realmente necessari mi rendevo conto di cosa fosse la fatica degli altri perché ne avevo fatta anche io, di cosa significasse il tempo impiegato perché ne avevo impiegato del mio, di cosa fosse uscire col sole o con la pioggia, di far mancare o meno quel certo risultato. Piccole cose, apparecchiare la tavola, essere sicuri che la lavastoviglie (eh! mica andare in miniera!) è stata riempita bene, fare alcune pulizie della casa, magari far fare una certa cosa ai fratellini più piccoli … e naturalmente mettere in ordine (che palle).

Una piccola parte di “senso del dovere” si forma in questo modo. E di utilità, e anche di “essere in grado di sopravvivere occupandosi personalmente dei propri problemi”. Purtroppo non stiamo lavorando per un mondo migliore in cui queste cose non servano, in cui tutta l’umanità lavori perché nessuno debba più farlo in un prossimo futuro e per dedicarsi a cultura e accrescimento personali mentre delle macchine provvedono al nostro sostentamento. Quindi… il senso del dovere ci serve. Certo ci rende triste come chi deve. Ma lo sappiamo tutti … sad but true, il dovere esiste. Meglio toglierselo dalle scatole agilmente e fornire questa “tecnica” ai nostri figli.

Dovrebbero essere ovvietà.