l’universo se ne fotte #238947

Avere a che fare con il senso della vita e i bilanci è tutto. C’è in mezzo il senso di vergogna, di fallimento, di dover almeno far scoppiare un bum di qualcosa prima di scomparire, di dover lasciare il segno, di essere vissuti e che qualcuno se ne sia accorto.

Ma non ha senso, non ha senso per nessuno, a nessuno frega niente, ogni istante dura un istante. E basta. Pochissime illuminate menti sono così utili da essere – a nostro giudizio – immortali e accompagnarci ancora oggi. Si tratta a mio avviso di filosofi, poco altro.

Quindi che senso ha che me ne preoccupi?

Scomparire in buon ordine.

D è morto ormai … 14 anni fa. Un anno dopo B mi avrebbe lasciato e ci convivo da quel giorno. Mio zio è andato da tempo. Qualcuno si accorge di qualcosa, a qualcuno mancano? Tutti “bisogna andare avanti” ma certo, solo che ci pensavi poco prima e ci pensi poco dopo.

Questo senso di vergogna, di confronto, di dover qualcosa a qualcuno… Ma se vuoi morire perché hai fatto quel famoso bilancio… di tutto il resto dovresti aver chiaro che proprio non te ne deve fregare un cazzo, ancora meno. Prendi, dai fuoco a tutta la tua roba che non sei riuscito a vendere, polverizzi gli avanzi, poi sparisci tu stesso, fine.

A loro di grattarsi le rogne pur di vivere gli va e gli va tanto, da tanto. Sbarcare il lunario, tirar giornata, arrivare ad omani, arrivare alla pace e alla calma come massimo. La cuccia. Ah se la voglio la cuccia! Io la amo la cuccia. Il calduccio, il fresco, il coperto. Ma questo è il minimo sindacale. Non qualcosa per cui dici “hey universo, grazie! IO ESISTO! Oggi sono sopravvissuto! Oggi ho permesso che la mia società accettasse di riconoscermi con una serie di contorti simbolismi – vitto e alloggio, sopravvivere fino a domani uauuu”. Fama gloria fortuna dominiodelluniverso? Ma basterebbe grande, ripetuta, continuativa soddisfazione.

Quindi?

Niente quindi ricordo amici morti e penso… che sono morti da tanto tempo e sembra che a nessuno tutto sommato sia cambiato un cazzo. Si tira avanti. Tutti tirano avanti verso la loro di morte.

C’è da aver meno ansia, meno paura, di uccidermi, per quanto riguarda “gli altri”. Non sono nessuno in nessuno dei miei giorni da vivo. Figuriamoci quanto può durare la maldicenza da morto… e a chi dispiacerebbe: il mio cognome si estingue, complici noi fratelli di cui me stesso volontariamente sterilizzato per non correre il rischio.

Quindi, ancora?

Parlo con me, ricordo a me, che tutto questo tracciare graffiti, lasciare appunti, riempire musei, parlare alla nuova generazione… se non lo faccio, se non ci sono, non cambia un cazzo. Non hai davvero questa responsabilità perché te ne sei accuratamente tenuto lontano, non hai nessuno a cui mancherai, perché non gli manchi oggi. Gli manca qualcosa, qualcuno, due minuti. Ma non tu davvero, non quello che sei. Nemmeno tu hai grande desiderio che tu stesso esista… e non ci sono segni che questo cambi, per gli altri.

Solo frasi di circostanza, non dire così, la vita qua, il senso la. Niente che un qualsiasi chatGPT non ripeterebbe a pappagallo, niente che non riuscirebbe a confutare una volta che gli adducessi le giuste motivazioni, che sono le mie. E no, non ci è affatto riuscito, come è logico che sia, visto che attinge alla conoscenza umana (e mi riferisco alle volte in cui non sta sparando cazzate).

Un mio ex compagno di classe cadde in un crepaccio rischiando di morire assiderato e recentemente ha scritto un libro il cui titolo fa riferimento ad un pensiero-preghiera che è una richiesta d’aiuto al suo amore, sua moglie.

Io non voglio dire che se mi trovassi nella stessa situazione non avrei qualcuno a cui pensare come “aiutami” e che mi aiuterebbe. Ma se mi accorgessi che non sto provando dolore… che mi sto assiderando…

Una vita senza amore o una morte per assideramento quanto sono diverse?

Possibile che io faccia così tanto schifo?

È possibile si, i segnali ci sono tutti. Oggi B mi aveva chiesto di accompagnarla a portare l’auto dal meccanico, una cosa che facciamo sempre, da quando eravamo assieme a quando non lo siamo più stati, sempre, ogni anno, ad ogni cosa qualsiasi da fare dal meccanico. Una delle cose più normali ed invariate che ci siano: la stabilità più assoluta. Andiamo la sera/notte prima e lasciamo le chiavi nella buchetta del meccanico, lui il giorno dopo ha fatto tutto e quando si può si arriva in orario per pagare. Comunque il giorno dopo ci si riaccompagna a prendere l’auto. Quando lei non aveva l’auto aziendale, poi, la accompagnavo io al lavoro tanto quanto lei avrebbe fatto con me a parti invertite. Tutto normale. Tutto identico. Dal 1998 ad oggi.

