Questo no, io no. (Tilt)

Passo a preparare la scatola settimanale delle medicine di mia madre, dopo alcune altre commissioni di cui porto il risultato. Sto per andare ma vedo che vuol fare un po’ di conversazione. Mi pare che delle nipotine le va di sentir parlare e io ne parlo come parlo io. Qundi a parte i fatti, faccio considerazioni e metto in relazione alcune cose.

Ad un certo punto cito la dificoltà che riconosco nell’essere genitori in un piccolo fatto accaduto anni fa con una mia modella. Si lamentava perché i suoi genitori non avevano provveduto a lei (non faccio a tempo a specificare: alla sua salute) e che lei se ne stava occupando, ma che contemporaneamente li biasimava perché avrebbero dovuto insistere di più!

“Come hai fatto tu!” – mi dice.

Muto, colpito da questo diretto al volto, colto alla sprovvista: lei continua.

“quando hai detto che avrei potuto insistere che tu tornassi a scuola”.

Rispondo in 0.1 secondi “questo-non-è-mai-accaduto-mamma” e le dico subito come funziono, che io di certe cose ho una memoria pazzesca (mentre non mi ricordo un cazzo di altre cose), che mi fa appiccicare al luogo in cui determinate frasi e dialoghi si sono svolti, ricordo a lei ad esempio come fosse ieri di quando mi disse che non avrei avuto mai la forza di rimettermi a studiare lavorando, perché è faticoso e la sera si è stanchi. E che col tempo ho pensato che lei avesse ragione ma…

Di mille altre cose, le ricordo, sia che mi sia trovato d’accordo, sia in disaccordo, ho riavvolto il nastro e confermato o smentito: avevate sbagliato, avevate fatto bene. QUESTA non è tra loro.

Sono sgomento ma sento anche: confuso.

Come può avere un simile ricordo? Da dove viene?

Poi vedo nella mia velocità di reazione la stessa che ho visto l’altr’anno in mio padre nel verificare che negava l’evidenza “no” – diceva, per cose che io so che sono “si”, ero lì, sono pietre miliari nel mio fastidio o nel dolore.

Lo sto facendo anche io, mi chiedo?

Ma conosco anche la pluri verificata inattendibilità e poca credibilità di mia madre.

Ho anche questo elemento: da sempre si lamenta che non ho finito la scuola o che ho avuto risultati scolastici non all’altezza delle loro aspettative. Non perde occasione per farlo. Non sono io a citare questo.

Penso: che si sia sognata questo evento per darsi ragione? Troppo facile che lo dica io.

Penso: potrebbe averglielo detto con la consueta violenza che quelle parole, così citate (“potevi insistere!”) e così accusatorie e scarica barile, mio padre.

Io non ho mai pensato che poteva insistere nel farmi stare a scuola. Ho pensato tantissime altre cose, ma questa no. Eppure in certi momenti mia madre ha un occhietto particolare… che sembra un attimo di lucidità, di intensità di pensiero… come se dentro di lei ci fosse un’altra persona che è migliore e più forte che se ne sta a leggere nel soggiorno della sua mente e ogni tanto si scuote come se l’avessero chiamatae si affaccia dagli occhi a dar man forte e a dire il vero.

C’è anche il dubbio che quando B mi ha detto che ho detto certe cose io ne disconosco totalmente l’ideologia, ma non dubito di lei e della sua memoria, bensì della mia. Se lei dice che ero così, lo ero. Una merda, imperdonabile, già perdonata da lei, ma non da me. Quel precedente mi fa dire : se non ti ricordi quello, magari era lo stesso momento e non ti ricordi nemmeno quell’altro.

Ma sono due persone diverse! Una è credibile, l’altra no. E poi c’è proprio la ratio : io NON penso che lei avrebbe potuto, Non ho rancore, biasimo, recriminazioni da fare su questo. Per questo mi pare che non quadrino i conti. E so anche con quanta leggerezza ed una scrollata di spalle mia madre prenda le smentite e con quanta pervicacia difenda il falso che le provo vero in piccoli fatti (le medicine: “ma io l’ho presa!” – ed è li, di fronte ai nostri occhi, nello scomparto // cibo: il suo pluridecennale “ma io ho ne ho fatto tanto!” e tutti hanno fame).

