Skrill verso turbobit … sanzioni alla Russia?

Stavo cercando di velocizzare un download da turbobit.net, perché mi ero rotto davvero le palle, quindi ho deciso di versare ‘sti 6 dollari. Chiaramente Mastercard non va, ok, me lo aspetto (turbobit ha gli headquarters in Russia): la cosa strana è che CI SIA in elenco, come metodo di pagamento. Poi vedo che c’è un bel “SKRILL”, che non ho mai provato. E quindi provo a caricare in portafoglio una ventina di dollari, ampiamente sopra il necessario.

Provo ad effettuare il pagamento e mi dice che “non ci sono abbastanza soldi” e se vuoi prova con mastercaz. E ok, provo. Pagamento rifiutato, non mi sorprende questo.

Mi sorprende che non funzioni il deposito SKRILL dicendo che “non ci sono abbastanza soldi depositati”, che è falso.

Dimmi “NON POSSIAMO VERSARE SOLDI ALLA RUSSIA PER LEGGE” e via, no? Ma per ora sembrano dire balle.

Lascio questa testimonianza digitale (giugno 2022).

Intanto vi consiglio un podcast con una testimonianza molto più importante, di cui anche se so parecchio, non sapevo un cazzo: colpevolmente, mi dico: consiglio quindi il podcast BUNGA BUNGA.

Shitterfuck abbassa ancora i pagamenti della massa.

Shutterfuck ha di nuovo cambiato il modello di cagamento. Fino a prima raggiungendo una certa soglia di guadagno ottenevi uno “status” che ti dava un guadagno minimo più alto. Questo probabilmente ha creato una user-base di contributors “quantomeno decenti” spingendoli a lavorare. La soglia finale erano 10000 USD: a quel “livello” il tuo guadagno era comunque basso, ma almeno era il “massimo” livello di guadagno. Ora Shutter$ux ha deciso che “per riflettere il nuovo bla di mercato” chi più guadagna più guadagna, chi guadagna poco guadagna meno. Eh? Ti verrà assegnato un “livello” che credo sia poi simile a quello di Dreamstime, ma con il modello di ricalcolo che è invece quello di iStock, ovverosia annuale. Non sei mai “arrivato”. Ti viene dunque assegnato un livello direttamente proporzionale a vari range di download dei tuoi contenuti. Li scaricano poco? Guadagni anche poco per singolo download. Li scaricano spesso? Guadagni pure tanto per-singolo download. Questo ovviamente premierà i grandi player, tipo Pressmaster, Yuri, Olly e compagnia bella e penalizzerà di brutto la grande massa. Chiaramente i prezzi finali non sono variati: hanno solo alzato il loro guadagno abbassando il nostro: rispondere agli azionisti “creando valore”.

La grande massa è ovviamente quello da cui guadagna Fuckterstox. Ecco un OTTIMO motivo per il quale avere miliardi di immagini comprese quelle di merda, mediocri. Se tu guadagni di più da quelli che guadagnano di meno… ti conviene avere una mega accozzaglia di brodaglia da cui TU guadagni di più in un certo modo, mentre guadagni il giusto da quelli che producono il contenuto più fico.

I livelli sono differenziati per immagini e video. Credo, ma non so, anche per illustrazioni … ma forse sono parificati alle immagini in generale. I livelli si resettano ad inizio anno e sono basati sul numero totale di licenze per-anno che vendi: quindi l’agenzia avrà una impennata di guadagni ad inizio anno per passare ad una normalizzazione della spartizione gradualmente fino ad arrivare alla giustizia a fine anno… per resettarsi un secondo dopo. Apparentemente c’è anche un “livellamento” di tutti noi contributor… e poi “che vinca il migliore” e il banco vince sempre.

Io ad esempio vendo pochissimi video e ne ho anche fatti pochissimi.

Another kick in the balls. Ovviamente modifica unilaterale al contratto, noi cambiamo e voi accettate e silenzio. Conseguenze? Un sacco di gente se lo piglia nel culo, sta zitta perché SPERA. Mentre la maggioranza di non-guadagnatori dovrebbe, per far loro molto male, eliminare il proprio portfolio.