B ha l’abitudine, finito al lavoro, da quando sua madre è morta, di andare a bere il caffè con suo padre. Oggi c’era l’auto da portare, quindi l’ho portata sia dal meccanico, sia da suo padre.

Ma mentre ci si apprestava ad arrivare a casa di suo padre mi ha chiesto se l’avrei lasciata lì o se sarei salito a prendere un caffè per riportarla poi a casa.

Questo mi ha distrutto. Che razza di persona di merda sono diventato se le viene anche solo l’idea che possa lasciarla lì?

Vorrei dire che tutto in me urla che non è giusto, che non è così che io faccio, che sono disponibile e che chiunque potrebbe…

Ma se lei, proprio lei, non agisce come se fosse ormai scontato che non sono una merda simile… non posso che dedurne che lo sono. Dice solo che “non ci fa affidamento”. Evidentemente ne ha motivo. E quindi si, mi dico che certo, faccio schifo, persino sul piano umano, anzi soprattutto, faccio schifo ANCHE per cose così semplici, basilari. Sono una merda.

Così mi rispondo anche al dubbio: ho spesso l’impressione che mi si tratti con fastidio, ma se accade così spesso… la costante sono io: sono io che ricevo in RISPOSTA al mio comportamento, di cui evidentemente non mi accorgo, un atteggiamento infastidito. Rompo i coglioni di base, così senza rendermene conto? Sono solo degli uffici pubblici o pubblici esercizi di gente che ne ha piene le balle di tutto e io lo penso su di me? Facili autoindulgenze: sono il maestro in questo. I segnali mi dicono che rompo il cazzo al mondo. Giuro che non è mia intenzione: mi addolora sapere che vi sto rompendo i coglioni. Dai quali intendo togliermi.

Tutto in me urla: ma sono due fazioni opposte: una dice “non vedi che fai schifo?” e l’altra “no! non lo vedo! non mi pare di comportarmi così!”.

E non vedono ciò che vede l’altra fazione. Comunque il contesto non se la vive bene questa contrapposizione interna.

Domani era il 2009

Il processo di autoeliminazione, pur essendo abbastanza liberatorio e tranquillizzante, passa attraverso a molte cose dolorose: non ne è esente.

Sono sempre le stesse, del resto. Il tempo, l’amore, le relazioni, i fallimenti, spesso attraverso la musica. Oggetti magari, ma molto più spesso è la musica. Ultimamente si aggiunge un “quando è uscito questo, LEI era appena nata” … Oggi ho ritrovato il CD di “Domani”, del 2009, degli “artisti uniti per l’Abruzzo”. Non ma la ricordo, non l’ho più ascoltata, ma immagino che tutta l’emozione che si cercò, come sempre facciamo, di creare per raccattare soldi, sia stata dimenticata proprio come la gente attorno al quale si è creato il problema. Come stanno quelli in Abruzzo? Me lo chiedo sempre. Ricordo di averlo chiesto spesso ad uno che lavorava con me e anche in protezione civile. Alla fine non ci siamo mai andati. Immaginati chi manco se lo è chiesto.

Come stanno? Come si sono rialzati? Ce l’hanno fatta? Come stanno ora? Hanno pendenze con lo Stato?

E quanto un cazzo ce ne siamo fottuti noi tutti?

Paradossalmente questo mi provoca meno dolore, anche se sembro forse un po’ incazzato.

Ci sono moltissimi CD che non ho ascoltato. Di sicuro valore. Ma non li ho ascoltati. Non li posso vendere, sono masterizzati. Masterizzati al meglio delle (mie) possibilità. Chi ha un buon impianto se li può godere. Io però sto digitalizzando tutto e vendendo. Quindi quelli, paradossalmente, una volta trovati li regalerò.

Come sarebbe stato utile saperlo ed impiegare il proprio tempo in altro?

Beh attorno ai primi anni con B io ho perso il mio tempo, mi sono incaponito a fare cose, a studiare, a imparare, anche a discutere… mentre lasciavo sola lei, B, ed in un angolo buio e nascosto solamente a me, solamente a me, la mia mancanza di desiderio di scoparla, con il senso di colpa di chi si è sentito dire migliaia di volte attorno (non da lei, non da lei!!!) che “voi uomini pensate solo a quello” e che se ami qualcuno il sesso è solo un piccolo pezzo eccetera.

Ma che stronzata è stata? E lei come si sentiva? Certo che la amavo e la amo. E certo che qualcosa non andava, non mi faceva voglia. E non la baciavo per non farle venire troppa a lei senza la possibilità di soddisfarla. Per tanti, tanti, ANNI. Lo so che può sembrarvi impossibile se adesso siete adolescenti o avete 20-25 anni. Ma esiste.

