… e chi stenta.

Ricordo d’infanzia, frase spesso pronunciata alle medie da una che mi piaceva:

C’è chi può,

chi non può

e chi stenta.

Accompagnato con le adeguate sopracciglia, il tono e tutto il resto, dava una sufficiente immagine di quello che è, istintivamente, un sentire comune sulla immediata valutazione della persona che facciamo in modo automatico. Un giudizio immediato.

Prestanza fisica, bellezza, attrattività sessuale.

Potere del denaro e di accesso a cose ed esperienze.

Nell’espressione era chiaro anche “e io sto con chi può, perché io posso”.

Poteri che danno accesso ad altri poteri.

Infantilità, mi direte, si cresce. Mi direte. Ingenuamente pensando ad alti ideali. Ma guardatevi attorno, calmi, razionali. Guardate telegiornali, leggete dati, guardate la soddisfazione od il suo contrario nei volti.

Poi ditemi se si cresce poi tanto.

farfalle nel bozzolo

Il titolo renderà impossibile trovare questo articolo. Ma “figa tappata” non mi sembrava carino, e “sinechie delle piccole labbra” è troppo medico, sarà quindi bene che troviate l’articolo presso fonte più autorevole.

Sulla luna mi spiegarono che esiste una .. malattia? Una disfunzione? Una roba brutta – robetta, bruttina, niente di mostruoso – che succede alla vagina delle bambine. Io da piccolo ho subito una operazione al pene, una cosa piccolissima, perché sostanzialmente pisciavo storto se non scoprivo il prepuzio, cosa che non sapevo di dover fare. Ma la pelle era troppa e si formava una specie di “bollicina” dovuta al getto della pipù che colpiva della pelle morbida ed elastica e poi di rimbalzo andava dove cazzo voleva lei. Ma anche le bambine possono avere problemi, naturalmente, e io non lo sapevo.

Le piccole labbra si saldano e le mamme con un unguento e dei massaggi possono aiutarle a dissaldarle, solo che si rischia che si ri-saldino.

Trovate tutto su GUGOL e vedete che la fonte non sia GOMBLOTTO.COM.

rapporti tossici ok, ma obiettività?

I rapporti tossici sono quelli in cui più passa il tempo e più ti accorgi che ti senti sotto esame, giudizio, critica, infelice, in stato di oppressione e disagio più di quanto tu non ti senta a tuo agio, felice, in libertà. Eppure lo fai, resti con quella persona o la frequenti.

Quando il rapporto è effettivamente questo e si ha a che fare con una persona molto critica, troppo attenta alle proprie esigenze e per nulla alle tue e via dicendo, questo lo posso capire: il consiglio è: ascoltati, fatti un esame di coscienza e un bilancio: stai dimmerda, perchéccazzo frequenti taldeitali? Falla finita o se proprio non puoi limita. Tutto chiaro.

Ma se invece sei stato viziato dalla vita? Se te la danno sempre vinta? Il meccanismo che mi hanno insegnato dei bambini piccoli è questo: io triste. Io triste = non succede quello che voglio io. Negli articoli che parlano delle relazioni tossiche non si fa mai accenno al fatto che i desideri della parte che si sente offesa possano essere a senso unico … ovvero che sia tossica la sua visione e che le pretese ed i desideri siano da chi ha sempre detto “io voglio” ed abbia ottenuto… e trovandosi in uno stato in cui da per scontato che i propri desideri e capricci vengano esauditi ed assecondati, ma questo non accade… accusi l’altro di non curanza, disattenzione, prepotenza, eccessiva criticità eccetera.  Continue reading →

40 anni per recepire una regola, circa.

immagine raffigurante il particolare di un dipinto che raffigura una levatriceI miei nacquero nella seconda metà degli anni ’30 del ‘900. Quindi queste regole erano già presenti da tempo quando nacqui io, nella prima metà degli anni ’70 … i miei fratelli erano nati durante gli anni ’60 … ed erano nati a casa, con l’ostetrica (la levatrice) … e quando fu il mio turno l’ostetrica stessa disse che non era il caso: di ospitalizzare quindi il parto, invece di far lei.

Ma non doveva essere normale? Lo scopro ora 🙂

torniamo indietro anche sul #sesso, sembra

I bambini vedono tutto, chiedono tutto. Vedono le cose che tu vedi, ma non fanno finta di non averle viste, non hanno ipocrisie perché non ne hanno (ancora) la necessità: quando vedono un pene, ti chiedono cosa sia e perché sia più grande del loro o di quello del fratellino, cuginetto, compagno di giochi del mare o della materna. E’ inutile che ti inventi delle sciocchezze! E il perché dei peli, del seno della mamma, e così via.

La mia ragazza accede ad un interessante “bacino d’opinioni” presso il luogo in cui lavora e proprio ieri mi ha raccontato di una sua collega era scandalizzata per il fatto che suo figlio, che faceva il bagno con lei, le ha indicato la vagina e i capezzoli e le ha chiesto informazioni in merito. E lei – ora sono io che mi scandalizzo e non poco – le ha detto che i capezzoli (non ha usato questa parola, a suo avviso sporca, vietata) erano biscotti. Ora, siccome il sangue mi stava andando alla testa per la stupidità di un simile atteggiamento, non ho sentito cosa abbia inventato per la vagina. Quello che, riacquistato il selfcontrol, ho sentito, era che il suo uomo al medesimo racconto ha dichiarato che non avrebbe fatto il bagno con suo figlio perché “se poi mi mi fa domande?”. Continue reading →