Fototessera a neonato: fatto

Uno degli ambiti in cui può servirvi il classico “one-shot-one-kill” professionale del fotografo è la fototessera – che deve rispondere a delle precise regole per essere legalmente valida – di un neonato: situazione molto complessa da gestire.

Non essendo un fotografo “di bottega” e non essendo la fototessera la mia aspirazione artistica del ritratto più ambita, l’ho sempre e solo osservata come una delle “faccende tecniche” che rendono un professionista tale, ma senza occuparmene personalmente.

Per fortuna, interessarmene è stato un bene. Ho seguito, ho “rubato con l’occhio”, come dicevano i vecchi di una volta, ho domandato, e dopo anni mi è servito. Offro gratuitamente ai soci della cooperativa che ospita il mio studio lo scatto della foto tessera in orari e giorni assurdi che un negozio potrebbe non accettare mai; poi spedisco ad un servizio di stampa professionale di zona e loro addebitano il costo della sola stampa; è loro chiaro che non si tratta di concorrenza e va tutto bene.

Comunque sono andato alla grande! So perfettamente che non è facile, ma 1) lo so fare 2) la fortuna mi ha aiutato (la bimba non era agitatissima né assonnata).

Fatto!

rendere fica una foto

A volte sembra di tirarsela ma ci sono due specifiche discipline, recentemente massificate, che richiedono competenze, per essere padroneggiate, in aspetti tecnici.

E la tecnica è tecnica: è quello che è, a volte pallosa. Tipo: per dimagrire devi modificare l’alimentazione e fare movimento, ed entrambe queste cose vanno fatte in un certo modo. La risposta “cheppalle” oppure “eh non farla tanto difficile” richiede un dito medio, come risposta corretta. Ma poi sembra di tirarsela. Eppure chi dimagrisce e si tonifica FA esattamente quelle due cose e le fa con attenzione, dedizione, senza sgarrare che secondo – ancora – una regola, persino per sgarrare.

La fotografia è prima di tutto fisica.

L’informatica è prima di tutto scienza.

La gente ti manda una richiesta via SMS, oppure oggi su WhatsApp, che richiedono esperienza lunga, studio, e un mondo di “dipende”.

Tizia mi manda una foto del basso di quella che mi pare una porta d’entrata. Bianca. Uno zerbino grigio. Un’erbaccia che spunta fuori tra il tappeto e la porta. Mi scrive “come faccio a renderla fica con Instagram?”.

“Non puoi” è la mia prima risposta mentale. La seconda è l’adagio: non puoi rendere cioccolata la merda. Non che la foto sia una merda, ma non può diventare “fica”.

La fotografia è innanzitutto foto-grafia. E lì la luce è piatta, spenta. I colori sono mosci, ma cosa puoi fare con Instagram? Mettere tre filtri? Usare luminosità e contrasto? Ma soprattutto..,. quella che per me è un’erbaccia magari era il soggetto della foto, era una piantina e non un’erbaccia. Ma soprattutto non capisco cosa voglia ottenere. E siccome tutte queste cose sono … tutte queste cose, sono tante, vanno considerate, bisogna fare delle scelte… allora mi trovo incasinato.

Si studia grafica. Si studia storia dell’Arte. Si osserva il bello. Si fa molta, moltissima pratica. E poi si fa “la foto fica”, non si “rende fica”. Si evidenzia ciò che di fico c’è già nella foto, aumentando o diminuendo l’influenza di quel determinato elemento già presente nella foto. Altrimenti si fa fotoritocco cosmetico: si dipinge nella foto, si trasforma: non è più fotografia, ma pittura.

Si fanno esperimenti, si riscatta la foto. Si aspetta la luce giusta, si cambia punto di vista oppure di ripresa, ci si avvicina od allontana, ci si alza o abbassa, si capisce che il cellulare fa schifo al cazzo?

