il nero pulsante dal nulla

Quale che sia la mia patologia, il mio malessere interiore, quando gliene dò la possibilità, il mio saggio maestlo inteliole lui dile “se vivi: vivi; altrimenti muori“. Molto semplice. Versione short. Versione long basta che leggiate tutti i vecchi post: se non ne avete voglia: o ti suicidi, oppure se resti vivo fai un passo e (cito) che ti porta solo in un posto diverso da dove sei ora, ma ne devi fare altri per arrivare dove vuoi.

Verso il 40° anno di età sono crollato, di tutto questo c’è testimonianza qui. Anche in questo caso, se ne avete voglia, la telecronaca della morte di un pezzo di me sta lì dentro. Circa da quel momento prendo uno psicofarmaco, che col tempo ho stabilito di prendere ad ogni mezzanotte, per praticità. Cosa fa? Mi riporta ai livelli normali di anormalità. Nkezzenzo scusa? Che chiunque mi conosca, simpaticamente, mi ha sempre detto pazzo, non sei normale, eccentrico, estroso, eccetera eccetera. Non l’ho mai considerata una cosa brutta. Diventa scomoda in relazione agli altri, come tante altre sul non essere conformi(sti).

Quindi diciamo che dopo aver dormito 10 ore (si, fortunato, privilegiato, fancazzista, si, ok: è solo danno per me: considerate che non vi licenzino ma non vi paghino per tutte le ore che non fate e che il vostro stipendio diminuisca dello 0,002% ogni settimana per ogni ora che non fate) più o meno, se non mi metto di buzzo buono a pensare al mio chiodo fisso (avere l’amore) sono normalmente anormale. Sono io. Cioè mi vesto, vado nel vento, vado però (cit), sul serio vado; dove sono nato io andare nel vento è normale. C’è sempre vento, sia qui, sia dove sono nato: il vento tira sempre tanto. Vivere in autunno era normale per me. Stare tranquillo, sentirmi a casa nel vento e nel grigio era la norma. Ora non più. Ma se tutto parte bene, ecco, esco di casa e sono così per il mio primo caffé. La pace dei sensi? Si, il dimenticarsi che sei un uomo, che esistono i sentimenti, le donne con cui stare (to stay with) e non solo quelle con cui avere a che fare (to deal with)… che ci sono cose nel mondo, che ti piace fare delle cose… così, la pace dei sensi, l’asessuato robot con intelligenza artificiale e il modulo per un carattere. E basta. Sotto come Big Jim e intorno come in un bosco di montagna e la neve: nessuno. Sei solo tu.

Se basti a te stesso, un piede va nella neve e l’altro lo segue. FRRRrrrrP frrRRRrrrrP ffrrrrrPh! Con calma e determinazione. Verso la morte, con il solo tragitto come vita.

Ecco, a parte questo sarcasmo nero, fatto per volontà, quello che non accade per volontà lo potete visualizzare così: stai vivendo la tua vita, stai sulla scala mobile, sei disteso sul letto a occhi aperti, sei dove fai quello che fai; improvvisamente in mezzo al chiaro si apre una nuvola di scuro, come in un Fontana aperto e slabbrato e il buio che tu non stavi guardando guarda te. Ti parla, d’improvviso, di quello che ti manca. Di quello che è bello e non è ipotetico, non è un sogno: lo hai avuto e non lo hai più. Te lo ricorda dal nulla. Con la voce di un adolescente ti dice che vali un cazzo e sei uno sfigato, perché non ce l’hai. Con la voce normale della ragione ti chiede conto della tua Vita, che ora è sopravvivenza senza quello che sai. Come mai, come mai quei tre tipi che ti sembrano delle merde, al bar, che cianciano dell’eleganza di quel calciatore ingollando alcol e protendendosi gli uni verso gli altri col petto e minacciandosi scherzosamente di venire alle mani… come mai loro hanno una donna ? Hanno qualcuno che li ama, che li aspetta, aspetta proprio loro. Ti senti tanto migliore? Fai qualcosa di meglio? Non mi pare – dice la voce incolore – che tu faccia meglio. Sei solo snob, sei solo disadattato sociale. Non ti bevi una birra e non sai chi gioca e come. Non ti ubriachi e non racconterai delle tue sbronze epocali. E tutta questa gente che ti sembra divertirsi, si, ma divertirsi in un modo che non ti diverte… comunque non è sola. Solo tu lo sei. Il problema lo hai tu – esce dallo squarcio – che pensi di essere selettivo, mentre invece sei stato scartato; da tutti.

Maaaaa… senti squarcio? … io volevo solo uscire e tirare innanz. Bere sto cazzo di caffé e poi darci sotto che l’affitto non si paga a orgasmi.

Ma la mia vita pulsa tra il cercare di andare avanti e questa ondata che mi viene a ricordare che sono un sopravvivente. Che chi è inconsapevole sta così bene. Fa il suo passettino, arriva a domani, riposa, va avanti di nuovo. Tranquillo. Senza porsi nella prospettiva, nel confronto.

