condonato 95 % di condanna d’evasione sul gioco d’azzardo? inammissibile!

Umberto Rapetto

Umberto Rapetto
(C) Wikipedia

Riporto la notizia riguardante Umberto Rapetto e invito tutti a chiederci: possiamo ammettere che ci chiedano di morire senza lavoro e pagando le tasse e poi permettano a questa gente di NON RESTITUIRE ? Io non penso sia accettabile, ma forse un esperto in legge può aiutarci a capire. Lo invito a farlo.

Qui sotto l’articolo di Marirosa Barbieri preso da QUI.

Il comandante del Nucleo Speciale Frodi Telematiche Umberto Rapetto è stato messo alla porta come quei cyber criminali che acciuffa in Rete. Solo che loro, i criminali, sanno perché e cosa stanno scontando.

Dopo 37 anni di servizio il numero uno delle Fiamme Gialle, conosciuto per la sua grande competenza sui crimini della Rete, ha rassegnato le sue dimissioni due giorni fa  quando la sua casa, la Gdf, lo ha silurato. La motivazione ufficiale: ordinari criteri di rotazione del personale. E Rapetto è stato spedito al Centro alti studi della Difesa (Casd) a seguire un corso, passando da comandante a studente. Un ruolo, di certo non consono al suo blasone. Tra le gesta di Rapetto alla guida del Gat (Gruppo Anticrimine Tecnologico della Guardia di Finanza), nel 2001 si ricordano le indagini che hanno portato alla condanna in via definitiva degli hacker protagonisti di attacchi sul web a danno del Pentagono e della Nasa. Il mondo politico si è detto indignato. Sono già nove le interrogazioni parlamentari legate al suo caso: due di Lannutti (Idv) di Zamparutti (Pd), di Tassone e altri 33 (Udc),di Fluvi (Pd), di Gramazio (Pdl), di Buonfiglio (FareItalia), di Pisicchio (Api) e Caparini (Lega). Lui mestamente su Twitter rincuora se stesso: «verrà il giorno in cui le persone perbene potranno vantarsi di essere tali». Oggi, però, non è ancora quel giorno.

IL MOTIVO “UFFICIALE” «La decisione di avvicendare il colonnello della Guardia di Finanza Umberto Rapetto dal comando del Nucleo speciale anti frodi telematiche è stata presa perchè l’ufficiale aveva maturato già oltre 10 anni di permanenza nello stesso incarico. Continue reading →

Sgarbi e l’antimeritocrazia, lui ironizza? forse, ma…

ubi maior minor cessatHo sentito una registrazione di una intervista a Sgarbi, credo su radio24, dove Sgarbi sostanzialmente diceva – immagino ironizzando – “quelli che ce la fanno comunque si arrangiano, ma noi dobbiamo pensare agli altri, quelli che non ce la fanno: li mettiamo lì, gli diciamo fai quello che riesci, stai zitto, stai buono, rivotami, prendi il tuo stipendio e andiamo avanti” …

era qualcosa del genere, non dico affatto che le sue parole fossero queste, ma il modo in cui le ricordo e le ho percepite io.

In effetti credo che abbia detto anche “perché altrimenti a questi altri cosa gli facciamo, gli spariamo? li lasciamo morire?”

Guardiamoci intorno; io la trovo interessante questa dicotomia “o sono meritevoli, o muoiono” … a voi basta così?

Per me “-crazia” significa “governo dei” … quindi per me la “meritocrazia” sta bene: governo dei meritevoli … mi piacerebbe di più “governo di quelli che cercano il meglio per tutti senza far danno a nessuno” ma ok, l’utopia non è un buon obiettivo principale. Ma non significa “modo di stare al mondo per tutti” … è per scegliere chi comanda, chi dirige verso il meglio, non chi deve vivere. E lo so bene che la gente la si lascia morire. E’ più codardo lasciar morire la gente organizzando la società in modo tale che rimangano senza nulla o metterCI al muro e farci fuori tutti presto e bene? mi ci metto anche io in mezzo, che non pensiate che sia per l’eugeneticadegli altri. Ci metto anche il mio di culo in mezzo.

Ma ovviamente avrò frainteso.

avaaz, io i leoni africani li voglio anche salvare, ma noi?

Italia? (C) Wikipedia

L’ultima campagna di Avaaz fa emergere in me il vero lato umano della disperazione, dell’egoismo, della meschinità, forse. Io i leoni, i panda, i vari animaletti li voglio anche salvare.

Ma in questo momento penso che il mercato sta distruggendo la vita delle persone normali, esseri umani, mia sorella, il mio vicino di casa. Questo mi preme. Non mi interessa se sono un disco rotto, ma non verserò 15 o 50 euro per salvare un animale se la mia sicurezza nel futuro dipende dalla politica della mia patria e questa sembra saldamente in mano alle logiche di mercato, le quali di norma se hanno un esubero se ne liberano: ma un cittadino non può essere trattato in questa maniera, altrimenti anche tra noi, per salvare il mio cucciolo d’uomo farò morire il tuo cucciolo d’uomo: la legge del più forte, della jungla, della sopravvivenza. Continue reading →

Sull’autoritarismo in Wikipedia

immagine sarcastica che contesta la presunta libertà di edit su wikipedia

se sei d’accordo con me
va tutto bene.

Amo wikipedia. Apprezzo meno alcuni admin che mortificano alcuni momenti di democrazia interna che potrebbero caratterizzarla. Purtroppo anni di opinioni del mio vecchio blog non sono qui riportate, quindi non mi si può facilmente conoscere e dato il mio umore recente potrei passare solo per rompicoglioni brontolone che ha solovogliadiprotestare. In realtà parlare di cosa sia e come si viva la libertà non è da considerarsi né “un passatempo” né tantomeno “frivolo”. Continue reading →

Lettura consigliata: Perché siamo così ipocriti sulla guerra?

immagine che ricorda la violenza dei forti sui deboli

questo siamo

Per l’editore Chiarelettere è uscito il libro di Fabio Mini dal titolo “Perché siamo così ipocriti sulla guerra?“. Lo consiglio. Il curriculum dell’autore non è secondario. La sua autorevolezza non gli viene solo dall’aver prestato servizio “in alto” … ma dalla parte dalla quale non ti aspetteresti di sentir parlare chiaro in questi termini delle motivazioni della guerra, del nostro atteggiamento e soprattutto di chi governa il mondo e i nostri paesi: che questa gestione venga dallo stato oppure dalle multinazioanali.

E’ un Generale a parlarci e a dirci quello che il pezzente al bar sa da sempre, che il populista ha facile gioco ad urlare per il proprio lato politico, e il poeta dissacratore o la satira affermano come un dato certo. Ma che poi, dati alla mano assenti, tacciono quando sentono in faccia l’odore dell’alito del potente che, una volta ogni tanto, raggiungono. Continue reading →