Si possono fare tagli, reinquadrare una foto larga. Ma… “rendere una foto fica” … è una cazzata. Come posso io stare a spiegare che “rendere una foto fica” è una cazzata, senza essere stronzo?

Ecco, il corso lo devo seguire io: come non essere stronzo.

 

foto, tecnica?

La banalità di quello che faccio, oggi (che non è l’oggi in cui leggete) mi ha travolto per un po’. Osservavo su Instagram il lavoro fatto ad un corso da una tizia per me è solo “quella che ha fatto da tramite per farmi prendere la gatta” (la prima gatta). Ma si interessa di fotografia. E non serve essere un professionista per fare foto. Ottime foto. E come dice quello, “buone foto”. Ma le foto di nudi femminili, che io trovo la forma estetica più bella del mondo, sembrano essere tutt’altro che rari, no? Basta quel link che vi ho appena fornito per vedere bellezza su bellezza, estrema, splendida.

E per questo banale?

Io mi guardo attorno, ogni giorno. E quella bellezza che potete vedere in quei ritratti io la vedo, talvolta, rarissimamente, in persone che se ne stanno passeggiando per la città. Bellezza potenziale. Però non ci nascondiamo: ce ne sono di foto come quelle che faccio io, milioni. Figurati, io sono capace di dedicarmi alla stessa modella per sessioni su sessioni. A quella vita li, con quel corpo li.

Le foto di questa tizia, tutto sommato neofita, non erano male. La modella era sicuramente professionista, era guidata da un professionista (che seguo su Instagram). E d’improvviso una delle cose che fa parte della mia sopravvivenza, una cosa bella, è diventata facile da sottrarre alle mie mani. Lo scrittore prende tutto dalla sua testa: certo, lo trae dalla vita; certo può vedere la sua idea scritta prima. Ma 

ma un cazzo, non ho altro da dire. Parole vuote, scuse, lagna, lamentela, gne gne, piagnisteo, nonsononessuno, nessunomiama, mediocrità eccetera. solita roba, addio.

Ad ogni modo in questi momenti mortiferi, mi viene più facile regalare informazioni, tecnica. Quindi beccatevi questo regalo. Udite udite. Sono cose che dico abitualmente alle modelle di nudo mentre sono li o a chi vuole fare “roba fashion”: solo che è one-on-one, rimane tra le quattro mura. Ma che me ne frega. Comunque lo potete vedere in ognuna di quelle foto se sono buone. Lasciate perdere la luce, quella è un’altra faccenda. Pronti?  Continue reading →

togliere le bugne dal fondale 2: tecnica rapida

Vedi prima l’altro articolo per capire cosa intendo.

Velocizzato, sistematizzato:

Lavorare sempre in raw. Salvare in TIFF/PSD 16 bit.

  • Apri TIFF in photoshop
  • apporta eventuali correzioni pelle ecc
  • duplica livello (CTRL – J)
  • seleziona con “strumento selezione rapida” grossolanamente lo sfondo (W)
  • passa (Q) a maschera veloce, dipingi quello che non è sfondo, sbordando leggermente, con pennello sfumato ed esci da maschera veloce (Q)
  • CTRL-J per creare un livello con la selezione in corso
  • applica a questo livello un “controllo sfumatura” molto pesante giusto fino ad eliminare le bugne ma senza fare un casino
  • spostare il livello sfumato tra lo sfondo e la copia, ora la copia sarà sopra tutto
  • applicare una maschera a questo livello superiore
  • dipingere (seleziona con X se dipingi o cancelli) per togliere le bugne dove serve stando molto attenti ai bordi specie dove si incontrano capelli eccetera.

I passaggi ci sono tutti, ma una volta che ci si prende la mano diventa tric, trac hop hop, velocissimo. Per sicurezza appena avete i 3 livelli (prima di dipingere) CTRL-S per salvare il TIFF.

