Grazie, prego, di niente?

Grazie!

Di niente!

Di niente!

Di niente!

Ed è così, con non curanza, che affermiamo che ciò che abbiamo fatto … non lo abbiamo fatto, che non esiste, che “è il nulla”, che (non) è niente, non vale niente. Momento dopo momento ciò che facciamo è un nonnulla; non è, invece, un atto gratuito ma di valore? Ti ho dato – e sei in debito? No? Davvero non ti è costato fatica o quantomeno tempo? Davvero eri congelato in un armadio, qualcuno lo ha aperto, hai fatto qualcosa e poi sei tornato a prendere polvere?

O forse invece hai tolto tempo a ciò che facevi, hai distolto il tuo percorso per favorire quello di un altro? E lo hai fatto volentieri, senza fare storie, a prescindere dalla fatica, l’impegno o uso di mezzi, secondo ciò che puoi permetterti nella tua vita?

Forse è meglio dire “prego”. Che sia chiaro a TE, non agli altri, che non era “nulla”.

Dovremmo farlo più spesso, perché il “di nulla” sia davvero quando non è nulla, per poterlo differenziare.

Così come le cose sono “belle” e “bellissime”, ma devono essere eccezionali solo quando sono eccezioni, fuori dal comune.

Campagna per l’uso consapevole della parola.

BHUAHAHAHAHAHHAHHAhahahahahah 😀

Ok, ciao

grazie

Ad un certo punto mi sono ritrovato a pensare. Insonne, non operativo. Donna felice e stanca che tiene il mio corpo col suo corpo come fanno pollice e resto della mano con una brioche: prende, tiene; senza schiacciare. Il pollice è la gamba sinistra, sotto. Sono una brioche. Lo spero.

Perché ad un certo punto la notte scende. Ho preso la mia droga? La notte scende dentro di me. Non ho motivo. Inizio a sentire il buco, a fare bilanci, piangere, a sentirmi per la merda che sono, uno schifo, un inutile, un aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

beeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeep! – ECG piatto.

Lei è felice. Io ero felice. Non riuscivo a dire, a parole, perché le ero grato. Colmo, traboccante di gratitudine. Lei era felice, appagata, innamorata d’Amore, quello vero, quello originale Svizzero costruito con tutte le cosine fiche sia degli artigiani che degli ingegneri che sanno, non quello tarocco made in PRC eh. Io lo riconosco, quello è, non ci sono dubbi, quello fico, capolavoro gioiello della meccanica e tutto il resto. E io ero grato di poter essere questo, un po’. Ma ero soprattutto grato ti potermi sollevare dalla mia condizione di essere un nulla, morto vivente, una merda, un mediocre con insufficiente talento per ogni cosa, zero capacità per ogni altra e pochissimo impegno per sopperire a queste mancanze… che magicamente ha un’occasione rara: essere l’amore per qualcuno, essere il nucleo positivo. Rendere felice al 100% una donna, per qualche secondo, forse qualche minuto. Ma di nuovo, però. E ma però io lo dico qui, tié.

Grazie, grazie perché io in questo modo esisto. Prima non-sono. Poi tu sei felice e allora io sono. Questa cosa, nostra, non è come nelle fiabe. Lo sappiamo. Ma la spinta è essere felici, non seguire le istruzioni della forma e dei dettami di. Non ci sono, nessuna delle due cose c’è. Facciamo il massimo possibile per essere felici? Beh, l’intento è quello. E il test è sempre sentire. Sentire come stai.

Grazie, allora, grazie per questo che tu mi consenti di essere per te, che lasci la corazza a terra quando sei con me, nel tuo castello. Di cui senza neanche pensare un secondo mi hai anche dato le chiavi col gufetto.

grazie per (r)esistere

All alone, or in two’s,
The ones who really love you
Walk up and down outside the wall.
Some hand in hand
And some gathered together in bands.
The bleeding hearts and artists
Make their stand.

And when they’ve given you their all
Some stagger and fall, after all it’s not easy
Banging your heart against some mad bugger’s wall.