Ogni istante è così. Credo io, sarebbe così anche se fossi un riccone con i miGGGGLLLiaWWWdi di migliaAAWWWWWdi. IL mare di solitudine che contemplerei forse avrebbe un tramonto più carino, dopo aver visto una parte del mondo interessante. Ma da solo.

Di amici ne ho, selezionati, certo; li vedo. Alcuni regolarmente. Ma la gente non ha tempo. Non se lo vuole dare. I social aiutano molto a svelare questa balla: la gente dice che non ha tempo, ma se guardi come lo usa, sta solo selezionando cosa fare, che priorià dare al “non fare un cazzo per un tot” rispetto al fare un’altra cosa. Sono quelli li a cui bisognerebbe curarsi di uscire un attimo dalla bara, al priorio funerale, con una licenza appositamente fornita dalla Morte, alzarsi e sputargli piano del verde catarro nell’occhio se si dispiacciono dicendo o pensando “avrei dovuto trovare il tempo”. Non per me, badate: io ogni tanto prendo la rubrica a caso e vado a trovare qualcuno. Mi dico solo “ti frega di questo? si? ok, andiamo a trovarlo/a”. E hop. Chiacchieri, bevi un caffé. Non è un grosso impegno. E se riesci ad andare a fare i raggi prendendo appuntamento ed aspettando quello che c’è da aspettare, riesci anche ad andare a chiacchierare con qualcuno.

Temo di essere passato dal parlare del concetto del mio personale orrore che spunta dal nulla ad una chiacchiera da bar di quelle che euh!…. marò!

“e i marò?” (cit – ora non più di moda).

Ah, interessante: Ambrosoli ci dice “cedere alla paura è non volere vivere“. Ed eccomi qua.

fare schifazzo con wordpress

Fare un sito schifoso con WordPress.COM è piuttosto difficile: bisogna impegnarsi.

Una delle tecniche più facili per fare cagare è fare quello che vuoi tu e che non sai fare, invece di usare i temi di wordpress e fare minime personalizzazioni senza stravolgere uno stile già ben fatto di suo. Magari perché 10 anni fa hai toccato del codice HTML e ora pensi di saper fare qualcosa. Ma non lo sai. E si vede. E non vuoi usare la roba pronta perché – wow – tu sai. Eccome se sai. Sai di merda: si sente fin qui.

Alcuni utili accorgimenti per fare schifo è sostituire lo sfondo, magari tappezzandolo (male) con foto schifose, mal eseguite e impaginate a cazzo, il tutto in un unico gigantesco file. Oggi magari questo non dà grossi problemi a chiunque non sia costretto ad un modem antico (56K ecc) … ma fa comunque schifo al cazzo esteticamente.

Impaginare è un’arte. Ringraziare l’iddio dell’automazione e lo spirito del “blog” che fa tutto da solo, sputandogli addosso e dicendo “so io come fare le figate!” è davvero da idioti. E infatti lammerda abbonda.

Non solo la scarsa impaginazione fa vomitare i coprofagi: è anche inefficace perché ti allontana dalla lettura: fa casino, è repellente, ti fa pensare “eh madonna che casino, non posso affrontare quella robaccia, dove guardo? cosa leggo?”. Se poi è tutto immerso nella bruttura di foto inutili autocelebrative di merda fatte di merda con soggetti di merda in posti di merda con illuminazione di merda allora beh … devi chiederti: ma chicazzo vorrebbe mai leggere una cosa simile?  Continue reading →

Perchè la gente non reagisce davanti alle ingiustizie?

Guardate il video. CINQUE MINUTI, vi rendete conto? Sono passati MESI in un ambiente di frustrazione ed angoscia!! Sopravvivenza, si, ma a che prezzo??? FANCULO!

E prima? Prima, nella mia vita? Voglio il processo inverso! Voglio l’antidoto!

Ed ora ditemi se, conoscendo le scienze sociali, non sia in un altro modo che si debba legiferare? La filosofia del diritto, secondo me, è sempre una buona base. Ma tenere conto di come funzioni la psiche e come finiscano i più deboli deve diventare un imperativo.

Date una letta al link, ma soprattutto vedete il video:

5

soli

minuti.

E io ci ho vissuto per mesi, e prima, in forma contenuta, per anni.

italiaparla-VeritàCelate

Perchè la gente non reagisce davanti alle ingiustizie?

Vi è mai capitato di vedere un film come “Shindler’s list” dove i prigionieri venivano sterminati a sangue freddo? Perchè la gente non reagiva? Vi siete mai chiesti perchè non tentavano di strappare la pistola dalle mani del loro assassino? Perchè anche davanti alla morte, la rassegnazione era talmente alta da non tentare nemmeno un ultima e disperata fuga? Perchè a volte l’uomo davanti alle ingiustizie si sente totalmente impotente e si rassegna? Come siamo arrivati a questa rassegnazione generale e a questa apatia, che consente ai poteri corporativi di manovrare la politica e l’economia in maniera così disumana?
Il termine “impotenza appresa” venne usato per la prima volta dallo psicologo Martin Seligman, che negli anni 70 studiando i fenomeni che causano la depressione, fece un esperimento (alquanto crudele) con due cani. Con delle scariche elettriche induceva l’impotenza appresa su uno dei due cani, fino al punto che, nonostante il…

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