Quando avete terminato CTRL-SHIFT-S per salvare in JPG; mio consiglio: salvate a 12 in photoshop e compratevi jpegmini che fa un lavoro ECCELLENTE per ridurre, se questo elemento ha per voi una importanza cruciale come per me: massima qualità, minima occupazione di spazio.

il fondo con le bugne: come fotosciopparlo via

una che sa davvero.

una che sa davvero.

Capita di sbagliare in fase di ripresa; sicuramente a voi no, ma a me si. Col fondale non ho un rapporto meraviglioso. Avendo soldi, magari, me ne fotterei. Ma ho avuto un periodo in cui dev’esserci stata umidità e credo sia per questo che il fondo ha iniziato a fare le bugne.

Ora sicuramente voi avete il trucco fico, ma io no. Ho trovato un trucco veloce per togliere lo sporco dal fondale bianco: quello dove dici a tutti “venite scalzi oppure con delle scarpe pressoché nuove” e poi alla fine è tutto una merda. Ecco, quello lo pulisco in modo relativamente decente ma sicuramente veloce, per il risultato accettabile che da.

Ma quando il fondo ha le bugne si vede e il trucco di sfocare lo sfondo e poi far uscire il soggetto con la mascheratura non funziona perché il soggetto partecipa alla sfocatura e quindi ai suoi bordi esce l’aura della maledizione nazca.

Quindi? Selezione intervallo colori sullo sfondo (con i valori magici), duplicazione livello, un’aggiustatina alla sagoma rimanente (che deve essere vuota) e poi alargando di una buona ventina di pixel rispetto alla sagoma rimasta la selezione (si ma con l’accetta, non vi preoccupate della precisione) poi si riempie la selezione ma content-aware. Questa meraviglia della natura del content-aware ovviamente riempirà di altro fondo bugnato.

Ora si che potete sfocare tutto. Se con la selezione tutto è diventato trasparentino, sotto potete metterci una sfumatura dei due colori decentemente prelevati dal fondo sfocato.

Ora si che potete usare tranquillamente la maschera ed estrarre il soggetto dal fondo che non sarà più bugnato ma “con grosse aree di colore sfumate” in modo accetabilissimo (certo non uniforme e perfetto) ed in rapporto con i colori che a contatto con il soggetto sono ancora corretti.

E sostituire il fondale?

Se me ne spedisci due tu gratis, volentieri, anche tutti i giorni.

Pulire con photoshop il fondale sporco

Nuntio vobis che preferisco lo strumento toppa per la pulizia del fondale sporco. Esiste una procedura per spennellare-sfuocando, molto veloce ed efficace che potete trovare googlando. Ma ho visto che trovo più veloce e più efficace quella di toppeggiare a manetta. Prima selezioni la sporcizia, poi in un’area libera e pulita leggermente superiore prendi la sorgente. Hop! Puoi lasciar fuori l’area con ombre più nette e il sotto-scarpa. Di solito è veramente più che sufficiente per una qualità media. Se devi far meglio… scontorni tutti e ricostruisci 🙂

O magari hai il fondo pulito eh? 😀

Che differenza c’è tra la modalità “AF spot con punto singolo” e “Singoli punti AF”?

Se, anche voi, siete passati da un modello relativamente datato di Canon EOS ad una dalla 7D in poi probabilmente non capite, dal manuale (che, lo ammetto, sto leggendo in ordine e quindi non ho terminato) che diavolo differenza ci sia tra la modalità “Af spot con punto singolo” e “Singoli punti AF”.

Ovviamente la precisione, l’area coperta.

Spot: più preciso.

Fonte, CLICCA QUI.

se i grandi fotografi postassero nei forum

sappiate comunque che è una finta istantanea

by Cartier Bresson

Mi hanno segnalato questo splendido thread in un forum di fotografia che può aiutare o quantomeno far riflettere sulle regolette. E’ il solito discorso, per carità, per chi lo ha già fatto, tra tecnica e creatività (e vale pressoché per ogni disciplina che possiamo avvicinarci a dire “artistica”).
Penso sia necessario conoscere le regole (anche perfettamente) e poi decidere cosa si vuol fare. A volte partire dal nonvogliosaperneuncazzo non è la via migliore. Soprattutto per lavori commerciali.

