Censura da marketplace 2020-2021

Piccolo drogato. Di? PC. Di accesso ad internet, di uso di questo mezzo informatico. Di scrittura, maneggiamento immagini, accesso alle informazioni. Ben prima di qualsiasi millennial la mia vita è stata connessa, come nei romanzi cyberpunk degli anni ’80. Il pc che uso per lavorare è sotto i ferri. Non posso fare lavori fotografici o video, né lavorare sui nudi. Per fortuna Prime Video mi ha sparato fuori la quarta stagione di Mr.Robot. Paranoica come sempre, ma me gusta.

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Ronin-S Joystick Calibration error ed altro

Ronin-S Joystick Calibration Error

Nel caso vi capitasse che il FOTTUTO ronin-s iniziasse a fare alcune cose strane anche se avete bilanciato (a mano) piuttosto correttamente, ad esempio iniziare a tirare su la testa… oppure ruotare a destra e sinistra da solo piano piano come se fosse un handicappato strano… ecco io NON SO se questa sia la ricetta “risolvi tutto”, ma io ho risolto.

Visto che bisogna andare a cercare in giro come fare la fottuta merdosa joystick calibration, ve lo scrivo io qui, cazzo, che è come sapere la combo di un videogioco, come cazzo fai a saperla: il tasto DAVANTI, quello grosso, viene chiamato “trigger”, quello che premi due volte per mettere dritta la macchina, per capirci.

Premi il TRIGGER quattro volte e alla quarta lo TIENI PREMUTO. Poi smanetti a destra e manca con il piccolo joystick, destra alto, sinistra basso, un po’ in circolo eccetera e quando hai finito, di nuovo PREMI IL TRIGGER 4 volte e poi TIENI PREMUTO.

E questo mette a posto il problema col joystick. Spegni, riaccendi.

Poi fai l’advanced balance dalla app del ronin-S con il telefono.

Un’altra cosa interessante è quella di SPEGNERE e accendere la batteria del ronin.

Accendere la batteria del ronin-S: premere con un piccolo tocco il tastino.

Spegnere la batteria del ronin-S: premere con un piccolo tocco il tastino, iniziano a lampeggiare le luci verdi, ri-premere gentilmente e TENERE PREMUTO finché le luci si spengono una ad una. Finito.

Altre cosette interessanti? è possibile scambiare il joystick del ronin-s con quello dei mavic air che sono più lunghi: ci sono i video su youtube che te lo dicono. Ma siccome indicizzano con l’ano, e in inglese, difficilmente lo troverai subito. Comunque si può fare.

 

Unsplash mi ha fottuto

Onestamente. Sono stati più veloci, più intelligenti, hanno girato a proprio favore quello che per ogni stocker è un limite: il brand. Credo eh. Ora devo controllare se sto capendo bene, leggendo QUESTO articolo. Ho scorso velocemente ma / mi pare di capire che / oltre al fatto che / stanno producendo ottime immagini, anche con persone (il che mi ricorda: che cazzo ci stai a fare?) e che / probabilmente tutte le pippe legali le schivano in ogni modo possibile … / ma ancora meglio! La pippa legale n.1 potevano essere le liberatorie per le persone… ma sono tutti felicissimi di esserci e se ne fottono. n.2 potevano essere i brand, i loghi, le rotture per rimuoverli eccetera.

Io stesso ho contattato alcuni brand (ecco perché mi sento fottuto) per dire “hey raga, mi date un po’ della vostra roba che la uso nelle foto? Ma sapete… si capirà che è la vostra, però devo TOGLIERE IL LOGO”. E quindi avranno tutti risposto “lo vedi questo dito? è il medio, sai?”.

Ma cosa ha fatto invece Unsplash, se capisco bene? Ha detto: ragazzi di questo e quel marchio: noi usiamo direttamente il vostro marchio in queste foto che vanno ovunque e voi ci autorizzate così le foto vanno in giro con la vostra robba dentro facendo un sacco di pubblicità!

Non so e si sono premuniti di dire “si, basta che tu non usi la mia roba togliendo il marchio o mettendocene un altro o affiancando il mio prodotto ad un concetto che non mi rappresenta” (vedi la lego, che lo dice espressamente). O se se ne sbattono il cazzo.