Allora riporto il tutto a B che in zero secondi mi dice “no. tu non hai mai avuto questo tipo di pensiero o di lamentela: questoè qualcosa che tua sorella potrebbe aver detto. è lei che da le colpe delle proprie scelte agli altri”. Dopodiché mi cita N aspetti che quadrano perfettamente con la ratio del mio pensiero riguardo alla scuola, al rammaricarsi mio personale, di cui io sono responsabile di me stesso.

Ma il dubbio mi resta. L’ho detto?

Assurdo, il pomeriggio è troppo assurdo

Pensate a che assurdo intreccio: ad un certo punto mio padre si rende conto che non sa che fare: mio fratello ruba il loro denaro, pur essendo mantenuto vitto e alloggio ed usufrutto varie (auto, corrente elettrica, internet, varie spesette e pressoché qualsiasi cosa medica importante, basta chiedere, ma non chiese mentre era depresso), prende multe con l’auto di mio padre che è responsabile in solido. Ma i miei sono vecchi e 1) hanno bisogno di aiuto pratico 2) non hanno agito in modo “definitivo” quando sarebbe stato per il suo bene (lo psichiatra aveva detto di fare in un certo modo, spingendolo a muoversi invece di rintanarsi) , figuriamoci se agiscono ora che è passato più tempo. Cioè gli vogliono comunque bene e non pensano “visto che tu pensi a fare il cazzo che ti pare PRIMA di fare le cose di casa, magari vai a fare in culo eh?”.

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un istante della mia famiglia di oggi

Ieri mi chiama mio fratello. Come sempre “non ha tempo” di cercare un link, ma poi perde una infinità di tempo. Ad ogni modo gli serve un hub usb 3.0 da 4 porte per qualcosa di mio padre. Qualcosa di mio padre che non ha niente di usb 3. Immagino che sia perché poi un giorno lo userà qualcun altro. Ad ogni modo segno, cerco, metto in prime, e via. Ma era molto preoccupato perché mamma – che qualche ora prima mi aveva chiamato perché lui non era tornato per pranzo ed erano le 15 e lei era preoccupata per la cena e desiderava andassi a metterla su io ma tanto poi era tornato e ha fatto – era molto stanca, era troppo stanca e finiva sempre a letto abbattuta. Quindi dottore. Alleluja! Lo avevo detto un miliardo di volte che mi sembrava TROPPO stanca. Boh nessuno mi cagava. Bene allora ottimo. Quando? Domani ore 9.

Lo sento ore 9.30 messaggio whatsapp: il doc passa tra le 14 e le 15, aggiornamenti futuri.

Lo sento alle 15: l’hub era arrivato (lo sapevo, amazon non mente) e il doc aveva la diagnosi ancora prima di vedere mamma: grave insufficienza renale da cui deriva tutto il resto. Fare movimento. Posso procurare una mini-cyclette che può usare anche stando in poltrona? Per patre: c’è da clonare HDD su SSD, sai? Non clono dal 1600 ma vedo.

Cerco il software, mi esce clonezilla, confermo che mi pare la scelta giusta, comunico, grazie. Ma solo la cyclette? si. Sento C che pure sua madre aveva casino, vado fisicamente li. Mi dice che ce l’ha e me la da, ma che ci sono scarsissime speranze che faccia qualcosa, perché non ne hanno voglia, si trascinano, si rifiutano, fanno storie e bisogna letteralmente farglielo fare. Ma me la da lui se ce l’hanno ancora. Comunico la cosa.

Nel mentre scrivo al dottore per presentarmi – una prima impressione di merda non si deve mai evitare – rivelando la mia scarsa fiducia nella mia famiglia nel comprendere quello che lui dice. Spettacolo.

Chiama mia madre, mi dice che è passato il dottore e che deve prendere un integratore.

Certo mamma – dico – “E FARE MOVIMENTO”. “… mgnhmmm … e si vede che userò il trabicolo… ” (si riferisce al deambulatore) …

Ok. Aspettiamo che la cosa arrivi.

