COPYNITALY

Ho ascoltato per la prima volta oggi, salvo alcune hit più famose, l’album di Ligabue, del 2016 “Made in Italy”. Ogni pezzo suona (credo volutamente) con dei suoni già sentiti. Ogni cosa sembra un richiamo a qualche classico. Dagli WHO ai Police a qualche altra roba famosa. Per il resto non mi è suonato troppo yeah. Ma vedremo. Magari alla lunga. Sembrava più “stanco” di altri. Ma in effetti forse il 2016 era stanco per tutti.

Photodune attualmente impossibile senza Envato Elements

Dopo la grande epurazione del 2016, riguardo a Photodune sono sorte alcune questioni, tra cui la più rilevante, a mio avviso è quella relativa ad Envato Elements.

Nella vendita ai contributors della “grandiosa novità” quelli di Envato non hanno mancato di dire quanto sia una FANTASTICA OPPORTUNITA’ quella, per i sopravvissuti, di poter partecipare anche al meravigliastico fantastiglioso Envato Elements (leggere con voce entusiasta da speaker pubblicitario).

Ora, chiarisco subito: questa non è una opportunità. E’ un OBBLIGO.

Come tutti quelli che non sono dal lato del persuasore e sono abbastanza immuni e vaccinati alla puttanata “questi non sono problemi, sono opportunità!” – dovete sempre leggere la parola “opportunità”, se arriva da un lato non di pari livello di potere del vostro, come “PROBLEMA” con lampeggianti accesi.

E infatti.

Un tipo dei forum ha riassunto in questo modo: quelli di Envato hanno deciso di fare fuori da Photodune tutti quelli che facevano abbastanza cagare non vendevano abbastanza: sono uno spreco di tempo e risorse per tutta la struttura, dunque in questo modo lasciano tutta la responsabilità sulle spalle del contributor, risolvendo tutti i problemi di review, che costa. Tu entri, e son cazzi tuoi (che è anche giusto, dai). Solo che a livello di concorrenza la clientela tenderà a NON scegliere Photodune, quindi hai il tuo bel dire che “puoi scegliere tu il prezzo”. Soprattutto perché NON PUOI FARE L’OPT-OUT da ENVATO ELEMENTS. E siccome Elements funziona a quantità, come fece a suo tempo YAY con un’altra cacata simile (da cui me ne sono andato a gambe levate), la clientela interessata alla quantità di mediocrità ovviamente opterà per Elements, rendendo irrilevante la politica di prezzi “contributor driven” perché è solo uno specchietto per le allodole: io contributor alzo il mio prezzo (anche ragionevolmente secondo me, ma non secondo il compratore abituato ai calabraghe) e non vendo un cazzo su Photodune, dato che iStock, Shutterstock e gli altri seri gli danno merda li surclassano dal punto di vista commerciale. Hanno inoltre i peggiori margini  (lato contributor) sia su VideoHive che su Elements.

Ma su Elements il cliente fa una subscription, quindi chissenefrega del nostro prezzo. E siccome NON puoi stare su Photodune SENZA contemporaneamente accettare Elements (motivo per cui io ho votato vaffancazzo al referenzi: mescoli le inculate con le cose utili) , questa NON è una buona notizia. Anzi, vale davvero la pena chiedersi se sia il caso di restare volontariamente su Photodune o, come direbbero loro, di restare con noi sulla barca in questa grande avventura blablacazzatecazzate.

Quindi: state vendendo bene? Controllate se tutto continua come si deve. Perché pian piano potrebbe verificarsi un travaso (di bile) verso Elements e, con un lento stillicidio, perderete vendite su Photodune, abituando, tra l’altr, i clienti che il vostro lavoro è giusto pagarlo un cazzo. Ad Envato va comunque bene, loro guadagnano in ogni cazo. Ma a voi? Va bene? Dovete pensarci voi. Ma ricordatevi: se NON vi va bene, TOGLIETE QUELLE CAZZO DI FOTO: cancellate gli account e, prima, rimuovete tutte le foto. Non devono poter guadagnare da voi che non guadagnate un cazzo, se vi siete resi conto che è una fregatura. Non accontentatevi di gioire ogni tanto per 3 euro al mese perché son soddisfazioni. Perché loro ci hanno guadagnato MOLTI più euro con i vostri 3. Vi sta ancora bene? Perché non pensate alla prostituzione? Il pappone sarà vostro amico 🙂

Se non state vendendo bene ma vi hanno – oh magnanimi – tenuto in Photodune, se non appare velocissimamente la possibilità di fare opt-out su Elements (cazzo, parteciperò io, se voglio, no?) il mio consiglio è di elminare tutte le foto e chiudere l’account. Non lasciate asset a qualcuno che sottrae il loro valore a chi lo ha creato.

ultimo dei Metallica: useless for me.

noia

noia

Non sono mai stato un grande fan dei Metallica. Riconosco il loro ruolo, hanno avuto uno stile e anche se sono un amante di Black Album, Load & Reload, apprezzo Ride the Lightning. Questo per dire da dove viene il commento. E il logo: un logo spettacolare, adatto, significativo, che ha fatto storia.