In effetti non ho finito di leggere. Ma leggete voi intanto.

UPDATE: ho controllato bene. Bravissimi. La parte “visibilità” (anale) l’hanno piazzata bene ai wannebe fotografi, con la lotteria “potrebbe sceglierti il marchio” come ciliegina speciale sopra questa nuova versione della solita torta dell’exposure.

La vera figata di idea è proprio quella da social verso il social, il coinvolgimento dei “creator” che non hanno o non vogliono spendere soldi per rivolgersi al proprio pubblico di riferimento e coinvolgerlo. Siccome questa piattaforma è una delle più utilizzate da questo tipo di produttori di contenuti (gente che possiede o mantiene pagine FB, blog et similia) la proposta di U. è stata di trasformare la debolezza (non possiamo usare i marchi) in forza: dire ai machi: dateci voi le foto che tutti possono usare gratuitamente, con i vostri marchi dentro. Bingo! Grande idea. Devi mostrare un sistema di pagamento? La foto con il marchio Square è bella in vista in ogni post dove io e gli altri stocker dobbiamo ammazzarci per non mostrarla affatto. La Harley-Davidson ha fatto lo stesso per pubblicizzare le proprie moto elettriche (e qui i porchidei si involano al cielo, visto che 10 anni fa avevo proposto a G. di contattarla visto che lui era avanti in questo settore e che aveva voglia di fare vendite… ma lui UN CAZZO).

E quindi eccomi qua, il solito che ha delle idee e poi le vede realizzare da qualcun altro, parecchio tempo dopo.

donne nude a un depresso cronico

Sono anni che G viene a posare da me (vestita!). Almeno un paio. È sempre stata entusiasta, gioiosa. Anche se aveva un sacco di storie in mezzo di maschi idioti e (mal) giudicanti. Da un po’ si è decisa che le va di posare nuda. Meraviglioso, bene. F mi ha scritto che non sa più cosa decidere di stampare perché per lei sono una più bella dell’altra (nudi).

Eppure io mi sento la morte nelle vene, mi viene da piangere sempre più spesso in questi giorni, mi faccio schifo, mi sento una merda. Non mi odio eh. Se penso a quanto ho fatto perdere il tempo della vita a B, questo si, allora mi odio. Lei no, mi ha perdonato in un attimo ora e forse prima, col tempo. Ma è una cosa “localizzata” e specifica, non generalizzata come la demoralizzazione che provo per il fatto che … sono inutile. Se fossi ricco non sarebbe un problema. Non mi interesserebbe. Ma sento la pressione della sopravvivenza utile, l’autosufficienza economica passa per la necessità altrui. In qualche modo mi fa sentire schiavo e contemporaneamente inadatto ad essere persino quello. Uno schiavo che non comprerebbe nessuno.

Assurdo, no? Cosa fa la chimica di questo cervello. Ci sono persone che mi invidierebbero la capacità e la possibilità di fare quello che faccio. E io lo faccio nel modo in cui voglio: senza interesse economico (le ragazze che posano nude lo fanno perché vogliono). In effetti ormai funziona come una droga. Mi da contentezza per il tempo in cui questo succede. E poi mi sento di nuovo una merda.

La portinaia. (Il mio angelo della morte?)

Forse l’ho trovata. La mia farmacista. Come la chiamerebbero in un poliziesco qualsiasi, di una serie qualsiasi, magari vecchia, magari scontata come tante, per indicare uno spacciatore.

Quando mi sono risolto a parlarci e chiedere, lei sembrava fosse abituatissima. Ma abituatissima a roba che si considera droga, immagino.