Sono certo ci siano illustri eccezioni 😉

Buona lettura. 😉

quando le pubblicità partono da sole e fanno RUMORE io me-ne-vado subito: FATELO ANCHE VOI

Cari pubblicitari , webmarkettari, advertizingari, dovete capire una cosa: voi non sapete dove noi staremo guardando qualcosa che appare su internet. Non potete prevederlo. Quindi dovete cercare di pensarci: “e se questa cosa uscisse improvvisamente mentre l’utente finale è …?” Se mi fate una pubblicità che si apre a tutta pagina SOPRA quello che sto facendo, semplicemente segnerò sull’agendina “NON COMPRARE MAI” il prodotto che avreste voluto rendere memorabile: lo sarà, non vi preoccupate.

Ma questo non è il massimo problema.

Quando i VIDEO partono da soli in una pagina, fanno rumore, parte la musichetta, fanno CASINO, io chiudo immediatamente la pagina. Magari è notte a casa mia, magari sono al lavoro e non dovrei guardare in quel momento, mi mette in difficoltà, mi causa imbarazzo, magari è la mia ragazza, tua zia, sua moglie, con un iPaid in treno od in autobus e non vogliono in alcun modo essere notate se non l’hanno deciso loro: non ha importanza se la pubblicità non è quella piacevolissima e gradevole del forex, non mi interessa se è quella moralmente irreprensibile e sicura al lavoro dei siti di dating oppure quella di un’auto, di un gioiello o una merendina. Sono, in ogni caso, cazzi miei, e non mi interessa una sega se posso abbassare il volume PRIMA (magari ho necessità di sentire il PLIN PLIN dei sistemi di messaggistica interna al lavoro, oppure della mail? Oppure altri suoni utili di altre applicazioni? Può essere, ma in ogni caso sono beneamati cazzacci nostri) , alla lunga ovviamente si ricorre a plugin di blocco della pubblicità come adblock plus, oppure si usa tout court browser come Opera che permettono un blocco della pubblicità pignolo, puntuale, splendido. Continue reading →

lo scopo della tecnica è di eleminare i tecnici (professionisti)

L’arrotino è solo un mestiere scomparso, *non* autoeliminatosi.

Pensavo all’informatica (ITC, IT) … ma non è solo lì, anzi. Ogni tecnica o tecnologia vuole semplificare sempre più l’uso da parte dell’utente… rendere la cosa possibile a chiunque. Forse non tutta: alcune tecnologie rendono solamente possibili cose altrimenti non possibili. Ma la tendenza, alla lunga, è eliminare colui che ha creato e sa usare “esclusivamente” lo strumento (lo “specialista”) e metterlo in mano alle masse, disinteressate alla raffinatezza o alla precisione, ai motivi di alcune scelte tecniche o alla qualità richiesta ed ottenibile … alla lunga la semplificazione, sempre, rende tutto più vicino… ma fa dissolvere e perdere la conoscenza. Mi sembra che l’avvocato e il medico si salvino ancora, forse anche il meccanico…

Forse idraulico, falegname e muratore si salvano dalla massificazione (forse, ho detto!) perché di mezzo c’è la fatica (ma cosa succederà quando un ingegnere inventerà degli strumenti oggi nemmeno pensabili e domani un’app per iPorn che ti stacca il cesso e ne monta uno nuovo per 56 cent?) … e anche l’abilità manuale, non da tutti.

Di che vado cianciando, dunque? Del fatto che alla lunga alcuni lavori hanno un rapporto autodistruttivo con il lavoratore: colui che lavora e svolge quel mestiere in quel dato settore, lavora per migliorare e rendere efficiente qualcosa che alla fine rende inutile proprio lui.

Si lo so, è una fissa. 🙂