L’ultimo album è, musicalmente, l’inutilità. Ho riconosciuto, con simpatia, un tentativo di AliceInChains-izzazione. Se è un tributo, apprezzo. Stop. Niente altro. Ho ascoltato solo i primi due dischi: se nel terzo ci sono 4 pezzi che cambiano la storia, oltre ai live, forse mi sto sbagliando. Ma nulla nei primi due mi ha fatto venire voglia di ascoltare il resto. Una gran palla.

Ma del resto ripeto: quasi tutta la produzione dei Metallica per me è come una marcetta, ridicolo, anche se cantato da “bad guys”.

Cosa mi è piaciuto tantissimo? PLINI.

Benedusi e la figa

orgasmi by Mr Coerenza

orgasmi by Mr Coerenza

Dopo che ho deciso di escludere Benedusi da ciò che mi è possibile percepire su FB, un mio simpaticissimo conoscente decide di farmi dono di uno screenshot in cui il solito sputasentenze sputa la seguente (circa, non so se sia letteralmente perfetta parola per parola): “fotografare la figa è come fare i tortini col ripieno fondente al cioccolato: non ci vuole un cazzo e piacciono a tutti”.

Ora, che non ci voglia un cazzo è fondamentale: te lo lascio a te il cazzo, fotografatelo fin che vuoi. Se poi non piace a tutti, meglio, dovresti essere soddisfatto et appagato.

L’obiettivo quindi – per ottenere una foto buona (non bella, vietato) sia il seguente:

  • fotografare qualcosa che sia difficile fotografare
  • che piaccia a quante meno persone possibile, anzi che possibilmente non piaccia a nessuno

Secondo tale teorema Settimio Benedusi ci insegna che fotografare una merda sulla Luna (con l’eccezione dei coprofagi che confermano la regola) produce indubitabilmente una buona fotografia.

Ora, ragazzi… life is too short per interessarsi a Benedusi, soprattutto perché ciò che dice confligge con altro che ha detto o scritto in precedenza. Quindi o è vera una cosa oppure l’altra. E siccome non me ne frega un cazzo perché la sua opinione non è quella di uno che considera che logica e coerenza valgano qualcosa (osservando il suo rapporto dialogico con il resto del mondo) non mi interesserà verificare quale delle due stronzate sia più una stronzata dell’altra. Continue reading →

Adobe Stock contributor SUX

adobe stock contributor

adobe stock contributor

Come molti addetti al settore microstock per la fotografia sapranno certamente, Fotolia è stata acquistata da Adobe: quest’ultima rimarchia sotto “Adobe Stock” tutto il prodotto e lo usa – dal punto di vista dei contributor – come se fosse un “partner program”. Chi usa Adobe Stock di fatto si serve del materiale di Fotolia.

E’ naturalmente possibile iscriversi – come contributor – anche solo su Adobe Stock, mentre normalmente l’appartenenza ad uno e la successiva “sincronia” su Adobe Stock rende la cosa automatica.

Una volta fatta questa cazzo di sincronia i messaggi di notifica (vendite, approvazioni, rifiuti) che il contributor riceve non provengono più da Fotolia, bensì da Adobe Stock. Non mi piace, ma pazienza. Ora però sono andato a vedere come sarebbe se lavorassi davvero con quella interfaccia.

SAREBBE UNA MERDA. E’ a dir poco TERRIFICANTE sul lato contributor. E non “terrific” in senso inglese, cari i miei googletranslaters: no no, SUX, SUCKS, FUCKING DOESN’T WORK, per essere sicurissimi. Certo, se carichi una volta, magari con lo smarzporn … ma se lavori, sul serio, come sempre … il mondo non è touch. Il lavoro non è touch. E se volete che lo sia, porcaquel*TURPILOQUIOEBBSSTEMMIE*asiudhaisudha, dovete fare un OTTIMO lavoro con la UX, come per uno che ci lavora sul serioContinue reading →

Puoi lamentarti. Oppure puoi fare qualcosa.

Ho appena letto un botta e risposta in uno dei soliti gruppi specialistici: questo è sul microstock; questi gruppi essenzialmente (non si sa perché: nel mondo di usenet questo capitava, ma molto meno: o forse so perché: c’erano regole ed in alcuni casi moderatori intelligenti) sono zeppi di lamentele. Tutti si lamentano: alcuni sono allarmistici (shutterstock chiudeeeee, istock chiudeeeeeeeee, tutti falliremooooooooooo ) mentre la maggior parte si lamenta della infima percentuale che guadagna. E’ vero. Non sei però obbligato a stare a quelle regole. Metti su un symbiostock tuo e vediamo se guadagni come con la agenzia che in quel momento ti sta sulle balle.