Le ho chiesto di parlare un attimo, ma era ovvio che era “importante”. Dopo un paio di settimane siamo riusciti a trovarci dieci minuti al mac e mi fa “farmacia, immagino”. Siccome avevamo – è una mia modella – parlato di DJ Fabo e della nostra visione della vita e del diritto di decidere di morire e farlo decentemente (oltre al fatto che non vedeva di buon occhio mettere al mondo bambini suoi in un mondo di merda, quando invece sarebbe stato utile diventare madre di altri già nati ma senza risorse – cosa che mi è piaciuta tantissimo)… le ho solo ricordato che non scherzavo. Mi ha detto che avrebbe fatto una ricerchina per il rapido-e-indolore, ma che c’erano un sacco di trucchi per usare sovradosaggi di roba quasi normale. Poi mi è venuto in mente il fatto della scadenza: mi conferma che si, i farmaci scadono, tutti. Quindi averlo li “pronto uso” all’infinito non è praticamente possibile. Esiste la natura, ovviamente. Ma in sostanza l’ho trovata, mi può aiutare, non si scandalizza, credo sia persino dello spirito di aiutare anche mettendosi nei guai. Cosa che non voglio, ovviamente. Ma apprezzo, molto, lo spirito di chi cerca di fare comunque ciò che ritiene giusto, in modo altruistico e rischiando, per te. Continue reading →

La pace dell’ascolto (Fear Inoculum, 30 agosto 2019)

Pensavo di mettermi in una stanzetta, divano, silenzio, cuffie, buio, ascolto. È finalmente uscito Fear Inoculum, dei TOOL.

Nel 1994 , quando è uscito The Division Bell dei Pink Floyd, io possedevo solo – ma come ci tenevo! – un lettore CD portatile della technics, con delle cuffie della JVC. Tutto di ottima qualità, tutto frutto dei consigli di un cugino audiofilo. A quell’epoca chiusi a chiave la porta in un momento in cui comunque sarebbe stato abbastanza improbabile per mia madre venire a rompere i coglioni, con la sola fastidiosa prepotenza del “io devo entrare a controllare”, senza minimamente contare che il tuo tempio è la tua casa, e l’intromissione è violenza. Mai sentita questa esigenza. E mio padre, che pure oggi spesso ripete che ha sempre voluto che ognuno di noi avesse uno spazio proprio, personale, non credo abbia mai dato seguito alla completa verità di questo, con il fatto che si bussa e se non c’è assenso, non si entra.

Mi misi, a suo tempo, visto che il cavo era lungo ma non abbastanza, per terra, su due coperte morbide. Chiusi le saracinesche, mi accertai di aver fatto ogni cosa. Come oggi farei per morire. Continue reading →

liberatorie difficili

Kiki me la fa pagare di brutto, me la fa sudare tutta, con le liberatorie. Quasi mai 6 foto in sequenza hanno la stessa scelta. Le devo spulciare una per una. Esattamente come ha dovuto fare lei, mi dico. Ha usato ogni tipo di opzione che metto a disposizione per i diffidenti. Ha riletto il testo dopo che le ho detto che è cambiato dall’ultima volta e in cosa consiste il cambiamento, ne ha voluta copia anche se poi non lo legge, ha usato sia la parte in carta che quella sul tablet e poi ha spulciato foto per foto sul tablet. Ha aggiunto una opzione che sta per “no, ma rifacciamola”, che significa che la foto le piace ma non le piace qualcosa di sé (come tutte quante, del resto: se stanno posando nude non è che stiano tanto a sindacare sulla mia foto, sulla luce o su quanto si veda la patata: se hanno una ruga sbagliata però adieu) , ha opzionato TUTTE quelle per le quali fornisce consenso per pubblicazione illimitata per una precisa correzione estetica del viso (rughe, brufoli, occhiaie). Del resto ha tutto il corpo disseminato di macchioline di mancata pigmentazione dovute – dice – alla pillola: di quelle se ne fotte, e pressoché di ogni altra cosa. Quindi se per caso siete femminette che “eh, vedi che c’è il fotoritocco”, poi magari ha una botta, una forma, una tetta, i piedi sporchi o un’unghia che non va, che molte altre non tollererebbero mai su sé stesse.

Quindi calma.

Ma come a suo tempo fece lei, così ha fatto anche kiki: ha aggiunto dei cuoricini su alcune foto. Cosa che ci ha costretto ad aggiungere una voce in legenda.

Se guardo però la percentuale di foto accettate pienamente e anche quelle che non possono essere messe nei social (quindi ok sito, ok mostre) siamo tra il 30 e il 40%, che non è tantissimo. Ma se guardo come sono fatte… molte persone si suiciderebbero per una sola di queste foto publicata, nella propria vita. Quindi ok, va bene così.

