…perché mi sto eliminando – non lo posso dire.

Nel mio progetto di autoeliminazione una delle cose che occupano tanto spazio e hanno per me un valore sono i libri. Ne hanno molto e non mi va che vadano in culo, così a caso. Non mi va che vadano a chi non darà loro valore. Così ne ho date barcate ad un tizio. Dopo la terza borsa gonfia è stato difficile schivare la sua domanda in stile “perché mi stai dando dei lingotti d’oro?” stampato sul viso. Difficile, ma fattibile. Del resto dire il vero, tipo “intendo suicidarmi carissimo quasisconosciuto, ma non mi va proprio che cose così belle vadano date a caso, ed ho personalmente partecipato a decine di svuota-la-casa-del-morto per sapere come vanno queste cose: puzzano di morto, per qualche cazzo di motivo, un sacco di cose che avrebbero valore: i libri sono tra questi e questa è fantascienza e so che tu ami la fantascienza quindi sono FELICE di darla a qualcuno che la godrà, perché io con tutta probabilità non leggerò più”.

Però Asimov lo aveva tutto. Quindi ho tutta la Fondazione e forse altro… ma per fortuna un non-ancora-trentenne che ha tutta la mia stima non ha letto nulla di ciò. Glielo darò con gioia. Ma per fortuna è depresso lui, quindi confuso, e il suo “ma perch…” si è perso nella conversazione. Difficile dire alla gente che dai via ogni cosa perché non sopporti l’idea che alla tua morte cose che costano, che sono godibili, belle, apprezzabili, vengano trattate come spazzatura. Quindi finché sei vivo e non sanno di “roba del morto”, io so che devo solo trovare gente che è davvero interessata.

Purtroppo con i CD non è andata altrettanto bene, il tempo è passato… sono davvero divenuti pezzi di plastica per la maggior parte della gente.

le donne che mi ascoltano e si costruiscono

L’ultima volta che ci siamo visti con lei, mi voleva dare la sua versione di alivelloumano per darmi qualcosa di buono, per dire che ero un mattoncino di lei; da lei non mi interessava: io la volevo li, sempre, ogni giorno. Mentre invece dopo, via messaggio, mi comunicava che la fiamma non si riaccende.

Come mi elencava lei, ormai lei aveva un certo tipo di porta monete sullo stampo di quello che uso io per proteggere le varie card dal mio culone schiacciatore, che quando passeggiava e vedeva una ormai faceva come me, mentalmente “modella!”, che aveva acquisito e inserito nell’arsenale il mio “ho udito e compreso le tue parole e ne prendo atto”, che adorava perché (cit) fa incazzare tantissimo le persone anche se non possono dirlo. Diceva che le avevo dato sicurezza perché sapeva che da rapata a zero stava bene, grazie a me, e quindi i suoi timori di avere i capelli radi possono essere sempre risolti con un rasoio, senza paura. E ok, ok, tante altre cose. Ma se vai a scuola, se vivi, se incontri gente, questo succede se proprio non sei una rapa e fai esperienze superficiali e basta. Io poi non posso proprio stare in quel modo: sono sempre stato da esperienze uno-a-uno cavando fuori tutto quello che posso e cercando di essere li a disposizione allo stesso modo. Anche per un caffé. Continue reading →