Lavoro duro. Duro Lavoro. Kung Fu? Panda!**

Anni fa, all’ennesimo “eh, tu si che te la passi bene!”*, detto senza pensarci, ho risposto con la frase di rito “ci possiamo scambiare quando vuoi”.

L’ambiente industriale di qualche anno fa, parecchio pre-crisi, in cui i dipendenti si auto-suddividevano stupidamente in operai ed impiegati presentava spesso questa forzatura, quasi caricaturale, di “conflitto di classe alla macchinetta del caffè”. Quel signore burbero non aveva molti modi per manifestare quella che, in fondo, era una specie di pacca sulla spalla di un vecchio ad un giovane, fatta da chi non ha molti argomenti, non condivide molto con te per età ed ambiente… non ha molto da dirti ma ha delle frasi fatte, che di solito funzionano bene al posto del silenzio imbarazzato. Magari qualche giorno lo vuoi capire, altre volte ascolti il significato vero della frase. Metti mai che ti salti la mosca al naso, capita no?

Beh quel giorno non girava bene, così ho risposto, sempre rispettosamente, che se trovava facile il mio lavoro potevamo scambiarci quando voleva: anche in quello stesso momento. Sapevo quale posto occupasse e da quanti anni: non avrei saputo fare il suo lavoro subito, ma in mattinata avrei imparato e lo avrei lasciato a prendere il mio posto. Continue reading →

tristezze altrui #298437294387

Un ragazzo mi ha dato lavoro, un secondo lavoro, dal 2006 ad oggi. Sempre meno a dire il vero, ma comunque qualcosa. Questo mentre facevo il mio vecchio lavoro. Quindi a mano a mano che il mio vecchio lavoro andava verso la rovina, contemporaneamente ricevevo meno incarichi per il secondo lavoro. La crisi, il risparmio.

Ma questo ragazzo, per quanto sia una testa di rapa per mille cose, un maleducato in cento altre, resta comunque un ragazzo ed ha almeno una parte di ammirazione da parte mia perché ha una impresa in proprio. D’accordo, l’ha pagata suo padre. Ma resta il fatto che gestire da soli un’attività non è facile. D’accordo, la gestisce con suo padre. Ma suo padre invecchia.

Comunque io sono più vecchio di lui e per quanto non mi fosse stato richiesto ho ben pensato di ammannirgli pistolotti paternalistici in tutti questi anni: non sono cascati così male. Protesta, ma alla fine mi chiama anche per chiedere consigli, non solo per darmi lavoro. In un certo senso fa piacere, anche se mille altre volte è una rottura di maroni perché, credetemi, non è un bel disquisire.

Tra alti e bassi mi è capitato quindi, ricordo, di osservare che lasciava fare troppe cose a suo padre: era vecchio e, Dio ce ne scampi, poteva restarci secco in qualsiasi momento. La pigrizia e le scuse che la mascheravano sono state infinite. Il delegare mestieri pagandoli (e cercando di non pagarli) ad altri non è mai diminuito. Pochi o nessuno i corsi strettamente legati alla sua professione.

Tanto, però, l’impegno da negoziante, da mercante, da “stratega della vendita” per cercare di farcela, di inventarsi qualcosa, di stringere alleanze o dividere spese …

Ma è un ineducato, un diseducato, un refrattario all’educazione. Uno che si vanta di mal sopportare determinate regole.

Ora me lo trovo a notte fonda, da solo, a rendersi conto che suo padre si sta pian piano ritirando, che la baracca va a rotoli e che lui – dice – sa fare bene solo quello.

Tutti i “te l’avevo detto” del mondo mi si spengono subito. A che servono? Lo invito ad andare a dormire sodo e guardarsi due cazzate prima, per non fare una nottata nera, che so io cosa vuol dire. Domani forse potrebbe anche ragionare.

Ma era uno che alle scuole superiori se non gli piaceva una festa faceva saltare la corrente e ricorda il fatto dopo 12 anni come una prodezza. Dentro quella testa non c’è solo stronzeria, ma non è esente. Io mi rattristo comunque: mi sembra il simbolo della parabola distruttiva di una mancata educazione e della manifestazione del suo risultato nella potenziale miseria di un essere umano.

E contemporaneamente la sento una ingiustizia: la solita che ti fa sentire che se non sei “utile” allora puoi anche morire, per questo mondo. Non vale solo per i simpatici.

cresciuti ignoranti per divenire schiavi

Siamo stati cresciuti ignoranti. Al primo politico che le BR hanno toccato tutto è stato distrutto e il potere ha mostrato la sua vera forza brutale ed anche tattica a lungo termine: isolare, zittire, ammosciare, confondere, ingannare.