È chiaro che finalmente il mondo ha capito come fare a sfruttare la proprietà intellettuale in modo volontario, svalutandola, strizzando fuori il guadagno, monetizzando la massa, la quantità di persone che comunque hanno idee e creatività ma che, in un mondo giusto, non la renderebbero disponibile ad un prezzo tanto basso… ma il miraggio di un guadagno basato sulla quantità li fa tirare fuori dal cassetto il loro gruzzolo di note, di immagini, di disegni… di qualcosa. Non ci sono vere violazioni di diritti. Non ci sono assunzioni di responsabilità nel collaborare a proteggere diritti da furto… ci sono richieste ed esigenze, ci sono pagamenti esigui e ben stabiliti contrattualmente… e una crescente svalutazione e deprezzamento della globalità di produzioni di contenuti multimediali disponibili in massa. Alzando la qualità generale tecnicamente disponibile e persino incrementando la “freschezza” del contenuto, che sia alla moda e rispondente al momento. Probabilmente sarà persino interessante tentare in paesi molto molto poveri.

Non so cosa farò in futuro. Ma quando uno dei tre player maggiori si comporta in questo modo… non ti viene tanta voglia di andare avanti.

Quando sarà ora io credo che ritirerò tutto il portfolio.

Ah si, non sono chiaro. Quando sarà ora di morire? No, in quel caso il portfolio lo lascio in eredità a chi lo sa far fruttare meglio, avendo numeri molto alti già con il proprio. Ma nel caso decidessi di andare affanculo per sempre dal punto di vista del microstock, credo che lasciare il portfolio a chi me lo fa fruttare poco non sia il caso.

Purtroppo il calcolo loro lo hanno sicuramente già fatto, tanto quanto lo avranno fatto le banche di tutto il mondo riguardo ai nostri risparmi. Solo gli investitori decidono di esercitare il potere del loro asset con forza. Noi altri, con i nostri piccoli conti correnti raramente lo facciamo. E di solito per farlo, coperti da molto fumo, esercitiamo a nostra volta del potere verso qualcuno che soffre, banca Etica esclusa.

il disprezzo tra le origini della crisi? Una ipotesi (+ “non c’è budget”)

Iniziamo con il consiglio di leggere un articolo dell’illustratore Davide Calì, che potete trovare qui, dal titolo “non è stato previsto un budget” (= lavora gratis, coglione).

Per me questo attegiamento, fratello e figlio, sicuramente, di altri ben radicati in Italia, è tra quelli che originano il nostro disastro: è il DISPREZZO dell’altro. Se ti disprezzo ti tolgo il prezzo, il valore. E allora dò per scontato che non ti devo pagare. E faccio discorsi come quelli del fatto che dovresti pagarmi tu per lavorare.

Chi NON ragiona così di solito sa valutare il lavoro, sa valutare i collaboratori, i fornitori, rispetta anche i clienti, ma se non pagano non farà mai il ragionamento “se glieli chedo non lavoreremo più”. Col cazzo. L’attività non retribuita, se non è volontariato, è SCHIAVITU’. Oppure, se non c’è l’obbligo si chiama FURTO : li lo commette si chiama LADRO.

Tutto qui, semplice. Da questo deriva anche l’atteggiamento del non voler pagare le tasse. Figurati: se non voglio pagare la gente che lavora per me o che mi ha dato beni o servizi in qualsasi forma (io non mi sono arrangiato, qualcuno ha fatto qualcosa, se non fosse stata fatta avrei in mano il nulla) come potrei pensare possibile quello di contribuire alla costruzione e al mantenimento del bene comune al quale anche io attingo ogni giorno?

Vi prego, leggetelo.

I paesi dove c’è lo sfruttamento si fanno pagare eccome, anche in anticipo. Vedi Cina, Romania, Brasile (ormai in ascesa da un pezzo) … In UK (ormai un ricordo lontano) mi hanno pagato PRIMA che il lavoro venisse terminato: a metà lavoro ci hanno dato metà del compenso!

