Non fare confronti (thanks to the penis)

Egrazialcàzzo – tu non fare confronti! – ti dicono. Eraclito avrebbe riso parecchio forte. Eppure la mia regressione, il mio declino iniziato già da un punto non poi troppo alto, circa trent’anni fa, è evidente sempre, quando chiedo, parlo e – mi confronto, così si dice – con altre persone.

Certo magari seleziono le persone interessanti. Lo sono, quindi ecco che sono sopra la media, media di cui io invece faccio – lo dico io – parte. La rapidità di risposta e pensiero critico complesso a domande abbastanza astratte che ho ricevuto su questioni spinose e controverse è stata stupefacente.

Ed era “ho sparato a caso”. Eh beh, cara amica, se hai sparato a caso in quel modo, non voglio immaginare che succede quando ti metti lì a pensare con calma.

Era tutto cervello? Era preparazione accademica e muscoletti fatti con questa?

Carlo Hitler, perché hai pensato solo all’efficienza? Se avessi pensato ad un modo indolore, io mi auto-assumo nelle fila degli eliminandi. Inferiori in corpo, spirito e mente. Lenti, deboli, di mente, di corpo, di spirito. Sono io. In questo mondo queste cose sono vive e presenti, necessarie.

~

Oggi me ne vado al vaffanpride della mia zona. Ne sarei moderatamente entusiasta, mi va di dare il mio supporto, se non fosse che è alle 14.30 SOTTO IL CAZZO DI SOLE BATTENTE ZIOMAIALE.

Ma lo farò. Ovviamente dopo aver sentito anche solo parlare di virtue signaling non so più che cazzo sto facendo: sto dando il mio supporto o sto ostentando ed esibendo il fatto che lo faccio? E’ indistinguibile ed intrinsecamente legato alla natura dell’evento che, appunto, rende necessaria la manifestazione esteriore della cosa per dire “smetti di stupirti, noi esistiamo” ?

La faccenda della sessualità, del sesso vero e proprio, è una questione in tutto questo? Domanda che mi è stata posta ieri. E sono d’accordo: sul porsela. La mia, di risposta, è che si, lo è, anzi, è tutto li. Chi infila cosa dove, chi manifesta che ama chi – e per amarlo fisicamente ci farà sesso.

Ok la mia risposta è si.

Ma per darla ci ho messo un tempo infinito ed ho argomentato in maniera poco solida.

Tool: così belli da deludere

Hey, questo post non è una recensione. Questo blog è comunque sempre autobiografico. Parla di me. Non vorrei illudervi.

Aspettative, delusioni: legati inscindibilmente. Quando sono arrivato all’ippodromo del Visarno (le Cascine) e poi nel prato, mancavano si e no 10 minuti all’inizio. L’esperienza dell’anziano e arrivi così, a vedere quello che aspetti da mesi e mesi in assoluta tranquillità, senza ansia, senza correre, senza fare file, senza morire sotto il sole dal giorno prima, senza fretta e magari pure avendo dormito e con la panza piena. Continue reading →

giornatella dimmmmm…

Sento che la porta si chiude: B è andata a lavorare. (per chi non segue: convivo con una donna che fu la mia compagna, abbiamo acquistato casa circa 10 anni fa, mutuo trentennale, ora ognuno si fa le sue cose, anche se siamo come fratelli). Ma la giornata non inizia bene, sento. A parte che ho caldo, caldo, caldo e questo mi infastidisce già. C’entra? Forse.

Ma inizia subito a mordere, il pensiero ossessivo: sei una merda sei una merda sei una merda fai schifo fai schifo fai schifo non combini un cazzo tutto è un fallimento quello che sei e fai fa schifo e nembutal, come me lo procuro? come so che quello che vedo online è vero? sono 500 euro, e se me lo buttano in culo? Quando sei depresso e vuoi morire, essere preso in giro proprio su quello non ti fa bene, vi assicuro. Io non voglio soffrire. Antiemetico e Pentobarbital di sodio è la ricetta delle cliniche della morte decente. Non sono segreti, non vi sto istigando a fare lo stesso: vivete la vostra vita, scegliete voi. Ma io a volte voglio solo premere il tasto OFF e spegnere tutto, subito, senza dolore, senza dover avere coraggio per qualcosa.

