Fototessera a neonato: fatto

Uno degli ambiti in cui può servirvi il classico “one-shot-one-kill” professionale del fotografo è la fototessera – che deve rispondere a delle precise regole per essere legalmente valida – di un neonato: situazione molto complessa da gestire.

Non essendo un fotografo “di bottega” e non essendo la fototessera la mia aspirazione artistica del ritratto più ambita, l’ho sempre e solo osservata come una delle “faccende tecniche” che rendono un professionista tale, ma senza occuparmene personalmente.

Per fortuna, interessarmene è stato un bene. Ho seguito, ho “rubato con l’occhio”, come dicevano i vecchi di una volta, ho domandato, e dopo anni mi è servito. Offro gratuitamente ai soci della cooperativa che ospita il mio studio lo scatto della foto tessera in orari e giorni assurdi che un negozio potrebbe non accettare mai; poi spedisco ad un servizio di stampa professionale di zona e loro addebitano il costo della sola stampa; è loro chiaro che non si tratta di concorrenza e va tutto bene.

Comunque sono andato alla grande! So perfettamente che non è facile, ma 1) lo so fare 2) la fortuna mi ha aiutato (la bimba non era agitatissima né assonnata).

Fatto!

cresime e comunioni: fotogavetta strong

Fotografare eventi religiosi cattolici è ed è sempre stato uno dei campi di lavoro dei fotografi professionisti. Direi di “piccoli professionisti”, senza per questo sminuire la professionalità, ma solo il campo di applicazione. Ci si può, forse si poteva anche campare di questo. Ovviamente senza escludere i matrimoni eh, che sono rimasti forse l’unico campo davvero remunerativo di questa area, oltre al fatto di offrire anche le soddisfazioni della foto di reportage, visto che è possibile, oltre che ormai uno stile più che affermato, non più di tendenza.

Fotografare cresime e comunioni però può essere una merda. Per me lo era. Ciò che ti richiede il committente finale e quindi anche quello intermedio (il negozio) confligge duramente con la “bella fotografia”. Non è che non si possano fare le cose belle: è che la GGente se ne sbatte il cazzo e al massimo riesci, se ne hai il tempo, a fare alcuni ritratti di cui non vergognarti troppo nel caso che qualcuno li associ al tuo nome.

scordatevi questa roba: non esiste.

Continue reading →

comunicazione aziendale VS gusto personale [1]

Partiamo subito antipatici. Pronti? Uno, due, tre: se non è il tuo lavoro, fallo fare a chi lo sa fare e non impicciarti.

Yeeeeeeeeeeeee!!!!!!! Ehmachestronzo, ma c’è diritto di parola, io posso dire quello che voglio, non mi fido degli esperti, io voglio fare, io voglio sapere!

I più attenti e puntigliosi palinculo che non lasciano che le stronzate illogiche si mescolino con quelle che non sono stronzate ma sono fuori luogo avranno individuato sicuramente qualcosa che è più che lecito: sapere aude e “fa di sapere e sarai libero”.

Si, se ti arrangi, se comunque ricordi che sei parte di un pianeta che l’acqua calda l’ha già scoperta, che il metodo scientifico è già scettico di suo, che esiste un gusto generale … eccetera. Certo, fare la propria esperienza ed imparare è bene, bello.

Detto questo, magari quando hai finito di fare la tua esperienza sono passati 10 anni e non hai esperito IL RESTO. Ecco, ci sarà qualcuno che sa il resto e non sa il tuo. Possiamo iniziare adesso? Bene. Continue reading →

ma sempre io i killer buonisti?

Anche l’altra volta mi era successo. Quando ero davvero all’apice del dolore e della disperazione, ho guardato in conto, avrò avuto una millata di euri, insomma per fare click mi sembra più che sufficiente, sarei andato dove chiunque avesse voluto, per il casino, lo sporco, i testimoni: fai tu, sei tu che mi risolvi un problema.

Ma niente, conosco solo brave persone. Tutti che conoscono uno che ma alla fine non me lo volevano presentare, perché “per te no, vai via”. E ok, amici, fantastico, siete carini, ma egoisti. Io resto col mio dolore. E voi con la coscienza pulita, dite? Bah, di lasciare in non-vita uno che la spreca e ne offende il senso? Alla faccia di gente che per sopravvivere si smazza?

Si ok, comunque: avevo trovato fino a… se non ricordo male 5, dico CINQUE persone che avevano conoscenza diretta di qualcuno in grado di uccidere. Con mezzi e capacità. Ma … vaffanculo, un codice d’onore, ‘sti stronzi. Tipo: ti hanno fottuto la moglie? Ti hanno stuprato te o qualcuno che conosci? C’è un cattivo? Ecco: vendicatori. Ma puttanaeva se è per fare fuori un infelice no, no, tu resti qui a trascinarti su questa terra. Cioé raga… il proiettile ve lo ripagavate almeno 700 volte. Ad ogni modo niente. Ma quella volta rimaneva solo una cosa lasciata li, lasciata al “dicono che”. C’è un signore che ora guida gli autobus e si da da fare nel sociale. E una volta, si dice, si racconta. Si danno nomignoli.

