Questo no, io no. (Tilt)

Passo a preparare la scatola settimanale delle medicine di mia madre, dopo alcune altre commissioni di cui porto il risultato. Sto per andare ma vedo che vuol fare un po’ di conversazione. Mi pare che delle nipotine le va di sentir parlare e io ne parlo come parlo io. Qundi a parte i fatti, faccio considerazioni e metto in relazione alcune cose.

Ad un certo punto cito la dificoltà che riconosco nell’essere genitori in un piccolo fatto accaduto anni fa con una mia modella. Si lamentava perché i suoi genitori non avevano provveduto a lei (non faccio a tempo a specificare: alla sua salute) e che lei se ne stava occupando, ma che contemporaneamente li biasimava perché avrebbero dovuto insistere di più!

“Come hai fatto tu!” – mi dice.

Muto, colpito da questo diretto al volto, colto alla sprovvista: lei continua.

“quando hai detto che avrei potuto insistere che tu tornassi a scuola”.

Rispondo in 0.1 secondi “questo-non-è-mai-accaduto-mamma” e le dico subito come funziono, che io di certe cose ho una memoria pazzesca (mentre non mi ricordo un cazzo di altre cose), che mi fa appiccicare al luogo in cui determinate frasi e dialoghi si sono svolti, ricordo a lei ad esempio come fosse ieri di quando mi disse che non avrei avuto mai la forza di rimettermi a studiare lavorando, perché è faticoso e la sera si è stanchi. E che col tempo ho pensato che lei avesse ragione ma…

Di mille altre cose, le ricordo, sia che mi sia trovato d’accordo, sia in disaccordo, ho riavvolto il nastro e confermato o smentito: avevate sbagliato, avevate fatto bene. QUESTA non è tra loro.

Sono sgomento ma sento anche: confuso.

Come può avere un simile ricordo? Da dove viene?

Poi vedo nella mia velocità di reazione la stessa che ho visto l’altr’anno in mio padre nel verificare che negava l’evidenza “no” – diceva, per cose che io so che sono “si”, ero lì, sono pietre miliari nel mio fastidio o nel dolore.

Lo sto facendo anche io, mi chiedo?

Ma conosco anche la pluri verificata inattendibilità e poca credibilità di mia madre.

Ho anche questo elemento: da sempre si lamenta che non ho finito la scuola o che ho avuto risultati scolastici non all’altezza delle loro aspettative. Non perde occasione per farlo. Non sono io a citare questo.

Penso: che si sia sognata questo evento per darsi ragione? Troppo facile che lo dica io.

Penso: potrebbe averglielo detto con la consueta violenza che quelle parole, così citate (“potevi insistere!”) e così accusatorie e scarica barile, mio padre.

Io non ho mai pensato che poteva insistere nel farmi stare a scuola. Ho pensato tantissime altre cose, ma questa no. Eppure in certi momenti mia madre ha un occhietto particolare… che sembra un attimo di lucidità, di intensità di pensiero… come se dentro di lei ci fosse un’altra persona che è migliore e più forte che se ne sta a leggere nel soggiorno della sua mente e ogni tanto si scuote come se l’avessero chiamatae si affaccia dagli occhi a dar man forte e a dire il vero.

C’è anche il dubbio che quando B mi ha detto che ho detto certe cose io ne disconosco totalmente l’ideologia, ma non dubito di lei e della sua memoria, bensì della mia. Se lei dice che ero così, lo ero. Una merda, imperdonabile, già perdonata da lei, ma non da me. Quel precedente mi fa dire : se non ti ricordi quello, magari era lo stesso momento e non ti ricordi nemmeno quell’altro.

Ma sono due persone diverse! Una è credibile, l’altra no. E poi c’è proprio la ratio : io NON penso che lei avrebbe potuto, Non ho rancore, biasimo, recriminazioni da fare su questo. Per questo mi pare che non quadrino i conti. E so anche con quanta leggerezza ed una scrollata di spalle mia madre prenda le smentite e con quanta pervicacia difenda il falso che le provo vero in piccoli fatti (le medicine: “ma io l’ho presa!” – ed è li, di fronte ai nostri occhi, nello scomparto // cibo: il suo pluridecennale “ma io ho ne ho fatto tanto!” e tutti hanno fame).

