Skrill verso turbobit … sanzioni alla Russia?

Stavo cercando di velocizzare un download da turbobit.net, perché mi ero rotto davvero le palle, quindi ho deciso di versare ‘sti 6 dollari. Chiaramente Mastercard non va, ok, me lo aspetto (turbobit ha gli headquarters in Russia): la cosa strana è che CI SIA in elenco, come metodo di pagamento. Poi vedo che c’è un bel “SKRILL”, che non ho mai provato. E quindi provo a caricare in portafoglio una ventina di dollari, ampiamente sopra il necessario.

Provo ad effettuare il pagamento e mi dice che “non ci sono abbastanza soldi” e se vuoi prova con mastercaz. E ok, provo. Pagamento rifiutato, non mi sorprende questo.

Mi sorprende che non funzioni il deposito SKRILL dicendo che “non ci sono abbastanza soldi depositati”, che è falso.

Dimmi “NON POSSIAMO VERSARE SOLDI ALLA RUSSIA PER LEGGE” e via, no? Ma per ora sembrano dire balle.

Lascio questa testimonianza digitale (giugno 2022).

Intanto vi consiglio un podcast con una testimonianza molto più importante, di cui anche se so parecchio, non sapevo un cazzo: colpevolmente, mi dico: consiglio quindi il podcast BUNGA BUNGA.

morale, etica, pudore, interpretazione

Ora non cercherò l’articolo a corredo ma, non so se lo sapete, per la legge il rapporto che rende la moglie una schiava sessuale o una prostituta del marito (riconoscendo in tale modo questo ruolo) è valido. Spiego meglio: il fatto che la moglie la dia al marito per essere mantenuta da lui è riconosciuto come un rapporto valido in quanto è tale: sesso per mantenimento. E viceversa, ovvio. Il coniuge? ok.

Mi è venuto in mente perché cercavo tutt’altro ma ho trovato tanta merda e anche roba interessante. Cercavo un articolo riguardante una possibile modifica delle leggi relative alle conseguenze da uso illecito dell’immagine altrui. Pare che le conseguenze si siano inasprite. Galera, roba così. Necessario a contrastare il Revenge porn. Non trovo niente. Trovo invece notizie che mi lasciano DEMMERDA relative all’aspetto delle star, al loro invecchiamento, ai post su Instagram ed i fan che li/le insultano o fanno considerazioni poco lusinghiere. Cagate. Eppure ne è pieno il risultato della mia ricerca. Tra le altre cose trovo questo: Sesso per contratto, è lecito? Ovviamente vista la fonte mi risulta interessante approfondire. E infatti.

Le considerazioni che scaturiscono dalla lettura di un articolo simile per me sono molte. Quelle che mi interessano di più sono quelle relative a ciò che la legge considera “buon costume”, visto che, se si va contro tale concetto in una causa di contratto questo può essere considerato nullo. Ma la considerazione, che riporto, relativa alla definizione di “buon costume” è, per me, fonde di grandi dubbi: “il complesso dei principi etici costituenti la morale sociale, in quanto ad essi uniforma il proprio comportamento la generalità delle persone corrette, di buona fede e sani principi, in un determinato momento storico e in un dato ambiente”.

Questo, dunque, rende difficile e scivoloso ogni cambiamento sociale. Cosa sia concesso o proibito dunque lo decide la massa? Oppure ancora: leggete quella definizione e pensate al burqa. O a qualcosa che non vi piaccia, ma in un ambiente retrogrado. La generalità di persone corrette. Corrette secondo chi? Di buona fede secondo chi? Quale fede? Principi sani secondo chi? E wow! In un determinato momento storico, meno male. Perché se qualcosa è iniziata in un momento storico e prosegue… e l’ambiente cambia… scivoloso, scivolosissimo.

Ricordo che persino “oltraggio al pudore” diventa così quando si va a vedere cosa sia definito, per la legge, “pudore”.

E tanto per ricordarci la merda, ecco qua.

stasi usa 1984 libertà

Guardare una serie crime qualsiasi in stile CSI eccetera ti mostra in modo “figo” quanto sia possibile scoprire della gente, spiarla, controllarla, stanarla. Loro sono i buoni, ovvio. Ma la luce è giusta, loro sono fighi e affascinanti. Eleganti. Palazzi a vetri, corridoi ampi, strumentazione nuova e lucente. Tutta roba che io devo fare per lavoro.

