l’ottimismo è il profumo della

Quindi dato che devo fare il Professor Ottimismo, eccoci. Sentivo anche il signor Paolo Crepet dire cose che  sarebbero anche condivisibili, se non mi fosse scivolato su un bel “ai tempi de mio nonno se stava mejo e con n bello scappellotto aeh!… ” che poi il mio caro Paolo Crepet, te lo vorrei vedere quel meraviglioso bel tempo andato con tutte le altre cose che presumibilmente sono oggetto del tuo studio: quel bel tempo andato, ad ognuna delle cose ti risponderebbe che sono tutte fanfaluche, che ci vuol nerbo, che “una volta queste cose non esistevano” (tipo: lo stress non esisteva! come altre persone che dicono che una cosa  non esisteva solo perché non gli avevano dato un nome, non l’avevano distinta da altre cose perché non ne avevano mezzi e conoscenze) che basta aria buona e mangiar meglio eccetera eccetera. Alcune di queste però, ripeto, le trovo condivisibili: ci sono alcuni tipi di dolore (frustrazione) che  devono essere vissuti per tempo, con degli scalini che si devono fare, con fatica, con dolore, lacrime, vivendoli… e deve essere fatto presto, senza nessuno che ti pari il colpo o ti prenda prima che ti sfracelli sull’asfalto col ghiaino. Sanguini, ti spezzi, ti rimargini, soffri, e soffri per un po’, mica passa subito.

A volte non passa mai, però, caro il mio Crepét. Ma sono d’accordo: alcuni culi sono un po’ troppo parati.

Detto questo, eccomi con il momento riconosco-che, ottimistico. Riconosco che avendo insistito, perseverato, essendo andato avanti in alcune cose anche “per fare qualcosa”, poi me ne sono capitate altre. Anche belle. Ad esempio un po’ di tempo fa con la società che mi ospita ho fatto delle foto ad una “sfilata” con ragazzi/e normodotati ed altri disabili, mista. In quella occasione ho incontrato e ho dato il biglietto a L, che è arrivata ed abbiamo fatto qualcosa, poi abbiamo avuto, nel tempo, dei dialoghi, poi è venuta anche a posare nuda e mentre ne parlavamo siamo andati in un bar, dove ho incontrato F, mia attuale modella di nudo, che però in quella occasione mi ha visto appunto con L, che è sua compaesana e quindi ha potuto verificare che non sono una minaccia. Ci ha messo un po’ ma poi è arrivata. Ha iniziato dicendo “non mi interessa il nudo” nei moduli, poi di persona “SI, VOGLIO”. E non ha mai smesso, facciamo quello.

Ok, anche lei vuole posare come sposa. Anche sposa lesbica. Anche sposa sexy. Ma pure suora e roba blasfema, per il gusto della blasfemia. Le avevo pure proposto di fare la madonna che se la fa leccare da sangiuseppe e lei “si!!! sarebbe fantastico!” però insomma, questo è anche un po’ troppo porno… sarebbe divertente, ma insomma, ecco. E tutti i travestimenti, Harley Queen OK, teppistella monella maiala OK … eccetera. E principalmente “as is”, al massimo coi tacchi, ma di solito senza niente. L’ultima volta ha buttato li un “ho capito che ci piacciono le stesse cose” [in quanto ad estetica fotografica] e la cosa molto carina, comune di solito a questo tipo di persona (splendore!) è che non importa quanto aperta possa essere la figa in una foto: se me la scartano è perché si è schiacciata la pancia o il collo e “fa brutto”. Questa cosa mi fa impazzire, sorrido.

Detto questo io sono sempre sull’orlo del suicidio, che vogliate credermi o meno. Non sto bene. Ma penso a questa roba per andare avanti: almeno posso produrre roba bella, sono un privilegiato del cazzo, ho accesso all’immagine intima di ragazze e donne splendide. Posso renderle eterne, ho il permesso e la partecipazione attiva. Quando loro non ci saranno più, ci saranno ancora. Questo è bello, per questo vale la pena sopravvivere un giorno in più. Fare una cosa bella.

Per quanto possa darmi una soddisfazione del produrre qualcosa, non soddisfa questo essere umano che per quanto possa capire, caro Crepet, che la vita è costellata di frustrazioni, quando frustrazione e vita coincidono, per me non vale la pena, te lo ricordo. Anche se fai un bel lavoro, anche se ci sono persone intorno che non ti odiano o ti vogliono fare la pelle per mangiarsi te o la tua roba.

Viziato di merda.

Devo rileggermi Watzlawick, che me la mette talmente giù bene, con un’ironia tremendamente condivisibile. Prende per il culo l’insensatezza di questo buco nero in un modo che riesco ad accettare. Ne ho prese due copie, grazie a m. che me l’ha fatto conoscere, ma adesso mi sa che le ho sparse in giro a gente che non lo sta leggendo. E siccome è una medicina, mi sa che me lo farò ridare.

Ora ho 3-4 giorni per consegnare un lavorodimerda. Che non verrà pagato perché sono un coglionedimerda.

esempio di lettura digressiva (di palo in frasca)

Ho appena inventato questo termine. Ecco a voi un esempio di cosa cazzo succede quando io mi metto a leggere. E voglio ricordarvi questo: ho 44 anni, quasi 45. Quando ne avevo 17 facevo questo  durante i compiti in classe  sia di latino  che di inglese.

Vedo un porno con la splendida Taylor Rain, che ora, dice wikipedia italiana, fa l’agente immobiliare a Los Angeles come “Nicole Prince”. Non faccio battute relative alle sue vendite. Ma mi chiedo: e la wiki INGLESE cosa dice? Niente. Non dice niente. Taylor Rain (stage name) ha fatto più di 300 film porno. Mi chiedo solo, essendo stato un wikipediano attivo, se per caso stiano iniziando altre battaglie di  enciclopedicità del cazzo anche sulla .EN … come posso fare a verificare? Cerco il mito: Max Hardcore (stage name di Paul Little) e si, lo trovo, non è scomparso. Leggo velocemente la voce in Inglese, per vedere se è cambiato qualcosa; boh, si, dice che forse nel 2013 ha reiniziato a lavorare, quel grandissimo fiòdena. Continue reading →