Nel frattempo mio padre mi manda solo cagate. Che credo sia il suo modo di chiudere la possibilità di comunicare, perché, ha deciso, che visto che ha cose tristi da dire e che poi mi vede triste questo risolverà. Ottimo. Oh non gliel’avessi detto che vado li per parlare con lui e che non c’è problema se mi dice cose tristi, basta che non si aspetti che io le ignori e che si chieda come mai sono serio. Cristodiddio, mi parli di roba triste assai, per te, per la tua vita. Non ti voglio nemmeno dire quanto … ma no, che gliel’ho pure detto che non mi interessa più vivere.

Questa mattina ho “perso” tutta la mattinata a chiacchierare con D, ragazzo che spero poi arrivi a recuperarsi e vivere. E’ lui che mi ha portato il big muff; l’altra notte ero QUASI riuscito a fare l’ultima ripresa – quella con me stesso dentro – in uno stato semi-decente in cui non ero gonfio come unammerda in faccia. Era notte fonda, ma avevo piazzato tutto, piano piano, ascoltando solo Brian Eno come un calmante. Alla fine mi ero dimenticato una piastrina. Ho detto “farò domani”, ero stanco, avevo tirato parecchio. In realtà avrei finito, mi facevo un po’ meno cagare, giusto quel po’ di gonfietto da cortisone (no, non prendo il cortisone: a ondate sono leggermente meno gonfio in faccia, dopo qualche buon sonno, con certe temperature, non so bene come accada) in meno: tutto spostato, piazzato… manca la fottuta piastra. Avevo anche tentato di usare il remote per far partire il video… ma quel CAZZO di remote funziona solo per il tasto di scatto PER SCATTARE e basta, non per far partire il rec. MERDE.

Ma alla fine la merda ero io che mi sono dimenticato la fottuta piastrina.

Dai che prima di schiattare FORSE ma forse forse forsissimo, registro i pezzi degli H. I nostri. Che poi son diventati miei. Ad ogni modo D ha detto anche lui che non sono registrati poi così male. Te credo: era il massimo che potevamo fare e lo abbiamo fatto. Ma nonostante tutto, non è il massimo. Era il nostro massimo. Tutto qua. E se riesco, anche dei C. forse riuscirò a fare dei videoclip. Magari uno solo? Non so, secondo me una volta fatto uno riesco a fare gli altri perché il problema non sarà più riprendere me stesso o gente invecchiata.

Di nuovo visualizzo: gente che urla verso l’esterno, nessuno che si guarda, che ascolta… tutti emettono, nessuno riceve.

perché gli uomini [maschi?]

Poco fa sono andato a portare una cosa ad una mia ex collega a cena con una mia ex-ex-collega e mia sorella. Appena arrivo mi dicono che parlavano di uomini. Faccio “beh allora vado eh!” e sembravano interessate ad avere la mia opinione su qualcosa ma hanno finito per dire che cercavano uno coi soldi e farsi mantenere. Una delle tre era delusa del fatto che il suo ex l’ha lasciata e si è messo con una più giovane. Me la ricordo: era splendida. Ma si è sformata. Di carattere, nella vita, non so dire. Era simpatica ma non ha lavorato molto con me, quindi non ho molto da dire.

Le altre due le conosco. Hanno una immensa paura del futuro e non si sentono bene nell’arrangiarsi, nel farcela da sole a sopravvivere. Da un punto di vista simile, partire a ragionare su “gli uomini” cambia prospettiva. Vuoi che qualcuno faccia il lavoro per te. Il rapporto non è paritetico: io dare pene tu dare vagina. Io stare con te tu stare con me. E’ : io non risolvere problema, tu risolvere mio problema.

Riguardo all’immagine di google search qui sopra… è interessante che quando parliamo della preistoria “uomini” sia tornato neutro, intendendo “esseri umani”.

Depilazione: un fatto estetico o pratico. Ieri mi sono depilato sommariamente il petto perché sembrava “sporco”. Se stessi con una ragazza o una donna che ama che lo tenga, lo terrei: mi è indifferente. Lì, sul cazzo, sulle ascelle. Non mi interessa. La barba invece mi cambia molto. Posso lasciarti fare qualcosa, ma ci sono dei limiti. Ma io non sono tutti. E tutti non sono tutti.

