Ieri ho deciso per la via strana.

future is now

Ieri ho deciso. Ho avuto grandi dubbi, non so nemmeno a chi dovrò dirlo… ma ho deciso: smetto di seguire la via normale, di sentirmi una merda perché non sto cercando un lavoro standard, di quelli che si faticano a trovare perché non c’è lavoro, smetto persino di sentirmi una merda per questo.

Smetto anche, però, di sentirmi obbligato ad interessarmi quando – gentilissimi, davvero, non sto ironizzando – gli altri, alcune di queste occasioni, me le procurano. Vi prego basta, non serve più. Qualcuno anela quelle occasioni mentre io le aborro. Non ce la faccio più a sentire paura di trovarmi di nuovo in quel mondo. Mi fa sentire una merda … mentre io in questa nuova avventura, in cui ancora non guadagno che di comprare un caffé al mese, la vivo con un impegno diverso. Quell’impegno che ti rende felice di alzarti, oppure se non ce l’hai fatta ti dispiaci, ma non ti senti in colpa come un cane col padrone … sei tu, hai perso la stessa occasione che avresti perso una domenica per andare al parco ad un appuntamento con quella tipa così promettente.

Arriverà un momento ancora più duro, perché mica mi mantiene qualcuno. E condivido spese. Però ho anche tanta gente che mi aiuta, che mi circonda, che vive e sente in un altro modo. Che fa gratuitamente, persino!

Questo, forse, è stato quindi uno dei giorni più importanti della mia vita, in cui, in gran silenzio, ho deciso davvero qualcosa.

E ringrazio un amico che ha fatto la stessa cosa in completa e totale solitudine, dieci anni fa, in un settore completamente diverso, ma lasciato moralmente solo da tutti: ieri ha detto a me il classico “follow your dream”.

A 20 anni ho sentito la pressione dei miei. A 40 anni non posso davvero: me lo devo.

Cosa è cambiato dall’altro ieri? Cosa faccio di diverso? Non faccio niente di diverso. E’ cambiato il mio atteggiamento, la mia decisione : non ho più un bivio davanti a me. Ho preso una delle due vie.

Mi cago sotto lo stesso… ma è bungee jumping, non lassativo buttato giù con l’imbuto. In bocca al lupo a me.

Free for noncommercial!

Software – Quando la licenza dice “free per uso non commerciale” , “gratuito solo per uso PRIVATO” oppure “shareware” , “trial 30 giorni”, ecc … ci sono tanti simpatici manager, direttori, proprietari di aziende, che considerano il software “gratuito”.

Ad esempio gli antivirus, pressoché indispensabili per Windows, ma nessuno li vuole pagare. Ma “quanto è illegale” installare (e tenere dopo il periodo di prova) un software free-fornoncommercial in ambiente commerciale, rispetto ad esempio all’underlicensing di un software dichiaratamente commerciale-e-basta? (acquistare UNA copia e installarne 25). Spesso a questi generi di pratica sono suggeriti con molta convinzione da parte di chi sta sopra nella catena di comando a chi poi se ne occupa… e se questi non lo fanno sono considerati negligenti (non hai obbedito, non fai quello che ti dico di fare).

Ma la BSA si gratta? Per dire: se la BSA – ammesso e non concesso – si occupa solo dei suoi associati, allora sbaglia, perché se quest’altra pratica la si lascia passare, agisce come la concorrenza sleale!

Se – sempre ammesso e non concesso – Avira free (esempio!) viene installato su 13 postazioni in un’azienda e mantenuto sempre, quanto è illegale, rispetto ad un Kaspersky acquistato in una copia e installato su 13 postazioni? Perché se “è uguale” e soprattutto chi controlla se ne frega di Avira, oppure Avast, oppure AVG … a mio avviso commettono un grave errore, perché in questo modo sembrache sia vero che il software gratuito-per-uso-privato sia gratuito anche in una PMI, da un Freelance o addirittura in una enterprise.

A me non pare che sia mai stato chiarito. Qualcuno lo fa?