E’ vero che ti danno poco. E lo sai da subito, da prima. Fai il fotografo? Prova: prova nel mercato tradizionale. Ce la fai? Fai l’illustratore? Ce la fai? Riesci a farti pagare (e in Italia poi) per quello che fai? Il giusto? Fai il videomaker? Il musicista? L’animatore grafico? Modellatore 3D ? e RIESCI a guadagnare? Ottimo! non ci riuscivi e con lo stock si?

E allora chi deve cosa a chi?

Questa conversazione – circa – l’ho letta e mi ha ricordato quanto duramente ho dovuto combattere con questa decisione. Guadagnare nel microstock non è affatto facile. Oppure si: alcuni meccanismi sono facili. Ma produrre sempre guadagno, continuativamente, non è facile.

Ma lamentarsi non produce alcun cambiamento. Fare. Questo produce cambiamenti. Certo, sarebbe ottimo riuscire ad organizzarsi globalmente in un sindacato dei produttori di materiali frutto dell’ingegno ed avere protezione. Ma … guarda un po’: le major discografiche non sono riuscite a produrre i loro interessi nonostante fossero dei colossi. E qualsiasi organizzazione dal basso deve fare i conti con un crudissimo individualismo sottostante, che è il contrario del “lavorare per noi”.

Io ho problemi. Tu hai problemi. Lamentarsi è possibile. Dire che le agenzie esistono perché noi esistiamo è vero… ma anche che senza le agenzie noi dovremmo competere in un mercato molto locale è vero. Oppure imparare competenze, pagare server, web agencies, imparare cose diversissime. Già così è vero: fotografo, illustratore, musicista: comunque se vuoi vendere stock devi fare molto altro oltre a produrre il tuo materiale. Ma se l’agenzia non facesse la sua parte che faresti? Non voglio affidare loro tutta la mia sicurezza, ma nemmeno considerarli sfruttatori. Ci dobbiamo usare a vicenda: è giusto. E’ uno scambio. Proprio come il denaro e il lavoro.

PLINI : prog metal strumentale. Godo.

pensavo fosse un gruppo

pensavo fosse un gruppo

Forse un po’ fusion, forse un pelo (pelo) freddo, ma … che figata: progressive metal totalmente strumentale. PLINI è il nome del chitarrista titolare del progetto che di volta in volta coinvolge differenti altri componenti cazzutissimi (che non conosco ma… sono cazzutissimi e basta).

Un piacere. Potentissimo, melodico, preciso, graffiante e “metallico” ma non inutile su e giù di sborrate chitarristiche dimenticabili.

Da riascoltare godendoselo.

Erano … beh anni che non ascoltavo una cosa e basta. Proprio: ascolto in cuffia e accarezzo la gatta. E basta. Con gran godimento sia mio che della gatta.

Nonostante io sia assolutamente in bolletta in questo momento l’ho già messo in lista per l’acquisto fisico. Eccellente lavoro. Consigliato da un mio amico che ha letto che lo consigliava Steve Vai. Eh beh, il buon vecchio Steve lo ringrazio assai.

trasferire 12 mega in pochi secondi

Qui nel meraviglioso nordest di provincia inviare 12 mega senza pensarci troppo non è cosa comunissima per chi “se ne intende”. Come dire… per chi sa cosa sta facendo e lo sa da tanto tempo. Chi prima di mandare un file controlla quanto occupa o … come è diventato “quando pesa”. Ho ancora l’attenzione di usare wetransfer &co ogni volta che si supera un certo MEGAGGIO … una cortesia che non mi usa quasi nessuno, intasandomi in due secondi persino gmail se non faccio pulizia, oppure chiedendosi “MACOMEMAIcazzatecazzatecazzatecazzatecazzatecazzatecazzatecazzate?”

E quindi.

Mi stupisce sempre. Anche se ho scelto questa connessione perché aveva tanta banda in upload. Anche se è notte fonda e quindi va al massimo (20 Megabit in UPLOAD … ).

Questo, credo, significa vivere il progresso. Avere visto qualcosa che non andava bene e vederla andare bene, mentre sei vivo, mentre la usi … si fa notare. Io lo noto, perlomeno.

facebook VS Linkedin? mh.

Techcrunch in QUESTO ARTICOLO parla di una nuova apertura delle facebook pages riguardo alla pubblicabilità di apertura di posti di lavoro ecc ecc, e quindi della possibilità di usare le features a pagamento anche in questo caso.

Ok, tutto fantastico, da considerare.

Ma pensiamoci bene: io quello che faccio su facebook (ufficiale o farlocco) non lo faccio su linkedin. Hanno uno spirito completamente differente. Quindi OK, possibilità in più, ma io farei un redirect da facebook a linkedin o, meglio, mi ricorderei SEMPRE che 1) google+ è aperto al web mentre gli altri no, 2) i social possono sparire, ma IL TUO SITO no.

Quello che renderebbe internet un “mega-social” è un sistema di login “worldwide”.

Ad ogni modo negli usa esiste anche la feature per vendere le cose, mentre per ora noi ce l’abbiamo solo nei gruppi.