Allora riporto il tutto a B che in zero secondi mi dice “no. tu non hai mai avuto questo tipo di pensiero o di lamentela: questoè qualcosa che tua sorella potrebbe aver detto. è lei che da le colpe delle proprie scelte agli altri”. Dopodiché mi cita N aspetti che quadrano perfettamente con la ratio del mio pensiero riguardo alla scuola, al rammaricarsi mio personale, di cui io sono responsabile di me stesso.

Ma il dubbio mi resta. L’ho detto?

happy b

Era il giorno del mio compleanno e volevo morire non esistere un po’ più del solito, almeno per quest’anno, per questo periodo.

Continue reading →

Non fiori ma opere di bene (8 marzo)

8 marzo festa della donna mimosaQualche settimana fa mia sorella mi ha chiamato in seguito al mio coming-out. Affranta, ma corente col motivo per cui non mi interessa avere a che fare con lei: tutta triste delle conseguenze, ma per nulla intenzionata a considerare le cause. La freddezza e il gelo che mi sono sentito addosso, come uno stronzo insensibile, come uno che non sente niente, sapendo invece benissimo quanto si soffra, per esperienza personale, è stata simile a quella che provai per M, la blogger che incontrai. Non era identico: con lei stavo bene, non intendevo non-frequentarla, ma semplicemente non provavo tutto quell’intenso amore che lei provava – a suo tempo e condizionatamente – per me. Lei voleva tutto.

Continue reading →

Crema pasticciera delllamammadimimmo

Un tempo il mio metabolismo era bello. Non sapevo di avere un metabolismo. Da piccolo ero uno di quelli “mangia che sembri uno del Biafra!” (piccola spia della mia veneranda età). Tale condizione di paradisiaco ingollare bisonti con doppia impanatura di gorgonzola e patate, fritti e re-impanati con dello strutto e restare magri come dei chiodi terminò a 26 anni. Il rito funebre dura a tutt’oggi.

giuseppine

COMUNQUE prima potevo. Uno dei giorni più belli del mio marinare la scuola da non-ancora-schiavo-della-figa fu il mio compleanno di nonsoquando; 15-17, non so. Andai alla fu pasticceria G, in fondo alla piazza. E fui determinato. Io a volte devo essere deciso e determinato con i negozianti che non mi vogliono vendere la roba. Cioé, ma che cazzo ve lo devo insegnare io a vendere? Mavaffanculo. Comunque “30 giuseppine” dissi. “Ma no dai, prendine cinque e poi vedi se hai fame” (mapputt… porc… ma cosa?!!!! ) gli mostro i soldi “ho detto 30, quel vassoio, mi siedo li; se non le mangio sono affari miei. E una cioccolata calda”.

Le Giuseppine nella mia zona sono una roba che in Sicilia si chiama in un altro modo. Sono ciambelle fritte e riempite di crema pasticciera. Ovviamente la mia mattinata fu scandita da GNAM, leggo fumetto, GNAM, leggo FUMETTO, GNAM disegno fumetto, GNAM leggo fumetto e ascolto walkman – sotto lo sguardo sbigottito della cassiera. Ma non del pasticcere. Il fottuto pasciccere che non ha mai voluto rivelarmi la ricetta della sua crema pasticcera che io adoravo. Ha chiuso, lo stronzo, e io non ho mai avuto quella ricetta. FORSE, dico FORSE, ha davvero sostituito la farina con la farina di riso. Ma era uno stronzo. Forse non era vero.

