Incontro la vecchia, che sta sempre negli uffici sompra il mio studio: sta in segreteria; ho sempre notato che mette scarpe che non dovrebbe: dei vezzi, voglia di essere, libertà di farlo, probabile abitudine ad essere stata. La vecchia ha 72 anni. E’ vecchia sul serio, rughe, grinze, vene varicose, roba cadente e tutto il repertorio. Compresi i trucchi impietosamente sbagliati, i capelli eccetera. Ma non ci facciamo poi tanto caso. Io alle vecchie sono sempre stato abituato; di bellezza ce n’era meno in giro, più si va indietro nel tempo. Vanità, darsi delle arie, boria, altezzosi. Queste erano le parole per chi onorava il dono.
La vecchia mi mostra una foto del 1971. Non ero neanche nato e lei sembrava che so… la morosa di Jim Morrison. Una figa pazzesca. Rayban, ok, ma un collo, lineamenti, mascella, fronte-naso, le labbra. Poi vedo altre foto dopo, i suoi occhi. Era davvero una grandissima gnocca e lo ricorda. Ne parliamo, e mi dice “diglielo, diglielo alle tue ragazze, che questa cosa passa veloce, in un soffio! Guardo questa foto e mi sembra fosse ieri… ma guardo lo specchio e non c’è più niente, niente di tutta questa roba!”. Ne parliamo ancora, non diciamo che si muore, che non c’è altro. Ma quello di sicuro non c’è.
E certo, io a loro lo dico. Ma puoi capire solo quando era tuo e non ce l’hai più. Potevi e non hai fatto. Hai detto dopo. Hai detto c’è tempo.
E invece no. C’è QUEL tempo. E dopo ce n’è altro, diverso. Quello di prima è passato per sempre.
Se vi sembra tutto superficiale, pensate a qualsiasi altra caratteristica fisica. Mio padre, pensavo, leggerà finalmente in pensione. Non vede quasi niente. Beh potrebbe ascoltare. Non sente quasi niente.
Devi usare il tuo corpo. Devi godertelo, goderne a pieno, darci sotto. Scopare come un trapano, guardare, ascoltare, succhiare, mangiare, bere, gustare, usare i muscoli, correre, saltare, odorare, toccare, infilare, leccare.
Poi potresti non esserne più in grado.
Quindi se puoi posare nuda, dico io, fallo subito.