Buco nero #29384723 (delirium)

Il momento presente, fare qualcosa ora, per ora; e basta. Niente per il futuro, niente per domani, per l’umanità, per il futuro. Lo scopo della vita, realizzazione di sé. Immagino un DJ, un musicista che fa un pezzo alla moda, oggi per oggi, che non serve a null’altro che a divertire oggi, a soddisfare l’oggi. Questa è l’immagine che mi viene in mente: le persone che più incarnano “il momento presente”. Due amanti che scopano, la realizzazione dei sensi, costante, ogni giorno ripetuta. Tu che lavori ad una cosa e poi la raggiungi, naturalmente. E che mentre la raggiungi ne hai già in mente un’altra certo, quella roba lì. Ma l’arte o la produzione di espressioni? Che scopo ha, avrà, domani? Costruire qualcosa che duri … che senso ha? Ha senso per chi?

Delirio.

Oggi male.

Mi hanno prestato un big muff. 20 anni dopo che me ne sono interessato e sicuramente almeno 15 da quando me lo sarei anche potuto comprare.

La mia solitudine è fastidiosa.

La mia antipatia è peggio?

Accumulo musica, dopo quasi 17 anni da quando avevo deciso che era troppo, che non sarei mai riuscito ad ascoltarla, che non riuscirò, nuovamente, mai ad ascoltare. Questa volta ad una qualità impareggiabile, infinitamente superiore. Mi dico che lo merita, che merita di sopravvivere, di essere preservata.

Mi dico anche che a nessuno frega un cazzo molto poco dopo.

La vita eterna potrebbe essere un paradiso di esplorazione e godimento del tutto. Oppure un inferno di infinita solitudine e malinconia.

Delirio ancora. Che dice il dizionario? Ah beh si, ci sta, sono io: “stato di alterazione mentale, consistente in una erronea interpretazione della realtà, anche se percepita normalmente sul piano sensoriale, dovuta a profonda trasformazione della psiche e della personalità”. Sono io: psicologia, tu sai sempre dipingere un marrone della miammerda.

Silvia Romano

Lo scrivo qui. Un luogo in cui posso sbrodolare le mie parole senza grossi problemi. Siamo nel 2020, in mezzo alla Pandemia COVID-19. Lo dico per inquadrare il periodo, non mi aspetto che quanto scrivo venga letto davvero né che venga letto ora. Una delle notizie di cui tutti hanno voluto parlare dando la propria opinione, giudizio e soprattutto critica è stata la restituzione in patria di Silvia Romano, rapita dai terroristi, ritornata-restituita convertita all’Islam. Continue reading →

usare le app favorisce la censura

“per la vostra sicurezza” dicono di solito quelli che desiderano prendere il controllo. Togliendolo a voi.

E magari spesso è vero.

Ma vorrei che fosse opzionale. Decido io, non tu. Decido io se ricevere la pubblicità di qualcosa. Invece no, tutto il mercato NC-17 rende “non-marketable” un sacco di produzione video, spesso perché non sono patrocinati dalla MPAA. Tanto per fare un esempio old-style della sessuofobia.

Ma oggi silenziosamente accade ancora. Avete mai visto una APP porno? Nei Marketplace: che siano Apple, Google (android) o Microsoft, non ci sono corrispondenti app rispetto ai siti web di argomenti che possono contenere o addirittura trattare specificamente, esplicitamente la sessualità. Quindi il contenuto veicolato viene inibito già dal contenitore del contenitore. I vari Marketplace delle “APP” (che non sono necessarie per la maggior parte dei contenuti: basta che il sito sia responsive) possono ad un certo punto semplicemente far scomparire una app. Supponiamo per un istante che Instagram decida che #freethenipple . All’istante Apple, Google, Microsoft fanno sparire Instagram. Oh no, non Instagram. Instagram esisterebbe ancora, andando con un browser web per computer desktop sul sito di Instagram, loggandosi ed accedendo.

