Consapevolezza talebano-religiosa

“Ciò che gli altri reputano”, ossia la reputazione.

“La reputazione rappresenta la valutazione o il riconoscimento positivo (stima) combinato con l’attenzione, il riguardo o il rispetto (considerazione) che le persone hanno nei confronti di un individuo o entità, basati sulla percezione o giudizio delle loro qualità, azioni o comportamenti. Essa indica quanto una persona è vista o ritenuta in modo positivo e con rispetto nella comunità o nel gruppo di riferimento”

Quanto questo passaggio porti al “si può fare” VS “non si può fare”, cioé la legge, che diventa norma, obbligo, imposizione, fino alla forza, alla limitazione della libertà o alla sua privazione è fondamentale e chiaro a chi imponga un potere secondo una ideologia.

“Questo non devi dirlo, non puoi dirlo” è strettamente legato alla slippery slope che qualsiasi detentore di potere controlla sempre. Se fai questo, potresti poi fare quest’altro.

Citando qualcuno che interrogava il prof.Barbero, se un personaggio noto può dire impunemente che si vanta di non pagare le tasse, mentre invece non può, con la stessa sensazione ed aspettativa di normalità e consenso, dire “io meno la mia anziana mamma, ogni volta che dice cazzate le spacco qualche osso”, senza con questo essere sottoposto alle conseguenze della pubblica riprovazione, è a causa di come sia – in quel momento e area geografica – reputato un determinato comportamento.

Cioè una OPINIONE.

Controllare cosa sia lecito pensare, cosa sia giusto alla fine dire, sarà quindi uno dei fili da burattinaio da tenere ben saldi nelle mani di chi voglia esercitare un potere ideologico. E anche se pensare ad un religioso, ad un tiranno qualsiasi magari di provenienza ideologica estrema, è facile, non mi pare che ci possiamo tutti quanti esimere dal riconoscerci in questo stesso identikit. Le nostre OPINIONI possono diventare legge. Non sono fatti. Sono il nostro semplice sentire. Che può variare nel tempo. Le donne non possono parlare. I giovani hanno sempre torto. Gli anziani sono tutti rincoglioniti. Se è scritto nel libro sacro è così. GLi anziani hanno tutti sempre ragione. Le donne hanno diritto di ogni cosa perché il patriarcato prima blah. Opinoni, la mia opinione è che —> io REPUTO CHE —> diventa la TUA reputazione e … conta? Eccome se conta.

Ancora una volta: tu puoi accettarti, ma a noi tutti non frega un cazzo. La forza del numero, la maggioranza, noi tutti, REPUTIAMO.

E non è un bene? Ho i miei dubbi. Perché raramente facciamo un “meta-pensiero” sul “pensiamo a come pensiamo” e soprattutto a “come tendiamo a coportarci come umani”.

Ad esempio smetterei di dire che questo o quell’altro sono comportamenti disumani. La cosa più umana di tutte è la violenza come pensiero, azione, soluzione. Tutt’altro che disumana. Fa schifo, è crudele, è ingiusta, non è degna di . Ma che non sia umana… è ideologia. Adattarsi al reale e pensare al maggiormente desiderabile per il maggior numero di persone, a prescindere da ciò che il singolo reputa, forse, sarebbe meglio, tenendo però conto del fatto che dentro di noi, in ognuno di noi, il nemico è in casa.

Iniziare ad avere piùà a che fare, statisticamente, con i comportamenti umani con antropologia, sociologia, psicologia e tutte le neuroscienze ed altre scienze dei comportamenti ad illuminare tutte le altre, credo sarebbe una direzione più corretta. La scienza X ci dice che dato A di partenza per ottenere B la cosa corretta da fare è il comportamento K. Ma l’osservazione della realtà dice che in generale “la gente ” tende a fare tutt’altro.

Se al posto di una scienza molto meccanica, o economica, ci mettiamo giustizia, diritto, libertà, benessere, relazioni umane, comportamenti … osservare cosa davvero fanno le persone per darci tutti quanti una direzione realistica, e non idealistica sarebbe tendere ad un ideale, si, ma tenendo conto del “ma comunque la gente dato X fa Y anche se pluridimostrato che fa loro male”.

