Microstock 2022 average: SHIT.

Il microstock è un mercato globale, quindi risente delle crisi globali, tipo una pandemia. Per questo la mia decisione attorno al 2013, dopo la debacle dell’azienda per cui lavoravo ed il mio contemporaneo “esaurimento nervoso” (si usa ancora?), , fu – in piena crisi 2008-2012 – presa ascoltando sfilze di professionisti che si lamentavano, della gente che non pagava, dei clienti che non capivano, che chiedevano l’impossibile e l’impagabile, eccetera. Era anche importante per dire : se c’è crisi attorno a me, questo non significa che ci sia crisi lontano da me e che io non possa vendere a quelle persone via internet con queste piattaforme.

Ma le piattaforme alla fine si inculano tutto e bisogna tenerne conto: le piattaforme non condividono equamente, mettono la competizione che prima era affrontabile, ad un livello aziendale, ma scaricando l’onere del costo del lavoro sui “contributor” (che per guadagnare davvero devono pompare come dipendenti, ma guadagnando sempre una frazione), non pagandotelo, rendendo il mero costo di quello che alla fine viene venduto, al prezzo che LORO stabiliscono con ribassi ogni anno più forti, l’unico elemento per il cliente, perché la qualità semplicemente DEVE esserci.

Esistono certamente piattaforme che tentano di fare la stessa cosa con il mercato locale, ma io gli ergo il dito medio visto che conosco già questo, di mercato; magari si può fare se devi dare qualità miocuggino, ma se vuoi fare un buon lavoro e metterci la faccia ed il nome, non puoi essere pagato e trattato ammerda. Ovviamente loro ci mettono anche l’editing e l’onere di gestione burocratica del cliente. Ma mi fa comunque un po’ cacare.

Questo a maggio 2022. Esistono persone che hanno iniziato nel 2005 circa e poco dopo e soprattutto hanno tenuto un livello molto molto alto anche dopo, che hanno ranking e quindi vendite stellari, davvero eccellenti. Ma sono uno sparuto numero: anche loro devono lavorare il doppio per mantenere semplicemente un livello precedente. Certo, quel livello ne vale la pena.

“Ed ecco qua” (cit).

Shutterstock MOLTO male. Vedo molto meglio Getty/iStock ed Adobe Stock (ex Fotolia), roba che Shutter sta diventando quasi come Dreamstime. Deposit esiste, ma vabbé. Incredibilmente, anche se Bigstock ha un bug GIGANTE da anni (se fai una modifica collettiva lui copia TUTTE le caratteristiche su tutti i files: tipo attacchi una liberatoria e cambia il titolo a tutti i files identico) per qualche assurdo motivo vende qualcosa. Ma qualcosa eh, roba da hobby, bruscolettinetti.

Svuotando lo scaffale del me stesso morto

Quella insopportabile gioia e l’amore, quanto dolore possono causare poi? Con The Music of the Spheres nelle orecchie che gira da ieri (ieri 10 volte, non concordo con Rolling Stones, del resto ho dei Jeans Skinny e le scarpe da ginnastica bianche e vado inesorabilmente verso i 50, quindi ci sta) ho preso di mira quello scaffale. Lo avete anche voi? Mio padre ce l’ha. Anche il padre di B, mi sembra. Un mobile, uno scaffale, in cui ci sono “quelle cose speciali” o “quelle cosine delicate”, magari un mucchio di cose piccole, qualche chiave che se la perdi, un documento importante, la scatola dell’ultimo cellulare? Non so. Mio padre ci teneva e credo ci tenga in effetti un sacco di piccole cianfrusaglie e un tempo anche dei soldi. Era li che mio fratello glieli ha fottuti lasciandogli credere che si stava rincoglionendo, avvilendolo molto per entrambe le cose. Credo un dolore che non posso comprendere perfettamente.

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DPCM CISL E UIL (Christmas with the yours)

Pandemia – Cisl e uil non c’entrano niente. Sono cresciuto in un mondo in cui poche cose come “padre, figlio e spirito santo” facevano lo stesso effetto di “cigiellecisleuìl”, come filastrocche e cantilene. Tutto qui, cazzatina.

L’ultimo DPCM (quello “di natale”) che sta facendo amareggiare molti, evidenzia il mio egoismo o forse il mio ormai decennale distacco dalle aspettative nei confronti del natale. Non me ne frega un cazzo? Possiamo dire di si. Mi frega di essere amato. E a natale essere amato, essere con qualcuno che ami e che ti ama può essere un’aspettativa legittima. Ma per me non coincide affatto con essere con parenti e familiari di nascita. Con il passare del tempo i miei e il modo in cui si comportano tra loro sono peggiorati. Natale, in particolare, è una merda come tante altre occasioni in cui essere fastidiosi, irrispettosi.

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ZONA GIALLA

COVID-19, Italia, Nordest. – Ogni giorno qualcuno, da quando il presidente del consiglio Conte ha emanato l’ultimo DPCM, con decorrenza 5 novembre 2020, qualcuno fa la sua sparata “siamo in zona arancione”, “siamo verdi”, “siamo rossi”, “c’è il coprifuoco”, “è lockdown”.

Maddove, maddeché, ma checcazzo! Ma chi lo ha detto, dove, fonte ufficiale?

Alla fine la zona verde è scomparsa ed è diventata gialla. Siamo in zona gialla, poco male. Beh il coprifuoco è un po’ una cosa che rompe il cazzo solo a me, in questi posti. Di gente che esce o vive di notte non ce n’è mica tanta altra, a parte nel weekend. E io più che andare in studio o a farmi un caffé non è che mi faccia ‘ste orge di festa.

Questo post è una palla. Ciao.

Io vivo sempre così ( cronache da un Corona World )

Mettetevi un disco ambient di Brian Eno qualsiasi. Non quelli con la voce. Non le collaborazioni. Brian Eno vero. Se non fa per voi non importa, tenetelo e guardate fuori la notte, fermi alla finestra o in terrazzo, se ce l’avete. State li un po’.

Dissolvenza su nero, passate ad un largo schermo di computer.

Io vivo sempre come ora voi state vivendo in questo momento. Io #restoacasa quasi sempre. Tutto sommato è, per il 75% del tempo, il mio posto di lavoro. Quindi quando voi andate al lavoro e io vado “al lavoro in ufficio”, stiamo facendo la stessa cosa. Ma io lo faccio a casa mia. Quando scatto, momento bellissimo, origine della “materia prima”, sto solo facendo una piccola parte del lavoro.

Ora, proprio adesso che siamo in “isolamento fiduciario”, in quarantena come continuano a chiamarla tutti, io non noto grandi differenze.

In questo momento vorrei che – senza che muoia nessuno – restasse tutto così, fermo, mentre io con lentezza procedo, egoisticamente, a cercare di fare due soldi, a cercare di imparare cose. Ma con lentezza, calma. Senza correre. Perché spesso noi corriamo solo perché dobbiamo, non perché vogliamo. Molti hanno una indole più sbrigativa. Io talvolta, ma solo se lo sento io. Ora invece mi fa sorridere vedere gente che non sa che cazzo fare della propria vita se sta in casa. L’eternità in questa modalità non mi sta stretta, non mi è insopportabile. Sarà il periodo. Continue reading →