La musica e i ricordi mi riportano a tanto di questo. Vorrei davvero tantissimo tornare indietro e dare a questa donna mille possibilità di gioia.

Ogni giorno mi sembra che qualcuno le sottragga l’amore da sotto le mani. Incontra qualcuno, se ne va, oppure perde l’interesse di cui lei ha bisogno… oppure glielo portano via. Perché di amore-non-di-coppia ne ha… verso familiari, nipoti, bambini che ha curato come baby-sitter. Ora temo succeda con la nipotina. Si è dedicata tanto a lei, tantissimo, non si è mai fatta mancare, è stata una zia fantastica. E comoda, molto, molto comoda per la mamma della bambina. E adesso via, siccome non serve più, le comodità sono state spostate altrove… allora sembra che l’affetto sia secondario, la frequentazione non sia necessaria. La zia non serve più. Per fortuna la piccola è piccola, ha da fare, ha gli amici.

Ma lei?

Ma io sono uno di quelli che ha creato ferite e sofferenza.

Prima e dopo ora. (ed altro)

Nel mio universo mentale e di interessi ci sono alcune cose che sono molto presenti, per cui la mia attenzione è abbastanza circoscritta e focalizzata su questo. Forse per questo motivo mi sembra che ci siano alcuni argomenti in cui si stanno svolgendo cambiamenti grandi, importanti, in un modo molto particolare. Uno è politico, simile qui e simile negli USA: il berlusconismo e il trumpismo. Ci sono stati, hanno scrostato via la pelle di un animale delicato, ferendolo gravemente. Ma quell’animale delicato era a nostro beneficio e vantaggio. Serve tranquillità per fare cose grandi e durature.

L’altra è un grande rivolgimento, cinquant’anni dopo il suo inizio, del vero potere delle donne. Che passa per il sesso e il rapporto che questo ha con l’altro genere ed il potere. E che passa per l’indipendenza economica.

Quello che manca è la conoscenza del passato, del capire cosa c’era, cosa si sta muovendo e dove sei tu, in quale punto, una strada nuova, non solida e antica, chiara per tutti, scontata.

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old-o-gram

La strana tristezza che mi prende quando raffronto le date delle uscite discografiche oppure editoriali con quelle della mia vita è una costante. Un po’ come le canzoni anni ’80. Non c’è una vera spiegazione. Al massimo quelle dei cartoni animati sono allegre-e-basta.

Mi avevano regalato un sacco, un vero sacchetto di nylon, pieno di CD con roba varia. Tra questi, mi accorgo ora, cera tale Giorgio Conte, immagino parente di Paolo. Non ne so niente. Leggo 92-93… vedo che sono citati Elio e Faso… ma io iniziavo appena ad ascoltarlo Elio in quella data? Forse… ma di certo era un po’ di nicchia. O forse non lo era, a Milano. Chissà. Ma di certo felice non ero, nel ’92. Di sicuro ero ancora tutto fottuto in testa per P. … forse ero ancora nella mia seconda quarta.

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Il relax dell’autoeliminazione metodica

La preparazione metodica all’autoeliminazione, la lenta scomparsa delle tracce non tanto della mia vita, ma di tanti acquisti, oggetti che possono restare vivi ed utili, mi rilassa. Questa notte non riuscivo ad estirpare il mal di stomaco, la preoccupazione, la disperazione, l’irrequietezza.

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Jean-Paul Galibert, Siete usa e getta? Recensione a Bertrand Ogilvie, L’homme jetable

Interessante, ma purtroppo il libro a cui fa riferimento questa blogger esiste solo in Francese. Se smucinate ( 😉 ) o ravanate, o … rovistate all’interno del mio blog potete vedere (un po’ di futile soddisfazione, perbacco!) che parlavo di questo concetto di uomini a perdere già un po’ di tempo fa, nel mio piccolo. Pensa che bell’inutile studio in filosofia/sociologia mi farei. Giusto per poter gettare nel cestino un’opera d’arte invendibile: l’umanesimo.

Il risparmio non ti risparmia: come ogni spending review significa perdita di lavoro

Oggi sono passati da me dei personaggetti che sono una emanazione di una associazione di industriali. Fanno il loro lavoro, sono bravi a farlo.

Parte del loro lavoro è toglierlo a te.

Come fanno? Lo fanno loro.

Così da una revisione di spesa di una ditta con 3 contabili, forse non ne resterà nemmeno uno (o unA, con due figli da mantenere) … forse non servirà NESSUNO di quelli che “fanno carte” … si, basterà di tanto in tanto chiedere qualcosa a loro, e ogni spesso mandar loro tutte le nostre cartacce, fatte da noi altri che non le sappiamo fare, che non abbiamo studiato per farle. Continue reading →