Mi rigiro, sento il classico mal di pancia che conosco dall’adolescenza ad ogni momento di merda della vita. Eccomi, mi dice, sono qui, non me ne sono andato, ti accompagno sempre! Pezzo di merda di un bastardo. Pure doloroso fisicamente, deve essere.

Fotografare figa nuda forse è la sola cosa carina che mi fa dire “ho fatto una cosa bella oggi”, ho eternato bellezza, ho catturato un’opera d’arte vivente per quando non esisterà più. Lo dico volgarmente, figa nuda. Perché si vede, nelle mie foto il pube, il monte di venere, l’osso iliaco adorato, si vedono il più possibile. Nessuna vergogna: è bello. Splendidi corpi di ragazza, di donna. Cosa c’è in quelle teste, in quei cuori io provo a farvelo vedere dagli occhi, che io voglio sempre. Ma ovviamente è solo una foto. Mi dicono che io catturo l’anima delle persone, quando mi vogliono fare complimenti. Spero che sia vero.

Preparo il riso. Lo scuocio, porcaputtana, di nuovo. Ripenso alle mie letture di ieri sulla visione di un certo femminismo riguardo a quella che chiamano pornografia, alla nudità, al sesso, all’eros, a quello che è stato il post, alla visione anarco-femminista, libera, completamente diversa. Poi mi dico “basta seghe mentali, chi vuole lo fa, e sa che lo fa perché è bellezza”.

Bevo acqua, bevo caffè. Sento il malumore generale di un sacco di gente, vedo gli stati. Sento beba, sta di merda. Siamo in tanti in questi giorni. Che succede? Umidità?

non so se non voglio vedere nessuno oggi o se è meglio che mi metta a parlare con la gente

Hey, 12.30! Riso. Poi insalata. Con il maestro, magari. Che sta di merda pure lui. Ma lui almeno ora identifica con il solo amore perduto. Io che ho da dire? Che l’amore mi salva la vita. Che ora non c’è. Né chi ama, ne chi amo. Niente. Resto io, che sto fallendo, una vita fallita. Che spreco di materia, energia, esistenza, denari altrui. Miei cari genitori, quanta sofferenza avete patito per causa nostra? Quanta poca gioia vi abbiamo dato? Solo delusioni. Certo, ve la siete cercata: ci avete creato, e con la nostra esistenza avete creato aspettative. Come tutte le aspettative non sono correlate con la realtà ma con l’illusione che il nostro desiderio sia fondato su qualcosa di realizzabile “perché si”. Ma non è mica una colpa. E mi dispiace. Poca gioia, davvero poca, vi avremo dato: forse da piccolini.

Oggi me la piango di brutto. Fantastico. Quindi devo fare gli esercizi-facciali (quanta esperienza raga!!! sono 30 anni che lo faccio!) per ricordare ai muscoli facciali che io so ridere, cercare di non avere gli occhi rossi e andare a prendere le minchia di verdure senza sembrare un drogato. Che poi… lo sono? Beh, si, l’efexor non è aspirina.

Ora ricordo che chi mi ha amato, il giorno dopo, un solo fottuto giorno, dopo, mi ha detto “e non fare la vittima”.

E perché? Perché devo obbedire a questo ordine? Hai autorità per darmelo?

Non mi ritengo vittima. Vittima di chi? Sono vittima e carnefice. Sono artefice della mia vita di merda. E’ tutta colpa mia. Ogni cosa.

rincoglionii telefonicamente

non è il mio

Ieri, ad un certo punto, sono tornato nel 1990. Senza cellulare. Facciamo nel 1997. Senza cellulare ma con le chat. Sono ormai mesi che lo schermo dello smartphone si è scalfito. Il mio acquisto, circa un anno fa, è stato, per l’estetica, totalmente voluttuario, per la prima volta nella mia storia, non ho acquistato un telefono guardando le caratteristiche. Lo sapete, forse.