Contemporaneamente “Le vite degli altri” che tratta della Stasi e quel periodo, oppure della serie distopica “1983” che si trova ora su Netflix, ti mostra le stesse identiche cose, tecnologie, possibilità, ma usate da un più realistico stato oppressivo, onnipresente, punitivo, onnipotente e con un “partito”. 1984 di Orwell in testa. Le tecnologie e le possibilità sono le stesse. Persino i tipi di autorità coinvolta, in una certa misura, sono gli stessi.

Il controllo delle comunicazioni e la libertà di richiedere password di accesso che c’è in UK non è inferiore a quello di un qualsiasi regime totalitario. Ovviamente si tratta del modo. Però ci si può riflettere. O anche sbattersene. Come dicono in questa serie la gente vuole solo pace, cibo, tranquillità.

Per un attimo ho sbagliato titolo, ma ve lo consiglio comunque, proviene dal periodo in cui potevo ancora guardare un film “vero”: il gusto Degli Altri

Ci vogliono guardare nelle mutande e nel cervello

immagine ricordande l'oppressivo controllo descritto nel romanzo 1984 di Orwell

che bel futuro

Notizia n.1: Negli Usa era ormai pratica comune richiedere le credenziali di accesso (utente e password) di facebook o twitter o dei social network ai dipendenti e pare anche dell’e-mail. A questo almeno alcuni stati hanno iniziato a porre rimedio… vedi notizia qui ( http://punto-informatico.it/3508761/PI/News/password-lavoro-disegno-legge-federale.aspx) ma la cosa che fa accapponare la pelle è Continue reading →

John Howard Musulmani Islam BUFALA

Sta ricominciando a girare, mescolata ad altri contenuti più o meno veri, più o meno simpatici, più o meno condivisibili, la vecchia bufala sul discorso che avrebbe tenuto il primo ministro Australiano John howard ai musulmani, che in realtà è una lettera scritta da un qualsiasi cittadino americano (non è il primo ministro di nulla e non è nemmeno un politico, ma un tizio qualsiasi che dice la sua) ad un giornale americano (quindi non è rivolto ufficialmente da nessun governo a nessun popolo a nessuna categoria) verso il 2001 con il sentimento che ci si può immaginare dopo l’11 settembre.

Leggete il debunking di Paolo Attivissimo sull’argomento, qui:

http://attivissimo.blogspot.it/2010/02/antibufala-il-discorso-del-primo.html

Sul discorso di Marchionne alla Bocconi

Bocconi, 30 marzo 2012 – Avete forse avuto modo di leggere l’intervento di Sergio Marchionne presso l’università Bocconi. Se non lo avete fatto, fatelo. Potete farlo presso queste fonti (CLICK) ed è importante perché si tratta di quel genere di discorso alla Jobs che molti poi prendono ad esempio come se fosse una verità da santone; meglio dunque conoscerlo. Il discorso è molto bello, non lo metto in dubbio. Ecco cosa scrissi a mio padre nonappena me lo sottopose, dopo aver smesso di risentire dell’effetto-commozione:

Sono belle e sono sicuramente condivisibili, ma come sempre si rivolgono solo ai cosiddetti “maschi-alfa-del-branco” e non al branco intero. Ti sferzano a “darti da fare”, ma le due categorie di persone come possono metterlo in pratica, nella realtà? Certamente non hanno le stesse possibilità e quindi non si può pretendere ed aspettarsi lo stesso comportamento da entrambe le parti.

Immagine raffigurante lavoratori, un po' inquietanteLe uniche parole che si riferivano alle persone comuni sono “…spronare la nostra rete produttiva italiana ad adeguarsi agli standard necessari a competere a livello internazionale e a produrre per…“. Un buon vecchio “taci e sgobba – e di più”.

Nel nostro caso nella sostanza, a mio avviso, significa perdere i diritti che Marchionne, nel discorso, ha identificato come provenienti dal ’68 e “non più adeguati”; ovvero dare la possibilità di trattare le persone come ingranaggi di una macchina, da accelerare, velocizzare, spegnere, accendere, staccarne alcuni pezzi e metterli da parte, riprenderli quando serve, ecc. Certamente, a parole, pensando ad ogni mossa “con responsabilità verso il paese”, certo… E’ anche probabile che tutta questa responsabilità, magari in termini di introiti e gettito fiscale, esista. Ma non siamo tutti ingegneri, tutti inventori, designer, attori, tutti in prima fila a scuola. Magari abbiamo figli che lo saranno, come magari lo furono i nostri genitori, ma noi no. E stiamo mantenendo noi quei figli e il loro benessere. E lo facciamo ora e domani. Continue reading →