Ma nel frattempo, che sia per calcolo o che non lo sia, abbiamo lasciato e forse anche spinto parecchio (ma spinto con la volontà di un bruto, non con quella di un ideologo) per essere ignoranti e pigri.

Dove sono le rivoluzioni? Dove sono i culi verniciati di rosso col cappuccio in testa alla Don Camillo & Peppone? Dove sono le stragi di omicidi suicidi fatte dai padri di famiglia non contro i propri cari, ma contro i mandanti del proprio disastro? Naturalmente non siamo stati cresciuti come assassini, ma come suicidi. Quel poco di coscienza che ci rimane ci fa capire che siamo servi, cresciuti come servi perché al momento della richiesta “va bene, allora dimmi tu come dobbiamo fare” su questioni complesse e difficili, le persone di buona volontà NON SANNO COSA FARE, NON SANNO COME FARE e spesso quelli che restano non sono affatto di buona volontà. Continue reading →

onlain

foto di donna anni 50

potrebbe essere stata mia madre, ai suoi bei tempi

Mamma: Sentiii – mi chiede guardandosi attorno in modo circospetto – posso chiederti una cosa che sicuramente tu la sai?
cg: certo, se so: dico. Spara!
mm: che cos’è l’onlain ?
io sorrido un po’ e inizio a pensare… intanto lei
mm: … perché tutti dicono onlain. E vai onlain, e fallo onlain, e adesso anche l’Elisabetta mi ha detto che faceva quella carta del dottore onlain. Ma che cosa vuol dire? Perché non parlano normale?
cg: “su internet”, “via internet” …
mm: ah! Ma perché non dicono così? Era più facile!
cg: eh… si, vero. Ma se l’Elisabetta ti diceva che aveva fatto la carta del dottore via internet, tu capivi come aveva fatto? Era normale?
mm: noo. eh. Però capivo che era su internet. Vai col computer… su internet. Ecco.
cg: e ti fai la carta.
mm: si.
io: e quindi adesso te la fai anche tu?
mm: eh no, che ne so io, non so neanche cos’è internet. So che ci sono le cose dentro e che ci sono tante brutte cose e anche tante belle cose e l’imeil.

La mia mamma non è giovanissima, ma se questo vi ha fatto sorridere, sappiate che tempo prima era successo questo: Continue reading →

Funerali alla cultura in Italia #20120423

sentito cordoglio e condoglianze

La cultura ringrazia.

Prendo spunto della notizia del flashmob di Viterbo, il funerale simbolico alla cultura dopo la chiusura di ogni spazio pubblico che ad essa era dedicato.

Qualcuno, quando un quotidiano nazionale (poi* lo dico) stava chiudendo, alla radio disse che ne aveva parlato con un proprio amico indignato perché non era possibile, era una vergogna e così via – e lui gli chiese “ma tu lo compri? Sei abbonato?” e l’altro rimase un po’ spiazzato, fino ad ammettere che no, non lo comprava. E allora… Continue reading →

iDiocracy (la mia opinione di oggi su iPad)

La mia opinione odierna su iPad (1,2,3) è questa:

  • senza un computer non va (compralo e accendilo e parliamone), perché…
  • senza iTunes non va
  • con un proxy aziendale non va liscio
  • non puoi settare la gestione del proxy da dentro iTunes e non sembra onorare nemmeno le eccezioni verso apple.com (niente store, niente registrazione… ecc)
  • senza iCloud non fa il backup della mail e anche così … te lo raccomando (provate, costa poco!)
  • non va flash su internet. Si ma tanto cosa vuoi che sia, flash.
  • se non hai un dito di uno gnomo te la raccomando la navigazione di una qualsiasi combobox, e giù di pinch pinch pinch e strapinch
  • se hai esigenze complesse (che riflettono la realtà delle cose) non ti viene incontro, né iTunes, né iPad, ma soprattutto iTunes.
  • quasi nulla (windows) sembra tenere conto dei diritti utente (e quindi qualcosa che funzioni in ambiente gestito, entreprise, serio)
  • il “tutto facile” con chi usa imap genera questo genere di roba: https://discussions.apple.com/thread/2445861?start=0&tstart=0 (da cui peraltro anche thunderbird e blackberry non mi sembrano essere completamente esenti…)
  • senza appleid ti attacchi al tram
  • Io personalmente (mia opinione) vedo praticamente iTunes e iPad sono delle specie di trojan per smontare la serietà e la solidità della gestione informatica. Continue reading →