Cosa molto scomoda ormai, ma che renderebbe libero Instagram dalle policies di Google, di Microsoft, di Apple. La figa, il cazzo, il culo e i capezzoli sono IL MALE. Puoi trovare cose orribili nei contenuti: violenza, odio, sevizie, dolore. Ma il sesso no. Se lo trovi c’è il tasto per segnalarlo, per fare la delazione. E scomparirà. Ma la violenza no. Non siamo un mondo VERAMENTE civile, perché anche voi che leggete qui, che avete sicuramente visto L’ESORCISTA credo vi preoccupereste di più del pompino di Zabriskye Point che di qualsiasi casino di un horror. Che so, The Hostel oppure i primi 3 “SAW”. Per me sesso anale a smorzacandela (reverse cowgirl anal, per chi cerca contenuti in inglese) con frontale visuale, per quanto sia “diretto” esplicito e sessuale, non è una cosa orrenda come una testa spaccata.

Io penso che la raffigurazione della realtà sia sempre un prodotto di una mente, destinato ad un’altra mente.

Parlare di qualsiasi cosa deve essere lecito.

MA

Se proprio volete scandalizzarvi, per me due che si inculano con gioia non sono brutti. Una persona a cui tagliano la testa, anche se è il cattivo che lo fa, comunque non è una bella cosa. Eppure per noi è intrattenimento. Anche una scazzottata di 10 minuti, con denti che volano, con ossa rotte. Cose che se le pensiamo nella realtà portano a menomazioni e alla morte.

Il sesso anale, sodomia, in alcuni stati del mondo è PUNITO CON LA MORTE, ancora. E ancora, noi, tutti, al mio paragone, pensando ai nostri figli e nipoti eccetera, non riusciamo a dire “beh si, è vero”.

No. Diremmo “eh si ma mio figlio” qualcosa. Eppure di sicuro proteggi di più tuo figlio dal vedere atti di sesso esplicito, definiti aprioristicamente osceni, che non da violenza esplicita, che non sono definiti mai osceni, disonorevoli e tutta quella serie di aggettivi che vengono inopinatamente affibbiati alla nudità, ai genitali, al sesso “così com’è”. E nota bene che non stiamo vedendo Cencio e la Gigia, i due vecchietti del paese che si tolgono la dentiera per un sessantanove. Di solito è gente anche carina, in forma, bella gente. Perfino esteticamente non c’è nulla di osceno. E’ esplicito. Si vede tutto. E non si può nemmeno dire che non sia finzione, che sia una reale rappresentazione del sesso di una coppia qualsiasi: per cui persino l’elemento “finzione” (il lichann taglia la gola al vampiro, che però se lo guardo bene, povero cristo, è una bella ragazza o un bel figliuolo, nel fiore degli anni… e lo decapitano tanto come i musulmani un giornalista).

Ma anche l’arte raffigura la nudità. Se la volete vedere o meglio, se non volete si impedisca di poporvela, lasciando a voi la scelta di vedere, nel mondo moderno, del web, ricordate che il mero preferire le app invece dei siti offre il fianco alla censura preventiva.

Creare un Marketplace alternativo? Si garantisca sicurezza INFORMATICA (no virus, no falle, no furti di dati) e per il resto della sicurezza decidiamo noi. Voi fate le classifiche e noi decideremo, come per le autorizzazioni su android, no? Facile.

godere della sfiga altrui

Ieri ho assistito ad una comune scena di violenza familiare. Un litigio sul lavoro tra moglie e marito. Beh, partner, non sono ufficializzati in nessun tipo di carta. Hanno 2 figli. Lui, in un lavoro, è il capo di lei. Male, male come scelta, mi dico sempre io: mai lavorare coi parenti (partner compresi/e).

Chiedo oggi – come va? visto che devo fotografare uno dei figli con lo zio. Mi dice che va tutto bene e che la mini di lui lo ha lasciato a piedi e quindi lei se la ride.

Ecco.

Il segno è più che passato, credo.

Certo le coppie funzionano in mille modi.

Certo alla fine io capisco che lui non ha tutti i torti, ma il grande torto di trattare gli argomenti in modo irrispettoso. Umiliare una persona invece di discuterci, di far capire come mai non puoi fare solo quello che ti piace ma che devi fare quello che sei pagato per fare. Ma non con l’umiliazione. Non con atteggiamenti, entrambi, di contrapposizione che sfida, che offende. Non sono immune, affatto, da tutto questo.

Ma il giorno dopo ecco. Ecco che lei sente una rivalsa nella sfiga universale che arriva a lui. Che significa godere della sofferenza del tuo partner.

Mi rattrista tutto molto. Moltissimo.

