Tu non piaci o non interessi al mondo che ti piace e ti interessa, non vi intersecate. Ogni maledetto giorno lo passi ad avere un altro maledetto giorno, senza una gioia che tu apprezzi davvero, sapendo che conosci quella che avevi apprezzato davvero: non è un ideale, non sei un perfezionista del cazzo che desidera l’impossibile che ha ideato nella sua mente. Lo avevi assaggiato. Era possibile.
Ma no, sbagli: se fosse stato possibile sarebbe ancora possibile: assomigliava al possibile, ma non lo era davvero. Questa forse è la risposta.
Ogni giorno verso un altro giorno che non voglio. Ogni giorno a sperare. Mezza umanità desidera una cosa dall’altra mezza e quest’ultima ne desidera dalla prima una diversa. Questo è forse il ridicolo trucco dell’inferno.
Ho sempre detto che la strada maestra per l’infelicità è desiderare l’impossibile. Insoddisfazione assicurata, appagamento impossibile. Perenne desiderio frustrato.
La pillola rossa è che lo sai. La pillola blu, che potrebbe essere droga, stordimento, qualsiasi cosa che non ti faccia stare cosciente nella tua realtà che non ti piace e sulla quale hai possibilità limitata d’intervento perché include che tu non devi più essere tu oppure che l’oggetto del tuo interesse non deve essere parte dell’umanità. Perfezionarsi in uno sport, eccellere in un’arte, conoscere cose, incrementare capacità e conoscenze. Oh sento già qualcuno fare orecchi da mercante e dire “ma puoi dedicarti al bene dell’umanità: fare del bene!”. Ovvio ovvio. Sto parlando d’amore, di sesso, di relazioni con altri esseri umani del sesso che interessa a voi.
Restare in vita perché hai paura di morire. Restare in vita soli fingendo che ti basti. Restare in vita fingendo che sia vita e non sopravvivenza. E contemporaneamente avere il vecchio senso dell’essere viziati solo perché non stenti a procurarti il cibo.
Ma perché procurarselo quel cibo?
F fa il gradasso, l’ho visto, quando si trova tra maschietti: mi sposo perché dovevo provare anche questa, sapete, la vita è breve, tra un po’ sarò morto, e questo non l’avevo ancora fatto. CI ha fatto un figlio con questa “cosa da provare”. Io non so se direbbe la stessa cosa se lei fosse presente. Sembra buttare lì un mezzo disprezzo per chi è contro. Come dire “io non sono contro, non ho provato quindi non mi esprimo”.
Una delle mie ultime modelle di nudo (23-25, non ricordo ora) era tutta rammaricata perché “avevo trovato quello giusto: ce l’aveva così, aveva un attico, bel lavoro, stava in un bel posto”.
Non ho sentito parlare d’amore.
Sarà un caso.
L’ultimo con cui si era messa era uno con cui aveva tradito quello precedente, che era lontano da troppo e lei aveva voglia (comincio a pensare che i famosi Siciliani stereotipati non fossero poi così coglioni) e siccome lui (“coglione! ha persino dovuto bere, oltretutto, per fare ‘sta cazzata, ma stai zitto no?!”) non ha resistito e lo ha detto al suo tipo le ha rovinato l’immagine. Certo, sputtanata così, ammette “certo io ho sbagliato ma” e il tempo per il ma e gli insulti all’incontinente sincero-senza-palle non finiscono.
Trova un altro, che era interessante, ma poi diventa un cumulo di insulti perché le ha detto che ce l’ha larga. Ovviamente, ci penso anche io, lui lo avrà avuto piccolo. Era su tutte le furie. Ma prima gli piaceva: self made man, interessante, colto, anche se – elenca sfilza di impietosi difetti fisici che ora sono diventati preminenti. Ora non gli piace più.
A me non sembrava tanto larga, ma è anche vero che non ci ho infilato niente. E anche in foto il culo sembra che abbia una piccola ansa per accettare meglio. Lo spero per lei e per i suoi amanti: promette proprio bene.
Che c’entra tutto questo?
La vita passa, il tempo passa, la gravità ha i suoi effetti e così l’invecchiamento cellulare.
Se non sei un robot a cui tira il cazzo a comando, l’aspetto fisico conta, sia in input che in output.
E se non mi ipnotizzano, non riuscirò a “farmene una ragione”. Il contenitore e il contenuto vanno insieme.