Se vi occupate o vi interessate di informatica con una percepita competenza e non avete mai sfanculato in modo definitivo gli amici, sicuramente ne avete anche voi che vi chiedono dei lavori gratis.

E vabbé, fin lì, ci siamo.

La cosa che fa girare i sonaglini è tutto ciò che significa un “come faccio a” mandato via sms.

Perché, se non fosse chiaro, a voi che chiedete, significa una tale sottovalutazione per la conoscenza altrui da venire percepita da colui/ei al/la quale domandate come disprezzo. Per imparare qualcosa che non si impara in due ore, di solito appunto serve tanto impegno, dedizione, tempo, capacità, abilità, pazienza… ecc. E spesso per quanto riguarda i problemi, esperienza. …E tu fai una domanda in 160 caratteri e pensi, ti aspetti o pretendi che ti si possa anche rispondere? In altri 160 caratteri?

Se vai in negozio paghi, e tanto. E col cavolo che ti rispondono via sms. Quello che chiedete significa “tanto è una puttanata, se mi dici come si fa” e “ci riesco anche io” e logicamente se la considerazione sull’argomento è questa, l’incompetenza e la scarsa considerazione del lavoro altrui ti fanno pensare che una analisi, delle prove, delle ricerche una o più soluzioni o una risposta, si possano esprimere in 160 caratteri che, tra l’altro, devo anche pagare.

Dovete sempre chiedervi se vi permettereste mai di chiedere al meccanico via sms “non funziona la macchina, mi dici come faccio a farla ripartire?” o anche il mitico “hai 5 minuti per risolvermi qui?” … 5 minuti? Mavvafanculo và!