un’altra agenzia che chiude: OnePixel

OnePixel funzionava. Nata da alcuni fuoriusciti da Fotolia (ora assorbita da Adobe Stock) si presentava, lato contributor, come comoda ma poco remunerativa (per i miei numeri). Era molto comoda perché una volta fornita la dichiarazione “OK ho le liberatorie” non te le chiedeva. Caricavi e basta. Dopo un check iniziale eri dentro e via.

I guadagni sono arrivati da subito, piccoli, ma costanti. Ho fatto un grosso upload iniziale e poi avanti in automatico assieme agli altri.

All’improvviso il 28 feb 2019 hanno comunicato questo: Continue reading →

MAR2018 microstock trend: sale Fotoliadobe, scende Shutter

Il trend per il microstock in questo momento sembra essere questo: invertito rispetto a prima: Shutterstock scende piano ma inesorabile, mentre al contrario sale Fotolia (Adobe). Difficile fare soldi oggi iniziando con la fotografia: bisognava farlo nel 2005 ed oggi avere un consolidato potente e continuativo, di qualità. Meglio con altre forme di creatività e con lo stock non-micro.

E/o tornare al commissionato, con tutte le difficoltà di farlo in generale e con il triplo in Italia: il fisco contro, in ogni modo possibile: dall’ANTICIPARE le tasse di qualcosa che non hai guadagnato nemmeno (supposizioni sull’anno prima) , all’anticipare l’iva su ciò che non hai incassato, a spese di ogni altro tipo, alla maledetta “incongruità” degli studi di settore anale, alla concorrenza sleale in nero … che poi ti spinge a diventare così pure tu, alla gente che non paga, ai clienti ignoranti … ecc ecc ecc.

Meglio all’estero.

Adobe Stock contributor SUX

adobe stock contributor

adobe stock contributor

Come molti addetti al settore microstock per la fotografia sapranno certamente, Fotolia è stata acquistata da Adobe: quest’ultima rimarchia sotto “Adobe Stock” tutto il prodotto e lo usa – dal punto di vista dei contributor – come se fosse un “partner program”. Chi usa Adobe Stock di fatto si serve del materiale di Fotolia.

E’ naturalmente possibile iscriversi – come contributor – anche solo su Adobe Stock, mentre normalmente l’appartenenza ad uno e la successiva “sincronia” su Adobe Stock rende la cosa automatica.

Una volta fatta questa cazzo di sincronia i messaggi di notifica (vendite, approvazioni, rifiuti) che il contributor riceve non provengono più da Fotolia, bensì da Adobe Stock. Non mi piace, ma pazienza. Ora però sono andato a vedere come sarebbe se lavorassi davvero con quella interfaccia.

SAREBBE UNA MERDA. E’ a dir poco TERRIFICANTE sul lato contributor. E non “terrific” in senso inglese, cari i miei googletranslaters: no no, SUX, SUCKS, FUCKING DOESN’T WORK, per essere sicurissimi. Certo, se carichi una volta, magari con lo smarzporn … ma se lavori, sul serio, come sempre … il mondo non è touch. Il lavoro non è touch. E se volete che lo sia, porcaquel*TURPILOQUIOEBBSSTEMMIE*asiudhaisudha, dovete fare un OTTIMO lavoro con la UX, come per uno che ci lavora sul serioContinue reading →

Yuri Arcurs ipotizza il nome Nanostock per Adobe Stock

L’opinione di Yuri Arcurs riguardo ad Adobe Stock (12 ottobre 2015) – Una disamina ovviamente in stile Yuri. Spaccona e biz-manager like, ma per questo molto aggressiva. Non posso che concordare, ovviamente, riguardo al lato “nanostock”, relativamente alle commissioni per gli operatori del settore, i contributors ed il flat rate fisso al 33% e i prezzi a 5$ che mirerebbero, secondo lui, a far abbassare i prezzi di chi ha i prezzi più bassi e le stesse foto (Shutterstock, il player più interessante di tutto il mercato, per i fotografi di microstock – non di stock).

Da leggere!

Fotolia fa la furba con il dollar fotosgniapz

Se seguite i blog per microstockers avrete forse scoperto che i simpatici di Fotolia (now sotto Adobe) hanno avuto – OPS! – un piccolo disguido per cui …

beh, innanzitutto all’inizio hanno deciso unilateralmente di mettere le foto dei contributors senza chiedere loro se fossero d’accordo in un partner program che chiunque sia un attimo informato ha trovato ORRIPILANTE: le revenues sui guadagni provenienti da quel lato sono infime e fisse. E soprattutto fai un’offerta schifosa al cliente che è un calcio nelle palle del mercato. E sei proprio tu a farla!