La legge che SUPERA la reputazione potrebbe essere auspicabile, se proveniente da un percorso che considera la meschinità umana, quella che chiameremmo disumanità se non siamo noi a commettere il fatto.

Funziona praticamente con tutto: voglio dimagrire ma senza fare movimento. Voglio essere come mi pare ma non lo accetto negli altri. Voglio non pagare le tasse ma voglio i servizi. Voglio che gli altri facciano fatica al posto mio – e tutti contemporaneamente dicono questo – tutti essendo “gli altri”.

Tendiamo al fancazzismo per tutti? Ma certo: facciamo lavorare le macchine. A vantaggio di tutti, non di qualcuno e basta. Perché appunto, tendenzialmente, a nessuno frega degli altri. Mors tua vita mea. Eccetera. Questo siamo. Teniamone conto.

usare le app favorisce la censura

“per la vostra sicurezza” dicono di solito quelli che desiderano prendere il controllo. Togliendolo a voi.

E magari spesso è vero.

Ma vorrei che fosse opzionale. Decido io, non tu. Decido io se ricevere la pubblicità di qualcosa. Invece no, tutto il mercato NC-17 rende “non-marketable” un sacco di produzione video, spesso perché non sono patrocinati dalla MPAA. Tanto per fare un esempio old-style della sessuofobia.

Ma oggi silenziosamente accade ancora. Avete mai visto una APP porno? Nei Marketplace: che siano Apple, Google (android) o Microsoft, non ci sono corrispondenti app rispetto ai siti web di argomenti che possono contenere o addirittura trattare specificamente, esplicitamente la sessualità. Quindi il contenuto veicolato viene inibito già dal contenitore del contenitore. I vari Marketplace delle “APP” (che non sono necessarie per la maggior parte dei contenuti: basta che il sito sia responsive) possono ad un certo punto semplicemente far scomparire una app. Supponiamo per un istante che Instagram decida che #freethenipple . All’istante Apple, Google, Microsoft fanno sparire Instagram. Oh no, non Instagram. Instagram esisterebbe ancora, andando con un browser web per computer desktop sul sito di Instagram, loggandosi ed accedendo.

Cosa molto scomoda ormai, ma che renderebbe libero Instagram dalle policies di Google, di Microsoft, di Apple. La figa, il cazzo, il culo e i capezzoli sono IL MALE. Puoi trovare cose orribili nei contenuti: violenza, odio, sevizie, dolore. Ma il sesso no. Se lo trovi c’è il tasto per segnalarlo, per fare la delazione. E scomparirà. Ma la violenza no. Non siamo un mondo VERAMENTE civile, perché anche voi che leggete qui, che avete sicuramente visto L’ESORCISTA credo vi preoccupereste di più del pompino di Zabriskye Point che di qualsiasi casino di un horror. Che so, The Hostel oppure i primi 3 “SAW”. Per me sesso anale a smorzacandela (reverse cowgirl anal, per chi cerca contenuti in inglese) con frontale visuale, per quanto sia “diretto” esplicito e sessuale, non è una cosa orrenda come una testa spaccata.

Io penso che la raffigurazione della realtà sia sempre un prodotto di una mente, destinato ad un’altra mente.

Parlare di qualsiasi cosa deve essere lecito.

MA

Se proprio volete scandalizzarvi, per me due che si inculano con gioia non sono brutti. Una persona a cui tagliano la testa, anche se è il cattivo che lo fa, comunque non è una bella cosa. Eppure per noi è intrattenimento. Anche una scazzottata di 10 minuti, con denti che volano, con ossa rotte. Cose che se le pensiamo nella realtà portano a menomazioni e alla morte.

Il sesso anale, sodomia, in alcuni stati del mondo è PUNITO CON LA MORTE, ancora. E ancora, noi, tutti, al mio paragone, pensando ai nostri figli e nipoti eccetera, non riusciamo a dire “beh si, è vero”.

