Crown, storia, geografia, umanità

Non ho considerato che per un 10% “the Crown” come una soap opera. Quello che invece mi ha mostrato mi ha risvegliato in primo luogo il mio rifiuto istintivo per quel tipo di autoritarismo, viscerale, che ho sempre avuto e che non è lontano da usi-e-costumi che abbiamo avuto in tanti in famiglia e di cui la provincia e “laggente” non si è ancora liberata, anzi.

La seconda cosa che mi ha risvegliato è l’interesse per la Storia in un modo che avevo odiato. E – sorpresa delle sorprese – la geografia. Geografia politica? Credo di si. Scoprire che quello che per me è sempre stato solo un nome, di quella strana zona, vista quasi con la forma con cui guarderesti una nuvola… che chiami indifferentemente Inghilterra, Gran Bretagna, Regno unito, United Kingdom, UK … anche se vai in Irlanda, in una zona qualsiasi dell’Irlanda senza porti domande… A partire dai vuoti riti, protocolli, regole… e dalla prepotente domanda che non mi sono potuto smettere di porre continuamente, cioè “perché ve li tenete? Perché pagate per questa banda di avanzi viventi che vi disprezza come esseri umani e che non serve a nulla e che non ha potere di nulla da così tanto, tantissimo tempo…”?

… che mi sono iniziato a cercare roba di cui non mi fregava nulla tempo fa. Ma “Regno Unito” ora ha un significato. Ora il Galles ha un significato, ora lo capisco meglio. Ora starei attento, anche, a non trattare l’argomento come “un posto vale l’altro” o “è tutta Inghilterra”. Forse la mia visione è stata quella del Re? Perché le “founding nations” sono appunto Nations e tali si sentono? Ma almeno ora me lo chiedo. Perché noi abbiamo smesso di essere in Monarchia da non tantissimo. E mi chiedo anche quanto potere avesse il nostro re. A partire da eventi come le 5 giornate di Milano: il re o un militare è responsabile?

E noi? Quanto Regno Unito siamo noi? Che ci sentiamo dire “il mezzogiorno” da così tanti anni. Che forse oggi stesso ce ne fregheremmo se la Sardegna diventasse Regno e così la Sicilia. Anzi, ci diremmo, meglio. Che non vedremmo l’ora di spezzare in due lo stivale… quanto poco differenti sono le nazioni in questo senso? Perché la Francia se non sbaglio è quello che è, territorialmente, da davvero tanto tempo.

Quindi un paio di cose, insomma, mi ha risvegliato. Quello che, di disumano, succede in quella famiglia, è quello che mi fa sempre dire “perché” e che sempre me lo ha fatto dire. Che di solito riceve come risposta “perché si” – e allora no, dico io, ho sempre detto, io. Perché si fa così, perché non sta bene, perché cosa diranno gli altri. Ecco, tutte queste sono cazzate. E li, nei protocolli e nella tradizione, sono tutte concentrate. Se la Corona deve rappresentare qualcosa, mi dice quella rappresentazione, ecco, quello che sta rappresentando fa schifo. Io non vorrei avere quel simbolo, fatto in quel modo. Incarna l’inumano, che non è nemmeno la fredda macchina dello Stato… perché non lo è, non è nemmeno politica. E’ formalità, proveniente da millenni di affastellamenti di pura affermazione di potere, religione, territorio. La peggio merda tribale trasformata in possedimento terriero e potere militare, mescolato con diritto divino, quindi superstizione e antica supremazia da bulletti. Questo è. Questo simboleggia, queste regole segue. Quelle dell’umano che se è umano fa scandalo, che se è logico, che se è sentimento ma non è forma, allora non si fa, si nasconde. Che segue la purezza del sangue, che segue regole di derivazion religiosa. Lo schifo. Che schiaccia chi non vi si conforma … anch’esso però ormai così malato da lasciarsene toccare invece di dire “pazzi, fottetevi tutti”. Scandalo. Lo scandalo dovrebbe essere solo il rivelare che hai fatto del male, hai oppresso, hai estorto, hai piegato un altro essere umano. E tanto più è scandalo quanto più devi curarti del bene pubblico. E invece sono scandali sempre cazzate. Sesso, relazioni personali.

