è già stato fatto tutto – ai e raffigurazione

My 2 cents sull’argomento. Ogni volta che parliamo di arti figurative, che raffigurano la realtà, ad un certo punto qualcuno conoscerà un accademico, uno che ha studiato e ti dirà che ogni forma di raffigurazione della realtà, per quanto abile sia la tecnica dell’esecutore, è roba vecchia, già visto, già fatto. Quindi come “arte / artigianato” in sé, non la considererà proprio. Quindi fotografia e compagnia bella non sono che un seguito di questo.

In questo senso dunque sentir dire che l’intelligenza artificiale generativa “copia” troverà da questo tipo di persona la risposta snob/posh che “beh, come tutti”. Perché ogni cosa è stata già raffigurata, rappresentata. Al massimo dunque cambierà dello stile, che non sarà considerato “artistico” ma tecnico. E comunque dopo il primo gesto originale, tutti i seguaci copieranno. Le AI hanno portato questo da lento e poco diffuso ad immediato. Due secondi e prendi lo stile inventato 3 secondi fa. Come fa il fast-fashion con i grandi marchi e l’alta moda. Due secondi dopo e hai una copia venduta in grandissimi volumi.

Stessa cosa di PornHub (lo spiegano loro stessi nel film su netflix).

è difficile accettare che in linea di principio sia piuttosto vero: solo il vero ed unico primo-innovatore, quello che aggiunge quel passaggio, quel cambiamento, quella roba diversa sopra la copia che stava facendo… quello/a lì e l’unica persona che è originale. Tutti gli altri copiano, come stava copiando lui/lei.

Il resto è : proprietà del mezzo (il robot o la Ai chi avvantaggiano? chi guadagna? Quanto gli costa? posso permettermelo in concorrenza?) e velocità della tecnica rispetto agli umani.

Se non l’ho già scritto lo scrivo: a determinati limiti non posso che sperare nella proprietà di robot, intelligenze artificiali e software in generale da parte degli Stati, per la sopravvivenza, il benessere e la fornitura di ogni servizio ai propri cittadini.

Che restiamo liberi di goderci la natura e passeggiare mentre le macchine ci mantengono ad un costo inarrivabile per noi da pagare e impossibile da battere come concorrenti.

luddista 4.0

l’iPhone 7 offre una delle cosiddette caratteristiche di “computational photography”: il bokeh simulato. Un articolo di FStoppers, che termina con un bel “adapt and survive” (quindi immagino “resist and die”) , offre un ottimo spunto ai fotografi professionisti, ai quali si rivolge (ma ovviamente chi non si sente professionista incompreso?) ricordando che anche se noi (è vero eh) riusciamo a riconoscerlo al volo nel caso di un confronto e probabilmente anche ad una analisi approfondita, la fotocamera più usata al mondo oggi (dati Flickr) è un iPhone, secondo un altro smartphone Samsung.

🙂 Essendo Canonista ci tengo a precisare che il bronzo è una DLSR canon 🙂

Coooomunque. Ogni giorno esce qualcosa di nuovo. Una figata, spesso, in sé. Ma dal punto di vista della sopravvivenza della razza umana nell’era della suddivisione del lavoro… spero vi accorgiate che ci resta sempre meno da fare di interessante. Ovviamente il produttore di prodotti di massa guadagna sulla massa. La massa quindi trasforma ciò che ieri era mestiere in “se me lo posso fare da solo perché dovrei chiederlo a te?”. Giusto. Continue reading →

non possiamo essere tutti ingegneri n.20130707006

Preparatevi: l’ennesimo luddismo da bar. Partiamo da questo: l’unica possibilità per competere in un mercato globale è innovare. Operai specializzati, invenzioni, cultura, eccetera.

Ma una popolazione può essere tutta fatta in questo modo? Quanti dei nostri laureati trovano lavoro? Ok, potreste dirmi che sia il cane che si morde la coda, che è proprio questo il simbolo della non-innovazione, perché in un paese che innova i laureati trovano più posto. Non facciamo ricerca. Ok.