No. Diremmo “eh si ma mio figlio” qualcosa. Eppure di sicuro proteggi di più tuo figlio dal vedere atti di sesso esplicito, definiti aprioristicamente osceni, che non da violenza esplicita, che non sono definiti mai osceni, disonorevoli e tutta quella serie di aggettivi che vengono inopinatamente affibbiati alla nudità, ai genitali, al sesso “così com’è”. E nota bene che non stiamo vedendo Cencio e la Gigia, i due vecchietti del paese che si tolgono la dentiera per un sessantanove. Di solito è gente anche carina, in forma, bella gente. Perfino esteticamente non c’è nulla di osceno. E’ esplicito. Si vede tutto. E non si può nemmeno dire che non sia finzione, che sia una reale rappresentazione del sesso di una coppia qualsiasi: per cui persino l’elemento “finzione” (il lichann taglia la gola al vampiro, che però se lo guardo bene, povero cristo, è una bella ragazza o un bel figliuolo, nel fiore degli anni… e lo decapitano tanto come i musulmani un giornalista).

Ma anche l’arte raffigura la nudità. Se la volete vedere o meglio, se non volete si impedisca di poporvela, lasciando a voi la scelta di vedere, nel mondo moderno, del web, ricordate che il mero preferire le app invece dei siti offre il fianco alla censura preventiva.

Creare un Marketplace alternativo? Si garantisca sicurezza INFORMATICA (no virus, no falle, no furti di dati) e per il resto della sicurezza decidiamo noi. Voi fate le classifiche e noi decideremo, come per le autorizzazioni su android, no? Facile.

Tumblr Girl, tumblr giiiiiirrrrrrrrrrrrrl

(titolo da cantare su “Purlpe Rain”) – Una fonte segreta CON FIGLI mi ha narrato che pare esistere una cosa chiamata “Tumblr Girl”; uno “stile di vita”, un’estetica. Siccome la fotografia “lifestyle” è il mio pane, leggo, secondo la spiegazione che ne da il nuovo spiega-qualsiasi-cosa Wiki-How (io ci ho cercato roba molto seria e mi sono sentito un coglione, ma … la risposta, quantomeno, c’era) che lo stile per crearsi una identità-social degna della “Tumblr Girl” è un po’ la base della fotografia stock. Certo, se la fai così. E, appunto, nel settore “lifestyle”. E limitatamente all’adolescenza, che, lo ricordo, ha un mercato nei seguenti tre temi:

  • scuola
  • party “ribelle”
  • depressione

fine.

Fino a poco prima con i bambini di varie età puoi rappresentare pressoché di tutto. Compresi gli altri temi, qualsiasi altro tema, praticamente. Ma con gli adolescenti, nel mio mercato, no. Paradossalmente quell’immagine che domina il mondo dell’advertising “fico” copre ogni cosa nei brand, usando acerba androginia, ammiccamento sessuale, sexy di ogni genere, sfrontatezza o allegria, bellezza al massimo del massimo. Ma nel mio mercato non esiste. Solo su committenza. Strano eh? Un po’ si fa, ma in generale quella precisa fascia di età no.

Comunque: dalle mie parti io non ho mai sentito parlare di una cosa del genere. Tumblr è uno dei più vecchi social in assoluto e anche io stesso ho spesso pensato di farmi un account lì soprattutto per la fotografia di nudo, vista la vasta percentuale di quel tipo di foto-blog o simili ospitati su quella piattaforma social. Non so mai se farlo o se stare tutto sul mio, quando deciderò che è ora per il sito. Fatto sta che non è certo l’ultima moda dei social: credo che anche in ordine di tempo venga ben prima di Instagram (2010), twitter (2006) e Facebook (2004). Mhhnno: 2007 invece: circa assieme. E’ che il “blog” è vecchio circa del 2003. Certo, fa tutto parte del cosiddetto 2.0 (significa solo che prima dovevi essere un po’ smanettone per pubblicare roba su web mentre con questo 2.0 ti fai un account in qualcosa e questo qualcosa di permette di pubblicare cliccando a cazzo in giro e ce la fai) ma lo spirito era quello del blog “sintetico”. Ci si trova anche parecchio porno, ma con uno spirito molto personale, devo dire: non mi risultano pubblicazioni ufficiali.