Fate il parallelo tra i protocolli dei Reali e le puttanate attorno alla vostra vita pubblica. Quanto sono diverse? Sono puttanate tanto per noi quanto in quel mondo. E ce ne dobbiamo liberare.

Inutile dire che dal punto di vista tecnico The Crown è splendido. Ogni scena è una foto perfetta. Tutto funziona bene, i personaggi hanno un giusto livello di complessità e quel “backstage” che ci viene mostrato è anche “backstage della mente”, perché almeno in 2 occasioni ciò che i personaggi affermano ad alta voce è la prosa della mente, che spesso si comporta come la poesia, senza neanche essere pronunciata. E qui invece lo sentiamo dire: due personaggi almeno hanno detto A-B-C io penso-quello-che-sento… Cosa che non credo abbiano mai fatto con nessuno.

Di alcuni fatti storici, che accadevano quando non esistevo o quando facevo altro ho cercato qualche notizia.

Ma non ho ancora verificato se, ad esempio, qualcuno di quelli di cui hanno raccontato la gelida meschinità umana ha dato il permesso, anche pagando, per le riprese in esterna dei loro palazzi, sgombrando tutto… sono splendide. Anche se dovesse essere CGI: splendido.

Citazionismo culturale in un mondo che corre

Non comprendete forse “d’oh”, Monsieur Dausserniere?

Trovatevi ogni giorno di fronte ad una macchinetta del caffè, per vent’anni, in un ambiente semi-industriale, in cui quindi sia condivisa una differente tipologia di popolazione. Diciamo la classica operai-impiegati? Va bene. Ogni giorno. Ad un certo punto vi renderete conto di cosa si parla, lavoro a parte. Di cosa si ride, soprattutto. Lasciamo perdere i selezionati amici che si incontrano.

Una delle cose su cui fare i raffinati che “si intendono” è condividere qualcosa, condividere un retroterra culturale? Cosa potrebbe voler dire? Un vissuto comune? In una fabbrichetta di 150-200 persone… cosa potrà essere? Dipende dalle fasce d’età, dalla zona di provenienza. Gente di paese? Quindi conoscenze comuni, comportamenti, personaggi noti.

La TV, ovviamente.

Prima che fosse la TV a fornirci un terreno (schifoso) comune , tra chi se lo poteva permettere, si trattava della letteratura. Niente cinema. Avere riferimenti culturali di altro genere (musicale? Per fare una battuta? Troppo nerd). Una citazione la “sentivi” se avevi letto e ricordavi tal dei tali… i classici, o magari si aumentava la raffinatezza (e la presunta acutezza) se erano di difficile reperimento, se avevi superato il numero di classici, se avevi letto i francesi, i russi, che so.

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Consigliato The Big Bang Theory (serie TV)

Non conoscevo la serie TV “The Big Bang theory”. Dei ragazzi me l’hanno sottoposta e visti i primi 4 minuti stavo abbandonando perché il personaggio di Sheldon mi risultava insopportabile e ricordavo di averne visti altri 2 o 3 minuti in TV ed aver pensato “è insopportabile” ecambiato canale, nonostante ci fossero degli istanti di simpatia.

E allora vi consiglio: sopportate alcuni minuti in più, vedetevi 2 puntate intere. Io mi sono fatto un monte di sghignazzate e – purtroppo – ho imparato qualcosa anche su me stesso.

Ma il punto sono le sghignazzate, giuro.

Fondamentale è il doppiaggio di Leonardo Graziano per Sheldon: Coltorti è ok per la “freddezza”, il distacco e la pedanteria saccente, il sussiego. Ma Leonardo Graziano è perfetto: ci aggiunge quella parte di isteria-gay, una leggera stonatura ogni tanto, quelle parti di ansia e fastidio… che sono comunque presenti in quel peronaggio. Continue reading →