Gli uomini guardano il sedere perché gli piace. Perché tanti anni di evoluzione lo hanno reso attraente per dei motivi, anche, ma questo non toglie che lo sentiamo attraente. Voi guardate le spalle, la schiena, il torace, i muscoli pettorali. E noi non ci sentiamo oltraggiati. Volete metterci le mani. E noi vogliamo scoparvi con foga il culo, il vostro culo. E ci piace la figa. Come mai non la guardiamo? Perché non è visibile, altrimenti non faremmo altro. Ci piace tanto.

Gli uomini non dicono ti amo? Non è affatto vero. Ma credo che siano stati messi alla prova molte volte. Ci fregate sempre. Soffriamo tanto quanto voi. Non vuoi veder messo in discussione il sesso. E spesso citare l’amore fa cambiare le cose. Tanto quanto il non citare apertamente i figli: io NON VOGLIO FIGLI. Ditelo. Oppure dite “ora scopiamo un po’ ma io lo faccio solo perché alla lunga voglio figli e quando mi dirai di no penserò che hai tradito la mia fiducia anche se in realtà era una MIA aspettativa e non mi hai mai detto che li volevi, anzi, il contrario, e io ho pensato che sia possibile convincerti”. Nota bene: quando un maschio pensa che basti insistere per convincere, ora si chiama: 1) stalking 2) molestia sessuale 3) molestia in generale 4) pressione.

Non vogliono SOLO portarti a letto. Però vogliono. Vogliono perché ci sono alcune cose prioritarie nell’essere umani, ogni giorno, ogni settimana, ogni mese. Chiedetevi se per caso avete più voglia di mettervi in bocca del cibo che il vostro ragazzo. Io ho più voglia della tua figa che della pizza e pure del sushi. E se sei la mia ragazza/donna e la cosa ti fa schifo, non mi sento io quello sbagliato. Hai un rapporto più sincero col ristorante che con l’essere umano che sta con te. Dillo chiaro: scopare mi piace poco, mi piace raramente, non provo molto piacere, non mi piace dare piacere né riceverlo, mi fa schifo, mi imbarazza. Mi piace fare cose diverse dal sesso più che il sesso.

Il sesso è prioritario in una coppia.

Ad ogni modo io BRAMO FAMELICAMENTE avere conversazioni interessanti, scambiare idee, ragionare su tante cose. E vi assicuro che trovo solo gente che vuol dedicarsi alla famiglia, ai figli e roba simile. Quindi a parità di non-dialogo, preferisco avere rapporti sessuali con una ragazza/donna che stare dietro alla gestione domestica. Se il “perché” lo state trovando, in quel che dico, bene. Io non faccio una famiglia con qualcuno che PRIMA non è con me. Se mi usa come strumento per avere figli o risolvere problemi, prego, avanti un’altra.

Gli uomini hanno la pancia gonfia tanto quanto le donne e per gli stessi identici motivi. Se invece mi parlate della pancia GRASSA, allora esistono differenze riguardo al grasso intraaddominale. Ma essenzialmente il grasso all’altezza dei fianchi, che sia davanti, di lato, ma anche dietro (schiena!) è una caratteristica comune di entrambi i sessi e per gli stessi motivi: bevande gasate, alcol, gas+zucchero, scarsa attività fisica, accumulo di grassi.

Ora mi concentrerei su “non lasciano le mogli”. Non è una domanda posta da un uomo. Quindi chiedetevi tra voi, fanciulle questa cosa.

Il motivo è che non è vero, per nessuno, che se ami qualcuno non cerchi qualcun altro. Il motivo è che non hanno parlato abbastanza prima, che ci sono stati compromessi che hanno lasciato insoddisfazioni e situazioni irrisolte. Se vi chiedete come mai non lasciano la moglie è perché voi siete l’altra. Se non siete ricchi dovreste sapere che un divorzio causa sofferenze e danni, impegna tutti molto. Siete ricchi? Forse potete permettervelo. Il problema è proprio sposarsi. Perché non vi chiedete invece “perché continuiamo a volerci sposare?” Se ami qualcuno perchè cazzo devi sposarlo?

I figli? Ma ne avete parlato approfonditamente? Quanti uomini vogliono DAVVERO figli e li vogliono in quel momento della vita? Il punto è che spesso li COSTRINGETE: vogliono tutto di voi, voi invece volete solo figliare.