E non sono nemmeno certo che i termini siano meno restrittivi delle altre piattaforme. Mah. Devo studiarmela, da così tanto tempo…

Indagherò anche su questa faccenda della Tumblr girl! 🙂 Ma ho trovato su wikipedia qualcosa che in effetti mi sembra fondato, ma appunto… sembra (dovrei mettere il classico CN, ma non lo farò) perché “suona” vero: “Il nome Tumblr viene usato anche per indicare un tipo di frasi o foto che girano sovente sulla piattaforma stessa. Una “frase Tumblr”, per esempio, sta ad indicare un tipo di frase generalmente profonda e sentimentale. Spesso queste espressioni vengono usate con ironia e a volte come critica alle correnti di pensiero molto in voga sul social network. “

Di certo è interessantissimo, per me, vedere queste mode. Anche per il fatto che si manifestino in determinate zone, a certe età, o magari scoprire che sono mode che non esistono più e da me non sono mai nemmeno passate di striscio.

UPDATE: Si, confermo, ora mi restano i dubbi perché a me interessva la libertà e sono assolutamente #freethenipple. Ecco:

Nel dicembre 2018, alcune settimane dopo l’eliminazione dell’app per Tumblr dall’App Store, la piattaforma ha comunicato di essere intenzionata a eliminare tutti i contenuti ritenuti per adulti, a partire dal 17 dicembre 2018. Negli anni, infatti, erano state mosse verso Tumblr delle critiche sulla sicurezza e sugli standard applicati nel controllo dei contenuti, giudicati di fatto insufficienti per filtrare quelli ritenuti, a vario titolo, a rischio. Queste restrizioni hanno contemporaneamente suscitato le proteste di molti utenti, poiché a loro dire andrebbero a penalizzare ingiustamente anche altri materiali caricati, tra cui quelli con contenuti artistici o scientifici. È stato calcolato che, in seguito a questa politica, nei primi mesi del 2019 Tumblr abbia perso 437 milioni di visite totali alle proprie pagine.

censura 2015-2016

Nel giro di 40 minuti ho sentito due notizie relative alla libertà di espressione che mi lasciano perplesso, visto che siamo nel 2016 e che queste notizie non provengono dal mondo dichiaratamente teocratico.

La prima proviene da una lettura alla radio dell’articolo “il politicamente corretto non diventi censura” (Danilo Taino su Sette del 18.12.2015) e tratta l’argomento dell’auto-censura imposta in molte università americane dagli studenti che non vogliono essere turbati da informazioni che possono urtare la loro sensibilità , come ad esempio la realtà, la verità, i fatti, immagino. Auspico la nascita di ali “libere” dell’università e di intere facoltà esplicitamente, totalmente libere. Ma è sempre comodo avere gente che non vuole sentire la verità.

La seconda è una semplice notizia di oggi: l’Osservatore Romano si è lamentato per una bestemmia sulla Rai. Non che mi piacciano le bestemmie (sarà un fatto estetico o l’abitudine, ma mi suonano un po’ come le scorregge del parlare) , ma il nostro è uno stato laico.

 

Mentre scrivo tutto questo sia la mia micia tigrata che quella nera mi stanno facendo impazzire: una scorreggia come una matta e l’altra si è stesa davanti alla tastiera a giocare con le penne e intanto mi graffia e mi fa naso-naso per darmi i bacini. Disgraziate.

iStock puritana

Disattivazioni! Foto perfettamente OK, approvate e VENDUTE fino ad ora vengono attivate per pruriti censori. Mi lasciano dentro foto di ragazze con le gambe spalancate a 120 gradi e poi mi segano foto morbide, sensuali ma sicuramente meno “forti” delle altre. Ora… siccome NON possono essere vendute in settori tipo escort eccetera … vorrei sapere con che cazzo di criterio fanno questi cut off.