E allora vaffanculo oggi sono andato a vedere. Ed era vero. Killer professionista a pagamento Più di 30 anni fa, pena scontata. Ma lo faceva. Glielo chiedo, me lo dice, si era vero. Gli chiedo se. Pensano tutti che io voglia fare del male a qualcuno 😦 Mi dice si possono spaventare… Ma io no, fermo, ho capito, pensi che voglia fare del male a qualcuno? Io non voglio fare male a nessuno: è per me.
ASSOLUTAMENTE NO, tu sei bello! Sorridi, ciao! nononono, ciao, vado. E via col suo scooter. Manterrà il segreto “potesserotagliarmicoglioni”. A vederlo sembra Filini.

Si però. Oh. Si vede che è davvero riabilitato. Ma puttanaeva io trovo i killer che non uccidono. Cristodiddio con tutta questa crisi e i soldi e il lavoro: ti pago cazzo, un lavoro facile, faccio quello che vuoi, vado dove vuoi. Un colpo alla nuca, uno al cuore, mi tagli la testa , non so, qualcosa di definitivo, nel bosco, su una diga, sul fiume, in una discarica, chemmefrega. Dove ci sei tu non c’è la morte, dove c’è la morte non ci sei tu.

Oh, niente. Niente da fare. Quando ti serve un artigiano non lo trovi manco a pagarlo oro. Quindi raga: la mail è li sopra: io voglio uno o tre colpi, giusto per non soffrire e sincerarsi che sono andato del tutto. Dove volete, ditemi dove siete, vi risparmio le spese di viaggio. La mail è indicata li sopra, a fianco. Andate a troie per due giorni, dopo, alla faccia mia. OK? Mi dite dove e quando ho sistemato le mie cose arrivo, pum, addio. Entro l’anno dovrei sistemarle. E per voi son soldi facilissimi. Magari vi lascio anche l’auto, se siete del mestiere è tutto guadagnato, immagino.

Fotografo professionista, documentazione 2017

photographersPresso l’apposito minisito dell’associazione nazionale fotografi professionisti (TAU VISUAL) http://www.documentazione.org, potete scaricare gratuitamente, in formato PDF, l’e-book “Documentazione per il fotografo professionista 2017“.

Si tratta di un utilissimo compendio, comprendente circa un terzo di ciò che è invece normalmente disponibile se si è soci, di documentazione relativa a roba burocratica di ogni tipo.

Ve lo dico nel modo più schifoso possibile, ma in fondo spesso chi fa un mestiere si sbatte il più possibile in ciò che, tecnicamente, consiste nella sua passione… dimenticando che in una professione c’è molto di più; la burocrazia è una di queste cose. La legge. Le consuetudini di mercato, di ambiente, di settore. Essere professionisti significa fare un LAVORO, non solo divertirsi, seguire qualcosa che ci emoziona. Per farlo, spesso, dobbiamo fare un sacco di cose che ci fanno cagare. Ma questa è la vita 🙂

E in Italia deppiù.

Quindi grazie a TauVisual che comunque mette a disposizione GRATIS questo volume a TUTTI. Se poi ci si associa ti stanno anche parecchio dietro, quindi evviva.

Le mie prime foto porno

Professionalmente parlando, fare il fotografo può essere molto più vario di quanto non si creda.

Sta tutto a te, ovviamente. Non puoi essere un tuttologo, ma la fotografia professionale applicata a diversi settori è un fatto. Chi è specializzato nella foto medica, ad esempio, ha una professionalità differente da chi ha esperienza nel settore degli eventi o delle feste. Entrambi lavorano.

Tempo fa un tipo mi parlò del fatto che aveva fatto il fotografo di puttane per anni. Era il suo maggior introito come fotografo, completamente in nero ovviamente. Ero rimasto piuttosto scioccato, non posso negarlo. Non per fattori etici o morali: semplicemente mi ero perso una fetta della realtà. Era il 2012 e lui ci raccontava, cercando di fare il nostro, di mestiere, che non c’era più trippa per gatti: nemmeno loro avevano più soldi. E quando non ne hanno loro… diceva – ok: possono anche pagarti in natura ma io non posso raccontare un orgasmo e farmi consegnare il pranzo. Concordo. Per cui pensavo di essermi semplicemente perso una interessante fetta di mercato: interessante sia economicamente – per quanto rischiosa – sia dal punto di vista… della vita: interessante e basta insomma.  Continue reading →

Ciarlatano millantatore. Eppur …

Oggi sono tutti grafici. Oggi sono tutti fotografi. 

ban comic sans

bello.

