Calci nell’acqua

Mentre l’inferno in terra è sceso su gran parte dell’Italia, qui nel meravigliosonordest , siamo (relativamente) “in montagna”, si passa dal caldissimo alla pioggia ogni 2 ore in questi giorni. Se resta verso sera, di solito, il cielo coperto produce fresco serale e poi notturno.

Dunque in uno di quei momenti, ancora in tempo per i negozi, esco. Ho fatto l’insalata di riso per quando non avrò affatto voglia di cucinare col caldo, la tengo lì. Dopo essere stato a fare commissioni per i miei vecchi mi è venuta fame. Un toast, un panino. Ma fico lo voglio. Fresco dai finestrini, piano piano, buio, con una depressione mortale mi dico quanto mi faccio schifo ma la golosità per fortuna mi traina. Ulteriore motivo per rendere negativo il positivo: ovviamente mantengo la panza con questa attività.

Ma tant’è. Vado laddove si produce carne per ricchi usando fisicamente altri meno ricchi per maggior pregio e mi piglio due burritos. Scelgo di andarmene in un parco. Il cielo è così grigio che promette pioggia e non c’è qualsi nessuno. Mentre sto per parcheggiare uno mi guarda come se volesse dire “cazzo vuoi” ma potrebbe anche essere ciecato come me.

Vedo solo che c’è un uomo vecchio, verso i 70, al cento del parco che parla troppo forte al cellulare vicino ad una bici. Potrebbero sentirlo fino al 5o piano del condominio adiacente. Me ne fotto, devo solo mangiare: il parco è pieno di verde, fresco, pieno di panchine: rarissimo. Lo oltrepasso e mi scelgo una panchina. Lui cambia panchina per tenermi d’occhio. Sento ogni cosa, cerco di ignorare, assaporo il mio cibo, mi arrotolo sul mio farmi schifo, cerco di ragionare sul mio solito planning vita-morte.

Finché questo tipo smette di parlare e viene da me. E mi parla. Forse ha notato dei peli grigi che evitano il solito “capellone di merda comunista ricchione radicalchic tagliaticapellievaialavorare” et similia. Va subito al punto ma partendo dai discorsi sul tempo. Non ho paura a stare qui a mangiare fuori, con questo tempo incerto? Rispondo che sono a 15 metri dall’auto e ho una giacca che mi accompagna dal 1995 e da quell’anno mi protegge dalla pioggia, in caso di emergenze. Ma non era a questo che voleva arrivare.

Questo tempo assurdo, non ho forse sentito dei disastri in giro? Allude, credo, al terribile caldo e alle precipitazioni improvvise e violente. Tutta roba che – penso – è stata predetta in modo scientifico, non da Nostradamus. E da parecchio tempo. Ora ci siamo. Che sta succedendo, che faremo, perché?

Ed eccomi qui, piccolo e stronzo meschino.

Ora ho quasi 50 anni. Ho tutto quello che serve per parlare con una persona così: un tutto inutile accumulato come inutile polvere nel cranio. Un mediocre parassita che parla con un mediocre che ha fatto il proprio dovere di sicuro, che ne sa ancora meno. Che bello spettacolo, che grandissima utilità persa nel nulla del nulla più assoluto.

La mia predicazione alle genti è certamente stata efficace, perché se n’è andato salutandomi sconsolato, dandomi del lei, come io ho continuato rispettosamente adeguato ad una regola di altre generazioni, a fare.

Penso di poter intuire, signore, che lei nel corso della sua vita ormai non più breve, deve avere, tanto per citare un esempio a caso a noi familiare, sentito parlare un certo numero di volte – quante? le chiedo – di sistemare gli argini e gli alvei dei fiumi, ma in generale della manutenzione idrica e forestale delle nostre zone. Quante di queste volte, in tutti questi decenni messi uno dietro l’altro ad invecchiare, è stato effettivamente fatto fisicamente qualcosa?

Dei cambiamenti climatici di cui lei ed io ora vediamo gli effetti non si parla da ieri, ma dagli anni 60. E così come per quelli citati, così per questi, non abbiamo fatto nulla. A pagarla saranno i suoi figli e nipoti, non certo noi, non si preoccupi. Cito la versione dialettale di from nothing comes nothing – accumulo potenza e credibilità perché assorbo energia dal dialetto e dalla tradizione, quindi ne so. Ricordo altri proverbi e detti facili da comprendere e che comunque approvo perché ne ho scavata la saggezza dopo averli inizialmente derisi: il tetto non si ripara mentre piove. E lui capisce e già, dice “non si fa certo legna in dicembre”.