Certo, devi avere rispetto di chi ti sta a fianco tutti i giorni – dice lei. Verissimo. Dove sta il rispetto nel godere della sfiga, una cosa che non hai meritato, te la manda il caso, la stessa sfiga potevi averla tu con la tua macchina, in quale modo la meriti? Al massimo non facendo manutenzione.

Triste.

Molto.

Mi ricorda i miei. Quando finirà questa merda?

Quando le donne saranno educate, come gli uomini, ad essere totalmente autosufficienti e non dovere mai un cazzo a nessuno. Io non ti devo un cazzo, tu non mi devi un cazzo. Allora finalmente ci guardiamo come esseri umani.

Possibile? Mi sbaglio?

Se la tua sopravvivenza, i tuoi mezzi, la tua economia, non dipendono da un uomo, non è meglio?

Ai maschietti degli ultimi 2000 anni è stato messo questo peso sulle spalle come un dovere. Mantenere la famiglia. Una merda. Ma allo stesso tempo un potere. Spostiamola questa cosa: la parità viene dal dovere, più che dal diritto? Me lo chiedo.

Ma se vuoi i figli e te li ciucci tu. Se vuoi andare in ferie nel posto figo e te lo ciucci tu. Se vuoi comprarti roba e te la ciucci tu.

Non devi mai niente di tutto questo ad un uomo: se ti accorgi che volevi beni e servizi, meglio, no? Non ti serve un uomo. E se ti serve… ecco che è definito che ti serve un uomo e non un fornitore. Non gli devi niente se non che quello che ti ha dato: se è sesso, altro sesso, se è amore, altro amore, se è bene, altro bene. Umanità, non commercio.

#nondirloalfotografo – desaturazione parziale

Eccoci QUA per il nostro appuntamento #nondrloalfotografo con la deliziosa:

fai tutto in bianco e nero tranne un particolare #nondirloalfotografo

fai tutto in bianco e nero tranne un particolare #nondirloalfotografo

Non lo ha inventato Spielberg, per quanto farlo su pellicola magari sia più laborioso (non ho idea dei mezzi informatici in cinematografia nel ’93), ma di certo lui ha reso l’effetto di desaturazione parziale, oggi chiamato da molti “color splash effect”, popolare presso il grande pubblico, me compreso, che avrei iniziato a toccare una fotocamera volontariamente solo 10 anni dopo. Continue reading →

insicuri che generano insicure AKA basse autostime infettive

uomini che odiano le donneUomini insicuri generano donne insicure? Maschi, femmine. Ragazzi, ragazze. Giorni fa avevo programmato un servizio prima di volare sulla luna a razzo (ma non troppo, che mi hanno già segato punti e randellato il portafogli con grosse mazze ferrate) : si trattava di video; cose che non so fare benissimo. Ne avevo fatti con lei, che è violinista, ma poi avevo trovato un’altra ragazza che era violinista. E siccome i miei primi video erano cannati di brutto ma funzionavano lo stesso ho deciso di cimentarmi nuovamente, questa volta facendomi prestare dei fari x video. Questa roba era programmata da settimane.

Il giorno prima mi chiama G, sorella di D, e mi fa “hey!!!! veniamo con mia sorella a fare delle foto FIGHE? Mia sorella vuole sentirsi FIGA! E’ giù e dai che si decide!” … e cristosantissimo sono molto carine, ed è meglio operare del nurturing come dice il buon markettaro standard. In più la più giovane mi ricordo che aveva una silhouette di quelle da smascellare, solo che era tutta vergognosetta. Ma sul serio. Si vergognava proprio.

Ok ok ok, se arrivate presto facciamo, dai. “yeee!!!” ok allora poi sento la sorellina. E lei faccette dimidine su WhatsApp ma “sii, sono stufa di sentirmi insicura!”. Ok, bene. Una buona via. Del resto queste son belle eh! Io non sono uno che infonde bellezza. Se ce l’hai me la piglio. Rubo l’anima, no? Ma la immortalo, te la restituisco in copia digitale. Gratis, se posi per me. OK, chiedo conferma che vuole “fare la strafiga” e quindi OK.

