Puoi aprire un po’ tutte le labbra?

Se c’è una a cui posso chiedere davvero ogni cosa, senza paura che mi giudichi male, ma al massimo mi dica fottiti, mi risponda col dito medio o mi dica “no” e basta, e si va avanti, questa è sicuramente la Kiki. Certo, con l’articolo, siamo al nord.

Non pensavo che avrei mai osato chiedere certe cose a una che sta posando nuda. E invece eccoci a chiedere a Kiki se una volta può aprire di più il buco del culo (e lei mi risponde tutta tranquilla “si, credo di si, mi infilo un cazzo grosso, e poi rimane aperto per un po’, si può fare: vuoi proprio la “O”, vero? tipo per guardarci dentro? Che porco! Ahaha” e si procede con gli scatti che si stava facendo: nudi si, ma niente di eccessivo. Faccio un po’ finta di niente, ma non crediate che non sia rimasto colpito. So che lei è così. Continue reading →

individui

bel figliuoloIn tanti modi individualismo sta diventando la parola di questi giorni. Come i segni per qualcuno, così per me, vari argomenti, a partire dal “sacrificio” per amore, a cose che mi hanno toccato profondamente in un difficilissimo momento di crisi dell’altr’anno, ed argomenti che hanno a che fare con al vita artistica, degli autori, del far bene, e poi magari del riuscire. Dato che WordPress mi ha fatto incazzare visto che non mi permetteva di commentare un articolo di moon al quale avevo appena messo un like, vi parlo qui di un argomento che, anche questo, mi porta verso varie riflessioni che per me hanno dell’amaro, anche se non necessariamente dovrebbero.

Parla di una cosa che non conoscevo: l’accoppiata libro-museo, quest’ultimo denominato “L’innocenza degli oggetti“. Mi interessa, leggendo con la mia usuale superficialità enciclopedica, il finale dell’articolo su wikipedia, l’idea di porre più attenzione sull’individuo, sull’umanità dell’individuo. Non la condivido in modo assoluto, ma la condivido. In modo assoluto no, perché molti musei devono necessariamente parlare della storia, del generale, della nazione, di nazioni che non esistono più, di tutta la popolazione, umanità, di un concetto e non di precisi individui. Quindi in quel caso non ha senso imporre un manifesto, a mio avviso.

Ma a me interessa l’umanità. E mi interessa l’umanità dell’individuo, di quello specifico individuo. Esco ed entro dal generale al particolare. Faccio di tutta l’erba un fascio e poi ritorno al singolo filo, uno, poi un altro, poi di nuovo l’erba, poi il prato, poi la regione col prato, poi di nuovo un germoglio, un altro germoglio. Continue reading →

autoincomprensione di classe

Forse dovrei mettermi in modalità “papà” anche con i maschi. Ma non riesco. Non mi viene proprio. Eppure.

Un tipo che ha praticamente tutto a livello estetico (tranne il sorriso, fa cacà: i suoi non hanno pensato ai suoi denti: i miei si, perlomeno per la salute) e che mi aveva contattato via Instagram nelle stesse modalità delle ragazze, alla fine si è messo un po’ nella posizione di chi non si presenta di persona, vuole sapere prima che succede, non sa, non si fida, ha un po’ paura. Probabilmente è timido. Figo, ma timido. Continue reading →

e bravo il mio Helmut

questa la farò come un nudo, o nuda, credo. L’ho in mente da tanto.

Non sono uno che legge troppo di fotografia. A grave rischio di reinventare l’acqua calda, di non riuscire a fare l’ovvio, ma cerco di evitare di farmi influenzare troppo. Faccio il ragazzino con questa arte: quello che i miei errori li voglio fare io. Mi interrogo da solo, senza chiedere, o parlandone, ma mai con chi ha già le risposte dei vecchi esperti.