Vedo che capisce, carissimo signore. Non abbiamo fatto nulla per cambiare condizioni di pericolo rilevate 60 anni fa. Avevamo tutti questi anni per prendere attivamente provvedimenti. Ora i buoi stanno scappando e io mi mangio il mio burrito.

Ha tanta voglia di dire che “quelli a roma bla bla bla bla”. Ma forse ha capito.

Sono un dissennatore. Un buco nero di tristezza e disperazione, di negatività e morte, faccio così schifo che se venite a me, riesco a percepire dove sono le lacrime per attrarle goccia dopo goccia verso il canale lacrimale. Sono un orrore vivente di schifo di persona. Un povero vecchio voleva solo dare la colpa al governo e al precedente incidente locale, cercando di parlare di cause che non conosce e che ha ignorato fino all’altro giorno… perché diavolo rompergli i coglioni?

Hai toccato il mio alito di morte.

Per un attimo Dio ha deciso di esistere e mi ha spezzato un incisivo la cui riparazione magistrale resisteva da 32 anni.

Me lo merito.

Sono un ciccione di merda, perché ho caldo?

Quando una persona grassa cicciona lardosa sovrappeso obesa di merda, come me, fa la stessa identica attività di una persona magra, spesso, (come nel mio caso di un me stesso che si ricorda di aver sempre sofferto il caldo, ma MOLTO MENO da magro) sente un caldo di merda merdoso schifoso PIU’ di quanto non senta la fatica. Il calore è peggiore.

Ma pecché?

Ecco il nostro amico ciattecipittì aggiornato credo sempre al 2021, che ci risponde su “GRASSONE DI MERDA, FAI SCHIFO” il programma per l’inculsività socianale per chi odia essere grasso e alla cosa del prendere la propria responsabilità con gentilezza ancora non ce l’ha fatta, perché in effetti si fa meno fatica a vomitarsi addosso che a risolvere, no? Ecco che tutto ciò resta coerentemente nel fare schifo anche nell’affrontare il proprio presunto schifo. E vale per ogni altra caratteristica indesiderata.

Ma eccoci:

Le persone in sovrappeso o obese tendono a sentire più calore per diverse ragioni:

  1. Maggiore massa corporea: Più massa corporea significa più tessuto che necessita di essere rifornito di sangue e ossigeno. Questo richiede un lavoro extra per il cuore, che può generare ulteriore calore.
  2. Isolamento termico: Il grasso corporeo agisce come un isolante, trattenendo il calore all’interno del corpo. Quindi, una persona con più grasso corporeo potrebbe avere difficoltà a disperdere il calore rispetto a una persona più magra.
  3. Maggiore sforzo: Le persone in sovrappeso o obese possono dover lavorare di più per fare le stesse attività di una persona più leggera, il che può portare alla produzione di più calore.
  4. Meno superficie corporea per disperdere il calore: La superficie corporea per unità di peso è inferiore nelle persone obese rispetto a quelle più magre. Ciò significa che le persone obese hanno meno superficie corporea per unità di peso attraverso la quale disperdere il calore, rendendo più difficile per loro raffreddare i loro corpi.

happy b

Era il giorno del mio compleanno e volevo morire non esistere un po’ più del solito, almeno per quest’anno, per questo periodo.

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sconforto #201922060819

Ho un fottuto caldo di merda.

Ho un Ronin-SC combo bla da provare. Ma ho caldo. Mi sento anche un po’ intimorito perché con la mia fotocamera non è di ovvia applicazione la bilanciatura, che è essenziale. Domani vado da kiki a fotografarla nuda per due giorni. Tutta pacchia e ferie. E invece mi sento mezzo ansioso. Da lontano lei mi chiede consigli sui maschi e sulla figa, cosa che, visto che mi ha lasciato lei, dovrebbe farmi comunque pensare “beh si vede che su questo mi considera attendibile, si può apprezzare”. Invece no, mi sento solo vecchio. E infatti, come sempre, passato il momento del bisogno, faccio battute da vecchi, anche se poi in altri momenti sono l’unico con cui ride e ci si capisce. E’ un periodo che se mi ci guardo bene, vecchio non mi sento. Stanco, per il caldo, ma questo negli ultimi 30 anni non è cambiato. Ho sempre sofferto a merda il caldo. E le cose che mi annoiano mi hanno sempre annoiato, non le ho mai condivise con i miei coetanei del tempo.

Guardo i guadagni: poca roba. Bisogna darsi da fare.