Allora siate sincere, se è questo. Fatevi metere incinte e poi vivete con un’altra donna: tutte felici di avere figli da mantenere, faticare per loro e per mandare avanti la baracca: nessuno che “vuole solo portarvi a letto” e vivere una vita piena di cose e interessi. Nessuna donna divorziata con cui io abbia parlato ha variato dal copione “comunque lei/lui/loro sono la cosa più importante della mia vita e non mi sono mai pentita di averli avuti, anche con quel coglione”. Allora perché non ve la mettete via? Noi le donne le vogliamo: voi non volete gli uomini, volete fare le mamme. Se poi dite che gli uomini vogliono solo usarvi: chi è che vuole davvero usare gli uomini? Usare significa rendere strumento l’altro: strumento per avere e mandare avanti figli. Io invece che faccio sesso con te scambio alla pari: tu a me, io a te.

I maschi spesso vogliono un bel rapporto con una femmina. Uomini, ragazzi, ragazze, donne, fate voi. Quello che invece pare chiaro è che la femmina della specie trova innaturale che il maschio della specie si attratto da lei tanto quanto il maschio della specie trovi fastidioso che l’obiettivo della femmina sia curare la prole.

Quando questo non avviene, di solito le cose sono più chiare e meno stereotipate. Spesso accade che la gente si veda quando vuole. Che ci si chiami quando si ha bisogno, ma mai per farsi aggiustare qualcosa di diverso dall’anima. Per le altre cose chiami dei professionisti e li paghi. Quando questo funziona scopare non è una brutta cosa dei brutti maschi brutti che infilano il pisello anche nella grondaia: è una bella attività, che non fai con chiunque, che fai volentieri perché è bella, non necessariamente perché è un progetto di vita.

Magari google la pensa diversamente.

Bisogna trattare il sesso con maggior chiarezza. Così come le emozioni. Essere espliciti. E così la questione figli.

Speed date: ciao, vuoi scopare con me potenzialmente – non necessariametne subito? Nel senso: ti piace tanto scopare? si/no ; nella tua vita vuoi prima o poi avere figli? si/no ; il resto riguarda le emozioni. Parlare parlare parlare.

E invece tutti a cazzeggiarci attorno.

happy b

Era il giorno del mio compleanno e volevo morire non esistere un po’ più del solito, almeno per quest’anno, per questo periodo.

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riesaminando #senonamitestesso

Una mia modella di due anni fa scrive su Instagram qualcosa che è volutamente ambiguo ma chiaramente rivolto alla mancanza del padre nella sua vita.

E ad un certo punto parliamo (Instagram direct, non è che  parliamo) del già citato “se non ami te stesso non puoi amare qualcun altro” da me più volte confutato, fino ad ora con una convinzione da “senza appello”. Ma ecco che è  necessario invece differenziare, questa volta con una precisa differenza di funzionamento dell’amore.

L’amore divino, l’amore del creatore, quindi quello genitoriale (l’unico caso in cui Dio esiste: siamo noi) e quello tra due individui non genitore-figlio che si attraggono irresistibilmente e che, a seconda della visione dell’amore, si completano, si nutrono, rendono la vita degna di essere vissuta? Quello che volete voi.

Il secondo caso, a mio avviso, sempre senza appello, ammette  eccome la possibilità di amare l’altro senza per questo amare sé stessi.

Ma il primo caso è difficile. Ci ragiono un po’ ora. Non ami te stesso e con noncuranza dai alla luce un essere vivente. Il padre di questa ragazza, quando fu ventenne, dopo 5 mesi con un’altra ventenne, le diede la vita. Ma è completamente assente, anaffettivo, incapace di comunicare con lei, di amarla. L’ha nutrita il nonno, e l’ha amata come un padre fa. E lei comunque si strugge d’amore di figlia (del bisogno) per questo padre che si distrugge ogni giorno nella bottiglia, che non durerà altri 10 anni, dice lei stessa.

Apparentemente quell’aforisma sembra avere ragione.