Sono sempre stato un adoratore della crema pasticcera. Anche della figa liscia, adoratore, ma prima ero solo un apprezatore, un interessato. Prima c’era la crema pasticcera. Mia sorella sapeva farne una abbastanza buona, un po’ liquidina. Ma insomma io ero convinto che “mia sorella sa cucinare”. E la faceva come i Cattolici osservanti fanno sesso solo per procreare: solo per la ricetta. Ma io aprivo la torta e mi leccavo via la crema! Oppure aspettavo che svuotasse la ciotola e mi leccavo la crema. Questa cosa del leccare mi è rimasta anche per – avete capito; ma con lo stesso entusiasmo, piacere, una cosa che senti proprio aderire la lingua, le labbra: GNAM. Ma niente mia sorella al massimo per il compleanno. E che cazzo, in pubertàdolescenza hai fame e sei goloso sempre. Quindi iniziai con il Cucchiaio d’argento. Credo fosse circa la ricetta di mia sorella. Circa. Non era un granché, o troppo farinosa o troppo liquida. Allora iniziai semplicemente a variare, togli, metti, assaggia. Questa cosa però era SEMPRE per mezzo litro di crema. Continue reading →

che peto putrebondo / delle mogli-mamme asessuanti

In vista della fine della mia vita culinaria, intesa come una vita culinaria LIBERA, prima cioé che davvero la mia forma fisica perda completamente interesse per l’altro sesso (direi 15 anni circa ad essere ottimisti, sempre se non uso l’altra via per andare) , ad opera mia che mi reco, questo lunedì, da una nutrizionista, sto mangiando normalmente. Quindi come un porco.

Cioé…

non del tutto. Ad esempio da quando lei mi ha lasciato spesso la vita è una merda e l’unico alimento che posso facilmente infilare (non nel retto) è la banana. Va giù facile, è molliccia, dolce, si fa presto.

Comunque insomma l’altro giorno Sushi all-you-can-eat a bomba. Che sia quello? Che sia la pizzanapoletanaconrobiolacavolonero? Non so, di solito il sushi non mi fa né cagare né scorreggiare come un drago urfido. Quindi propenderei per il cavolo-nero. Ma solo perché associo facilmente il concetto di fetore con il cavolo.

se non erano i griffin…

Comunque sono qui che perdo tempo e scorreggio (si, con due R) come una merda e vorrei allontanarmi da me stesso ma non riuscirei a scrivere. E per fortuna che la mia ex dorme e io ho comunque aperto tutte le finestre. Continue reading →

genitori assenti dalle foto dei bimbi?

Pare ci sia stata una tipa che fa di mestiere “discorsi ispiranti” che ha fatto un “post virale” il quale esorterebbe i papà a fare più foto delle mamme e non solo dei bambini perché un giorno lei non ci sarà più e lei vi fa le foto e …

:-O

autoscatto?

autoscatto?

Ma quanti anni ha questa signora? Dove vive? Guardatevi attorno e ditemi, sinceramente, chi di solito ha la reflex in mano. Papà o mamma? E chi fotografa? E prima che nascessero i bimbi, chi fotografava? Su, siamo sinceri: quando sei giovane fotografo cerchi di fotografare la morosa. Al massimo è lei che non vuole, non tu. Poi fai lo stesso con la moglie: la ami, l’hai sposata! Al massimo è lei che non vuole, non tu.

Poi diventa mamma! Se non stiamo parlando di amore scemato, la ami! Quindi la fotografi! Lei e i cuccioli! I cuccioli da soli, ok, ma anche con la mamma!

CHI non vedete mai nelle vostre foto di quando eravate piccoli? Siate sinceri, tutti.

Il papà non c’è. Non c’è mai perché sta facendo le foto.

Forse oggi questo cambierà. Inoltre saremo inondati da selfie di mamme, forse. O forse no perché non fanno i backup manco morte, tante.

Ma ‘sta cosa di fare le foto alle mamme … ma tipa… chi sei? Sarà il TUO di marito che non ti fotografa. Il mì babbo ci ha sempre fotografati tutti. E mia madre, persona semplice, se per caso non lo faceva, gli diceva “fammi una foto qui!”. E parliamo di pellicole buttate con foto del cazzo con monumento e signora. Ma sono state fatte eccome.

E io e i miei fratelli abbiamo a disposizione migliaia di foto di mamma con monumento o paesaggio. Ma pochissime con babbo.

Più passava il tempo e più era schivo nel farsi fotografare. E più passava per mia madre, più lo faceva anche lei. Ora nessuno dei due vuole.

E a me non interessa: io li amo come sono, che cazzo me ne frega se sono belli o no? Sono bellissimi. Io mica me li devo trombare.