Questo caldo di merda mi tira giù invece di farmi stare bene. E la gente che avrebbe dovuto farmi un preventivo per il sistema di condizionamento non si è vista. Frega un cazzo di niente a nessuno: si vede che di lavoro pagato a sufficienza ne hanno, mi dico. Nel mondo del lavoro su commissione, con dipendenti, con una sede, questo discorso si può fare.

Mancano 11 giorni all’uscita di Fear Inoculum. Ho appena sentito la cover di “Stand by me” dei bootstraps, gran bella. L’inizio è molto simile a “Where The Streets Have No Name“, comunque. La sto ascoltando a ripetizione.

Penso continuamente alla morte, come salvezza, via d’uscita, di fuga, di respiro e liberazione. E mi aiuta anche a dire “prima finisci questo”. E un po’ di peso se ne va.

Nessuno attualmente prova alcunché per me. Nessuno mi ama, ok? Nessuno considera neanche di farmi una telefonata e bere un caffè. Ok, a parte la stalker. Ma la stalker, come dice sempre lei, “sta facendo un percorso”. Un difficile percorso in cui alla fine (cosa che interessa a lei, non a me, attualmente) si farà fotografare e si auto-metterà su una maglietta. Questa “fine” immagino sia il rimettersi in forma senza faticare fisicamente, ma con una dieta sfiancante e un sacco di autoaccettazione.

Mio padre invecchia tanto. L’ho visto male.

Mia sorella non la sento neanche di striscio ma immagino mi distruggerebbe sentirla: disperata, negativa, nononono. Proprio quello che mi serve. E mio fratello uguale ma più dispe-rassegnato.

Mia madre che attende, Cattolicamente, di morire “quando Dio vorrà”.

Un bel momento eh?

Eppure vi giuro che domani e dopodomani il mio impegno è fotografare la figa, nuda. E chiacchierare.

Credo che chiunque possa capire, alla lunga, che la felicità conta davvero, che stare bene sul serio conta davvero. Chiunque non stia a pensare che sono un ingrato, che ho tutto eccetera. Chiunque capisca.

la bolletta dell’ANAL

Siamo i guerrieri.

I guerrieri della stufetta.

I guerrieri della cantina.

I guerreri del vecchio computer in cantina che cercano di combattere la disoccupazione.

Siamo guerrieri.

immagine di guerriero dei ghiacci

volevo essere questo guerriero

I guerrieri de ‘sto cazzo: quando mi è arrivata la bolletta dell’energia elettrica l’altro giorno, gli amici che sono al nostro fianco nella battaglia quotidiana mi hanno ricordato che se l’accendo un’altra volta basta che dia il conto corrente della società dell’energia elettrica a quelli dell’inps e loro verseranno direttamente l’indennità di mobilità a loro, si fa prima, si evitano le code: snelliamo la burocrazia!

Perché io nella cantinetta ho il cosiddetto ufficio… quello che il ragionier Staminchia di 20 anni fa avrebbe definito “lo studio”. Ma io non ce l’ho lo studio, quello con la libreria in legni scuri e tanti libri. Mi piacerebbe, per carità. Ma io ho uno scaffale Ikea con dei manualoni ed alcuni scatoloni del trasloco che non stavano in garage (che le nostre auto non hanno mai visitato), una scrivania (strafica!) riciclata dall’ufficio dismesso di mio padre prima che chiudesse lo studio, due cavalletti con una tavola di compensato sopra, un divano a due piazze che invece di venire buttato è stato dato a me (e io godo) e una sedia da ufficio, sempre dono del babbo e del suo abbandono dello studio professionale.

Tra la mia schiena e il divano ci sono circa 80 cm. Ma è una stanza e io ci lavoro: a casa non c’è spazio. Siamo i guerrieri dello spazio eh? Non ho visto in giro Goldrake quando c’era da traslocare da casa vecchia e pure i Cavalieri dello Zodiaco quel giorno avevano prestato furgoni e monovolume ad altre persone. Però questa stanza è una cantina, in realtà. Quindi quando d’inverno fuori fa -8 qui, dato che un muro confina con il locale caldaie, ho il beneficio di arrivare a 12 gradi invece che a 2. Fine del beneficio. Però la stanza è sufficientemente piccina da poter essere agevolmente riscaldata con una stufettina elettrica: in pochi minuti fa caldo. Ma in pochi minuti fa freddo, se la spegni.

Ma se la accendi paghi. E se io pago troppo non mangio, non pago le spese condominiali, non pago la benza, non pago le eventuali piccole spese per cercare di investire in un futuro diverso, non pago il mutuo, non pago il telefono od internet.

Siamo guerrieri.

Anche lui: lo hanno trovato morto nei ghiacci; basta stufetta.

otzi, credo.

ha risparmiato sulla corrente però!