Eppure no. Quante donne si salvano la vita dando alla vita un altro essere? Si dedicano a lui o lei. Per sempre, lo amano. Lo amano? Quel che è certo è che spendono tutte le proprie forze, energie, impegni, soldi, tempo, pianificazione, obiettivi per questi figli. Lasciate senza i figli non sanno che fare della propria vita, non si può dire che si amino davvero? Non lo so: magari è il proprio modo egoistico di ottenere un amore obbligatorio dalla natura, un amore famelico di un bambino, necessario, inevitabile, che dà assuefazione. Love addicted.

basta fare figli: ne fanno già troppi

Oggi una delle ragazze che viene a “provare ad essere figa” (terzo tentativo) in studio da me, ha detto, da sola, parlando di maternità, senza che ne avessimo parlato, senza che sapesse cosa ne penso, una dietro l’altra cose che ho “maturato” nella mia vita da tantissimo, che sono molto “contro corrente” (non per scelta di essere contro corrente: la penso così e gli altri no) e che di solito mi attirano antipatie , segni di ditino verso la testa (“è tocco”) o altre cose su bizzarria ed eccentricità. Non che io non sia strano. Strano = diverso dal normale. Normale = molto diffuso.

Ma mi ha stupito. Da sola ha notato che di fronte ad una “eh ma tu non hai avuto gravidanze” che lo dice senza aver fatto attività fisica per recuperare, un solo giorno da dopo aver smesso le superiori negli ultimi 30 anni, mentre mangia la nutella, sul divano mentre guarda real-time, lo stronzatometro inizia a suonare. Tira fuori la foto di sua madre, pancia piatta, e le dice “boh, mia madre è questa e ha sfornato me, mia sorella e mio fratello, ha la tua età e ha un culo più sodo del mio” – mi racconta. Sorrido. Lo so, lo dico sempre. Non è la regola, ma non lo è nemmeno il contrario. Il fisico è genetica (predisposizione) , ambiente e azione. Se ad una sollecitazione poi tu non rispondi, ad un cambiamento di metabolismo (altro che gravidanza) tu non fai un cazzo e mangi come se avessi 15 anni e facessi il boscaiolo … poi certo, molte volte la gravidanza fa il suo. Ma non è una regola e puoi lavorarci.

Dopodiché mi snocciola un “io non ho intenzione di mettere al mondo un essere umano in questo pianeta di merda, con queste condizioni e su questi presupposti: ho la responsabilità di sapere quello che quel povero nascituro avrà in regalo per colpa nostra, senza averlo chiesto – allora preferisco prendere uno di questi otto miliardi che sono già nati, poveri, e adottarlo, che di sicuro ce n’è uno che ha bisogno; così ottengo 1) di non aumentare il danno 2) di contenerlo un po’ – ma so che quando lo dico mi dicono che sono pazza”.

Mi riempie il cuore di gioia questa ragazza. Non è come me, egoista, che non ne voglio fare e basta, oltre a quelle motivazioni, che condivido. No: lei non abdica al ruolo di genitore, ma dice, non di creatore di vita. Splendido.

Certo, persone così sono rare.

Dopodiché mi dice che segue Cappato, l’associazione Luca Coscioni, la storia di DJ Fabo, che è sia per eutanasia che per il suicidio se uno così vuole.

Ma allora esiste speranza per le menti?

E tutto questo in una ragazza che è tranquillamente una modella anche glamour, ma che di sé dice sempre “no no no, ma cosa dici, fammi provare”. Vorrei postare una foto e giudichereste da voi. Piena di interessi sia fisici che mentali.

E le piacciono i vecchi, ma vecchi! Tipo che io sono troppo giovane.

Secondo me qua i nonni c’entrano qualcosa, in queste generazioni.

il contrappasso sbilanciato (lacrime & sangue)

Leggevo un augurio malevolo su una storia di WhatsApp, di contrappasso, che tu possa versare tutte le lacrime che hai fatto versare! E ragionando sullo “spero proprio di no: del resto se dovessero essere riversate tutte quelle che ho versato io, da parte di chi ne era causa per parte mia, credo che questa reverse-Revenge causerebbe molte depressioni e tristezze … meglio se cerchiamo tutti di andare avanti eh?” … dopo un sacco mi è stato finalmente chiarito “si ma le mie figlie sono piccole e innocenti e non hanno colpe per cui piangere”.

Eh ma mica eri stata chiara, tesoro. Tu stai dicendo che tuo marito fa piangere le tue figlie. Dillo chiaro. Ma una volta detto, io resto a pensare.