Quello che io faccio con i ritratti, con le persone, mi sembra la norma di chi è fotografo. Ok, fotografo di persone. E scopro – grazie alla mia migliore amica, che ora sta facendo un corso di fotografia – che niente meno che Helmut Newton diceva “Prima di fare un ritratto cerco sempre di conoscere a fondo la persona che dovrò fotografare. La incontro e le parlo a lungo per cercare di capire che tipo sia e che cosa pensa di sé e devo ammettere che la gente mi racconta molto di sé. Sono un po’ un medico in questo senso. Per questo non credo nell’improvvisazione e nelle forzature. Quando dico a qualcuno che mi piacerebbe fotografarlo gli dico anche come: vestito, nudo, in questo modo o in un altro. Se poi questa persona mi dice no, non insisto mai. Non sono così idiota da andare dalla signora tal dei tali e proporle qualcosa per cui potrebbe offendersi. Mi sbatterebbe fuori di casa e se proprio mi lasciasse entrare creerei un’atmosfera negativa. Il mio ruolo come ritrattista è quello di sedurre.”

Quando me l’ha citato ho solo detto “non so chi sia costui, ma concordo pienamente”.

E vedi, costui era Helmut! Bravo, bravo Helmut! 🙂

Comunque io aggiungo qualcosa di mio: questa cosa la capisci coi bambini. Se gli stai sul cazzo lo capisci subito, e non sarai in grado di fotografarli.

cum plicazioni, 10ma puntata

Chiunque segua questo blog sa che ci sono state evoluzioni inaspettate nella mia vita. Forse però non è chiaro che io convivo con la mia ex: siamo come fratelli. Io avevo problemi di erezione da anni, lei ad un certo punto si è sentita con qualcosa in meno, rifiutata, che non c’era passione, che non si facevano le cose “con gusto”, fino a dire che non avevamo poi tante cose in comune. Ma che ce n’erano e che comunque ci volevamo bene … oltre alla difficoltà di mandare avanti da soli una casa ed un mutuo. Quindi conviviamo. Abbiamo libertà di letto e relazioni, purché mai in casa e cercando di non farci vedere, per non farci soffrire.

Sostanzialmente però ci sentiamo entrambi soli. Io ho sempre cercato, in tutto questo tempo di dire “hey, io ci sono, sei tu che mi hai messo da parte, non il contrario”. Ma so che quando tutto questo è scoppiato, durante il trasloco, nel 2010, quando si è sentita sola non ha chiamato me. E questo è stato ciò che mi ha dato il segnale della gravità della cosa, ancora più che i problemi di letto, totalmente dovuti a me.

Se ti senti disperata e non chiami quella che dovrebbe essere la persona più importante per te a starti vicino… allora chi cazzo è per te? Mi ha dilaniato, quasi peggio che scoprire quanto l’ho illusa, per lei, che sarei migliorato (sesso, controllo) , senza avere la possibilità di promettere una cosa che non è sotto il mio controllo.

Ora il tempo passa, passa, la vita cambia, io sono impazzito e rinsavito ma non del tutto. Ho sperimentato di andare totalmente fuori di testa. Lei era sempre qui, viveva qui. E’ stata delicata nel non mandarmi affanculo, a non essere indiscreta e sputtanarmi. Ma a parte questo, che è comunque una sua caratteristica a prescindere dal nostro rapporto, e che ho sempre apprezzato, non posso dire che mi sia stata vicina. Non mi ha nemmeno dato la minima speranza quando ho ventilato l’ipotesi di finire nella merda finanziariamente: il messaggio era “paga la tua parte come convenuto, io ho i miei problemi”. Quindi come dire… non è che mi sia sentito WOW SIAMO INSIEME. E’ una persona corretta, cortese, abbiamo passato tantissimo tempo della nostra vita ad essere coinquilini. Ma a convivere non saprei. Vivere-con. Continue reading →

Le certezze le vogliamo anche noi altri, Marchionne.

Sergio MarchionneLeggo che Marchionne dice delle belle cose, ma dice anche che “abbiamo bisogno di certezze perché gli investimenti che facciamo oggi vanno avanti per molti anni e questo livello di incertezza non aiuta”.

E questo mi pare un buon punto di partenza per ricordare che noi, persone, individui, esseri umani singoli, abbiamo bisogno di certezze, non di promesse di eterna incertezza, non di arroganti spinte a cosiddette “flessibilità”: quando lo dite a noi si chiama flessibilità, quando succede a voi si chiama “incertezza”. Continue reading →