Arrivano, facciamo, non sto a dire.  Continue reading →

capricciosa quattrostagioni

Appuntamento con lei post lavoro dai tu caffè io qualcosa. Ooook. Arriva con la sua (deo gratia, finalmente!). Salgo lato passeggero e fa “non esiste”. Poi inizia a dirmi quanto facesse cagare questa giornata all’asilo con questo e quel problema e che per una cosa brutta che le è successa e bla. Le rispondo che la vita lavorativa è così e che per quello specifico tipo di problema è bene che si abitui: ogni volta che non ti arrangi e chiedi aiuto, anche se te lo danno, qualcuno comincerà o in faccia o alle spalle a dire “allora a cosa mi servi facevo prima a farmelo da me e non assumerti” e simili versioni.

“non ti racconterò più niente allora!” (questo lo dice sempre) perché lei voleva (ma non siamo più assieme, amour, e quindi non sono propenso a rendere felice una che non mi ama. Sono predisposto ad una civile, normale, non aggressiva, ragionevole, conversazione. Dialogo.)  “svuotamento di roba e gente che mi da ragione e mi commisera a prescindere e non che dice la sua”. E ok. Poi fatico un po’ ad ottenere un “per favore” invece di un “guida tu”. Ci riusciamo. Salgo, inizia a dirmi “non so cos’abbia non è stabile, è sbilanciata … come se avesse un bla e ribla e salcazzo bla, PUOI VEDERE TU?” e quindi prendo e ovviamente se si tratta di gomme, sterzo, stabilità, provi ciò che coinvolge forza centrifuga, accelerazione, frenata e una leggera spinta improvvisa in curva: quel genere di situazione che se ti capita inaspettato ti mette in pericolo. Se lo fai di proposito per prova è Ok. Comincia  subito ad urlare “ahhh! non fare il coglione con la mia auto!!!!” e io non sono paziente se mi si tratta di merda: io di più! Ma dico “se devo prov…” “queste cose le fai con la tua, non con la mia!!!” “mi hai detto che ha casino e…” “se te lo dico io! questa è la mia macch” “non rompere i coglioni, mi hai detto TU , mi hai CHIESTO di provare e io sto provando, si prova così!” “ma che ne posso sapere io? Se il 99% del tempo con la macchina sei un coglione io zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz ”

Non ho sentito cosa ha detto dopo. Inchiodato, fatto manovra, fatto retro, riportato auto in parcheggio, spento auto, detto ciao, chiusa portriera, rientrato a casa, ricominciato a fare licazzimia, guardato orario per andare a prendere il frittino.

Ho staccato i dati. Preso il frittino. Telefonato sulla luna (che tanto io ho minuti illimitati verso tutti, quindi le extraplanetarie sono comprese) per diverse ore anche. Ho riattaccato i dati, aspettandomi una valanga di insulti, di tumitraddidimerda, di qualsiasi cosa. Non c’era nulla. E mi ha bloccato 🙂 E io sono più leggero. Il passato, le gioie, mi davano di che dolermi. E me ne danno ancora: sono cose belle che non sono più. Non ci sputo sopra, non le cancello in nome della merda che accade comunque, con lo stesso involucro di chi mi amava. Ha sempre fatto le bizze. Ma diceva anche di amarmi. Ora è chiaro che è solo un’amica che si dimentica che gli amici non hanno il benefit. Gli amici hanno la caratteristica fondamentale di trattarsi con un certo rispetto di base. Di trovarsi bene. Di dialogare volentieri. Di ragionare, in senso moderno e in quello antico.

Posso dire di essere guarito. Molto prima dei sette anni. Di sbattermene i coglioni. Certo mi dispiace. Certo penso che da qualche parte abbiamo perso qualcosa entrambi, a parte le staffe. Ma io sono cresciuto in un mondo in cui l’educazione conta. Sono sboccato, maleducato, volgare. Ma non tratto mai gli altri esseri umani dando ordini od offendendoli a buon mercato con questa leggerezza. E soprattutto di solito do per scontato che del mio svuotamento di merda agli altri non gliene frega un cazzo perché ne hanno abbastanza della loro: quindi ho l’abitudine di interessarmi molto al fatto che ciò che dico sia di loro interesse. Non lo do per scontato. La seconda cosa fondamentale in questo campo è : non sono una radio e i miei interlocutori sono appunto, interlocutori. Interloquiscono. E lo fanno con una loro propria volontà, nel modo e con gli argomenti che provengono da sé, non dal mio libro di ciò che è consentito. Non sono monsignor Della Casa. Ma ci sono modi, di base. Un minimo.