Poi, dopo aver visto la quantità di proteste della gente hanno deciso di offrire (oh, magnanimi) la possibilità a quelli che voglio ricordare sono PARTNER COMMERCIALI – e non dipendenti – di optare per la non-partecipazione a quello specifico partner program. Vi ricordo che solo i guadagni da crediti sono accettabili: quelli da subscriptions e dal loro partner program sono bassi e fissi (che nel caso della pubblicità della Conad sarà anche bello per i clienti, ma sono certo che quegli stessi clienti se dovessero scegliere queste due parole come caratterizzanti il loro stipendio non sorriderebbero più) … non ci sono grandi possibilità di migliorare. Puoi solo fare volumi… in un mercato globale gigante.

Ora, la voce per fare l’opt out ovviamente è fumosa e abbreviata (DPC) … e se non sai la storia probabilmente non guardi neanche: dici … beh è un modo in più checcazzomenefregammé (tanto c’ho il diesel): eh … ti frega che contribuisci a guadagnare sempre meno pure tu.

Ora però: che successe? Successe che per 24 ore anche le foto di chi ha esplicitamente optato per la non-partecipazione sono state tutte disponibili per la vendita. E sembra che sia anche un po’ peggio … ma vi lascio indagare nei forum specializzati. Bene, che cosa fa il “portavoce ufficiale per i rapporti con i contributor” in questo forum? Innanzitutto ovviamente porta il dialogo in separata sede, fuori dalla zona pubblica, invitando tutti a rivolgersi a lui per qualsiasi BLA E BLA – si ma caro… si stavano già pubblicamente rivolgendo a te. Puoi rispondere: le domande ti sono state fatte e c’era anche molta gente che ha chiaramente detto che per l’organizzazione della precedente protesta sono stati sbattuti fuori i contributors. Capito cari? Sindacati eccetera … qui non esistono. Però esiste internet e la comunicazione TRASPARENTE. Esistono le class action, casomai.

E poi cosa fa? Fa sapere che – oh, magnanimi!!!!! – per qualsiasi licenza rilasciata in quelle circostanze su immagini per le quali era stato richiesto l’opt-out, verrà riconosciuto un compenso forfetario di un soldo di cacio bucato. Ah. E chi lo ha deciso? Cioè tu violi un contratto e un rapporto con il tuo partner e TU decidi il modo in cui lo risarcirai? Allora LUI può decidere di sbattersi tua sorella (o tuo fratello, a seconda).

Non pensate che le “lotte dei lavoratori” siano roba da dipendenti. I Freelance si possono traquillamente associare e fare qualcosa. Alcuni di questi siti, infatti, hanno belli in grande i simboli di associazioni di categoria e di tutela: non saranno magari quelli in cui guadagni di più, ma non accade perché il tuo distributore cerca di infilarti degli autoarticolati nell’ano.

 

MICROSTOCK, ITIN, W-8BEN, tasse: codice fiscale.

tasse ITIN, o ‘i che ttu ssei? Nel mondo del microstock, fino a poco tempo fa questo prima era un dubbio atroce, poi una certezza che “chissenefrega”, ma una certezza basata sul nulla, o peggio, sul “così fan tutti”. Ma se un cojone come me approfondiva, si leggeva tutto sul sito dell’IRS e si sbatteva, un dubbio gli poteva anche venire.

Ora finalmente iStock/Getty ha chiarito DEFINITIVAMENTE.**

Qual’era, prima, il ragionamento del cojone? Continue reading →

Fotolia instant per android, finalmente, da oggi.

Finalmente Fotolia si è svegliata e dopo il betatesting ha buttato fuori la versione per Android della app “instant”. Qualche cazzeggio che diventa denaro? Concorrenza? Phoneography a manetta? vedremo. Ma almeno da oggi finalmente abbiamo la possibilità di provare anche con Android.

Recensione quando ne ho voglia.

boycott fotolia: è una opportunità se POSSO coglierla, non se devo.

Esorto tutti i microstocker a dare una sveglia a Fotolia, in modo che non faccia più trucchetti come questo senza chiedere un cazzo ai contributors.

http://boycottfotolia.org/en/answer.html#.U2ArG_l_szs

E’ inutile fare i gradassi con gli small player. Sono i big four che vanno contrastati seriamente. Inutile scassare la minchia a panthermedia o a yayphoto … sono sempre e solo fotolia, shutterstock, istock e dreamstime che la fanno da padroni: sono loro che vanno controllati e rintuzzati. E non si deve tacere, si deve fare casino. 

Ecco perché i forum INTERNI sono una cazzata: se non ti vogliono rispondere menano il can per l’aia.