Facciamo finta che ci sia ricerca e che i laureati lavorino. Famo tutti innovazione? Tutti roba nuova ogni giorno e se non fai roba nuova muori, sei fuori, out? Ancora una volta, mi sembra che il mercato lavori in maniera e con dei tempi che sono disumani. Mio padre non ha innovato un cazzo in tutta la sua vita, ma per fare il suo lavoro serviva studio, precisione, pignoleria, conoscenza del settore e delle leggi, tenacia e determinazione, una certa forza di carattere. Ma di base le regole erano quelle e quello che fa serve ancora. Forse alcune delle cose che faceva spesso oggi si potrebbero far fare una sola volta o comunque con delle ripetizioni preimpostate con un drone. Non so quanto costi, non so quanto sia preciso, ma la possibilità esiste.  Continue reading →

tutti chiudono: troppe regole o troppe spese?

Le regole e le scadenze ci sono sempre state. Eppure ogni giorno io sento la stessa sequela di lamentele di gente – imprenditori grandi o piccoli, fino agli esercenti – che chiude o sta per chiudere o che si trasferisce altrove.

Vogliate tutti quanti focalizzare l’attenzione su: REGOLE e su SPESE.

Le regole sono regole. Se sei allergico, fatti un giro in Austria o in Germania e prova a lavorare in nero o evadere le tasse … o magari negli Usa … oppure prova a vedere cosa significa avere un “pending grade” od invece un A, B grade in un ristorante in centro a New York (e chissà come mai “Bella Napoli” a New York pare abbia una “C” … evviva…) … e così via.

Se però parliamo di soldi e spese e ti chiedi “ma perché devo spendere tutti i mesi dei soldi che non dovrei spendere?!!!” allora la faccenda è diversa ed è qui che credo tu abbia ragione. Qui che bisogna lavorare.

Se invece parliamo di tasse: le tasse vanno pagate. Ma non vanno pagate prima che tu incassi, le regole devono aiutarti ad incassare e a lavorare come se gossi in UK. Chi non ti paga LA PAGA. E così sarà per te.

Negli USA la paga del dipendente è settimanale. Insomma ok, da Slovenia ed altri paesi mandano le propostone per “vieni ad imprendere da noi” … e questo rompe o coglioni, sinceramente, perché sicuramente da noi incentivi del genere non ci sono, da offrire a chi viene da fuori. E su QUESTO bisogna lavorare.

Ma per il resto, cari imprenditori italiani col capannone mezzo in nero e che desiderano semplicemente non lavorare in sicurezza e non pagare le tasse… all’estero le regole funzionano perché TUTTI LE DEVONO RISPETTARE, non solo chi fa comodo a voi.

Provate a parlare di posdatato in Austria.

E provate a non coprire un assegno. AHAHAHAHAHHA. Provate a fare del nero in Germania e dopo che siete scappati a tornarci e poi vediamo cosa vi succede. Provate e raccontatemelo.

lo scopo della tecnica è di eleminare i tecnici (professionisti)

L’arrotino è solo un mestiere scomparso, *non* autoeliminatosi.

Pensavo all’informatica (ITC, IT) … ma non è solo lì, anzi. Ogni tecnica o tecnologia vuole semplificare sempre più l’uso da parte dell’utente… rendere la cosa possibile a chiunque. Forse non tutta: alcune tecnologie rendono solamente possibili cose altrimenti non possibili. Ma la tendenza, alla lunga, è eliminare colui che ha creato e sa usare “esclusivamente” lo strumento (lo “specialista”) e metterlo in mano alle masse, disinteressate alla raffinatezza o alla precisione, ai motivi di alcune scelte tecniche o alla qualità richiesta ed ottenibile … alla lunga la semplificazione, sempre, rende tutto più vicino… ma fa dissolvere e perdere la conoscenza. Mi sembra che l’avvocato e il medico si salvino ancora, forse anche il meccanico…

Forse idraulico, falegname e muratore si salvano dalla massificazione (forse, ho detto!) perché di mezzo c’è la fatica (ma cosa succederà quando un ingegnere inventerà degli strumenti oggi nemmeno pensabili e domani un’app per iPorn che ti stacca il cesso e ne monta uno nuovo per 56 cent?) … e anche l’abilità manuale, non da tutti.

Di che vado cianciando, dunque? Del fatto che alla lunga alcuni lavori hanno un rapporto autodistruttivo con il lavoratore: colui che lavora e svolge quel mestiere in quel dato settore, lavora per migliorare e rendere efficiente qualcosa che alla fine rende inutile proprio lui.

Si lo so, è una fissa. 🙂