So che ha bisogno. So che le serve compagnia. So che le serve anche poter svuotare il suo malumore. Ma lo abbiamo tutti. E non possiamo mai, in nessun caso, pensare di poter essere giustificati nel maltrattare gli altri solo perchè abbiamo una giornata no. Perché non è colpa loro. Forse non è nostra, ma più probabilmetne si. Di certo non loro.

E quindi dormirò. Tranquillo. un po’ mi dispiace, ma non abbastanza da cambiare questa tranquillità. Anche se forse ho perso una modella; persino un’amica, anche se troppo fumina per me. Vedremo. Ma come diceva “quel birba di Lucignolo”: Lasciala gridare. Quando avrà gridato ben bene, si cheterà.

ora mi odia (34ma puntata)

Siamo arrivati al classico “maledetto il giorno che ti ho incontrato“. Quando mi ha lasciato, lei, senza appello, mi ha chiesto esplicitamente “questa volta non bloccarmi, per favore”. Ok, le ho risposto, non ti blocco da nessuna parte, come vuoi, anche questo come vuoi.

Ieri ero costretto dalle circostanze a non dormire a casa, ma in studio, luogo che avevo iniziato ad amare perché ci “vivevo” con lei. Ero l’uomo più felice della terra osservando il soffitto industriale, la lampada al neon sopra di me, gli incroci di linee tristi e grigie… e pensando che non le trovavo più tristi e grigie: ero felice, felice e appagato, con la mia bimba tra le mie braccia, addormentata, accoccolata su di me in un modo che raramente è possibile tra uomo e donna, senza che qualcuno non abbia la circolazione bloccata. Felice.

Da solo, trovarmi di nuovo li mi ricorda lei, momenti felici, meravigliosi.

Ne ho fatta una foto/stato su whatsapp, perché me la ricordava, mi ricordava lei, mi mancava. Lei mi scrive “interessante” e poi parte a disprezzarmi, a dirmi “chi ti scopi adesso” … mentre io voglio solo lei, io non vado subito da qualcuno, io. Non lo faccio. Se qualcuno lo fa, tra noi, è stata lei. E non gliene ho fatta una colpa, mai. Dirlo a me… è meschino.

E’ arrivata ora a rinnegare ogni cosa, che se potesse tornare indietro non mi chiederebbe mai quel fatidico like che ci ha fatti incontrare. Quanto odio, anche se lei dice che mi ama ed è per questo che soffre così. Ma dove sta questo amore? io vedo disprezzo, non apprezzamento. Vedo lontananza, non voglia di stare. Lo so che è giovane. Mi accusa di essere causa del suo dolore, di fregarmene della sua solitudine (ma… sei andata via, bambina mia, mica ti ho mandato via! … e io, non mi hai lasciato solo? ti importa?) e poi ci mette dentro tutti i maschi del pianeta (i penedotati) eccetera. Ma io sono qui. Io ti aspetto, non sono andato via io. Sei tu e non torni. E ti lamenti che sei sola. Poi dopo avermi scaricato addosso merda, mi blocca. E se le scrivo su telegram, “lasciami in pace”. Ok. Lo faccio.

Ora sono uno stronzo, un mostro. Ma non ero una meraviglia? Chissà cosa diventerò nei suoi racconti ora, una specie di sirena-maschio che ammalia le povere malcapitate? Quando ci ha provato LEI? E io la adoro per questo. Ma cosa si inventerà la sua rielaborazione? cosa sta già facendo, invece di capire, tornare, calmarsi? Che guazzabuglio il cuore umano 😦

Purtroppo nel I secolo a.c. Catullo già aveva esperienza di questo sentimento doppio.

voleva solo il mio cazzo e ora i vaffanculi

Nel 1995 stavo con una. Sicuramente nel 1995. Poi quando ci siamo messi assieme e quando ci siamo mollati … boh, due anni in tutto se non erro. Comunque il mio dramma del cazzo, nel senso di “non mi tira” si è espresso al massimo con lei. Quando ci siamo lasciati, per tanti motivi, era comunque per quello. A lei mancava. E mi ha sempre detto “tu un giorno mi scoperai, me lo devi”.

In quel momento era un dramma: lo è stato per anni e anni.  Continue reading →