Disco rotto: in UK in blacklist ci vanno le ditte e le persone che notoriamente hanno avuto delle storie di mancati pagamenti. Da noi ci finisce il “fesso che paga”.

Vi prego, leggete quell’articolo: è molto serio, non è uno dei miei piegnistei (non l’ho scritto io!) ed è di uno che lavora: viene retribuito per ciò che fornisce, e viene rispettato dai propri committenti. Da noi sarebbe quello guardato con l’occhio da pesce mentre ti si dice “si, e di lavoro che fai?”.

Ormai l’Italia è una troia, una pornostar volgare e cattiva , per questo la guardiamo con desiderio e ci arrabbiamo tanto: la guardiamo per quel che ci piacerebbe, vediamo potenzialità, conosciamo la storia e vediamo attorno a noi i resti di cose meravigliose. Ma ormai è diventata una stronza. Quel genere di stronza che il pappone nano di turno difende dicendo “ne parlano male! devono parlarne bene, non sono patrioti!” … ma coglione, falla tornare in riga e vedrai quanto ci si gonfierà il petto d’0rgoglio! Fai bella figura tu per primo nell’essere un rappresentante impeccabile! Impara a VERGOGNARTI quando ciò che rappresenti non è all’altezza!

Impara a metterci la faccia, così se ciò che rappresenti non è all’altezza ti sbatterai oppure dirai “io quella roba non la rappresento: sistemate, fate qualcosa o io non ne parlo, fottetevi”.

Mi è capitato, come giornalista tecnico, di fare solo articoli positivi. Per qualche motivo i lettori erano in grado di contattarmi personalmente ed ogni volta che sparavo una cazzata vi assicuro che non ce n’era per nessuno. Molte volte infatti il mio tempo era perso nel vagliare cose che non funzionavano. E scartarle, decidendo di non parlarne, per parlare solo delle cose buone.

Certo però, non mi è mancato un po’ di tempo da dedicare agli autori delle cose con dei problemi per dare loro un po’ di feedback: chi ti ascolta di solito capisce e qualcosa fa. Gli altri ti rispondono che sbagli e basta. Poi qualcun altro fa più o meno quello che gli avevo suggerito e lo surclassa. Mica sono il dio della figata: sono una persona che si serve delle tue cose e posso dirti come mi sono trovato: se ti interessa, ti metti anche in discussione in qualche modo. In qualche modo vuol anche dire che se sei convinto, per esempio, spieghi la tua scelta che non intendi cambiare. Ma aprendoti al confronto potresti trovare qualcuno  che ti dice che la tua spiegazione fa acqua. E se resti aperto al confronto, magari, di nuovo, ti metti in discussione.

La cultura umanistica, il ragionare, il discutere con pacatezza e lucido interesse, senza mollare ma senza incazzarsi… e mescolandosi poi con qualsiasi altro tipo di cultura. Con rispetto per i tuoi simili.

Pay for what you get.

Chiedere il giusto per il mio lavoro non mi è mai facile.

Chiedere soldi per me non è mai facile. Se chiedo troppo al committente lui non è interessato, se chiedo poco allora non è un lavoro. Il cliente finale non sai se può o non può … ma pare di si. E allora andrei a vedere i riferimenti della categoria (le liberalizzazioni? Se volete parliamone) … Se poi chiedi e ti danno, magari non becchi il lavoro la prossima volta. Però io è oggi che devo mangiare. E ci devo pagare le tasse, che sia una prestazione d’opera o che diventi così idiota da farmi la partita Ivan.

Se poi parliamo di privati, se sono persone normali, non stronzi arroganti che svalutano tutto (a quelli non ho problemi, chiedo PRIMA, chiedo TUTTO e ci metto tutto il tempo che serve a spiegare che se loro vogliono regalare il loro lavoro, verrò a vedere quando succede) … dico se sono persone normali… spesso mi sento una sensazione antica… che sarebbe bello non farli pagare, regalargli il lavoro, dato che io non costruisco un oggetto o non rivendo un oggetto, ma fornisco la mia opera.

Se uno me lo dicesse gli risponderei quello che si deve. Ma quando tocca a me, me lo devo dire da solo.