Ad ogni modo ieri ha deciso, nel bel mezzo del tutto, di fottersi. Ma come è “il bello”. Lo schermo “tutto touch” ha iniziato a diventare al 95% verde o bianco lampeggiante lasciando intravedere solo un po’ la riga di stato superiore, quella con l’ora, la batteria e poco altro. Il suono funzionava, ma nel senso che tuto quello che mi era dato sentire era “click” dello sblocco, perché non vedendo che cazzo premevo, non c’era verso. Ha dato segni di riaversi due volte, in momenti in cui non ero pronto, uno dei quali con la forma di presa-per-il-culo-totale, cioè mentre ero in negozio a prendere un altro telefono.

Avevo però la botta de culo d’aver connesso prima WhatsApp-web … quindi ecco, ho almeno potuto avvertire le persone più importanti della mia vita in generale, oltre a quelle importanti questa settimana perché ho degli shooting. Fatto questo mi sono dedicato a risolvere il problema, ma abbastanza in modalità “panico”. Continue reading →

un alfa-stidioso

un consocente mi ha mandato questa roba:

E’ un uomo triste, lui, non tanto le macchine di cui parla. Ma in parte ha delle ragioni, soprattutto quella finale: comprati la tua cazzo di auto, quella che vuoi tu. Se hai famiglia, è diverso, dico io.

Credo però che lui si sia un po’ perso per strada cosa significhi essere maschio alfa. Soprattutto per quanto riguarda la riproduzione. Ma non so, non so: magari ci sono donne che lo adorano eh, quindi i suoi spermini sono in tanti uterini. Continue reading →

i troppotardici

La specie dei troppotardici vive in stratta relazione con altre. Alcuni la considerano di tipo simbiotico, altri parassitario, altri ancora di una mera condivisione della stessa nicchia ecologica. Il Dottor Harrison Ford Fiesta dell’Università del Winconscious, neurobiochimico psicomolecolare fisiobiologico dell’etologia etnica sociologica osserva che, secondo i suoi studi, questa sembra essere più una reazione : una causa-effetto.

Il troppotardico “in sé” , afferma il Dr. HFF, non esisterebbe: le specie causanti generano l’ esistenza degli altri dopo un lasso di tempo variabile di aspettativa, partendo da un nucleo originario elementale, ibncrementando fino a quello di pensiero. Da pensiero diverrebbe pensiero ossessivo ed in seguito passerebbe allo stadio “mesorrottolicojoni” sfociante, ora esplicito e udibile in un pronunciato a voce alta “ormai è troppo tardi” quando il non-troppotardico effettua un cambiamento tale da soddisfare le aspettative della specie “ospite”.

L’aspettativa, gonfiatasi in una bolla, scoppia e non esiste più. Nasce quindi il troppotardico, caratterizzato da presenza di capacità, atteggiamenti, abilità, pensieri, attitudini e disposizione d’animo verso cose inutili che lo sarebbero state fino a poco prima. Quanto poco è determinato dalla variabile di Minghenberg, dall’omonimo teorema che afferma “è troppo tardi in B in misura pari ad una frazione di nanosecondo dopo la decisione di cambiare o manifestare il cambiamento in A”.

Secondo recenti studi di scienziati indiani nessuna esplosione di bolla e conseguente generazione di troppotardico ha una vera necessità di esistere. Ad esempio alcune specie di troppotardici sono dediti al commercio. La specie-target desidera un prodotto che il troppotardico riesce ad ottenere giusto un secondo dopo che la specie-target ha perso la fregola di avere quella determinata roba. Essa era e rimane quella determinata roba. La sua necessità intrinseca non varia. Varia la voglia della specie target. La sua insoddisfazione “entro quando dico io” genera quindi il troppotardico e la troppotardica (assai rara).

Moltissimi troppotardici sono generati dal semplice scorrere del tempo e la relazione con oggetti: un troppotardico classico è l’acquirente di Ferrari. Il momento giusto per goderne a pieno è sicuramente assai prima della possibilità economica di goderne.

La teoria del dottor HFF è tutt’ora in discussione presso le maggiori università del mondo, ma pare che interessasse l’altro ieri. Oggi no. Troppo tardi, hanno dichiarato quelli che prima erano interessati. Le sue considerazioni rimangono quindi utili alla prossima ciclica invenzione dell’acqua calda.