Eppure tutto questo mi dice molto. Kiki sostiene che il suo forte è il culo. E posare “da troia”. Però ci sono tante cose in cui si sente insicura e piccolina, alla continua ricerca di essere una roccia. Continuamente, sul lavoro.

Siamo tutti così, in fondo?

Poi mi dice che col suo nuovo toy boy sta benone, ma è preoccupata : “con lui non riesco a squirtare”. Io le faccio la faccia da “eh son proprio dei problemi” e ridiamo parecchio forte.

La storia delle liberatorie con scritte informali mi ricorda anche la mia prof del liceo, ormai 25 anni fa, che mi mise un 7 menomenomenomeno con trentaquattro meno sempre più piccoli, un cerchietto sull’ultimo che poi divenne una margheritina. Sempre più sorridente man mano che procedeva, e alla fine mi diete il foglio dicendo “vai”.

Sul registro scrisse un solo meno.

Credo.

Puoi aprire un po’ tutte le labbra?

Se c’è una a cui posso chiedere davvero ogni cosa, senza paura che mi giudichi male, ma al massimo mi dica fottiti, mi risponda col dito medio o mi dica “no” e basta, e si va avanti, questa è sicuramente la Kiki. Certo, con l’articolo, siamo al nord.

Non pensavo che avrei mai osato chiedere certe cose a una che sta posando nuda. E invece eccoci a chiedere a Kiki se una volta può aprire di più il buco del culo (e lei mi risponde tutta tranquilla “si, credo di si, mi infilo un cazzo grosso, e poi rimane aperto per un po’, si può fare: vuoi proprio la “O”, vero? tipo per guardarci dentro? Che porco! Ahaha” e si procede con gli scatti che si stava facendo: nudi si, ma niente di eccessivo. Faccio un po’ finta di niente, ma non crediate che non sia rimasto colpito. So che lei è così. Continue reading →

certamente non capisco un cazzo di arte.

Visto che, osservata questa notizia su un’opera d’arte venduta a 90 milioni di dollari (info qui), ho esclamato “non capisco un cazzo di arte”, credo che la mia vita di “artista” subirà nuove interessanti scosse.

sacrifici/non farsi mancare niente

Io sono stato viziato, lo so; rispetto a quel che vedo oggi, per niente, ma ho avuto modo di confrontare il prima.

Ascolto le canzoni che ascoltavamo noi, Eamazzotti de “un cuore con le ali” ad esempio, ma sicuramente altra roba meno pop e più “ribelle” era più chiara ancora, la confronto con quello che dicono le canzoni oggi, proprio oggi, non “di questi tempi” … e non è che sia cambiato molto.

Il vizio è iniziato negli anni 80. Con me. Ma è peggiorato.

Vedo che non ci si fa mancare niente, mai. Due secondi di lavoro e poi sei a Capri. Finisci i soldi, non investi in un cazzo di niente, e ripeto niente, quindi abituandoti ad appoggiarti per le necessità di base ancora sui tuoi, mai togliendoti un cazzo di niente dei tuoi comodi, vizi, divertimenti, poi tornando nella percarietà. Beh ma prima? Prima era tutto precario. E semplicemente  risparmiavi e mettevi via. Oggi ci sono migliaia di possibilità fighissime che una volta non c’erano, ed essere “poveri” oggi ha talmente tanto stile, di base, che non puoi davvero sentirti povero. Non ti manca un cazzo.

Costruire, anche per chi non ha investito molto in formazione, è possibile.

Fare sacrifici significa investire risorse (tempo/cose) invece di fumarsele in divertimento. Mica devi stare rinchiuso nella merda. Ma un pochino devi darci sotto. E se vuoi molto, devi darci sotto tanto.

E io sono uno che vuole godersela la vita eh. Certo, magari mi annoio molto a fare cose che ad altri divertono. Ma lasciatemi con la persona giusta, un po’ di tempo per la propria individualità, e tra parlare fottere e goderci reciprocamente, io credo che non spenderei tantissimo. Certo, sono goloso. Molto. Potrei fumarmi 50 euro al giorno di Sushi, per sempre. Ma … se decidi di non farti mai mancare roba. Che però può tranquillamente mancare.

La roba importante è altra, credo. Quella che non ti fa sentire il vuoto, doloroso.