Ora… per quanto riguarda la seconda, cerco dignitosamente di fare il mio mestiere e lasciar fare il proprio agli altri tipi di fotografi. Mi sono auto-definito un ambito in cui mi pare di non fare cagare troppo a spruzzo diffuso, di rispondere a precise esigenze di mercato, da un lato e di divertirmi dall’altro. Per cui se riesco a fare un po’ di nudo artistico, roba che qualsiasi foTTo-amatore può fare, ben venga. Ma di certo non ci si fanno i soldi. Ci si ricorda che si è fotografi e che le donne sono di una bellezza travolgente, che dura poco, ma che sarebbe uno spreco lasciar sparire nel ricordo di pochi.

Ma il grafico? Ah beh, so muovere il mouse con una certa disinvoltura. Posso dire di conoscere molto bene il mondo della grafica per frequentazione. E quindi di poter giudicare un lavoro ben fatto, mal fatto, ma quanto meno bello o brutto secondo il gusto di artisti di fama e/o professionisti (nel senso che vivono di quello senza che mamma e papà gli paghino l’affitto – e non come secondo lavoro) … e questo non è male. Il problema è che invece di stare muto e dire “hey ma quel logo fa cagare!” oppure “si ma con quella brochure sembri il fruttarolo beppe, non il re della bio-frutta-chilometrozzzzero” …. e al “eh, beh, ho fatto io con word, vuoi rifarlo tu? Ti pago eh!” non mi taccio. Ho prodotto cose che ora la gente usa … ma ad essere onesti e sinceri … la gente usava anche la merda che aveva prodotto con il proprio ano, prima. Per cui… possiamo valutare sul serio positivamente questa cosa?

E’ pur vero che qualche soldo da questo arriva. Inoltre la mescolanza offerta oggi dal socialmediamarketing mi rende da una persona semplicemente competente ad “esperto” di alcune cose. Le so semplicemente fare… mentre altri non le sanno fare. Ma Cristo, alla Saatchi & Saatchi di sicuro sanno inventarsi qualcosa di più furbo di me. Certo ad un costo leggermente differente.

Comunque l’inadeguatezza in questo la sento.  Continue reading →

mi piacerebbe tanto fare il doppiatore: how to?

… e non so da che parte iniziare. Faccio già un altro mestiere (finché ce l’ho) , ho un mutuo su una casa condiviso con un’altra persona. E magari faccio pure pietà. Però il mestiere lo ammiro… mi piacerebbe molto. Del resto, come dice* il protagonista de La migliore Offerta “non basta amare l’arte e tenere in mano un pennello per essere un artista”; quindi per non confondere il tifoso col calciatore bisogna cercare di capire qualcosetta. Del resto anche lo speaker per le pubblicità … insomma usare la voce per lavorare, mi piacerebbe molto.

Che si fa? So di avere una lettrice (almeno apparente) che ne sa qualcosa… e potrebbe forse darmi qualche indizio, suggerimento, istruzione precisa. Nessuno pretende (anche se vorrebbe) diventare Dario Penne o Bruno Alessandro in tre minuti dopo aver fatto tutt’altro per 40 anni (circa) … ma dare una direzione diversa alla mia vita mi piacerebbe davvero: guadagnarmi da vivere facendo un mestiere che ammiro. E continuare fin da vecchio!

La scomparsa della qualità #20120322

Fare lavori che tutti possono fare, che molti possono fare, che molti possono autonomamente imparare, può essere una scelta relativamente facile, talvolta controproducente. Così magari ne impari uno più difficile, oppure impari a fare la versione “pro” , oppure solo l’applicazione “pro” … ma quando la qualità del tuo lavoro non viene più compresa dal tuo cliente, essere pro è solo uno svantaggio, mi pare, ormai. Perché essere pro significa spendere più energia, dover spiegare, metterci più tempo, a fare qualcosa che non viene percepita, che sembra scontata o strana, che sembra una fregatura rifilatati da un azzeccagarbugli che fa “sembrare complicato e difficile e di qualità una cosa che tanto mi faccio anche io”. Succede in tanti mestieri. Lo trovo sconfortante perché molti non fanno altro che considerare questo rilancio verso il basso nella qualità di ogni cosa come normale; non come decadenza della civiltà e scomparsa di capacità di apprezzare e riconoscere il valore che in seguito lo promuove, invece di squalificarlo.
Quando lo disprezzi (non ne accetti il prezzo) allora finisci per considerare accettabile ciò che è di più bassa, se non di scarsa, qualità. E ciò che è, qualsiasi cosa sia, peggiora, invece di migliorare. Ciò che tutti possono fare non tende al meglio. Tende alla stagnazione. Magari nasce un modo nuovo, ancora meno costoso, ancora meno faticoso, ancora più “vai che va bene” sempre più alla portata di qualunque incapace.
A cosa porta tutto questo?