 

sono un ottimo cuoco sono un ottimo cuoco sono un ottimo

Sono un ottimo cuoco, sono un ottimo cuoco, sono un ottimo cuoco, sono un ottimo cuoco, sono un ottimo cuoco, sono un ottimo cuoco, sono un ottimo cuoco, sono un ottimo cuoco, sono un ottimo cuoco, sono un ottimo cuoco, sono un ottimo cuoco, sono un ottimo cuoco … a volte cucino nel vialetto… sono un ottimo cuoco.

Ho bruciato di nuovo le lenticchie.

Ho comprato le lenticchie secche, che costano meno e che se cucini tu va tutto meglio eccetera eccetera. Le ho messe a bagno, un congruo numero di ore in anticipo. Ho lavorato, intanto l’umido faceva il suo. Ad un certo punto è giusto il fatal momento: schiaffarle nella padella , aggiungere altra acqua e vino e qualcosa che l’altra volta aveva dato buon risultato e far consumare. E così è stato.

Poi mi sono messo a mandare vocali a Tanya sui suoi social, visto che mi ha “assunto” per questo: social media marketing. Era un po’ in vena di essere cazziata e così è stato. In effetti stava iniziando ad avere il tono da MAURIZIOSEIMANDIIiiiii-SMAAAàAA! e soprattutto stava facendo i video con rima baciata in -are. Ora, ovviamente bisogna controllare se tu e il tuo target siete sulla stessa lunghezza d’onda. Ma direi di no: il tempo medio di visualizzazione di video da 20 secondi (che è il massimo del tollerabile) era di 6 secondi. Direi che avevo ragione. Ecccetera eccetera eccetera, un po’ tranquillizzare un po’ correggere e bla che ti riblà e … sniff sniff…

PORCODDUE.

Ho DI NUOVO bruciato le fottute lenticchie. Quello era l’ottimismo.

Il realismo ha comprato quelle in scatola pronte. E ora si mangia.

Ricordavo a B che da me questo c’è da aspettarselo, che quando iniziavamo a conoscerci, nella sua prima casa da sola, io avevo bruciato i piselli. I PISELLI!!!!!! Ma come si fa a bruciare i piselli? E’ come bruciare l’acqua.

Ma ci sono arrivato, con gli anni. A bruciare l’acqua. Si brucia la pentola, ovviamente. Che è di metallo. Avete mai visto una pentola rossa incandescente? Io mettevo a bollire l’acqua per il the almeno 6 volte. Finché andava bene aggiungevo acqua. Ad un certo punto non l’ho aggiunta. Ma mi sono accorto di quanto fosse calcarea: oltre al suddeto pentolino rosso incandescente, ho trovato lo STAMPO del calcare, marrone, che alla variazione della temperatura della pentola ha fatto cric, e mi ha lasciato un anello marrone di calcare bruciato, una specie di corona di pietra. Sono il Re, in effetti.

Ovviamente la citazione, per chi di voi non fosse una vestigia del passato, un residuato bellico, una muffa o una crosta vecchia come me che se lo ricorda per averlo visto quando è uscito, è “sono un ottimo guidatore” da Rain Man, voce doppiatore di Dustin Hoffman il solito buon vecchio (rip) Claudio Amendola.

il dottor schiattarelli

Oggi c’è una grossa novità!

Voglio morire.

Scherzavo, non è una novità, figurati grossa. E come mai? Nessun motivo diverso in particolare. I giorni strani, ormai, sono quelli in cui ho il privilegio di potermi lasciar  vivere senza pensare all’insensatezza di tutto questo. Il mio nucleo sta sul cazzo agli altri. E per essere felice io ho bisogno del mio pezzo mancante. Queste due cosette vanno d’accordo quanto i risultati dei sondaggi di Pornhub: i maschietti cercano sottomissione e le donne ANCHE, oppure mega orge classiche, ma insomma dove il ruolo maschile è classico. Queste due cose non di incontrano tanto.

Oggi così tutto il giorno. Metereopatia? non potrei dirlo, oggi c’era pure il sole. Ieri forse, ieri si. Ma oggi no. Oggi mi sarei schiattato in piena luce del sole. Continue reading →