asimov e ibm 50 anni fa

Non so davvero quando (20 anni fa?) né dove io l’abbia letto (carta, sicuramente) … ma Asimov ha, da sempre, usato nei suoi racconti la modalità “no, signore, lei non ha acquistato i nostri robot … noi glieli abbiamo dati in licenza e possiamo riprenderli quando vogliamo”. Ha parlato sempre di tecnologia in licenza, e se non ricordo male anche IBM pronosticava un futuro in cui tutti noi “avremmo avuto dello spazio a noleggio da qualche parte” senza “grossi ed ingombranti computer in casa”. Ovviamente se avevi un ENIAC in mente questo aveva maggiore senso.

Se hai fatto o fai l’amministratore di sistema in un’azienda, riesci ancora a capirne bene il senso.

Le piattaforme cloud forse era qualcosa di simile a quello che avevano in mente. E’ davvero straordinario però, ricordare quando queste cose sono state pensate, ricordando cosa avevi tu, in mano, in quel momento, per lavorare, giocare, per smanettare e curiosare. Certo, anche il cyberpunk ha fatto il suo, ma 30 anni dopo!

Ciao nerd! 🙂

massimo rispetto per Jonathan Franzen

Io mi occupo di informatica e tecnolgia per vivere. Sono nato negli anni 70 e ho vissuto gli anni della crescita fino all’adolescenza in pieni anni 80. I computer erano fascino e scienza per noi, ma comunque non eravamo certo nemici: o li amavi o non ne sapevi assolutamente nulla.

Quindi non è che i computer non mi piacciano e la tecnologia mi trovi ostile. E’ il MARKETING che la spinge al posto del desiderio di progresso vero, che mi fa essere COMPLETAMENTE D’ACCORDO CON FRANZEN.