Cioé… una morbida che va bene per amore, sessualità e seNsualità, per igiene intima, per biancheria, san valentino, tempo libero … no, la seghi. Una che va bene più o meno solo per dire “FICA” … no, quella la tieni. Non che non mi piaccia eh: io la adoro. Ma commercialmente dovevi lasciare le altre se proprio avevi il dito sul tasto canc.

Bravo revisore. Compliments.

chi decide cosa sia volgare ed offensivo, però?

Rilevo e diffondo questo strumento per denunciare pubblicità volgari od offensive. Mi chiedo però: non è come il reato di diffamazione che è completamente disgiunto dal fatto che si dichiari il vero? Quindi un metodo di censura per alcuni che colpisce altri?

Domanda, non certezza.

torniamo indietro anche sul #sesso, sembra

I bambini vedono tutto, chiedono tutto. Vedono le cose che tu vedi, ma non fanno finta di non averle viste, non hanno ipocrisie perché non ne hanno (ancora) la necessità: quando vedono un pene, ti chiedono cosa sia e perché sia più grande del loro o di quello del fratellino, cuginetto, compagno di giochi del mare o della materna. E’ inutile che ti inventi delle sciocchezze! E il perché dei peli, del seno della mamma, e così via.

La mia ragazza accede ad un interessante “bacino d’opinioni” presso il luogo in cui lavora e proprio ieri mi ha raccontato di una sua collega era scandalizzata per il fatto che suo figlio, che faceva il bagno con lei, le ha indicato la vagina e i capezzoli e le ha chiesto informazioni in merito. E lei – ora sono io che mi scandalizzo e non poco – le ha detto che i capezzoli (non ha usato questa parola, a suo avviso sporca, vietata) erano biscotti. Ora, siccome il sangue mi stava andando alla testa per la stupidità di un simile atteggiamento, non ho sentito cosa abbia inventato per la vagina. Quello che, riacquistato il selfcontrol, ho sentito, era che il suo uomo al medesimo racconto ha dichiarato che non avrebbe fatto il bagno con suo figlio perché “se poi mi mi fa domande?”. Continue reading →

governo di nuovo ad ammazzare siti? ad esempio WIKIPEDIA…

diffamazione o censura?

Ci riprovano, è la seconda volta. Wikipedia – e molti altri – sono di nuovo in pericolo. Possibile? Certo, pensano di vederci distratti, di aspettare le vacanze, che stiamo solo depressi a spararci in testa prima di morire di fame senza lavoro ma… invece ecco qua, qualcuno si accorge che dopo che gli hai detto che no, non ci stiamo, noi Italiani non vogliamo che facciano quel che stanno tentando di fare a Wikipedia & Co., loro insistono, spingono, tirano e mollano, ripropongono la stessa cosa e tentano di farcela ingoiare a forza, finché non sia divenuta legge. Bene, non fatelo, non lasciateglielo fare. Mobilitatevi. Mobilitiamoci.

quindi faccio eco al messaggio che campeggia sulla home di wikipedia, preoccupantemente scevro di “clicca qui per fare qualcosa” … perché forse questa volta quelli di wikipedia ci ricordano che dobbiamo noi fare qualcosa.  Continue reading →

Sull’autoritarismo in Wikipedia

immagine sarcastica che contesta la presunta libertà di edit su wikipedia

se sei d’accordo con me
va tutto bene.

Amo wikipedia. Apprezzo meno alcuni admin che mortificano alcuni momenti di democrazia interna che potrebbero caratterizzarla. Purtroppo anni di opinioni del mio vecchio blog non sono qui riportate, quindi non mi si può facilmente conoscere e dato il mio umore recente potrei passare solo per rompicoglioni brontolone che ha solovogliadiprotestare. In realtà parlare di cosa sia e come si viva la libertà non è da considerarsi né “un passatempo” né tantomeno “frivolo”. Continue reading →