Interessante. Si stabilisca una relazione tra Tizia e Caio. Questa è una relazione tra pari. Uno ferisce, l’altro subisce, da un lato, verso l’altro. Ma se ci metti di mezzo i figli, la relazione non è più libera. Qualsiasi cosa succeda tra Tizia e Caio, saranno sempre i sempronietti a soffrire? O comunque non saranno Tizia e Caio, liberi di essere tra loro quel che devono, pena il generare sofferenza in innocenti.

Se fai soffrire mio figlio io ti – qualcosa- è sempre una relazione impari. Sarà mio figlio a fare quel che intende fare. Non io. Ma se è un bambino?

Anche se ho generato questa cazzata per pura teoria, rimetto sul piatto la mia stupida idea: i figli ci dovrebbero essere sottratti alla fuoriuscita dal corpo per essere affidati a cure genitoriali … “della comunità”. Tutti. E nessuno. Dovremmo tutti essere reponsabili di tutti i piccoli, finché piccoli sono. E poi basta. Ma nessuno in particolare.

Tizia e Caio non si amano più, non si sono mai amati, hanno sbagliato? Devono forse risentirne i sempronietti? No. Sono figli di tutti, della comunità, non sanno nemmeno di chi sono sangue… e non dovrebbe interessare loro.

Abbiamo generato noi questo sistema sociale. Quello naturale dice solo che esci da li. Ma che sia chi ti ha generato a prendesi cura di te, questo non sta scritto da nessuna parte che debba essere così. Altre specie si comportano diversamente: tutte le femmine si prendono cura di tutti i cuccioli, ad esempio. E questi vengono su bene, maschi o femmine che siano. Certo, sono altre specie.

Ma chi ci ha convinti che noi siamo meglio? Non strepitiamo forse ai quattro venti che “più conosco le persone più amo gli animali?”. Ecco, prendiamo esempio dal meglio?

Figlio di te stesso

In questo periodo devo essere nella fase maniacale. Sento che quella depressiva è lì sotto da qualche parte. Ma non spinge, non mi artiglia, non morde.

Osservo, cerco di andare avanti, mi ricordo il mio programma: se vivi fai qualcosa per stare meglio, altrimenti muori. Ora sono sul primo “se”. Osservo tutti questi che figliano, figliano, figliano appena possono. Ieri una ragazza che dev’essere diplomata dall’anno scorso mi ha dato l’idea di essere la classica neet. Non fa niente. Non studia niente, sembra che non cerchi niente. A questa domanda, sua madre, presente al primo incontro, ha preso la parola al suo posto dicendo con la determinazione del “e più non dimandare” con un laconico “con calma”.

Cosa fa? Non me lo spiego bene. Sembra che non faccia un cazzo, che non le interessi un cazzo. Le è scappato un “il mio ex le odiava e quindi hanno iniziato a fare schifo anche a me” riguardo ad un capo di abbigliamento: concordo col suo ex, ma mi spaventa il fatto che lei abbia cambiato il suo pensiero.

Ad ogni modo ad un certo punto il mio pensiero torna su tutti questi che come scopo nella vita hanno la riproduzione, tirare su figli. Non mi addentro sul discordare o concordare con questo.

Ma ad un certo punto penso: iniziare a prendere il posto di tuo padre e tua madre e prenderti cura di te stesso forse potrebbe essere visto, parlo davvero solo di “punto di vista”, come essere genitore di te stesso. Il sacrificio che i genitori fanno per i figli, i Genitori, intendo quelli che meritano di essere genitori, che sono davvero dei buoni genitori, quel sacrificio è grande, supera quello che farebbero per un interesse personale, anche di comodo. Pigrizia? Eh, ma è per mio figlio. Soldi? Eh, ma è per mio figlio. Nciovvoja. Si ma è per mio figlio, è mio dovere, lui conta di più. Assicurazione? Chiedere l’aumento? Cambiare città perché la scuola è migliore? Quartiere? Aria buona? Macchina? Trovare il tempo? Se è per i figli il tempo si trova. Su questo non posso non fare un inciso polemico: quindi il tempo si trova e basta, non sparate cazzate sul fatto che non avete tempo: se per i figli lo trovate, allora semplicemente è possibile trovarlo. A parte questo: quando si tratta di tuo figlio, tu le cose LE FAI. Ci pensi. Vale sempre la pena. Continue reading →